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Gian Domenico Sozzi – Perlepie
“perlepie” è la sesta personale di Gian Domenico Sozzi negli spazi dello STUDIO STEFANIA MISCETTI. Le opere in mostra, tutte prodotte nell’ultimo anno e in gran parte inedite, costituiscono una serie di serigrafie su specchio realizzate con inchiostro nero a partire da antichi dipinti in rovina.
Comunicato stampa
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STUDIO STEFANIA MISCETTI è lieto di presentare "perlepie", sesta esposizione personale di Gian Domenico Sozzi presso gli spazi della Galleria. Le opere in mostra, tutte prodotte quest’anno ed in gran parte inedite, costituiscono una serie di serigrafie su specchio tutte realizzate a partire da antichi dipinti in rovina.
La ricerca di Sozzi è caratterizzata da una memoria intima e personale, dalla riscoperta e rivalutazione del frammento del quotidiano che, dimenticato o ignorato, acquisisce un nuovo senso della sua esistenza.
La collaborazione tra l’artista e lo Studio Miscetti ha radici profonde che risalgono agli inizi degli anni Novanta: già nel 1992, Sozzi presenta le inedite fotografie e sculture al centro di "tête à tête"; nel 1996, in "cielospettacolo", l’artista-attore è al tempo stesso artefice del gioco e soggetto di un ritratto multiforme di immagini in bianco e nero che compongono un collage di dimensioni ambientali; per "anatra muta" (2000) e "so it goes" (2008) dona nuovo respiro ad oggetti trovati, custoditi, poi da lui disvelati; infine nel 2009 è protagonista di un’edizione speciale della rassegna SHE DEVIL con il video "Brava" (2006).
"perlepie" nasce dalla fortuita intuizione delle potenzialità inespresse di tele ormai dimenticate. A seguito di questa sorta di epifania/rivelazione, Gian Domenico Sozzi si dedica alla ricerca di questi supporti pittorici nei depositi museali, per poi spingerli, attraverso la serigrafia a inchiostro nero, alla relazione con la natura mutevole e riflettente dello specchio.
Con questo spirito egli dona nuova luce a volti e particolari dei dipinti danneggiati o logorati dal tempo. Il nero e la profondità dello specchio sottolineano questa loro natura violata, enfatizzano gli strappi e le pieghe della tela quasi a voler celebrare la caducità della materia stessa.
Alcune opere della serie perlepie sono state protagoniste nella scorsa primavera di una personale che ha avuto luogo presso l’artist-run space CLER di Milano.
Milano, venerdì 4 marzo 2022
"Il sole, generosissimo quassù alla torre, disegna ombre ovunque: tra gli scaffali di libri, sui sofà, sui muri, nei vetri delle finestre, ma anche su quella tela sciupatissima che accanto al tavolo da lavoro per anni è stata ad aspettare d’esser restaurata o magari arrotolata per finire in soffitta con i suoi corpi santi o, peggio ancora, lasciata a consumarsi di polveri per scomparire come un soffione di tarassaco. Ma il sole, un giorno, alla base di questa tela, ha illuminato una coppia di pratoline che per poco la Vergine non calpestava e proprio dalle sfumature rossastre di quelle perle da campo son nate le pie. Così iniziò la ricerca di opere dimenticate nei depositi dei musei perché devastate, squarciate, squamate, ricamate di volti nuovi talvolta, ma sempre nell’ombra. Così, flirtando con la polvere e la sua radicale opacità, decisi di restituir loro una possibilità di futuro vestendole di un mantello funebre, forzandone le immagini nella profondità di uno specchio fino a farle immagini in esilio, timide comparse, epifanie anche. Prima dettagli: un fiore appunto, una mano, un’ala di putto, uno zoccolo d’agnello, un piede di santo barbuto, un giovannino pastore, un volto volante, di un’altra tela, forse. Poi, elemosinando immagini ai confini del nulla, un ritratto di donna su tavola spaccata, che dicono del Brina, un gentiluomo di Ridolfo o bottega, un papa copiato da Capodimonte, un giovane in corpetto rigato graffiato dal gatto del Boltraffio, e ancora quel bel tenebroso dalla bocca baciata di cui si dice non esista una scheda, giusto un numero l’accompagna, un numero che non perde ventura - anzi rinnova come fa la luna.”
Gian Domenico Sozzi
Nato al Castello di Solaro nel 1960, Gian Domenico Sozzi studia arte al DAMS di Bologna. Nel 1983 si trasferisce a Firenze dove inizia a lavorare nello studio di Luciano Bartolini e dove, nel 1985, tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Schema. A partire da quella data si sposta prima a Berlino e poi a New York dove nasce il ciclo di lavori "Mar d’Africa" che esporrà a Parigi presso la Galleria Montenay e a Monaco alla Galleria Thomas. Nel 1992, allo STUDIO STEFANIA MISCETTI di Roma, inaugura "r-Idolini", sculture e fotografie come testimoni di un’operazione su teste note e non che presenta anche l’anno successivo allo Studio Casoli di Milano. Nel 1996 torna allo STUDIO STEFANIA MISCETTI con cielospettacolo, lavoro che lo vede “sposa” di dodici célibataires e che presenta l’anno successivo alla Galleria Montenay di Parigi e nello spazio milanese di A&M Bookstore. Nel 2000, sempre allo STUDIO STEFANIA MISCETTI, presenta "anatra muta": una serie di carte a campiture monocrome visibili sul retro di una parete/iconostasi appositamente costruita sul fondo della galleria. Nel 2002, presso lo Studio De Carlo di Milano, espone stampe fotografiche di grande formato come "Testimoni di un anonimo prender tempo". Nel 2006, presso la Galleria Zero di Milano, presenta per la prima volta "Brava" video (found footage) che verrà poi proposto a Berlino presso la Galleria Isabella Bortolozzi, al Museo Fesch di Aiaccio e alla Galleria Civica Montevergini di Siracusa. Nel 2008 ritorna allo STUDIO STEFANIA MISCETTI di Roma con "so it goes" e nell’anno successivo realizza alla Galleria Francesco Pantaleone di Palermo un’installazione site-specific dal titolo "Red Carpet". Nel 2012, invitato come special guest presso Mars a Milano, presenta "Bella Ciao" e nel 2017 con "Pretious" realizza la sua prima personale allo Studio Dabbeni di Lugano. Nel 2018, in occasione della mostra dedicata a Gaudenzio Ferrari, presenta a Casa Testori un video dedicato all’ultimo lavoro dell’artista piemontese. Nel 2020, partecipa con "Fatima" alla collettiva "Come prima, meglio di prima" presso la Galleria Massimo De Carlo, Milano.
La ricerca di Sozzi è caratterizzata da una memoria intima e personale, dalla riscoperta e rivalutazione del frammento del quotidiano che, dimenticato o ignorato, acquisisce un nuovo senso della sua esistenza.
La collaborazione tra l’artista e lo Studio Miscetti ha radici profonde che risalgono agli inizi degli anni Novanta: già nel 1992, Sozzi presenta le inedite fotografie e sculture al centro di "tête à tête"; nel 1996, in "cielospettacolo", l’artista-attore è al tempo stesso artefice del gioco e soggetto di un ritratto multiforme di immagini in bianco e nero che compongono un collage di dimensioni ambientali; per "anatra muta" (2000) e "so it goes" (2008) dona nuovo respiro ad oggetti trovati, custoditi, poi da lui disvelati; infine nel 2009 è protagonista di un’edizione speciale della rassegna SHE DEVIL con il video "Brava" (2006).
"perlepie" nasce dalla fortuita intuizione delle potenzialità inespresse di tele ormai dimenticate. A seguito di questa sorta di epifania/rivelazione, Gian Domenico Sozzi si dedica alla ricerca di questi supporti pittorici nei depositi museali, per poi spingerli, attraverso la serigrafia a inchiostro nero, alla relazione con la natura mutevole e riflettente dello specchio.
Con questo spirito egli dona nuova luce a volti e particolari dei dipinti danneggiati o logorati dal tempo. Il nero e la profondità dello specchio sottolineano questa loro natura violata, enfatizzano gli strappi e le pieghe della tela quasi a voler celebrare la caducità della materia stessa.
Alcune opere della serie perlepie sono state protagoniste nella scorsa primavera di una personale che ha avuto luogo presso l’artist-run space CLER di Milano.
Milano, venerdì 4 marzo 2022
"Il sole, generosissimo quassù alla torre, disegna ombre ovunque: tra gli scaffali di libri, sui sofà, sui muri, nei vetri delle finestre, ma anche su quella tela sciupatissima che accanto al tavolo da lavoro per anni è stata ad aspettare d’esser restaurata o magari arrotolata per finire in soffitta con i suoi corpi santi o, peggio ancora, lasciata a consumarsi di polveri per scomparire come un soffione di tarassaco. Ma il sole, un giorno, alla base di questa tela, ha illuminato una coppia di pratoline che per poco la Vergine non calpestava e proprio dalle sfumature rossastre di quelle perle da campo son nate le pie. Così iniziò la ricerca di opere dimenticate nei depositi dei musei perché devastate, squarciate, squamate, ricamate di volti nuovi talvolta, ma sempre nell’ombra. Così, flirtando con la polvere e la sua radicale opacità, decisi di restituir loro una possibilità di futuro vestendole di un mantello funebre, forzandone le immagini nella profondità di uno specchio fino a farle immagini in esilio, timide comparse, epifanie anche. Prima dettagli: un fiore appunto, una mano, un’ala di putto, uno zoccolo d’agnello, un piede di santo barbuto, un giovannino pastore, un volto volante, di un’altra tela, forse. Poi, elemosinando immagini ai confini del nulla, un ritratto di donna su tavola spaccata, che dicono del Brina, un gentiluomo di Ridolfo o bottega, un papa copiato da Capodimonte, un giovane in corpetto rigato graffiato dal gatto del Boltraffio, e ancora quel bel tenebroso dalla bocca baciata di cui si dice non esista una scheda, giusto un numero l’accompagna, un numero che non perde ventura - anzi rinnova come fa la luna.”
Gian Domenico Sozzi
Nato al Castello di Solaro nel 1960, Gian Domenico Sozzi studia arte al DAMS di Bologna. Nel 1983 si trasferisce a Firenze dove inizia a lavorare nello studio di Luciano Bartolini e dove, nel 1985, tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Schema. A partire da quella data si sposta prima a Berlino e poi a New York dove nasce il ciclo di lavori "Mar d’Africa" che esporrà a Parigi presso la Galleria Montenay e a Monaco alla Galleria Thomas. Nel 1992, allo STUDIO STEFANIA MISCETTI di Roma, inaugura "r-Idolini", sculture e fotografie come testimoni di un’operazione su teste note e non che presenta anche l’anno successivo allo Studio Casoli di Milano. Nel 1996 torna allo STUDIO STEFANIA MISCETTI con cielospettacolo, lavoro che lo vede “sposa” di dodici célibataires e che presenta l’anno successivo alla Galleria Montenay di Parigi e nello spazio milanese di A&M Bookstore. Nel 2000, sempre allo STUDIO STEFANIA MISCETTI, presenta "anatra muta": una serie di carte a campiture monocrome visibili sul retro di una parete/iconostasi appositamente costruita sul fondo della galleria. Nel 2002, presso lo Studio De Carlo di Milano, espone stampe fotografiche di grande formato come "Testimoni di un anonimo prender tempo". Nel 2006, presso la Galleria Zero di Milano, presenta per la prima volta "Brava" video (found footage) che verrà poi proposto a Berlino presso la Galleria Isabella Bortolozzi, al Museo Fesch di Aiaccio e alla Galleria Civica Montevergini di Siracusa. Nel 2008 ritorna allo STUDIO STEFANIA MISCETTI di Roma con "so it goes" e nell’anno successivo realizza alla Galleria Francesco Pantaleone di Palermo un’installazione site-specific dal titolo "Red Carpet". Nel 2012, invitato come special guest presso Mars a Milano, presenta "Bella Ciao" e nel 2017 con "Pretious" realizza la sua prima personale allo Studio Dabbeni di Lugano. Nel 2018, in occasione della mostra dedicata a Gaudenzio Ferrari, presenta a Casa Testori un video dedicato all’ultimo lavoro dell’artista piemontese. Nel 2020, partecipa con "Fatima" alla collettiva "Come prima, meglio di prima" presso la Galleria Massimo De Carlo, Milano.
10
novembre 2022
Gian Domenico Sozzi – Perlepie
Dal 10 novembre 2022 al 21 gennaio 2023
arte contemporanea
personale
personale
Location
STUDIO STEFANIA MISCETTI
Roma, Via Delle Mantellate, 14, (Roma)
Roma, Via Delle Mantellate, 14, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-20
Vernissage
10 Novembre 2022, dalle ore 18 alle 21
Autore