Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Gian Marco Montesano
Gian Marco Montesano racconta i Miti del XX secolo. Al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, Sala Gialla, il pittore torinese, caposcuola del medialismo, la corrente di revival pittorico, di matrice neo pop e fumettista, rivisita in chiave ironica e surreale, quasi grottesca, la storia ed il passato rileggendo, in modo personale, gli anni drammatici e cruciali della formazione dell’Europa fino al momento della sua crisi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gian Marco Montesano racconta i Miti del XX secolo. Al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, Sala Gialla, il pittore torinese, caposcuola del medialismo, la corrente di revival pittorico, di matrice neo pop e fumettista, rivisita in chiave ironica e surreale, quasi grottesca, la storia ed il passato rileggendo, in modo personale, gli anni drammatici e cruciali della formazione dell'Europa fino al momento della sua crisi.
La Storia e le Storie che Gian Marco Montesano racconta fanno parte di un vero e proprio monumento al Novecento, la sua creatività attinge da foto, film, giornali e da quell'immensa rappresentazione mediatica che proprio le dittature – da Hitler a Stalin - hanno così bene saputo usare per fini propagandistici. Nei suoi quadri Montesano scandisce un percorso visivo esemplare. Una Storia nella Storia, un inno al Mito e alle discipline come lo sport che è rappresentazione dell'ideologia, ma anche un tributo alla gioventù dei protagonisti. La stessa gioventù che il Novecento stava rapidamente perdendo, per trovarsi di fronte al baratro della Seconda Guerra Mondiale.
Gian Marco Montesano evita in molte circostanze ogni sentimentalismo o emozione legata al colore. I suoi quadri, spesso in bianco e nero sono un'inesauribile galleria d'immagini, quasi i fotogrammi di quel "Cinema Italia" che lui ha sempre sostenuto di voler raccontare. Le sue opere sono legate alla Storia, ai grandi dittatori, alle ideologie sconfitte dalla "fine della storia" della globalizzazione e del capitalismo come unico sistema economico del pianeta. La sua scelta di affrontare, seppur con ironia, le catastrofi e nel contempo le piccole storie che hanno illuminato il Novecento, rifiuta ogni nostalgia, ma sa dare un senso e un valore al tempo passato.
La Storia racconta e si racconta nelle sue opere. Esce ed entra continuamente tra la dimensione mitica e la dimensione realistica. Il filtro delle fotografie si mescola sempre all’autobiografia in modo tale che per l’artista la grande Storia e le piccole storie si intrecciano continuamente come se si svolgesse un giro di valzer senza fine in cui cambiare i partner fa parte del gioco.
I grandi temi della guerra e dei conflitti ideologici sono riportati con un’ambiguità estremamente funzionale alla riuscita dell'opera. L'ambiguità sta nel dosare l'ironia con un trionfalismo abbastanza prevedibile, per altro, nelle immagini di regime. Ma questo è il teatro del mondo oltre che della guerra, del resto non vi è nulla di scontato nel suo lavoro, se ci si sofferma a leggerlo da vicino.
Accanto ai Miti, esposte nell’accurata selezione palermitana anche immagini dolcissime di bambini, seducenti ritratti femminili, vasti paesaggi di gusto romantico, vedute urbane di genere cinematografico, che Montesano dipinge con quel suo inconfondibile stile post-realista.
Tra le opere in mostra per Il Mito Contemporaneo, Lui serrò i pugni e rimase fedele di giorno e fedele di notte, Il coro degli angeli che cantano per lui, Storie del Bosco Viennese, Den fruehen Morgenstünden in Berlin, Credere, Obbedire, Danzare e la grande tela formata da 100 opere Padiglionitalia presentata in occasione della Biennale di Venezia.
La Storia e le Storie che Gian Marco Montesano racconta fanno parte di un vero e proprio monumento al Novecento, la sua creatività attinge da foto, film, giornali e da quell'immensa rappresentazione mediatica che proprio le dittature – da Hitler a Stalin - hanno così bene saputo usare per fini propagandistici. Nei suoi quadri Montesano scandisce un percorso visivo esemplare. Una Storia nella Storia, un inno al Mito e alle discipline come lo sport che è rappresentazione dell'ideologia, ma anche un tributo alla gioventù dei protagonisti. La stessa gioventù che il Novecento stava rapidamente perdendo, per trovarsi di fronte al baratro della Seconda Guerra Mondiale.
Gian Marco Montesano evita in molte circostanze ogni sentimentalismo o emozione legata al colore. I suoi quadri, spesso in bianco e nero sono un'inesauribile galleria d'immagini, quasi i fotogrammi di quel "Cinema Italia" che lui ha sempre sostenuto di voler raccontare. Le sue opere sono legate alla Storia, ai grandi dittatori, alle ideologie sconfitte dalla "fine della storia" della globalizzazione e del capitalismo come unico sistema economico del pianeta. La sua scelta di affrontare, seppur con ironia, le catastrofi e nel contempo le piccole storie che hanno illuminato il Novecento, rifiuta ogni nostalgia, ma sa dare un senso e un valore al tempo passato.
La Storia racconta e si racconta nelle sue opere. Esce ed entra continuamente tra la dimensione mitica e la dimensione realistica. Il filtro delle fotografie si mescola sempre all’autobiografia in modo tale che per l’artista la grande Storia e le piccole storie si intrecciano continuamente come se si svolgesse un giro di valzer senza fine in cui cambiare i partner fa parte del gioco.
I grandi temi della guerra e dei conflitti ideologici sono riportati con un’ambiguità estremamente funzionale alla riuscita dell'opera. L'ambiguità sta nel dosare l'ironia con un trionfalismo abbastanza prevedibile, per altro, nelle immagini di regime. Ma questo è il teatro del mondo oltre che della guerra, del resto non vi è nulla di scontato nel suo lavoro, se ci si sofferma a leggerlo da vicino.
Accanto ai Miti, esposte nell’accurata selezione palermitana anche immagini dolcissime di bambini, seducenti ritratti femminili, vasti paesaggi di gusto romantico, vedute urbane di genere cinematografico, che Montesano dipinge con quel suo inconfondibile stile post-realista.
Tra le opere in mostra per Il Mito Contemporaneo, Lui serrò i pugni e rimase fedele di giorno e fedele di notte, Il coro degli angeli che cantano per lui, Storie del Bosco Viennese, Den fruehen Morgenstünden in Berlin, Credere, Obbedire, Danzare e la grande tela formata da 100 opere Padiglionitalia presentata in occasione della Biennale di Venezia.
10
maggio 2012
Gian Marco Montesano
Dal 10 maggio all'otto luglio 2012
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
TEATRO POLITEAMA GARIBALDI
Palermo, Via Castrofilippo, 90, (Palermo)
Palermo, Via Castrofilippo, 90, (Palermo)
Autore