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Gian Marco Montesano
L’arte contemporanea «da Biennale di Venezia» sarà alla Next Art Gallery. L’artista si chiama Gian Marco Montesano, e la Galleria dei fratelli Macrì presenta un esempio della sua quarantennale opera pittorica, nella propria sede aretina.
Comunicato stampa
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Il dipingere di Montesano sembra capitare da lontano, guidato da un cosciente giudizio d’irrilevanza rivolto all’arte: luogo proprio del nonsenso, ambito interessato, di leggerezza; che non può ambire alla serietà della soluzione politica (pensata e praticata). Montesano usa l’arte come applicazione di un’«estetica del tempo», per rivelare, quasi confessare una condizione socioculturale ferita, senza tuttavia la pretesa di soccorrerla e curarla: a celarne, anzi, le cicatrici, dietro le bende convenzionali di sogni imperfetti, abortiti o decaduti, ormai sfumati, ancorché belli di plastico indugio. La sua intenzione ricalca i passi di un apporto descrittivo sobrio, denso, per poi staccarsene, abbandonandolo con indifferenza, fino a diventare qualcos’altro. Percepire e far percepire l’esistenza, sicché, come figlia e madre della storia, come possibilità, è lo scopo che egli insegue: una vita possibile, appunto, perché unica, e unica perché vissuta. Montesano sfrutta, quindi, l’arte, per rendere manifeste le reazioni al suo passaggio; la sua è una pittura che si confronta inutilmente con la fotografia: una pittura che ha commesso l’errore di accettare, con quella, una sfida già vinta in partenza – duello inopportuno, inutile, perché la compiutezza del vero non collimerà mai con la profondità del reale.
Un autore, Montesano, sempre sui passi delle cose, dietro le mosse di eventi consueti o straordinari, preso a celebrare (con flessibile freddezza) l’ambiguità di una tragedia o l’intensità di un dramma: recitando scene dalla durata indefinita, ricostruite con fissità coraggiosa. Tutto è reso, infatti, per via di una voce che sussurri presenza, purché da lontano.
La pittura di Montesano è scandita dalla considerazione meravigliosa dell’umanità, in una visuale incantata del mondo: all’orizzonte di una bellezza sana che deve non di meno fare i conti con la propria identità. Il tempo si sporge in un silenzio distante, chiuso, perfino finto; e l’indole di certi riferimenti è senz’altro romantica, pur adulando i dettami postmoderni di un capire «per immagini»: simulacro di sequenze disinvolte, al tacco di una vita consunta, tatuata di umanità. Il linguaggio non potrebbe essere arduo, ermetico, senza andare contro i principi dell’artista; non è causa di spessore ma sintomo: evocato da una tecnica imperfetta, mai troppo raffinata né zelante, eppure sempre sufficiente per informare (con fatti, oggetti, personaggi, natura). La premura dell’attualità, secondo lui, è quella del diritto-dovere di conoscenza, nella storia, per crescere sul rischio del nonsenso esistenziale.
L’opera d’arte diventa, infondo, l’evidenza di scelte mai incompiute, restituendo la realtà del mondo mediante un’immagine delle sue immagini...
Arte come pittorico film: prima e dopo la storia!
Un autore, Montesano, sempre sui passi delle cose, dietro le mosse di eventi consueti o straordinari, preso a celebrare (con flessibile freddezza) l’ambiguità di una tragedia o l’intensità di un dramma: recitando scene dalla durata indefinita, ricostruite con fissità coraggiosa. Tutto è reso, infatti, per via di una voce che sussurri presenza, purché da lontano.
La pittura di Montesano è scandita dalla considerazione meravigliosa dell’umanità, in una visuale incantata del mondo: all’orizzonte di una bellezza sana che deve non di meno fare i conti con la propria identità. Il tempo si sporge in un silenzio distante, chiuso, perfino finto; e l’indole di certi riferimenti è senz’altro romantica, pur adulando i dettami postmoderni di un capire «per immagini»: simulacro di sequenze disinvolte, al tacco di una vita consunta, tatuata di umanità. Il linguaggio non potrebbe essere arduo, ermetico, senza andare contro i principi dell’artista; non è causa di spessore ma sintomo: evocato da una tecnica imperfetta, mai troppo raffinata né zelante, eppure sempre sufficiente per informare (con fatti, oggetti, personaggi, natura). La premura dell’attualità, secondo lui, è quella del diritto-dovere di conoscenza, nella storia, per crescere sul rischio del nonsenso esistenziale.
L’opera d’arte diventa, infondo, l’evidenza di scelte mai incompiute, restituendo la realtà del mondo mediante un’immagine delle sue immagini...
Arte come pittorico film: prima e dopo la storia!
28
marzo 2009
Gian Marco Montesano
Dal 28 marzo al 03 maggio 2009
arte contemporanea
Location
NAG 1
Arezzo, Via Bicchieraia, 20, (Arezzo)
Arezzo, Via Bicchieraia, 20, (Arezzo)
Orario di apertura
martedì-sabato: 16.00-19.30
sabato mattina: 10.30-12.30
domenica: 17.00-19.00
e su appuntamento.
Vernissage
28 Marzo 2009, ore 18.30
Autore
Curatore