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Giancarla Frare – Come confine certo
A trent’anni dalla prima personale della sua lunga carriera artistica, tenutasi al Museo dell’Arengario di Monza, Giancarla Frare torna nella città lombarda con una installazione in cui inserti fotografici si innestano su una pittura essenziale e disadorna
Comunicato stampa
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Finisce nella sala d’aspetto di una stazione il lungo viaggio di Come confine certo, la fortunata mostra che Giancarla Frare ha inaugurato a Roma, poi riproposto in trasposizione digitale a Teheran ed infine reinventato in forma di installazione per quell’ambiente suggestivo e difficile che è la Sala d’Aspetto Reale della Stazione di Monza, divenuta, a cinque anni dal restauro, una delle più prestigiose vetrine della vita culturale monzese.
Una visita alla Saletta Reale è un’esperienza che nessun viaggiatore in transito dalla Stazione di Monza dovrebbe farsi mancare. Due anonime porte di alluminio introducono il visitatore nei fasti della belle époque italiana, quando Re Umberto trascorreva le sue vacanze estive alla Villa Reale e il complesso cerimoniale dell’arrivo del Treno Reale finì per imporre alla cittadinanza monzese la costruzione di una scenografica stazione neorinascimentale, un monumento al gusto di un’epoca con il quale il tempo è stato, purtroppo, inclemente. Anche la sala d’aspetto dal soffitto affrescato, il bianco camino in marmo di Carrara e lo sfavillante impianto decorativo stava per essere cancellata dalla lunga stagione di abbandono iniziata con il regicidio del 1900, ma un’accurata campagna di restauro promossa dall’Associazione Amici dei Musei nel 1999 l’ha riportata all’antico splendore, consentendole di divenire sede di mostre, incontri d’arte, musica e letteratura.
L’attività espositiva del 2005 è stata dedicata alle “Signore dell’arte contemporanea”, un ciclo di quattro installazioni realizzate da altrettante note artiste viventi. Mercoledì 9 novembre si inaugurerà, alla presenza del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Monza, Come confine certo, l’appuntamento dedicato a Giancarla Frare, Signora dell’incisione italiana ben conosciuta anche in ambito internazionale, nonché pittrice, fotografa, poetessa, teorica e docente di prospettiva, insomma, una personalità artistica dalle mille sfaccettature, tutte chiaramente presenti e leggibili nei suoi scarni eppur complessi lavori.
Giancarla Frare, che dedica lunghi periodi “non di mesi ma di anni” a scandagliare un tema, conclude con l’installazione di Monza una stagione quasi ventennale della sua ricerca, quella della sperimentazione sull’innesto fotografico nella pittura. Brani di sue fotografie (è stata allieva di Mimmo Jodice, grande maestro del bianco e nero) vengono conficcati in una pittura di segni essenziali tracciati, sempre e solo sulla carta, con le materie più semplici e primitive che un pittore possa usare: le terre naturali e gli inchiostri, mezzi che l’artista padroneggia con magistrale abilità. L’intrusione di frammenti di realtà fotografica nel nitore del tessuto pittorico aniconico determina la genesi di una singolare pittura di paesaggio, ambiguamente sospesa tra figurazione e astrazione. In Come confine certo i brandelli che la macchina fotografica ruba alla realtà appartengono, per la prima volta da vent’anni a questa parte, a una figura umana. In una stanza che è la sintesi di ogni spazio possibile abita una modella il cui corpo fragile-forte, giovane-antico è la sintesi di ogni corpo possibile. Quel corpo prigioniero di uno spazio immaginario appartiene a una donna reale, della quale conosciamo persino il nome, Armida Cancrini. Il compito attribuito alla sua icona fotografica è quello di andare a violare una macchina prospettica tradizionale, ora ingaggiando con essa una lotta, ora tentando una riappacificazione, in un travaglio documentato passo passo dall’artista, come sempre interessata ad analizzare la dinamica naturale dei contrasti.
Gli alti esiti qualitativi della ricerca artistica di Giancarla Frare sono confermati dalla presenza dei suoi dipinti e della sua opera grafica in importanti collezioni permanenti. Tra le più significative:
Museo di Ca’ Pesaro e Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, Museo del Castello Sforzesco a Milano, Istituto Nazionale per la Grafica a Roma, Accademia Albertina a Vienna, Art Museum a Portland, Museo Luigi Pecci per l’Arte Contemporanea a Prato.
Una visita alla Saletta Reale è un’esperienza che nessun viaggiatore in transito dalla Stazione di Monza dovrebbe farsi mancare. Due anonime porte di alluminio introducono il visitatore nei fasti della belle époque italiana, quando Re Umberto trascorreva le sue vacanze estive alla Villa Reale e il complesso cerimoniale dell’arrivo del Treno Reale finì per imporre alla cittadinanza monzese la costruzione di una scenografica stazione neorinascimentale, un monumento al gusto di un’epoca con il quale il tempo è stato, purtroppo, inclemente. Anche la sala d’aspetto dal soffitto affrescato, il bianco camino in marmo di Carrara e lo sfavillante impianto decorativo stava per essere cancellata dalla lunga stagione di abbandono iniziata con il regicidio del 1900, ma un’accurata campagna di restauro promossa dall’Associazione Amici dei Musei nel 1999 l’ha riportata all’antico splendore, consentendole di divenire sede di mostre, incontri d’arte, musica e letteratura.
L’attività espositiva del 2005 è stata dedicata alle “Signore dell’arte contemporanea”, un ciclo di quattro installazioni realizzate da altrettante note artiste viventi. Mercoledì 9 novembre si inaugurerà, alla presenza del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Monza, Come confine certo, l’appuntamento dedicato a Giancarla Frare, Signora dell’incisione italiana ben conosciuta anche in ambito internazionale, nonché pittrice, fotografa, poetessa, teorica e docente di prospettiva, insomma, una personalità artistica dalle mille sfaccettature, tutte chiaramente presenti e leggibili nei suoi scarni eppur complessi lavori.
Giancarla Frare, che dedica lunghi periodi “non di mesi ma di anni” a scandagliare un tema, conclude con l’installazione di Monza una stagione quasi ventennale della sua ricerca, quella della sperimentazione sull’innesto fotografico nella pittura. Brani di sue fotografie (è stata allieva di Mimmo Jodice, grande maestro del bianco e nero) vengono conficcati in una pittura di segni essenziali tracciati, sempre e solo sulla carta, con le materie più semplici e primitive che un pittore possa usare: le terre naturali e gli inchiostri, mezzi che l’artista padroneggia con magistrale abilità. L’intrusione di frammenti di realtà fotografica nel nitore del tessuto pittorico aniconico determina la genesi di una singolare pittura di paesaggio, ambiguamente sospesa tra figurazione e astrazione. In Come confine certo i brandelli che la macchina fotografica ruba alla realtà appartengono, per la prima volta da vent’anni a questa parte, a una figura umana. In una stanza che è la sintesi di ogni spazio possibile abita una modella il cui corpo fragile-forte, giovane-antico è la sintesi di ogni corpo possibile. Quel corpo prigioniero di uno spazio immaginario appartiene a una donna reale, della quale conosciamo persino il nome, Armida Cancrini. Il compito attribuito alla sua icona fotografica è quello di andare a violare una macchina prospettica tradizionale, ora ingaggiando con essa una lotta, ora tentando una riappacificazione, in un travaglio documentato passo passo dall’artista, come sempre interessata ad analizzare la dinamica naturale dei contrasti.
Gli alti esiti qualitativi della ricerca artistica di Giancarla Frare sono confermati dalla presenza dei suoi dipinti e della sua opera grafica in importanti collezioni permanenti. Tra le più significative:
Museo di Ca’ Pesaro e Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, Museo del Castello Sforzesco a Milano, Istituto Nazionale per la Grafica a Roma, Accademia Albertina a Vienna, Art Museum a Portland, Museo Luigi Pecci per l’Arte Contemporanea a Prato.
09
novembre 2005
Giancarla Frare – Come confine certo
Dal 09 novembre al 03 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
STAZIONE FERROVIARIA
Monza, Piazzale Della Stazione, (Milano)
Monza, Piazzale Della Stazione, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15-18 e su appuntamento
Vernissage
9 Novembre 2005, ore 21
Ufficio stampa
SCARLETT MATASSI
Autore
Curatore