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Giancarlo Bertoncini – Ipotesi di assoluto
Bertoncini affonda le sue radici in questo humus pittorico e concettuale. “come afferma Rosalind Krauss – questa idea di disancorare il disegno (o le differenziazioni interne di una superficie pittorica) dall’espressione e dell’interiorità, diventò una preoccupazione di massima importanza”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In questa occasione vengono presentati dipinti ispirati ad un'astrazione minimale, sia per quanto concerne l'aspetto cromatico, sia per quanto concerne l'aspetto delle forme, talora all'interno dello stesso dipinto risolte solo sulla loro proporzionale replicazione. Un ruolo notevole, per non dire fondamentale, è rappresentato dal colore bianco nella sua duplice declinazione di lucido ed opaco.
…Il tracciato del colore compone l’immagine e non restituisce alcuna figurazione. Arriva a lambire in alcuni punti il perimetro della tela, secondo un andamento che corrisponde ad una logica puramente visiva. La pittura è aniconica, priva di qualsiasi rappresentazione, di qualsiasi segno o traccia che rimandi ad un significato simbolico, fosse anche quello assolutamente asettico e inespressivo della “segnaletica stradale”. Si colloca proprio su questa stessa linea di pittura analitica, inaugurata dai “Target” di Jasper Johns ma perseguita, con sentimento decisamente meno “pop” da Kenneth Noland e da Wilfred Gaul e risalente alla ricerca di inespressività complessa di Frank Stella.
La pittura di Bertoncini affonda le sue radici in questo humus pittorico e concettuale. “Per l’arte dei primi anni sessanta – come afferma Rosalind Krauss- questa idea di disancorare il disegno (o le differenziazioni interne di una superficie pittorica) dall’espressione e quindi dall’interiorità, diventò una preoccupazione di massima importanza”.
…Il tracciato del colore compone l’immagine e non restituisce alcuna figurazione. Arriva a lambire in alcuni punti il perimetro della tela, secondo un andamento che corrisponde ad una logica puramente visiva. La pittura è aniconica, priva di qualsiasi rappresentazione, di qualsiasi segno o traccia che rimandi ad un significato simbolico, fosse anche quello assolutamente asettico e inespressivo della “segnaletica stradale”. Si colloca proprio su questa stessa linea di pittura analitica, inaugurata dai “Target” di Jasper Johns ma perseguita, con sentimento decisamente meno “pop” da Kenneth Noland e da Wilfred Gaul e risalente alla ricerca di inespressività complessa di Frank Stella.
La pittura di Bertoncini affonda le sue radici in questo humus pittorico e concettuale. “Per l’arte dei primi anni sessanta – come afferma Rosalind Krauss- questa idea di disancorare il disegno (o le differenziazioni interne di una superficie pittorica) dall’espressione e quindi dall’interiorità, diventò una preoccupazione di massima importanza”.
23
ottobre 2019
Giancarlo Bertoncini – Ipotesi di assoluto
Dal 23 ottobre all'otto novembre 2019
arte contemporanea
Location
STUDIO ARTE FUORI CENTRO
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Roma, Via Ercole Bombelli, 22, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00, altri orari su appuntamento.
Vernissage
23 Ottobre 2019, ore 18,00
Sito web
Ufficio stampa
studio arte fuori centro
Autore
Curatore
Autore testo critico