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Giancarlo Marcali – Anime di calce
Anime di calce è il nome di un progetto d’arte che Giancarlo Marcali conduce ad Arezzo da Venezia, dopo il successo a Palazzo Zenobio (3 marzo – 17 aprile 2012)
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Anime di calce è il nome di un progetto d'arte che Giancarlo Marcali
conduce ad Arezzo da Venezia, dopo il successo a Palazzo Zenobio (3
marzo - 17 aprile 2012). Il secondo momento di tale ciclo è la conclusione
dell'idea di Marcali, il quale, invitato da Fabio Migliorati, curatore, sviluppa
la sua prima proposta con rigore e coerenza. Palazzo Chianini-Vincenzi, in
Arezzo, accoglie dal 9 dicembre 2012 al 20 gennaio 2013 l'opera di
Giancarlo Marcali: un lavoro fatto di sincerità dello sguardo, di pura
visione come memoria del dolore. La realtà escatologica di Marcali consta
di "bisogno del vero" come direzione verso un recipiente corporeo in grado
di "ospitare" l'esperienza e, scientificamente, di restituirne testimonianza.
L'offerta corporale si basa sempre sul disagio fisiologico più o meno grave -
basti la spiazzante, estrema installazione luminosa esposta nell'atrio del
Palazzo (e visibile già dall'ingresso, attraverso la vetrata) fatta di 33
radiografie di individui morti per cancro. Si chiama “La memoria del
dolore”, 2010, nella quale è sviluppato il cenno a una dimensione spirituale
nella cui stasi si muove l'attenta analisi del tempo doloroso che conduce
l'artista a “sezionare”, in maniera chirurgica, l'attimo in cui tutto diventa
dramma. La scultura, intrisa di sacralità tutta laica, racconta il senso del
trauma a partire da uno scheletro che simboleggia l'umanità intera e la sua
sofferenza. A dispetto delle nostre diversità, veniamo tutti riuniti in virtù
della nostra fine: una sorta di teleologia applicata al tragitto della nostra
comune essenza, per la materia di luce di cui siamo composti. Scrive
Fabio Migliorati in catalogo: - L'estetica del lavoro di Giancarlo Marcali
narra col fascino autobiografico del disagio, nell'esercizio poetico di un
pudore che preme e soffoca: a circondare con l'emanazione di una
profondità inquieta. La decadenza dell'amarezza fa posto però alla
tenerezza della storia personale, vibrando presto dalla plastica stratificata
e ricoperta di nitrato d'argento, al ricordo commovente dell'identificazione
quale peso personale. Il dolore cantato da Marcali è taumaturgico: tanto
nostro da divenire capace di saper curare; curarci e addolcirci e condurci a
una comune, unica identità.
Giancarlo Marcali nasce a Richterwil nel 1963; vive e lavora a Milano e,
dopo il "Laboratorio di Arti Visive" presso la Scuola d'Arte di Pavia, si
laurea in "Arti Aborigene e Culture delle Isole del Sud-Pacifico" alla New
South Wales University di Sidney, prima di esporre il proprio lavoro in Italia
e parte d'Europa. Marcali sviluppa la sua ricerca artistica con un percorso
nella coscienza del dolore. Quanti tipi di dolore lacerano l'umanità? Infiniti,
tanti quanti l'essere, sebbene tutti lascino una traccia del loro passaggio,
una cicatrice, visibile o meno. A dispetto delle nostre diversità, Marcali ci
riunisce tutti in virtù della nostra comune essenza, ricordando che il dolore
di ciascuno ha sempre il diritto di essere espresso. Giancarlo Marcali -
Anime di calce è voluta e realizzata dall'Assessorato Cultura e Spettacolo
del Comune di Arezzo, per la cura di Fabio Migliorati. Sarà inaugurata alla
presenza dell'autore; del Prof. Pasquale Giuseppe Macrì, Assessore alla
Cultura e allo Spettacolo; di Fabio Migliorati, Critico d'arte e Direttore per
le Attività Espositive di Arezzo.
conduce ad Arezzo da Venezia, dopo il successo a Palazzo Zenobio (3
marzo - 17 aprile 2012). Il secondo momento di tale ciclo è la conclusione
dell'idea di Marcali, il quale, invitato da Fabio Migliorati, curatore, sviluppa
la sua prima proposta con rigore e coerenza. Palazzo Chianini-Vincenzi, in
Arezzo, accoglie dal 9 dicembre 2012 al 20 gennaio 2013 l'opera di
Giancarlo Marcali: un lavoro fatto di sincerità dello sguardo, di pura
visione come memoria del dolore. La realtà escatologica di Marcali consta
di "bisogno del vero" come direzione verso un recipiente corporeo in grado
di "ospitare" l'esperienza e, scientificamente, di restituirne testimonianza.
L'offerta corporale si basa sempre sul disagio fisiologico più o meno grave -
basti la spiazzante, estrema installazione luminosa esposta nell'atrio del
Palazzo (e visibile già dall'ingresso, attraverso la vetrata) fatta di 33
radiografie di individui morti per cancro. Si chiama “La memoria del
dolore”, 2010, nella quale è sviluppato il cenno a una dimensione spirituale
nella cui stasi si muove l'attenta analisi del tempo doloroso che conduce
l'artista a “sezionare”, in maniera chirurgica, l'attimo in cui tutto diventa
dramma. La scultura, intrisa di sacralità tutta laica, racconta il senso del
trauma a partire da uno scheletro che simboleggia l'umanità intera e la sua
sofferenza. A dispetto delle nostre diversità, veniamo tutti riuniti in virtù
della nostra fine: una sorta di teleologia applicata al tragitto della nostra
comune essenza, per la materia di luce di cui siamo composti. Scrive
Fabio Migliorati in catalogo: - L'estetica del lavoro di Giancarlo Marcali
narra col fascino autobiografico del disagio, nell'esercizio poetico di un
pudore che preme e soffoca: a circondare con l'emanazione di una
profondità inquieta. La decadenza dell'amarezza fa posto però alla
tenerezza della storia personale, vibrando presto dalla plastica stratificata
e ricoperta di nitrato d'argento, al ricordo commovente dell'identificazione
quale peso personale. Il dolore cantato da Marcali è taumaturgico: tanto
nostro da divenire capace di saper curare; curarci e addolcirci e condurci a
una comune, unica identità.
Giancarlo Marcali nasce a Richterwil nel 1963; vive e lavora a Milano e,
dopo il "Laboratorio di Arti Visive" presso la Scuola d'Arte di Pavia, si
laurea in "Arti Aborigene e Culture delle Isole del Sud-Pacifico" alla New
South Wales University di Sidney, prima di esporre il proprio lavoro in Italia
e parte d'Europa. Marcali sviluppa la sua ricerca artistica con un percorso
nella coscienza del dolore. Quanti tipi di dolore lacerano l'umanità? Infiniti,
tanti quanti l'essere, sebbene tutti lascino una traccia del loro passaggio,
una cicatrice, visibile o meno. A dispetto delle nostre diversità, Marcali ci
riunisce tutti in virtù della nostra comune essenza, ricordando che il dolore
di ciascuno ha sempre il diritto di essere espresso. Giancarlo Marcali -
Anime di calce è voluta e realizzata dall'Assessorato Cultura e Spettacolo
del Comune di Arezzo, per la cura di Fabio Migliorati. Sarà inaugurata alla
presenza dell'autore; del Prof. Pasquale Giuseppe Macrì, Assessore alla
Cultura e allo Spettacolo; di Fabio Migliorati, Critico d'arte e Direttore per
le Attività Espositive di Arezzo.
09
dicembre 2012
Giancarlo Marcali – Anime di calce
Dal 09 dicembre 2012 al 20 gennaio 2013
arte contemporanea
Location
PALAZZO CHIANINI-VINCENZI
Arezzo, Via Andrea Cesalpino, 15, (Arezzo)
Arezzo, Via Andrea Cesalpino, 15, (Arezzo)
Orario di apertura
venerdì 16.00 – 19.00; sabato e domenica 11.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00
Vernissage
9 Dicembre 2012, ore 18.30
Autore
Curatore