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Giancarlo Marchese – Il vetro che vive
L’esposizione testimonierà l’evoluzione del linguaggio espressivo di Marchese con questo materiale, da un’iniziale concezione del vetro come superficie piana, alla scoperta della sua estrema duttilità, che lo porterà a lavorare su forme curve, capaci di dargli movimento e di rimandare immagini diverse e distorte.
Comunicato stampa
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A Milano, dal 7 giugno al 26 luglio 2013, Palazzo Lombardia (piazza città di Lombardia, 1) ospiterà la personale dello scultore da poco scomparso, Giancarlo Marchese (Parma, 1931), dal titolo Il vetro che vive.
La mostra curata da Elena Pontiggia,in collaborazione con la Regione Lombardia ripercorrerà la produzione in vetro dell’artista parmense, ma milanese d’adozione, attraverso una trentina di opere, realizzate tra gli anni ’80 e oggi.
L’esposizione testimonierà l’evoluzione del linguaggio espressivo di Marchese con questo materiale, da un’iniziale concezione del vetro come superficie piana, alla scoperta della sua estrema duttilità, che lo porterà a lavorare su forme curve, capaci di dargli movimento e di rimandare immagini diverse e distorte.
Marchese riesce ad animare e a rendere vivo il vetro industriale – lo stesso che si ritrova nelle comuni finestre - attraverso una lavorazione, ottenuta ispirandosi alla tecnica di trattamento dell’acciaio, ovvero attraverso stampi in cui cola il vetro e lo porta a 700 gradi; la forma ondulata della forma produrrà l’idea di movimento tipica delle sue opere.
Spesso l’artista associa il vetro a vari materiali, come l’argento, l’acciaio, il piombo, che vengono inseriti durante il processo lavorativo, senza alcun intento ornamentale. Come dice lo stesso Marchese, “quando uso l’oro non lo faccio per un’intenzione decorativa, ma m’interessa per il suo significato sacrale e per la sua dimensione di spiritualità”.
Marchese attraverso le sue opere, vuole sottolineare come, nella realtà in cui viviamo, che è sempre più virtuale, nulla sia reale, e tutto possa sparire in un solo attimo, così come fanno le immagini che si spostano, si deformano e cambiano in continuazione, a seconda del soggetto che le guarda e dall’angolazione da cui le osserva. Ed è proprio in virtù della particolare lavorazione del vetro, che le sculture di Marchese riescono a dialogare con l’ambiente che le circonda.
Il percorso espositivo prende avvio negli anni Ottanta, con gli ‘Sviluppi spaziali’ da cui nascono ‘Le scatole della memoria’, piccole sculture in bronzo, che rappresentano i personali ricordi dell’artista, come un edificio o un monumento arabo incontrato in Spagna, e che lasciano nel calco dell’opera un ricordo indelebile.
La mostra prosegue fino ai giorni nostri, attraverso la ricerca sul vetro, in cui viene sperimentato il movimento e la torsione della materia su cui lavora.
Giancarlo Marchese è nato a Parma. Trasferitosi presto a Tortona, già nell’infanzia ama la scultura, e si avvicina da subito al mondo dell’arte, studiando poi all’accademia di Brera; dopo un breve inizio dedicato alla pittura, torna l’interesse per la scultura e vede in Medardo Rosso, il suo maestro ideale “Medardo Rosso – ricorda - è stato il mio primo vero maestro, lo scultore che ho più amato. In lui la forma non è mai centripeta, come accade di solito nella scultura, ma è centrifuga. Nelle sue opere si assiste a un’esplosione della forma, e questo mi ha sempre interessato, perché le forme se non hanno movimento, hanno poco significato”. Per Marchese il vetro è quello che per Medardo Rosso era la cera. “Medardo Rosso – continua - rappresentava soggetti poveri: scolpiva le portinaie, non le contesse, ma soprattutto usava un materiale povero come la cera”.
Milano, maggio 2013
Note biografiche
Giancarlo Marchese, Parma 1931- Milano 2013. Ha insegnato scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1975 e dal 1976 al 2000 all’Accademia di Belle Arti di Milano, dove ha ricoperto anche la carica di Capo d’Istituto. Nel 2000 ha tenuto un corso di “Progettazione scultorea” all’Università Nazionale di Seoul e all’Università UOU di Ulsan in Corea del Sud.
Ha partecipato a due edizioni della Biennale di Venezia del 1956 e del 1964, la IX Quadriennale di Roma del 1966 e la XV Triennale di Milano del 1973.
Ha esposto in diversi spazi pubblici e privati, tra cui il Palazzo del Comune e Palazzo Cuttica di Alessandria (1973 e 1984), le gallerie Spaziotemporaneo e S. Fedele di Milano (2000 e 2001), a Palazzo Besta di Teglio (SO) nel 2004, fino alla più recente mostra personale alla “Fortis House” in “Sculture di Vetro” (Milano 2008). Numerose sono le collettive, in Italia e all’estero, cui ha partecipato.
Ha eseguito diverse opere pubbliche tra cui, il Monumento a Giuseppe Romita, Tortona, 1970), la Cappella funeraria “GIAMPIERI”, Cimitero Monumentale di Milano, 1981, la recinzione scultorea della Villa Liberty, Milano (via Guerrazzi 239, 1985, i due rilievi scultorei, Epifania e Sindone, nella chiesa dell’Annunciazione a Milano (nel 1986 e nel 2004), il Monumento a Pierre Gemayel a Beirut (1987), la scultura per la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona in piazza Duomo, Tortona, AL (1993), l’altare per il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa (1995), Eco, scultura vincitrice del Premio Internazionale “Terzo Millennio” di Terre Moretti, Erbusco, BS (2000), la pala d’altare dedicata ai Santi Cosma e Damiano a Brugnello, PC (2001), rilievo raffigurante la Sindone Chiesa dell’Annunciazione Milano (2003/2004), la Scultura celebrativa del cinquecentenario dell’apparizione della Madonna di Tirano, Santuario di Tirano, SO (2004) collocata poi nella Porta Poschiavina (2007). Alcuni disegni nel “Lezionario” Cei (2007). Vincitore del “Concorso di idee per la realizzazione di un percorso museale nel Centro Storico della Città di Chiari” (2008) scultura che verrà collocata in P.zza Martiri della Libertà (2009), “Fonte battesimale” presso il Nuovo ospedale Sant’anna di Como(2010), vincitore con la scultura”L’Esplosione”del concorso della Biennale Dicillio, Triggiano(Bari) (2010)- Cappella Palatina in San Gottardo in Corte”, (Milano 2012).
La mostra curata da Elena Pontiggia,in collaborazione con la Regione Lombardia ripercorrerà la produzione in vetro dell’artista parmense, ma milanese d’adozione, attraverso una trentina di opere, realizzate tra gli anni ’80 e oggi.
L’esposizione testimonierà l’evoluzione del linguaggio espressivo di Marchese con questo materiale, da un’iniziale concezione del vetro come superficie piana, alla scoperta della sua estrema duttilità, che lo porterà a lavorare su forme curve, capaci di dargli movimento e di rimandare immagini diverse e distorte.
Marchese riesce ad animare e a rendere vivo il vetro industriale – lo stesso che si ritrova nelle comuni finestre - attraverso una lavorazione, ottenuta ispirandosi alla tecnica di trattamento dell’acciaio, ovvero attraverso stampi in cui cola il vetro e lo porta a 700 gradi; la forma ondulata della forma produrrà l’idea di movimento tipica delle sue opere.
Spesso l’artista associa il vetro a vari materiali, come l’argento, l’acciaio, il piombo, che vengono inseriti durante il processo lavorativo, senza alcun intento ornamentale. Come dice lo stesso Marchese, “quando uso l’oro non lo faccio per un’intenzione decorativa, ma m’interessa per il suo significato sacrale e per la sua dimensione di spiritualità”.
Marchese attraverso le sue opere, vuole sottolineare come, nella realtà in cui viviamo, che è sempre più virtuale, nulla sia reale, e tutto possa sparire in un solo attimo, così come fanno le immagini che si spostano, si deformano e cambiano in continuazione, a seconda del soggetto che le guarda e dall’angolazione da cui le osserva. Ed è proprio in virtù della particolare lavorazione del vetro, che le sculture di Marchese riescono a dialogare con l’ambiente che le circonda.
Il percorso espositivo prende avvio negli anni Ottanta, con gli ‘Sviluppi spaziali’ da cui nascono ‘Le scatole della memoria’, piccole sculture in bronzo, che rappresentano i personali ricordi dell’artista, come un edificio o un monumento arabo incontrato in Spagna, e che lasciano nel calco dell’opera un ricordo indelebile.
La mostra prosegue fino ai giorni nostri, attraverso la ricerca sul vetro, in cui viene sperimentato il movimento e la torsione della materia su cui lavora.
Giancarlo Marchese è nato a Parma. Trasferitosi presto a Tortona, già nell’infanzia ama la scultura, e si avvicina da subito al mondo dell’arte, studiando poi all’accademia di Brera; dopo un breve inizio dedicato alla pittura, torna l’interesse per la scultura e vede in Medardo Rosso, il suo maestro ideale “Medardo Rosso – ricorda - è stato il mio primo vero maestro, lo scultore che ho più amato. In lui la forma non è mai centripeta, come accade di solito nella scultura, ma è centrifuga. Nelle sue opere si assiste a un’esplosione della forma, e questo mi ha sempre interessato, perché le forme se non hanno movimento, hanno poco significato”. Per Marchese il vetro è quello che per Medardo Rosso era la cera. “Medardo Rosso – continua - rappresentava soggetti poveri: scolpiva le portinaie, non le contesse, ma soprattutto usava un materiale povero come la cera”.
Milano, maggio 2013
Note biografiche
Giancarlo Marchese, Parma 1931- Milano 2013. Ha insegnato scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1975 e dal 1976 al 2000 all’Accademia di Belle Arti di Milano, dove ha ricoperto anche la carica di Capo d’Istituto. Nel 2000 ha tenuto un corso di “Progettazione scultorea” all’Università Nazionale di Seoul e all’Università UOU di Ulsan in Corea del Sud.
Ha partecipato a due edizioni della Biennale di Venezia del 1956 e del 1964, la IX Quadriennale di Roma del 1966 e la XV Triennale di Milano del 1973.
Ha esposto in diversi spazi pubblici e privati, tra cui il Palazzo del Comune e Palazzo Cuttica di Alessandria (1973 e 1984), le gallerie Spaziotemporaneo e S. Fedele di Milano (2000 e 2001), a Palazzo Besta di Teglio (SO) nel 2004, fino alla più recente mostra personale alla “Fortis House” in “Sculture di Vetro” (Milano 2008). Numerose sono le collettive, in Italia e all’estero, cui ha partecipato.
Ha eseguito diverse opere pubbliche tra cui, il Monumento a Giuseppe Romita, Tortona, 1970), la Cappella funeraria “GIAMPIERI”, Cimitero Monumentale di Milano, 1981, la recinzione scultorea della Villa Liberty, Milano (via Guerrazzi 239, 1985, i due rilievi scultorei, Epifania e Sindone, nella chiesa dell’Annunciazione a Milano (nel 1986 e nel 2004), il Monumento a Pierre Gemayel a Beirut (1987), la scultura per la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona in piazza Duomo, Tortona, AL (1993), l’altare per il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa (1995), Eco, scultura vincitrice del Premio Internazionale “Terzo Millennio” di Terre Moretti, Erbusco, BS (2000), la pala d’altare dedicata ai Santi Cosma e Damiano a Brugnello, PC (2001), rilievo raffigurante la Sindone Chiesa dell’Annunciazione Milano (2003/2004), la Scultura celebrativa del cinquecentenario dell’apparizione della Madonna di Tirano, Santuario di Tirano, SO (2004) collocata poi nella Porta Poschiavina (2007). Alcuni disegni nel “Lezionario” Cei (2007). Vincitore del “Concorso di idee per la realizzazione di un percorso museale nel Centro Storico della Città di Chiari” (2008) scultura che verrà collocata in P.zza Martiri della Libertà (2009), “Fonte battesimale” presso il Nuovo ospedale Sant’anna di Como(2010), vincitore con la scultura”L’Esplosione”del concorso della Biennale Dicillio, Triggiano(Bari) (2010)- Cappella Palatina in San Gottardo in Corte”, (Milano 2012).
06
giugno 2013
Giancarlo Marchese – Il vetro che vive
Dal 06 giugno al 26 luglio 2013
arte contemporanea
Location
PALAZZO LOMBARDIA – SPAZIO ESPOSITIVO
Milano, Piazza delle Città di Lombardia, 1, (Milano)
Milano, Piazza delle Città di Lombardia, 1, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19
Vernissage
6 Giugno 2013, h.18.00
Editore
ALLEMANDI
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore