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Giancarlo Maule Tesoriere – Dal figurativo all’informale
Nato a Torino il 30 gennaio 1957. Diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Torino con il Professor Sergio Saroni e una tesi di Laurea su Renato Guttuso. Ha esposto in mostre personali e collettive. Ultima esposizione personale alla galleria Studio Laboratorio di Anna Virando a Torino.
Comunicato stampa
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nato a Torino il 30 gennaio 1957. Diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Torino con il Professor Sergio Saroni e una tesi di Laurea su Renato Guttuso. Ha esposto in mostre personali e collettive. Ultima esposizione personale alla galleria Studio Laboratorio di Anna Virando a Torino.
“23 lavori non bastano a raccontare il lungo e travagliato percorso dell’anima di un artista, ma aiutano a definire, almeno in parte, una tappa della ricerca umana ed artistica di Giancarlo Maule Tesoriere.
Un pittore dalla sensibilità profonda, a volte dolorosa e difficile da arginare. Impossibile ricondurlo ad un solo stile o ad una corrente, proprio perché il suo è un continuo divenire, a volte quasi una ricerca impossibile di un se stesso
continuamente in discussione. Parlare di Giancarlo Maule vuol dire ricostruire un viaggio personale intriso di
passione totalizzante per l’arte ma anche di momenti di totale rifiuto di essa e di violenti contrasti interiori.
Quello che vediamo oggi è il punto di approdo dopo un lungo viaggiare. Ha infatti percorso più tappe, a partire dal realismo esistenziale, per esprimere il quale preparava le tele da solo, a lungo e con amore, lavorando poi ad un
quadro anche per un anno intero. Non c’è un tema dominante nei soggetti della sua pittura, così come la tecnica
usata oggi: disegno ed acquerello è solo una fase, dopo anni di grandi prove espressive nella pittura ad olio; tecnica che ha adottato in passato anche con soluzioni innovative e che dice di amare più di ogni altra. Per decenni ha lavorato su questo creando più di 100 quadri ad olio sia informali che figurativi; spesso di grandi dimensioni come 3 metri per 2,50. Alcune erano come grandi pale d’altare dominate da imponenti “teste” Michelangiolesche oppure tele grandi come pareti che riproponevano, con tecnica mista, i grandi musicisti, con richiami sottili, colti e intelligenti alla loro genialità. All’epoca dipingeva dall’alba a notte fonda, trasportato ed ispirato dalle note della grande musica a tutto volume, come preso da un idillio solitario che in lui faceva vivere solo colore e melodia, pennellate, idee e suoni, illuminazione e tormento per rendere omaggio ai grandi compositori con la sua arte. Poi un punto di rottura, di crisi profonda e di messa in discussione totale, come spesso accade agli artisti che sentono l’urgenza di dire e fare, ma si schiantano contro muri per loro invalicabili. Di quella moltitudine di quadri, a parte quelli dei collezionisti restano pochi sopravvissuti nello studio dell’artista, feriti da squarci di dolore.
Di quel magico rapporto tra musica e pittura oggi troviamo traccia negli acquerelli più recenti che sono il Giancarlo Maule dopo la tempesta. Alcune opere figurative inneggiano alla musica e ai suoi protagonisti, come la posa di Glenn Gould ventenne appoggiato al pianoforte o la maschera mortuaria di Beethoven. Ancora richiami alla musica nello studio del pianista Wilhelm Backhaus o nell’acquerello a tecnica mista dove uno spartito bianco, tutto da scrivere, risalta su uno sfondo che vira dal verde al viola.
Oggi dipinge solo di notte e in totale silenzio, solitario a tu per tu con i suoi fantasmi interiori, in perenne tormento, dilaniato da forti contrasti tra la sua interiorità e un reale esterno che lo confonde e spaventa. Possiamo intuirlo dall’opera a tecnica mista (acquerello, matita, seppia e tempera) intitolato “Studio di anima dannata” o dallo studio di Cristo, entrambi ispirati a disegni di Michelangelo; ma anche dalle varie teste esposte, tutte maschere mute che
fanno meditare.
Per le opere informali Maule predilige la tecnica mista e sono per lo più senza titolo, a parte l’“Olocausto di Brunilde”, “Paura a Vienna” (risultato di un lungo studio della pittura dei viennesi) o “Caos a Torino”. I colori dominanti dei suoi lavori, che gli vengono d’istinto, accarezzano i toni dell’arancione, di un verde - blù che sfocia nel viola o in un viola totale.
Quando Giancarlo Maule parla di sé afferma che non è mai sereno quando dipinge, tende a strappare e rifare più volte un lavoro, memore anche della grande lezione di rigore e severità del suo maestro Sergio Saroni. Ed è parlando del suo grande mentore che s’illumina, ricordando che agli allievi diceva sempre che il disegno è la cosa basilare. Oggi ritorna a quell’insegnamento e dice di aver superato le suggestioni della giovinezza così come l’inconsapevole imitare i grandi maestri che per lui sono Goya, Lucine Freud, Picasso e Balthus, a suo giudizio, il più grande tra i contemporanei, un gigante della filosofia capace di regalare al mondo quadri “pensati”. Così come pensati e sofferti sono i suoi.”
“23 lavori non bastano a raccontare il lungo e travagliato percorso dell’anima di un artista, ma aiutano a definire, almeno in parte, una tappa della ricerca umana ed artistica di Giancarlo Maule Tesoriere.
Un pittore dalla sensibilità profonda, a volte dolorosa e difficile da arginare. Impossibile ricondurlo ad un solo stile o ad una corrente, proprio perché il suo è un continuo divenire, a volte quasi una ricerca impossibile di un se stesso
continuamente in discussione. Parlare di Giancarlo Maule vuol dire ricostruire un viaggio personale intriso di
passione totalizzante per l’arte ma anche di momenti di totale rifiuto di essa e di violenti contrasti interiori.
Quello che vediamo oggi è il punto di approdo dopo un lungo viaggiare. Ha infatti percorso più tappe, a partire dal realismo esistenziale, per esprimere il quale preparava le tele da solo, a lungo e con amore, lavorando poi ad un
quadro anche per un anno intero. Non c’è un tema dominante nei soggetti della sua pittura, così come la tecnica
usata oggi: disegno ed acquerello è solo una fase, dopo anni di grandi prove espressive nella pittura ad olio; tecnica che ha adottato in passato anche con soluzioni innovative e che dice di amare più di ogni altra. Per decenni ha lavorato su questo creando più di 100 quadri ad olio sia informali che figurativi; spesso di grandi dimensioni come 3 metri per 2,50. Alcune erano come grandi pale d’altare dominate da imponenti “teste” Michelangiolesche oppure tele grandi come pareti che riproponevano, con tecnica mista, i grandi musicisti, con richiami sottili, colti e intelligenti alla loro genialità. All’epoca dipingeva dall’alba a notte fonda, trasportato ed ispirato dalle note della grande musica a tutto volume, come preso da un idillio solitario che in lui faceva vivere solo colore e melodia, pennellate, idee e suoni, illuminazione e tormento per rendere omaggio ai grandi compositori con la sua arte. Poi un punto di rottura, di crisi profonda e di messa in discussione totale, come spesso accade agli artisti che sentono l’urgenza di dire e fare, ma si schiantano contro muri per loro invalicabili. Di quella moltitudine di quadri, a parte quelli dei collezionisti restano pochi sopravvissuti nello studio dell’artista, feriti da squarci di dolore.
Di quel magico rapporto tra musica e pittura oggi troviamo traccia negli acquerelli più recenti che sono il Giancarlo Maule dopo la tempesta. Alcune opere figurative inneggiano alla musica e ai suoi protagonisti, come la posa di Glenn Gould ventenne appoggiato al pianoforte o la maschera mortuaria di Beethoven. Ancora richiami alla musica nello studio del pianista Wilhelm Backhaus o nell’acquerello a tecnica mista dove uno spartito bianco, tutto da scrivere, risalta su uno sfondo che vira dal verde al viola.
Oggi dipinge solo di notte e in totale silenzio, solitario a tu per tu con i suoi fantasmi interiori, in perenne tormento, dilaniato da forti contrasti tra la sua interiorità e un reale esterno che lo confonde e spaventa. Possiamo intuirlo dall’opera a tecnica mista (acquerello, matita, seppia e tempera) intitolato “Studio di anima dannata” o dallo studio di Cristo, entrambi ispirati a disegni di Michelangelo; ma anche dalle varie teste esposte, tutte maschere mute che
fanno meditare.
Per le opere informali Maule predilige la tecnica mista e sono per lo più senza titolo, a parte l’“Olocausto di Brunilde”, “Paura a Vienna” (risultato di un lungo studio della pittura dei viennesi) o “Caos a Torino”. I colori dominanti dei suoi lavori, che gli vengono d’istinto, accarezzano i toni dell’arancione, di un verde - blù che sfocia nel viola o in un viola totale.
Quando Giancarlo Maule parla di sé afferma che non è mai sereno quando dipinge, tende a strappare e rifare più volte un lavoro, memore anche della grande lezione di rigore e severità del suo maestro Sergio Saroni. Ed è parlando del suo grande mentore che s’illumina, ricordando che agli allievi diceva sempre che il disegno è la cosa basilare. Oggi ritorna a quell’insegnamento e dice di aver superato le suggestioni della giovinezza così come l’inconsapevole imitare i grandi maestri che per lui sono Goya, Lucine Freud, Picasso e Balthus, a suo giudizio, il più grande tra i contemporanei, un gigante della filosofia capace di regalare al mondo quadri “pensati”. Così come pensati e sofferti sono i suoi.”
26
maggio 2011
Giancarlo Maule Tesoriere – Dal figurativo all’informale
Dal 26 maggio al 16 giugno 2011
arte contemporanea
Location
STUDIO LABORATORIO ANNA VIRANDO
Torino, Corso Giovanni Lanza, 105, (Torino)
Torino, Corso Giovanni Lanza, 105, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 16,30 alle 20,00
Fuori orario su appuntamento
chiusura dal 02/06 al 05/06 compresi
Vernissage
26 Maggio 2011, dalle ore 17,30 alle 23,00
Autore
Curatore