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Giancarlo Montuschi – Pulp stories
Pulp Stories di Giancarlo Montuschi fa breccia in modo potente nella sua stessa produzione segnando una rottura cromatica ed emotiva fortissima rispetto ai suoi ultimi filoni narrativi.
Comunicato stampa
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Pulp Stories di Giancarlo Montuschi fa breccia in modo potente nella sua stessa produzione segnando una rottura cromatica ed emotiva fortissima rispetto ai suoi ultimi filoni narrativi.
La sua pittura colorata e vivace viene quasi eradicata dalla tela per esser isolata ad un solo elemento circondato, quasi soffocato, dal nero monocromo che segna le silhuette di un mondo avverso, desolato, di lavoro e violenza.
Si respira quella strana sensazione che si ha nel guardare un film dei Coen.
Il mondo avverso e misterioso, un fato imperscrutabile, luoghi fissati in un non tempo a cavallo tra la fine dell'800 e la prima metà del secolo scorso. Questa è la scenografia in cui si muovono i protagonisti brillanti di Montuschi, vivi di colore, vivi a prescindere dal loro esser persone, oggetti o semplicemente simboli.
Noi facciamo il tifo per loro, per la conserva della Campbell di fronte alla casa di Psycho come per Betty Boop tra fanatici del KKK ed un lupo ringhioso.
Montuschi sfruttando immagini ormai entrate nella memoria collettiva di grandi capolavori artistici e cinematografici ci rende una metapittura a cavallo tra dipinto e film.
A me piace vedere “Pulp Stories” come lo screenplay illustrato di un film mai girato.
Giovanni Pichi Graziani
La sua pittura colorata e vivace viene quasi eradicata dalla tela per esser isolata ad un solo elemento circondato, quasi soffocato, dal nero monocromo che segna le silhuette di un mondo avverso, desolato, di lavoro e violenza.
Si respira quella strana sensazione che si ha nel guardare un film dei Coen.
Il mondo avverso e misterioso, un fato imperscrutabile, luoghi fissati in un non tempo a cavallo tra la fine dell'800 e la prima metà del secolo scorso. Questa è la scenografia in cui si muovono i protagonisti brillanti di Montuschi, vivi di colore, vivi a prescindere dal loro esser persone, oggetti o semplicemente simboli.
Noi facciamo il tifo per loro, per la conserva della Campbell di fronte alla casa di Psycho come per Betty Boop tra fanatici del KKK ed un lupo ringhioso.
Montuschi sfruttando immagini ormai entrate nella memoria collettiva di grandi capolavori artistici e cinematografici ci rende una metapittura a cavallo tra dipinto e film.
A me piace vedere “Pulp Stories” come lo screenplay illustrato di un film mai girato.
Giovanni Pichi Graziani
12
maggio 2017
Giancarlo Montuschi – Pulp stories
Dal 12 al 31 maggio 2017
arte contemporanea
Location
MUSEO MICHELANGIOLESCO
Caprese Michelangelo, Via Capoluogo, 1, (Arezzo)
Caprese Michelangelo, Via Capoluogo, 1, (Arezzo)
Biglietti
Solo mostra 3 euro
Casa Natale, giardino, castello e mostra 5 euro
Orario di apertura
dal martedì al venerdì,
dalle 11 alle 17; sabato e domenica dalle 10,30 alle 18,30; chiuso il lunedì. Mostra aperta dal primo maggio
Vernissage
1 Maggio 2017, ore 18.00
Autore
Curatore