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Giancarlo Ossola – Interni, esterni, fabbriche
Interni disabitati, fabbriche abbandonate, esterni trasformati in contenitori senza confini di vite sradicate dove non è più l’uomo a parlare attraverso l’abitare ed il lavoro ma sono i luoghi a raccontare e gli oggetti ad evocare
Comunicato stampa
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Interni, esterni, fabbriche, mostra che Spazio Arte dedica a Giancarlo Ossola, si articola in un percorso di 27 opere, la maggior parte delle quali realizzate dall’artista nel corso del 2008 in vista della presente esposizione. Risalgono invece ai primi anni ’70 alcune tavole a china o china e carbone.
Le note del concerto in mi bemolle magg. di F.J.Haydn provenienti da un vecchio impianto stereo a valvole ed il rumore della puntina sul disco in vinile riempiono l’aria nello studio di Giancarlo Ossola, dove l’artista mi sta aspettando. Devo scattare alcune fotografie degli ultimi lavori per la prossima mostra. L’intenso color ocra di una delle pareti dello studio contrasta con un grande telo bianco ad essa appoggiato sul quale Ossola è solito appendere i suoi lavori e davanti al quale mi siedo per vedere scorrere, come su di uno schermo cinematografico, la serie di disegni da scegliere e da fotografare. Sembrano quasi fotogrammi in bianco e nero, dove il nero è reso più intenso dalla decisione del tratto ed il bianco esaltato dalla tecnica di staccare il primo strato di cartoncino lasciando emergere la parte più bianca sottostante. Luoghi sottratti all’ indefinito dello spazio dalla funzione per la quale sono stati progettati e costruiti anche se ormai questa funzione non esiste più. Interni disabitati, fabbriche abbandonate, esterni trasformati in contenitori senza confini di vite sradicate dove non è più l’uomo a parlare attraverso l’abitare ed il lavoro ma sono i luoghi a raccontare e gli oggetti ad evocare. Attraversiamo questo mondo, sembra ricordarci Ossola, lasciando tracce, residui, oggetti testimoni delle nostre azioni e del nostro passaggio, depositiamo nei luoghi che ci hanno accolto la nostra storia. La memoria di ciò che è stato, come dice James Hillman in L’anima dei luoghi non è nella nostra mente ma è “inscritta nel mondo”, è nei luoghi che conservano i ricordi. Sottratti all’azione ordinatrice dell’uomo, di cui rimane solo la condizione di impermanenza ed affidati al tempo, i luoghi di Ossola sono liberi di esprimere tutto il loro senso poetico.
Cristina Moregola
Le note del concerto in mi bemolle magg. di F.J.Haydn provenienti da un vecchio impianto stereo a valvole ed il rumore della puntina sul disco in vinile riempiono l’aria nello studio di Giancarlo Ossola, dove l’artista mi sta aspettando. Devo scattare alcune fotografie degli ultimi lavori per la prossima mostra. L’intenso color ocra di una delle pareti dello studio contrasta con un grande telo bianco ad essa appoggiato sul quale Ossola è solito appendere i suoi lavori e davanti al quale mi siedo per vedere scorrere, come su di uno schermo cinematografico, la serie di disegni da scegliere e da fotografare. Sembrano quasi fotogrammi in bianco e nero, dove il nero è reso più intenso dalla decisione del tratto ed il bianco esaltato dalla tecnica di staccare il primo strato di cartoncino lasciando emergere la parte più bianca sottostante. Luoghi sottratti all’ indefinito dello spazio dalla funzione per la quale sono stati progettati e costruiti anche se ormai questa funzione non esiste più. Interni disabitati, fabbriche abbandonate, esterni trasformati in contenitori senza confini di vite sradicate dove non è più l’uomo a parlare attraverso l’abitare ed il lavoro ma sono i luoghi a raccontare e gli oggetti ad evocare. Attraversiamo questo mondo, sembra ricordarci Ossola, lasciando tracce, residui, oggetti testimoni delle nostre azioni e del nostro passaggio, depositiamo nei luoghi che ci hanno accolto la nostra storia. La memoria di ciò che è stato, come dice James Hillman in L’anima dei luoghi non è nella nostra mente ma è “inscritta nel mondo”, è nei luoghi che conservano i ricordi. Sottratti all’azione ordinatrice dell’uomo, di cui rimane solo la condizione di impermanenza ed affidati al tempo, i luoghi di Ossola sono liberi di esprimere tutto il loro senso poetico.
Cristina Moregola
27
settembre 2008
Giancarlo Ossola – Interni, esterni, fabbriche
Dal 27 settembre al 27 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
SPAZIO ARTE – SALA BILIOTECA COMUNALE
Borgo Ticino, Via Gagnago, 3, (Novara)
Borgo Ticino, Via Gagnago, 3, (Novara)
Orario di apertura
sabato 16.30- 19, domenica 10- 12.30 e 16.30-19
Vernissage
27 Settembre 2008, ore 16.30
Autore
Curatore