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Giancarlo Rado – Un giorno lungo un anno
“Dalla finestra della mia solitudine osservo il mondo impazzito che si trasforma”. Questo il senso della proposta ai visitatori: una ritrovata semplicità attraverso lo stimolo delle immagini della vita rude e scarna dei pastori, i quali ancor oggi in primavera salgono all’alpeggio, per fare ritorno in pianura lungo il corso dei nostri fiumi in autunno.
Comunicato stampa
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“I pastori sono stati i primi a riconoscere un re
che il resto del mondo rifiutò di riconoscere.
Quindi è molto probabile che i re parlino con i pastori”
Paulo Coelho “L’ Alchimista”
Spesso sarà capitato ad ognuno di noi di incontrare un gregge e di osservarlo fuori del finestrino della macchina; una domanda sorgerà spontanea: quale il destino di queste greggi, di questi pastori, ultimi rappresentanti dei nostri progenitori nomadi; da dove vengono, dove andranno, che ne sarà di loro.
In questo nostro mondo disordinato e casuale, il pastore è colui che sa leggere più di ogni altro i mutamenti delle stagioni e dei tempi.
Prigioniero dei propri animali, protagonista di un universo indipendente, il pastore resterà nel vago quando gli verrà chiesta la sua meta, e assorto nei suoi pensieri alzerà la mano indicando l’orizzonte.
Il pastore errante ha il nome scritto sul libro nero, mi diceva uno dei protagonisti che ho incontrato. Questa cattiva reputazione comune a tutti i nomadi affonda le radici nella preistoria, quando si formarono i primi insediamenti stabili.
Il pastore però si ritiene più fortunato rispetto ai contadini perché gira il mondo, viene a contatto con realtà diverse nel suo viaggio dalla pianura alla montagna.
Questa consapevolezza si coglie nel comportamento, nello sguardo, nei discorsi e storie senza tempo, epiche a loro modo.
Non è stato difficile instaurare un rapporto di fiducia con questi ultimi rappresentanti di un mondo antichissimo, trascorrere con loro momenti straordinari, fotografarli nella loro vita quotidiana.
Il percorso fotografico comprende 40 foto che descrivono la giornata del pastore dall’alba al tramonto, un giorno lungo un anno, perché i momenti sono stati colti seguendo il ciclo delle stagioni.
Diversa la geografia, ma la direzione va dai Lagorai a Feltre, per proseguire lungo il Piave fino a Segusino, i colli del Prosecco di Valdobbiadene, S. Lucia di Piave, Oderzo, S. Stino di Livenza, Sesto al Reghena, Bibione, Caorle e viceversa.
Giancarlo Rado
Un giorno lungo un anno
Percorro a piedi 1200 km in un anno, dai Lagorai alla laguna veneta; da sempre seguo la strada che facevano da sempre i pastori nostri padri lungo i fiumi: Piave, Monticano, Livenza, assieme al gregge ed ai miei compagni.
Un potente fuoristrada giapponese trasporta la mia casa: un carretto dove mangio, dormo e trasporto tutto quello che mi serve.
Questa vita ti fa vedere il mondo in modo diverso dagli altri.
Sotto lo scarso sole, la pioggia, la neve, ti devi preoccupare della salute e della vita, tua e delle 1500 pecore del tuo gregge, dei cani e degli asini.
Devi curare le ferite infette, assistere le pecore gravide, sistemare il recinto per la sera, andare in cerca delle pecore perse, curare gli agnelli.
Devi cercare l’erba più verde.
Ogni giorno muore un agnellino. È la strada.
La sera, nel buio del carretto, mi coglie la solitudine. Osservo la fiammella del gas per cucinare e mille pensieri mi vengono alla mente, allora guardo la luna e penso ai miei affetti lasciati a casa.
Ma è solo un momento, i pensieri corrono veloci, penso ai trasferimenti notturni per evitare il traffico, penso al maltempo che di notte ti coglie di sorpresa in un valico alpino, penso al freddo appiccicoso e umido che giù in pianura ti attanaglia e non dà tregua.
Dalla finestra della mia solitudine osservo il mondo impazzito che passa e si trasforma.
Un' alba, un tramonto spettacolare, una improvvisa nevicata notturna in primavera. Ecco lo spettacolo sempre nuovo delle stagioni che si ripete!
La mia vita, il mio mondo sono qui nei 1200 km percorsi assieme al mio gregge ed ai miei compagni.
------------------------------------------------
L’autore
Giancarlo Rado è un artista poliedrico in quanto musicista di professione e fotografo per passione. Vive a lavora a Treviso (quando i concerti non lo portano in giro per il mondo).
Appassionato di montagna, un giorno incontra i pastori con i loro greggi. Nasce l’idea di un progetto fotografico sui loro aspetti umani, i caratteri, le storie e le condizioni di vita. Il lavoro è concretizzato attraverso la mostra fotografica “Un giorno lungo un anno”.
Attualmente il fotografo è impegnato nel progetto “Italians”: ritratti di persone del Nord-Est scattati entrando nelle loro case, seguendole nel posto di lavoro, ritraendone le aspettative, i sogni … le delusioni.
Meridiani Montagne ha pubblicato nel novembre 2009 un suo articolo con testo e foto sulla condizione di vita del pastore dei Lagorai.
IL FOTOGRAFO (rivista a diffusione nazionale) del dicembre 2010 ha dedicato la copertina ed un lungo articolo al suo lavoro ITALIANS
Il fotostream di Giancarlo Rado è visibile su http://www.flickr.com/photos/23868213@N03/
che il resto del mondo rifiutò di riconoscere.
Quindi è molto probabile che i re parlino con i pastori”
Paulo Coelho “L’ Alchimista”
Spesso sarà capitato ad ognuno di noi di incontrare un gregge e di osservarlo fuori del finestrino della macchina; una domanda sorgerà spontanea: quale il destino di queste greggi, di questi pastori, ultimi rappresentanti dei nostri progenitori nomadi; da dove vengono, dove andranno, che ne sarà di loro.
In questo nostro mondo disordinato e casuale, il pastore è colui che sa leggere più di ogni altro i mutamenti delle stagioni e dei tempi.
Prigioniero dei propri animali, protagonista di un universo indipendente, il pastore resterà nel vago quando gli verrà chiesta la sua meta, e assorto nei suoi pensieri alzerà la mano indicando l’orizzonte.
Il pastore errante ha il nome scritto sul libro nero, mi diceva uno dei protagonisti che ho incontrato. Questa cattiva reputazione comune a tutti i nomadi affonda le radici nella preistoria, quando si formarono i primi insediamenti stabili.
Il pastore però si ritiene più fortunato rispetto ai contadini perché gira il mondo, viene a contatto con realtà diverse nel suo viaggio dalla pianura alla montagna.
Questa consapevolezza si coglie nel comportamento, nello sguardo, nei discorsi e storie senza tempo, epiche a loro modo.
Non è stato difficile instaurare un rapporto di fiducia con questi ultimi rappresentanti di un mondo antichissimo, trascorrere con loro momenti straordinari, fotografarli nella loro vita quotidiana.
Il percorso fotografico comprende 40 foto che descrivono la giornata del pastore dall’alba al tramonto, un giorno lungo un anno, perché i momenti sono stati colti seguendo il ciclo delle stagioni.
Diversa la geografia, ma la direzione va dai Lagorai a Feltre, per proseguire lungo il Piave fino a Segusino, i colli del Prosecco di Valdobbiadene, S. Lucia di Piave, Oderzo, S. Stino di Livenza, Sesto al Reghena, Bibione, Caorle e viceversa.
Giancarlo Rado
Un giorno lungo un anno
Percorro a piedi 1200 km in un anno, dai Lagorai alla laguna veneta; da sempre seguo la strada che facevano da sempre i pastori nostri padri lungo i fiumi: Piave, Monticano, Livenza, assieme al gregge ed ai miei compagni.
Un potente fuoristrada giapponese trasporta la mia casa: un carretto dove mangio, dormo e trasporto tutto quello che mi serve.
Questa vita ti fa vedere il mondo in modo diverso dagli altri.
Sotto lo scarso sole, la pioggia, la neve, ti devi preoccupare della salute e della vita, tua e delle 1500 pecore del tuo gregge, dei cani e degli asini.
Devi curare le ferite infette, assistere le pecore gravide, sistemare il recinto per la sera, andare in cerca delle pecore perse, curare gli agnelli.
Devi cercare l’erba più verde.
Ogni giorno muore un agnellino. È la strada.
La sera, nel buio del carretto, mi coglie la solitudine. Osservo la fiammella del gas per cucinare e mille pensieri mi vengono alla mente, allora guardo la luna e penso ai miei affetti lasciati a casa.
Ma è solo un momento, i pensieri corrono veloci, penso ai trasferimenti notturni per evitare il traffico, penso al maltempo che di notte ti coglie di sorpresa in un valico alpino, penso al freddo appiccicoso e umido che giù in pianura ti attanaglia e non dà tregua.
Dalla finestra della mia solitudine osservo il mondo impazzito che passa e si trasforma.
Un' alba, un tramonto spettacolare, una improvvisa nevicata notturna in primavera. Ecco lo spettacolo sempre nuovo delle stagioni che si ripete!
La mia vita, il mio mondo sono qui nei 1200 km percorsi assieme al mio gregge ed ai miei compagni.
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L’autore
Giancarlo Rado è un artista poliedrico in quanto musicista di professione e fotografo per passione. Vive a lavora a Treviso (quando i concerti non lo portano in giro per il mondo).
Appassionato di montagna, un giorno incontra i pastori con i loro greggi. Nasce l’idea di un progetto fotografico sui loro aspetti umani, i caratteri, le storie e le condizioni di vita. Il lavoro è concretizzato attraverso la mostra fotografica “Un giorno lungo un anno”.
Attualmente il fotografo è impegnato nel progetto “Italians”: ritratti di persone del Nord-Est scattati entrando nelle loro case, seguendole nel posto di lavoro, ritraendone le aspettative, i sogni … le delusioni.
Meridiani Montagne ha pubblicato nel novembre 2009 un suo articolo con testo e foto sulla condizione di vita del pastore dei Lagorai.
IL FOTOGRAFO (rivista a diffusione nazionale) del dicembre 2010 ha dedicato la copertina ed un lungo articolo al suo lavoro ITALIANS
Il fotostream di Giancarlo Rado è visibile su http://www.flickr.com/photos/23868213@N03/
24
dicembre 2010
Giancarlo Rado – Un giorno lungo un anno
Dal 24 dicembre 2010 al 09 gennaio 2011
fotografia
Location
AUDITORIUM ORATORIO
San Donà Di Piave, Via Del Concilio, 1, (Venezia)
San Donà Di Piave, Via Del Concilio, 1, (Venezia)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 17.00 alle 19.00
Autore