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Gianfranco Gianfaldoni – I primi pensieri tradotti in segno
Impeccabile e “calda” perfezione, per un raffinato astrattismo che indaga e seduce il disegno congiunto di Uomo e Natura, nelle tracce di un nuovo spazio fra l’archeologico e il contemporaneo.
Comunicato stampa
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Impeccabile e “calda” perfezione, per un raffinato astrattismo che indaga e seduce il disegno congiunto di Uomo e natura, quando la narrazione e il senso della storia, dai primi segni dell’era atavica, ai ritmi del presente, s’imbriglia in una luce brillante e nelle tracce di un nuovo spazio fra l’archeologico e il contemporaneo.
Ritorna sulla scena espositiva il professor Gianfranco Gianfaldoni, artista rigoroso che, come ben intuiva il critico Nicola Micieli, in occasione di uno dei pochi eventi espositivi di Gianfaldoni in più di quarant’anni continuativi di attività, nella sua città d’arte e cultura, la Volterra dei primi anni ‘90, rifugge per carattere proprio, per temperamento e personalità, a quello che lo stesso Micieli definiva il “rituale del mostrare”.
La sede per certi aspetti inedita è ora quella del Caffè Betti a Ponteginori (Montecatini VC-PI), e i giovani proprietari, Enrico e Matteo Betti, presentano con entusiasmo, nella personale che sarà inaugurata venerdì 1 luglio 2011, ore 17, l’ultima fase della ricerca dell’autore, quella scoperta di “una materia diversa”, ma soprattutto la continuità inscindibile tra materiali e contenuto, tra tangibile e invisibile, presente e storico, artigianato antico e arte contemporanea, figurazione e grafema.
Nella mostra che prevede anche qualche pezzo antologico, domina il legno trattato e ricoperto superficialmente di pietra frantumata (madreperla, bianco di Carrara…), solcato gentilmente da trame di metallo, figure trasfigurate (“Parole in riva”), soggetti religiosi e alfabeti arcaici, incorniciati con preziosi motivi a mosaico.
Ma la frontiera più recente di Gianfaldoni “i primi pensieri tradotti in segno”, i segni stessi dei “sassi aziliani” (“Il bacio”, ecc.), intuiti nelle pietre e riconosciuti nei sassi reali che ricordano, per morfologia naturale, quelli del sito di Le Mas-d'Azil nei Pirenei francesi (fine Paleolitico), amplificati dall’oro fissato nella trama superficiale: la ricostruzione “tangibile” dell’origine del pensiero.
La tecnica è antichissima, a ritroso nel Medioevo: la doratura senese di Duccio di Buoninsegna, ostica e con delicati passaggi multipli. Complice anche l’esperienza del mobile e del restauro, una procedura che Gianfaldoni ben combina con quella altrettanto rara della “gemina”, la vera e propria arte di inserire il metallo nel legno. Scuole eccellenti del passato che risuonano in una “strada del tutto propria”.
Su un supporto neo-sabbia, neo-archeologico, in quel filo conduttore che sembra la nitida perfezione dell’effetto di luce “catturato”, come già nelle altre tecniche di cui Gianfaldoni è custode e maestro: i dipinti a colori, i vetri mosaico - l’esperienza di Montepulciano - le luci e ombre degli acquerelli in bianco nero, il tratteggio perfetto delle chine.
Il substrato conoscitivo ed ispiratore di un autore sedotto in particolare dal territorio senese, vissuto dall’interno in seguito alle diverse cariche di insegnamento, nei suoi tesori antiquari e artistici.
Dalla doppia personale insieme a Lodovico Pini, presso le Logge del Palazzo Pretorio a Volterra, promossa dall’allora Assessore alla Cultura Renato Bacci, Gianfranco Gianfaldoni, già conosciuto come pittore e acquarellista di alto talento, si riaffaccia sulla scena espositiva con un piccolo-grande evento che riconferma la forza artistica di un intramontabile e inesauribile territorio.
La mostra resterà aperta ai visitatori, ad ingresso libero, per il periodo di un mese, negli orari di apertura del Caffè: dal lunedì alla domenica 7-20 (ingresso libero).
Info: 0588/37002 e-mail pirimpisnc@hotmail.com.
Ritorna sulla scena espositiva il professor Gianfranco Gianfaldoni, artista rigoroso che, come ben intuiva il critico Nicola Micieli, in occasione di uno dei pochi eventi espositivi di Gianfaldoni in più di quarant’anni continuativi di attività, nella sua città d’arte e cultura, la Volterra dei primi anni ‘90, rifugge per carattere proprio, per temperamento e personalità, a quello che lo stesso Micieli definiva il “rituale del mostrare”.
La sede per certi aspetti inedita è ora quella del Caffè Betti a Ponteginori (Montecatini VC-PI), e i giovani proprietari, Enrico e Matteo Betti, presentano con entusiasmo, nella personale che sarà inaugurata venerdì 1 luglio 2011, ore 17, l’ultima fase della ricerca dell’autore, quella scoperta di “una materia diversa”, ma soprattutto la continuità inscindibile tra materiali e contenuto, tra tangibile e invisibile, presente e storico, artigianato antico e arte contemporanea, figurazione e grafema.
Nella mostra che prevede anche qualche pezzo antologico, domina il legno trattato e ricoperto superficialmente di pietra frantumata (madreperla, bianco di Carrara…), solcato gentilmente da trame di metallo, figure trasfigurate (“Parole in riva”), soggetti religiosi e alfabeti arcaici, incorniciati con preziosi motivi a mosaico.
Ma la frontiera più recente di Gianfaldoni “i primi pensieri tradotti in segno”, i segni stessi dei “sassi aziliani” (“Il bacio”, ecc.), intuiti nelle pietre e riconosciuti nei sassi reali che ricordano, per morfologia naturale, quelli del sito di Le Mas-d'Azil nei Pirenei francesi (fine Paleolitico), amplificati dall’oro fissato nella trama superficiale: la ricostruzione “tangibile” dell’origine del pensiero.
La tecnica è antichissima, a ritroso nel Medioevo: la doratura senese di Duccio di Buoninsegna, ostica e con delicati passaggi multipli. Complice anche l’esperienza del mobile e del restauro, una procedura che Gianfaldoni ben combina con quella altrettanto rara della “gemina”, la vera e propria arte di inserire il metallo nel legno. Scuole eccellenti del passato che risuonano in una “strada del tutto propria”.
Su un supporto neo-sabbia, neo-archeologico, in quel filo conduttore che sembra la nitida perfezione dell’effetto di luce “catturato”, come già nelle altre tecniche di cui Gianfaldoni è custode e maestro: i dipinti a colori, i vetri mosaico - l’esperienza di Montepulciano - le luci e ombre degli acquerelli in bianco nero, il tratteggio perfetto delle chine.
Il substrato conoscitivo ed ispiratore di un autore sedotto in particolare dal territorio senese, vissuto dall’interno in seguito alle diverse cariche di insegnamento, nei suoi tesori antiquari e artistici.
Dalla doppia personale insieme a Lodovico Pini, presso le Logge del Palazzo Pretorio a Volterra, promossa dall’allora Assessore alla Cultura Renato Bacci, Gianfranco Gianfaldoni, già conosciuto come pittore e acquarellista di alto talento, si riaffaccia sulla scena espositiva con un piccolo-grande evento che riconferma la forza artistica di un intramontabile e inesauribile territorio.
La mostra resterà aperta ai visitatori, ad ingresso libero, per il periodo di un mese, negli orari di apertura del Caffè: dal lunedì alla domenica 7-20 (ingresso libero).
Info: 0588/37002 e-mail pirimpisnc@hotmail.com.
01
luglio 2011
Gianfranco Gianfaldoni – I primi pensieri tradotti in segno
Dal primo al 31 luglio 2011
arte contemporanea
Location
CAFFE’ GALLERIA BETTI
Montecatini Val Di Cecina, Strada Statale , 68, (Pisa)
Montecatini Val Di Cecina, Strada Statale , 68, (Pisa)
Orario di apertura
dal lunedì alla domenica 7-20
Vernissage
1 Luglio 2011, ore 17
Autore
Curatore