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Gianfranco Maranto – Sinapsi
Ispirandosi al funzionamento e alle connessioni delle sinapsi che strutturano due unità neuronali, Maranto mette in relazione due elementi architettonici mostrando le strutture fisiche dell’invisibile, costruendo una nuova architettura all’interno della stessa.
Comunicato stampa
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Un concetto chiave delle neuroscienze è la plasticità: la capacità del cervello di riformarsi e di modificarsi. La continua trasformazione del cervello costituisce un fattore che permette alle neuroscienze e all’arte di incontrarsi e di influenzarsi, ponendo, in modo diretto e coinvolgente, interrogativi e intenti che sono centrali per il pensiero umanistico .
L’obiettivo è quello di guidare lo sguardo di chi fruisce l’opera verso interpretazioni immaginative , visioni e infinite letture possibili del reale nel rapporto tra impressioni, stimoli e nuove strutture interne dalle quali è possibile attivare nuove connessioni. Creando, e sottolineando, questo schema stimola il pensiero astratto e apre una conoscenza nella facoltà di ipotizzare non solo l’ignoto, l’invisibile, ma quello che non è percepibile dai sensi, e nemmeno più riconducibile alla rappresentazione.
Da una sistematizzazione delle immagini analoga, Gianfranco Maranto struttura lo spazio dando vita a un’architettura dentro un’architettura, stimolando dei punti di contatto che producono un nuovo impulso.
Ispirandosi al funzionamento e alle connessioni delle sinapsi che strutturano due unità neuronali, Maranto mette in relazione due elementi architettonici mostrando le strutture fisiche dell’invisibile, costruendo una nuova architettura all’interno della stessa. Come nelle sinapsi, l’artista connette gli elementi dello spazio attraverso l’utilizzo di materiali plastici, come lo scotch giallo e argento, tracciando linee di colore e intervalli di luce e ombra scaturiti da valenze simboliche e collegamenti visivi, che persistono come impressioni mnemoniche di un tessuto geografico. Si tratta, dunque, di costruzioni di segni poetici, che vanno oltre il semplice dato materiale, oltrepassando la fitta trama della propria condizione esistenziale.
Nelle sue composizioni la luce, il colore e il ritmo amplificano sino a ridefinire la struttura dell’architettura. Così, la congiunzione degli elementi strutturali crea un nuovo ambiente, esso stesso fulgido cammino sul sentiero dello stare al mondo, per comprenderne il senso profondo.
Nell’intreccio tra visibile e invisibile, tra luce e ombra, si ravvisa una sottile ipotesi dell'impercettibile, da leggere come un racconto immaginario denso di reticoli intellettuali ed emozionali che non possono non fare riferimento a «una visione centrata su alcuni valori estetici ed etici che provengono da uno specifico sguardo sulla cultura mediterranea» . Un modus operandi che attraversa il rapporto tra l’uomo, lo spazio e il proprio sentire. Un luogo apparentemente comune, come la navata, dove è possibile identificarsi attraverso uno spostamento temporale, tra suggestione della realtà e visionarietà. In questo modo, attraverso lo stimolo percettivo della luce, che invade anche lo spazio interno, si afferma una concezione spirituale, che insieme al colore e ai tagli geometrici, restituisce simbolicamente una dimensione sacra, propria dell’arte.
Mentre Sinapsi si fa diario di una conoscenza del mondo, l’opera assume la valenza del viaggio come compimento. Al contempo, Gianfranco Maranto tenta di imprimere la sua memoria nel bianco della parete, come a simulare il processo del disegno e di una scrittura che trova poi, nei valori pittorici della superficie del piccolo e del grande formato, il proprio contesto referenziale.
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A key concept in neuroscience is plasticity: the brain's ability to reform and change. The continuous transformation of the brain constitutes a factor that allows neuroscience and art to meet and influence each other, posing, in a direct and engaging way, questions and intentions that are central to humanistic thought .
The aim is to guide the gaze of those who enjoy the work towards imaginative interpretations , visions and infinite possible readings of reality in the relationship between impressions, stimuli and new internal structures from which it is possible to activate new connections. By creating, and emphasizing, this pattern stimulates abstract thought and opens up knowledge in the faculty of hypothesizing not only the unknown, the invisible, but what is not perceptible by the senses, nor can it be traced back to representation.
From a similar systematization of images, Gianfranco Maranto structures the space giving life to an architecture within an architecture, stimulating points of contact that produce a new impulse.
Inspired by the functioning and connections of the synapses that structure two neuronal units, Maranto relates two architectural elements showing the physical structures of the invisible, building a new architecture within it. As in synapses, the artist connects the elements of space through the use of plastic materials, such as yellow and silver scotch, tracing lines of color and intervals of light and shadow resulting from symbolic values and visual connections, which persist as mnemonic impressions of a geographical fabric. We are dealing, therefore, with constructions of poetic signs, which go beyond the simple material fact, going beyond the thick web of one's existential condition.
In his compositions light, color and rhythm amplify up to redefine the structure of the architecture. Thus, the conjunction of the structural elements creates a new environment, itself a shining path on the path of being in the world, to understand its profound meaning.
In the interweaving between visible and invisible, between light and shadow, we recognize a subtle hypothesis of the imperceptible, to be read as an imaginary tale full of intellectual and emotional networks that cannot fail to refer to «a vision centered on certain aesthetic and ethics that come from a specific look at the Mediterranean culture» . A modus operandi that crosses the relationship between man, space and his own feelings. An apparently common place, like the nave, where it is possible to identify oneself through a time shift, between the suggestion of reality and visionary. In this way, through the perceptive stimulus of light, which also invades the internal space, a spiritual conception is affirmed, which together with color and geometric cuts, symbolically restores a sacred dimension, proper to art.
While Sinapsi becomes a diary of knowledge of the world, the work assumes the value of the journey as a fulfilment. At the same time, Gianfranco Maranto tries to imprint his memory on the white of the wall, as if to simulate the process of drawing and writing which then finds its referential context in the pictorial values of the surface of the small and large formats.
L’obiettivo è quello di guidare lo sguardo di chi fruisce l’opera verso interpretazioni immaginative , visioni e infinite letture possibili del reale nel rapporto tra impressioni, stimoli e nuove strutture interne dalle quali è possibile attivare nuove connessioni. Creando, e sottolineando, questo schema stimola il pensiero astratto e apre una conoscenza nella facoltà di ipotizzare non solo l’ignoto, l’invisibile, ma quello che non è percepibile dai sensi, e nemmeno più riconducibile alla rappresentazione.
Da una sistematizzazione delle immagini analoga, Gianfranco Maranto struttura lo spazio dando vita a un’architettura dentro un’architettura, stimolando dei punti di contatto che producono un nuovo impulso.
Ispirandosi al funzionamento e alle connessioni delle sinapsi che strutturano due unità neuronali, Maranto mette in relazione due elementi architettonici mostrando le strutture fisiche dell’invisibile, costruendo una nuova architettura all’interno della stessa. Come nelle sinapsi, l’artista connette gli elementi dello spazio attraverso l’utilizzo di materiali plastici, come lo scotch giallo e argento, tracciando linee di colore e intervalli di luce e ombra scaturiti da valenze simboliche e collegamenti visivi, che persistono come impressioni mnemoniche di un tessuto geografico. Si tratta, dunque, di costruzioni di segni poetici, che vanno oltre il semplice dato materiale, oltrepassando la fitta trama della propria condizione esistenziale.
Nelle sue composizioni la luce, il colore e il ritmo amplificano sino a ridefinire la struttura dell’architettura. Così, la congiunzione degli elementi strutturali crea un nuovo ambiente, esso stesso fulgido cammino sul sentiero dello stare al mondo, per comprenderne il senso profondo.
Nell’intreccio tra visibile e invisibile, tra luce e ombra, si ravvisa una sottile ipotesi dell'impercettibile, da leggere come un racconto immaginario denso di reticoli intellettuali ed emozionali che non possono non fare riferimento a «una visione centrata su alcuni valori estetici ed etici che provengono da uno specifico sguardo sulla cultura mediterranea» . Un modus operandi che attraversa il rapporto tra l’uomo, lo spazio e il proprio sentire. Un luogo apparentemente comune, come la navata, dove è possibile identificarsi attraverso uno spostamento temporale, tra suggestione della realtà e visionarietà. In questo modo, attraverso lo stimolo percettivo della luce, che invade anche lo spazio interno, si afferma una concezione spirituale, che insieme al colore e ai tagli geometrici, restituisce simbolicamente una dimensione sacra, propria dell’arte.
Mentre Sinapsi si fa diario di una conoscenza del mondo, l’opera assume la valenza del viaggio come compimento. Al contempo, Gianfranco Maranto tenta di imprimere la sua memoria nel bianco della parete, come a simulare il processo del disegno e di una scrittura che trova poi, nei valori pittorici della superficie del piccolo e del grande formato, il proprio contesto referenziale.
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A key concept in neuroscience is plasticity: the brain's ability to reform and change. The continuous transformation of the brain constitutes a factor that allows neuroscience and art to meet and influence each other, posing, in a direct and engaging way, questions and intentions that are central to humanistic thought .
The aim is to guide the gaze of those who enjoy the work towards imaginative interpretations , visions and infinite possible readings of reality in the relationship between impressions, stimuli and new internal structures from which it is possible to activate new connections. By creating, and emphasizing, this pattern stimulates abstract thought and opens up knowledge in the faculty of hypothesizing not only the unknown, the invisible, but what is not perceptible by the senses, nor can it be traced back to representation.
From a similar systematization of images, Gianfranco Maranto structures the space giving life to an architecture within an architecture, stimulating points of contact that produce a new impulse.
Inspired by the functioning and connections of the synapses that structure two neuronal units, Maranto relates two architectural elements showing the physical structures of the invisible, building a new architecture within it. As in synapses, the artist connects the elements of space through the use of plastic materials, such as yellow and silver scotch, tracing lines of color and intervals of light and shadow resulting from symbolic values and visual connections, which persist as mnemonic impressions of a geographical fabric. We are dealing, therefore, with constructions of poetic signs, which go beyond the simple material fact, going beyond the thick web of one's existential condition.
In his compositions light, color and rhythm amplify up to redefine the structure of the architecture. Thus, the conjunction of the structural elements creates a new environment, itself a shining path on the path of being in the world, to understand its profound meaning.
In the interweaving between visible and invisible, between light and shadow, we recognize a subtle hypothesis of the imperceptible, to be read as an imaginary tale full of intellectual and emotional networks that cannot fail to refer to «a vision centered on certain aesthetic and ethics that come from a specific look at the Mediterranean culture» . A modus operandi that crosses the relationship between man, space and his own feelings. An apparently common place, like the nave, where it is possible to identify oneself through a time shift, between the suggestion of reality and visionary. In this way, through the perceptive stimulus of light, which also invades the internal space, a spiritual conception is affirmed, which together with color and geometric cuts, symbolically restores a sacred dimension, proper to art.
While Sinapsi becomes a diary of knowledge of the world, the work assumes the value of the journey as a fulfilment. At the same time, Gianfranco Maranto tries to imprint his memory on the white of the wall, as if to simulate the process of drawing and writing which then finds its referential context in the pictorial values of the surface of the small and large formats.
22
luglio 2023
Gianfranco Maranto – Sinapsi
Dal 22 luglio al 03 settembre 2023
arte contemporanea
Location
DISPLAY
Parma, Vicolo al Leon d'Oro, 4A, (PR)
Parma, Vicolo al Leon d'Oro, 4A, (PR)
Orario di apertura
0-24
Vernissage
22 Luglio 2023, 19
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