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Gianfranco Pacini
Nella mostra, che presenta una ventina di opere, sarà possibile indagare l’originale percorso di Gianfranco Pacini, inserito dal critico Nicola Miceli anche nel volume “Incisione pisana del ‘900”.
Comunicato stampa
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Nella mostra, che presenta una ventina di opere, sarà possibile indagare l’originale percorso di Gianfranco Pacini, inserito dal critico Nicola Miceli anche nel volume “Incisione pisana del ‘900”.
Momento significativo nella formazione di Gianfranco Pacini, nato a Guamo di Lucca, i suoi lunghi soggiorni in Venezuela, Brasile e Argentina, dove ha alternato la ricerca artistica al duro lavoro a fianco degli “ultimi”, dei campesinos sien terra.
Animato da spirito di ricerca, Pacini approda alla grafica e alle incisioni negli anni Novanta. Gianfranco Pacini pone un concetto semplice e a un tempo radicale e dunque ricco di significato: che lo "stecco" - il bastoncino con cui si mescolano i colori nei barattoli - per i depositi casuali delle tinte assuma un aspetto nuovo, si permuti in segno.
Lo stecco immerso nel colore è già pittura.
Con questa affermazione minimalista, in apparenza estemporanea, Pacini immagina paesaggi lontananti, distese marine osservate come a volo d'uccello, e cieli di confacente infinitudine: un luogo ideale, insomma, una dimensione dell'immaginario ove posizionare in sospensione i propri "stecchi", le proprie minimali intenzioni di pittura e di poetica.
Momento significativo nella formazione di Gianfranco Pacini, nato a Guamo di Lucca, i suoi lunghi soggiorni in Venezuela, Brasile e Argentina, dove ha alternato la ricerca artistica al duro lavoro a fianco degli “ultimi”, dei campesinos sien terra.
Animato da spirito di ricerca, Pacini approda alla grafica e alle incisioni negli anni Novanta. Gianfranco Pacini pone un concetto semplice e a un tempo radicale e dunque ricco di significato: che lo "stecco" - il bastoncino con cui si mescolano i colori nei barattoli - per i depositi casuali delle tinte assuma un aspetto nuovo, si permuti in segno.
Lo stecco immerso nel colore è già pittura.
Con questa affermazione minimalista, in apparenza estemporanea, Pacini immagina paesaggi lontananti, distese marine osservate come a volo d'uccello, e cieli di confacente infinitudine: un luogo ideale, insomma, una dimensione dell'immaginario ove posizionare in sospensione i propri "stecchi", le proprie minimali intenzioni di pittura e di poetica.
09
gennaio 2005
Gianfranco Pacini
Dal 09 gennaio al 09 febbraio 2005
disegno e grafica
Location
AFRODITE’
Livorno, Via Bernardina, 5, (Livorno)
Livorno, Via Bernardina, 5, (Livorno)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-12 e 16,30-20 e 21,30-01 ad esclusione del mercoledì (chiusa la sera) e della domenica (aperta solo la sera)
Vernissage
9 Gennaio 2005, ore 18
Autore
Curatore