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Gianfranco Schialvino / Gianni Verna – Montale o non Montale?
Gianfranco Schialvino e Gianni Verna usano una della tecniche più tradizionali della stampa, quella della xilografia, ovvero della stampa su legno. Piemontesi, doc, ogni tanto amano venirsene a Milano. Montaliani convinti questa volta si concentrano sulla sua traduzione dell’Amleto.
Comunicato stampa
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Quando un grande scrittore ne incontra un altro, soprattutto se parliamo di traduzione, rimane sempre il dubbio su chi sia il vero protagonista: stiamo leggendo l’autore dell’opera originale o piuttosto chi la rende intellegibile per il pubblico di un’altra lingua? Problema intricato, in alcuni casi decisamente insolubile. Prendiamo, per esempio, un gigante della poesia mondiale come Eugenio Montale che ci dà la sua versione di un altro colosso come Shakespeare, per di più affrontando uno dei suoi testi più complessi, l’Amleto. Di chi sarà mai il risultato finale? La mia edizione non ha dubbi: più di Montale che di Shakespeare. Conseguentemente, il frontespizio reca in grandi caratteri: MONTALE TRADUCE sopra un assai più piccolo AMLETO e un ancora più piccolo “di WILLIAM SHAKEPEARE”. Non so se il bardo sarebbe stato troppo contento, Montale di sicuro sì.
Sicché il titolo che Gianfranco Schialvino e Gianni Verna hanno scelto per la loro mostra, Montale o non Montale?, al di là della gradevolezza dell’ammiccamento, nasconde un problema vero, molto serio, come è giusto che pongano due artisti profondi, usi a riflettere sulle opere che vanno realizzando. Tanto più che i due sono molto abituati alle frequentazioni della poesia ai suoi più elevati livelli, dai classici greci giù giù fino a Leopardi; e proprio al massimo poeta ligure del nostro Novecento hanno dedicato, già anni fa, una mirabile mostra, Legni incisi per Montale, ospitata dalla Biblioteca Estense.
Dopo di che, per uscire dall’imbarazzo, i due artisti piemontesi hanno deciso di non schierarsi né da una parte né dall’altra, optando per una personalissima terza via. Infatti nelle loro xilografie preparate per questa mostra alla Kasa dei Libri - al di là di quella di Amleto con il teschio, quasi un atto dovuto - in fondo non c’è Shakespeare e non c’è neppure Montale. Le immagini sono piuttosto quelle di un repertorio tradizionale dove ci sono paesaggi rupestri e personaggi informi, animali bellissimi – tutti elementi che, anche se puntualmente accompagnati dai riferimenti testuali, potrebbero stare da qualsiasi parte. Per non parlare del grande e spettacolare veliero che un osservatore digiuno di tutto, anche volendo rimanere in ambito shakespeariano, assegnerebbe tutt’al più alla Tempesta, mai e poi mai al principe di Danimarca.
Così facendo, Schialvino e Verna mostrano di avere interpretato e compreso appieno il vero senso ultimo di Shakespeare, che non è quello di identificare luoghi o personaggi, ma di parlarci della vita, di tutta la vita, dovunque e comunque si svolga. Semmai, se proprio vogliamo trovare tracce del grande inglese in queste tavole, dovremo rivolgersi alla forza del tratto, molto deciso, con prevalenza del nero, come di chi vuole raccontare l’esistenza senza nascondere nulla delle sue asperità. Lo Shakespeare delle tragedie è così: potente, incisivo, scolpito nel palcoscenico come su una roccia; così come il nostro Montale più amato è quello petroso della “storta sillaba e secca come un ramo”. Lo stile di queste xilografie così forti, con cui Schialvino e Verna celebrano trent’anni di sodalizio (auguri) rende giustizia a entrambi.
Sicché il titolo che Gianfranco Schialvino e Gianni Verna hanno scelto per la loro mostra, Montale o non Montale?, al di là della gradevolezza dell’ammiccamento, nasconde un problema vero, molto serio, come è giusto che pongano due artisti profondi, usi a riflettere sulle opere che vanno realizzando. Tanto più che i due sono molto abituati alle frequentazioni della poesia ai suoi più elevati livelli, dai classici greci giù giù fino a Leopardi; e proprio al massimo poeta ligure del nostro Novecento hanno dedicato, già anni fa, una mirabile mostra, Legni incisi per Montale, ospitata dalla Biblioteca Estense.
Dopo di che, per uscire dall’imbarazzo, i due artisti piemontesi hanno deciso di non schierarsi né da una parte né dall’altra, optando per una personalissima terza via. Infatti nelle loro xilografie preparate per questa mostra alla Kasa dei Libri - al di là di quella di Amleto con il teschio, quasi un atto dovuto - in fondo non c’è Shakespeare e non c’è neppure Montale. Le immagini sono piuttosto quelle di un repertorio tradizionale dove ci sono paesaggi rupestri e personaggi informi, animali bellissimi – tutti elementi che, anche se puntualmente accompagnati dai riferimenti testuali, potrebbero stare da qualsiasi parte. Per non parlare del grande e spettacolare veliero che un osservatore digiuno di tutto, anche volendo rimanere in ambito shakespeariano, assegnerebbe tutt’al più alla Tempesta, mai e poi mai al principe di Danimarca.
Così facendo, Schialvino e Verna mostrano di avere interpretato e compreso appieno il vero senso ultimo di Shakespeare, che non è quello di identificare luoghi o personaggi, ma di parlarci della vita, di tutta la vita, dovunque e comunque si svolga. Semmai, se proprio vogliamo trovare tracce del grande inglese in queste tavole, dovremo rivolgersi alla forza del tratto, molto deciso, con prevalenza del nero, come di chi vuole raccontare l’esistenza senza nascondere nulla delle sue asperità. Lo Shakespeare delle tragedie è così: potente, incisivo, scolpito nel palcoscenico come su una roccia; così come il nostro Montale più amato è quello petroso della “storta sillaba e secca come un ramo”. Lo stile di queste xilografie così forti, con cui Schialvino e Verna celebrano trent’anni di sodalizio (auguri) rende giustizia a entrambi.
24
febbraio 2016
Gianfranco Schialvino / Gianni Verna – Montale o non Montale?
Dal 24 febbraio all'undici marzo 2016
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
KASA DEI LIBRI
Milano, Largo Aldo De Benedetti, 4, (Milano)
Milano, Largo Aldo De Benedetti, 4, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19
Vernissage
24 Febbraio 2016, ore 18
Autore
Curatore