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Gianfranco Zappettini – Opere recenti
La mostra, a cura di Alberto Fiz, si sviluppa intorno alla produzione di Zappettini nell’ultimo triennio e testimonia il grande rigore della sua ricerca artistica che pur avendo le sue radici negli anni settanta è in grado di modificarsi, indagando le strutture linguistiche del medium pittorico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 5 marzo, Menhir Arte Contemporanea di La Spezia, inaugura la personale dell’artista Gianfranco Zappettini, tra i maggiori protagonisti della Pittura Analitica.
La mostra, a cura di Alberto Fiz, si sviluppa intorno alla produzione recente dell'artista realizzata nell'ultimo triennio e testimonia il grande rigore della sua ricerca artistica che pur avendo le sue radici negli anni settanta è in grado di modificarsi, indagando le strutture linguistiche del medium pittorico.
Le opere di Zappettini mantengono intatta la capacità di provocare le facoltà percettive dello spettatore che, di fronte alle sue recenti testimonianze, è costretto a liberarsi dai condizionamenti di un sistema visivo debordante per assumere una rinnovata consapevolezza dello sguardo. Scriveva l’artista nel 1974: “E' proprio questo grado di percettibilità che determina un nuovo modo di vedere, non più legato alla rappresentazione illusionistica, ma solo alla realtà della superficie e quindi anch'esso primario”, in base ad un'osservazione valida ancora oggi dove l'osservatore continua a confrontarsi con i mezzi pittorici in relazione alle loro funzioni.
Più che un atelier da pittore, il suo studio è un'officina dove i materiali sono quelli industriali dove accanto ai secchi di resina e vinavil o ai barattoli di colore per pareti, compaiono rulli di varie misure o arnesi per spruzzare la vernice.
Da tutto ciò la pittura si esprime in termini oggettivi e attraverso l’annullamento del gesto ed ogni forma di psicologismo provoca una riflessione profonda sul media pittorico, dove la stesura del colore industriale sulla trama e l'ordito della tela dà vita ad un processo che supera di gran lunga la somma degli elementi esecutivi. Il quadro non è statico o meccanico bensì si sottopone ad un processo aperto all'imprevedibilità, sia pure sotto il controllo dell'artista sebbene sia la verifica dei mezzi espressivi e l'operare quotidiano e apparentemente anonimo a mettere in relazione, come afferma Zappettini “due mondi: uno tangibile e fisico e uno intangibile e metafisico”.
Questo aspetto appare tanto più evidente osservando le opere recenti dove la sovrapposizione dei wallnet, reti in fibra di vetro utilizzate nell'edilizia, evidenzia una componente tattile e sensoriale, in un contesto dove si celano figure geometriche come cerchi o rombi.
Come spiega Alberto Fiz “sono gli elementi fisici come la luce, il colore, la materia, a modificare la percezione di opere che non si svelano mai completamente, paradossalmente protette dalla loro prassi semantica.”
A corredo della mostra sarà presentato il catalogo con testo critico di Alberto Fiz.
Nato nel 1939 a Genova (vive attualmente a Chiavari), Gianfranco Zappettini, realizza la sua prima mostra nel 1962 a Palazzo Rosso di Genova dove entra in contatto con l'architetto Konrad Wachsmann e il pittore tedesco Winfred Gaul. Dopo aver partecipato alle principali mostre sulla situazione della pittura in quegli anni, nel 1977 è invitato a Documenta 6 di Kassel e nel 1978 ha partecipato alla rassegna Abstraction Analytique al Museo d'Arte Moderna di Parigi. Tra le personali recenti in spazi pubblici, nel 2007 ha presentato le sue opere al CAMeC di La Spezia e sempre nello stesso anno, al Forum Kunst di Rottweil (con Paolo Icaro) in Germania, nel 2012 al Lucca Center of Contemporay Art di Lucca e nel 2015 al Janus Pannonius-Vasarely Museum a Pécs in Ungheria.
La mostra, a cura di Alberto Fiz, si sviluppa intorno alla produzione recente dell'artista realizzata nell'ultimo triennio e testimonia il grande rigore della sua ricerca artistica che pur avendo le sue radici negli anni settanta è in grado di modificarsi, indagando le strutture linguistiche del medium pittorico.
Le opere di Zappettini mantengono intatta la capacità di provocare le facoltà percettive dello spettatore che, di fronte alle sue recenti testimonianze, è costretto a liberarsi dai condizionamenti di un sistema visivo debordante per assumere una rinnovata consapevolezza dello sguardo. Scriveva l’artista nel 1974: “E' proprio questo grado di percettibilità che determina un nuovo modo di vedere, non più legato alla rappresentazione illusionistica, ma solo alla realtà della superficie e quindi anch'esso primario”, in base ad un'osservazione valida ancora oggi dove l'osservatore continua a confrontarsi con i mezzi pittorici in relazione alle loro funzioni.
Più che un atelier da pittore, il suo studio è un'officina dove i materiali sono quelli industriali dove accanto ai secchi di resina e vinavil o ai barattoli di colore per pareti, compaiono rulli di varie misure o arnesi per spruzzare la vernice.
Da tutto ciò la pittura si esprime in termini oggettivi e attraverso l’annullamento del gesto ed ogni forma di psicologismo provoca una riflessione profonda sul media pittorico, dove la stesura del colore industriale sulla trama e l'ordito della tela dà vita ad un processo che supera di gran lunga la somma degli elementi esecutivi. Il quadro non è statico o meccanico bensì si sottopone ad un processo aperto all'imprevedibilità, sia pure sotto il controllo dell'artista sebbene sia la verifica dei mezzi espressivi e l'operare quotidiano e apparentemente anonimo a mettere in relazione, come afferma Zappettini “due mondi: uno tangibile e fisico e uno intangibile e metafisico”.
Questo aspetto appare tanto più evidente osservando le opere recenti dove la sovrapposizione dei wallnet, reti in fibra di vetro utilizzate nell'edilizia, evidenzia una componente tattile e sensoriale, in un contesto dove si celano figure geometriche come cerchi o rombi.
Come spiega Alberto Fiz “sono gli elementi fisici come la luce, il colore, la materia, a modificare la percezione di opere che non si svelano mai completamente, paradossalmente protette dalla loro prassi semantica.”
A corredo della mostra sarà presentato il catalogo con testo critico di Alberto Fiz.
Nato nel 1939 a Genova (vive attualmente a Chiavari), Gianfranco Zappettini, realizza la sua prima mostra nel 1962 a Palazzo Rosso di Genova dove entra in contatto con l'architetto Konrad Wachsmann e il pittore tedesco Winfred Gaul. Dopo aver partecipato alle principali mostre sulla situazione della pittura in quegli anni, nel 1977 è invitato a Documenta 6 di Kassel e nel 1978 ha partecipato alla rassegna Abstraction Analytique al Museo d'Arte Moderna di Parigi. Tra le personali recenti in spazi pubblici, nel 2007 ha presentato le sue opere al CAMeC di La Spezia e sempre nello stesso anno, al Forum Kunst di Rottweil (con Paolo Icaro) in Germania, nel 2012 al Lucca Center of Contemporay Art di Lucca e nel 2015 al Janus Pannonius-Vasarely Museum a Pécs in Ungheria.
05
marzo 2016
Gianfranco Zappettini – Opere recenti
Dal 05 marzo al 30 aprile 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA MENHIR ARTE CONTEMPORANEA (Sede definitivamente chiusa)
La Spezia, Via Alessandro Manzoni, 51, (La Spezia)
La Spezia, Via Alessandro Manzoni, 51, (La Spezia)
Orario di apertura
Da martedì a sabato ore 9.30 - 12.30 / 15.30 - 19.30
Vernissage
5 Marzo 2016, Ore 18.30
Autore