S’inaugura il 16 giugno alle ore 19.30 presso l’Associazione Culturale Galleria BLUorG di Bari la mostra “TRANSITI_ dall’immaginario pittorico all’immaginario digitale” del pittore Gianluca Matti e la fotografa, Marisa Chiodo. L’artista milanese Gianluca Matti ritorna a Bari con un percorso espositivo che tende a coniugare e fondere due mezzi espressivi eterogenei, (pittura e fotografia digitale) con l’ausilio dell’occhio sapiente di una fotografa Marisa Chiodo. Il percorso creativo evidenzia come la fusione delle arti possa portare ad uno processo di nuova visione, in cui il corpo umano privilegiato nell’opera di Matti, si smaterializza nell’opera digitale della Chiodo, ma ritorna ad esser “corpo” negli scatti performativi in camera oscura. L' incontro dei due artisti come indica il testo critico di Amerigo Restucci ci permette di mettere a fuoco “…la capacità di far colloquiare 300 piccole tele di Gianluca Matti con le stampe digitali di Marisa Chiodo che riprendono Gianluca in un "suo" spazio. L' incontro tra la purezza delle immagini e l' intimismo delle movenze persegue risultati tanto sorprendenti quanto inattesi che rassomigliano ad una confessione personale: un risultato che ci fa pensare a nuovi approdi culturali. ”
La mostra resterà aperta al pubblico sino al 16 luglio.

Gianluca Matti _ Marisa Chiodo
TRANSITI _ dall’immaginario pittorico all’immaginario digitale
Inaugurazione 16 giugno ore 19.30
Performance ore 20.30
Dal 16 giugno al 16 luglio 2009
Testo a cura di Amerigo Restucci.
Direzione artistica Giuseppe Bellini, Nicola Franco Scolamacchia.
Si ringrazia:
Antiche Aziende Canosine
L’Associazione Culturale Galleria BLUorG
aperta al pubblico dal lunedì al sabato.
Orari 10.00 - 13.30 / 17.00 - 20.30
Domenica su appuntamento.

Per Informazioni:
BLUorG, Via M. Celentano 92/94 70121 Bari.
Tel.: +39 080/9904379
e-mail: info@bluorg.it bluorg@fastwebnet.it
web: www.bluorg.it

Pur di non farsi tecnici ci si confronta con la tecnica, portandola ad uno "sposalizio" proficuo con messaggi artistici carichi di storia e di spessore.
Questo scaturisce dall' incontro tra due genuini protagonisti di un dibattito culturale, Gianluca Matti e Marisa Chiodo, che si confrontano con speranza di rimuovere le remore che bloccano il rinnovamento del lavoro culturale. Da tale incontro viene fuori un appello alla libertà concesso alla separatezza di chi vuole continuamente sperimentare, dimostrando di saper compitare correttamente e con sicura professionalità molteplici lingue.
Gianluca Matti rimane un valido e inventivo artista, Marisa Chiodo porta avanti la sua ricerca indulgendo a modulazioni ricche di sollecitazioni nella elaborazione delle prime immagini fotografiche del 2000, sino alle opere del 2008 che offrono una riflessione sulle nuove configurazioni che assumerà Milano letta nei cantieri che stanno trasformando la città.
L' incontro dei due "artisti" permette di mettere a fuoco nella mostra barese la capacità di far colloquiare 300 piccole tele di Gianluca Matti con le stampe digitali di Marisa Chiodo che riprendono Gianluca in un "suo" spazio. L' incontro tra la purezza delle immagini e l' intimismo delle movenze persegue risultati tanto sorprendenti quanto inattesi che rassomigliano ad una confessione personale: un risultato che ci fa pensare a nuovi approdi culturali.
La genuinità della proposta artistica spiega che non si vogliono riaffermare primati impossibili per un lavoro intellettuale che non vuole farsi alfiere di messaggi progressivi, bensì essere un buon punto di appoggio per ricerche ulteriori in grado di liberare energie nascoste. Le tematiche di Gianluca e l' eleganza rarefatta delle immagini di Marisa parlano dell' andare oltre quello spaesamento nel quale si agita il dibattito più recente del colloquio tra le arti e le discipline.
Il tentativo odierno di colloquiare allusivamente riflette come in uno specchio operazioni di ricucitura fra mondi diversi che danno vitalità ad un "artista" della forma come Gianluca Matti che si ricarica di una forte espressività nei modi in cui la Chiodo lo rapisce alla sua intimità. L' ansia di voler mostrare lo stato dell' arte delle rispettive ricerche si allontana da declinazioni di "lingue" sicure per mettere in luce funzionalità di due atmosfere artistiche disponibili a ulteriori relazioni depurate da ideologie e scritture desuete.
Le capacità informative delle tecniche mostrano, allora, e ne siamo lieti, la strada delle conoscenze analitiche utili per parlare d' altro.
Prof. Amerigo Restucci
Facoltà di Architettura (IUAV) di Venezia
Consigliere Biennale d' Arte di Venezia