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Gianluca Murasecchi – De Profundis clamàvi ad te
L’installazione di Gianluca Murasecchi è un tentativo di dialogo con la pittura antica ed una meditazione sulla corporeità della luce, sulla leggerezza della visibilità dell’imperscrutabile, atto di anelito, di equilibrio tra le spontanee energie della natura e la più rispettosa convivenza degli esseri umani con essa
Comunicato stampa
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L’installazione di Gianluca Murasecchi è un tentativo di dialogo con la pittura antica ed una meditazione sulla corporeità della luce, sulla leggerezza della visibilità dell’imperscrutabile, atto di anelito, di equilibrio tra le spontanee energie della natura e la più rispettosa convivenza degli esseri umani con essa. Tale installazione è stata concepita nel momento nel quale l’esposizione Lumen allestita presso il criptoportico romano di Norcia, nell’ambito della rassegna Viaggiatori sulla Flaminia, è stata chiusa al pubblico per il recentissimo sisma. De Profundis clamàvi ad te è dedicata alla città di Norcia e a tutte le città colpite dalle recenti calamità naturali. Un atto di contemplazione per la città di Norcia perché essa è così profondamente ferita nel corpo urbano, culturale, umano, perché è città di corrispondenza radicata per l’identità, umbra, italiana, europea. Così ferita ma così stratificata nella storia e forte, capace di resurrezione nell’anima. Questo allestimento è inoltre un ringraziamento perché nel dolore, nell’impermanenza misteriosa di ogni esistenza umana, di ogni opera d’arte, del mondo stesso, tutto appare così fragile ma al tempo stesso persistente nella memoria, dal profondo.
Note Biografiche
Gianluca Murasecchi è nato nel 1965 a Spoleto (PG), nel 1987 ha concluso gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Roma. Dopo lunghi periodi di formazione vissuti a Bruxelles, Algeri, Ginevra e Tallinn attualmente vive e lavora a Roma e Spoleto. È docente in ruolo presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Tra le sue esposizioni personali si ricordano: Lumen, Criptoportico romano, a cura di Claudia Bottini e Alessia Vergari, Norcia, nell’ambito di Viaggiatori sulla Flaminia a cura di Franco Troiani ed Emanuele De Donno, 2016 ; Attraversamenti, Mulino dei marchesi Eroli, Narni, a cura di Francesco Santaniello e Franco Profili, 2015; Dall’acqua come aria sul fuoco, in terra. Atelier arte contemporanea, a cura di Ljuba Jovicevic e Ana Laznibat, 2014 | Contemplazioni/ Gianluca Murasecchi - Luca Padroni. Sala Santa Rita, a cura di Guglielmo Gigliotti, Roma, 2012-2013 | Ibidem/Kelly Driscoll-Gianluca Murasecchi, AB 23, a cura di Stefania Portinari, Vicenza, 2011 | La Pensée du Dehors, 2010, Torre normanna di Cisternino (Br), a cura di Luca Arnaudo e Roberto Lacarbonara | Materia Seconda, 2008 a cura di Luca Arnaudo, Giovanni Carandente, Alessio Verzenassi, spazi della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea presso l’ex Monte di Pietà, Spoleto | Segnario, 2008, Galleria Il Bulino artecontemporanea, Roma, a cura di Giuseppe Appella e Guido Strazza | Prova d’Autore, 2006, Galleria d’Arte Open Space, Catanzaro, a cura di Lara Caccia | Atto primo, 2004, Teatro Masciari, Catanzaro, a cura di Guglielmo Gigliotti | Gianluca Murasecchi, 2002, Galleria Massenzio Arte, Roma, a cura di Alessia Muroni | Vortex, 2000, Centro Luigi Di Sarro, Roma, a cura di Guglielmo Gigliotti | Gianluca Murasecchi, 1997, Palazzo delle Nazioni, con il patrocinio dell’O.N.U. Ginevra, Svizzera, a cura di Alessandro Vattani.
Tra le sue esposizioni collettive degli ultimi anni si ricordano: Spoleto Contemporanea, Palazzo Collicola Artivisive, Spoleto, a cura di G. Marziani e Davide Silvioli, 2016 | V biennale internazionale d’Arte contemporanea HMAB, Himeji, a cura di Davide Silvioli, Giappone, 2016 | Resilienza, cortile della memoria sede dell’ANRP, mostra permanente, a cura di Francesca Pietracci, Roma, 2015/16 | Festival de la Gravure, Diekirch, Lussemburgo, a cura di La Palette, 2015; Piano Effe, collezione permanente, Biblioteca Civica “Pietro Acclavio” di Taranto, a cura di Roberto Lacarbonara, 2015 | Festival de la Gravure, Diekirch, Lussemburgo, 2014 | Segni Puri, Galleria d’Arte Peccolo, a cura di Demetrio Paparoni e Roberto Lacarbonara, Livorno, 2014 | La xilografia italiana del ‘900, Kunstmuseum Bayreuth, a cura di M. Ratti e Giancarlo Torre, Bayreuth, Germania, 2014 | Passeggiata di Primavera, Galleria Edieuropa artecontemporanea a cura di Raffaella Bozzini, 2012, Roma | Quadratonomade, 2012, Palazzo delle Esposizioni, a cura di Donatella Pinocci, Roma 2012 | Liquid Flags, Palazzo della Pretura, a cura di Gabriele Simongini, Sassoferrato, 2011 | Lo stato dell’Arte – Umbria, 2011, Padiglione Italia della 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Spoleto, a cura di Vittorio Sgarbi, Gianluca Marziani | I Triennial of Ulus, Pavillion Cvijeta Zuzorick 2011, Belgrado, Serbia | Boille, Murasecchi, Napoleone, Strazza - Nel segno della differenza, 2009, Sala Orsini di Palazzo Chigi, Formello (Roma), a cura di Patrizia Ferri |
SPOLETO - PORTA MONTERONE / CHIESETTA DI S. MARIA del POZZO o dei MIRACOLI
Madonna col Bambino e i SS. Giovanni Battista e Pietro Martire (Madonna Del Pozzo) 1493
Iscrizione: imago s. johannis baptistae/anno gratiae mccccxciij mensis ottobris xi/imago s. petri martiris:".
S. Francesco, S. Antonio da Padova, S. Pietro, S. Paolo, Eterno (Affresco sec. XVI).
Nei pressi di Porta Monterone, o Porta San Pietro, si incontra il prospetto seicentesco della minuscola chiesa di S. Maria del Pozzo, così detta perché costruita su un pozzo alimentato da una vena d'acqua tradizionalmente considerata curativa "della rogna", secondo la testimonianza del fabbro attivo, ancora fino a qualche anno fa, nella sua bottega antistante alla chiesetta.
L'affresco della parete di fondo è riferibile alla tendenza espressionista-benozzesca del secondo Quattrocento spoletino: la Madonna, col Bambino stante e benedicente, ha forme ampie e monumentali, e così anche il S. Giovanni Battista, dal mantello capricciosamente agitato, e il S. Pietro Martire, nella iconografia tipica delle figurazioni che del compatrono spoletino ritroviamo in S. Domenico e nella cappella di S. Anna in Duomo, di tre quarti, col capo reclinato, con la palma del martirio e il libro. Sotto al dipinto corre l'iscrizione in caratteri corsivi.
Gli altri affreschi sono un prodotto tipico di una bottega spoletina cinquecentesca, fedele ai modi inaugurati ai primi del sec. XVI da Giovanni Spagna e poi canonizzati dall'allievo Jacopo Siculo. Sulle pareti laterali, entro edicole distinte da pilastri con decorazioni nastriformi, sono raffigurati a destra S. Francesco e S. Antonio da Padova, a sinistra S. Pietro e S. Paolo, probabili allusioni al fatto che da Porta Monterone, altrimenti detta Romana, entra in Spoleto il diverticolo della via Flaminia proveniente dall'Urbe, accanto al quale, fra l'altro, sorge la collegiata di S. Pietro; nella volta è l'Eterno; il fregio è costituito da metope con cherubini separate da triglifi; sopra la porta, il monogramma mariano, con la mezzaluna dell'Ascensione, è aggiunta ottocentesca.
Illeggibile è la tabella dipinta sulla faccia della mensa d'altare, che sembra fare riferimento a miracoli operati nel 1500 e nel 1535.
E' pensabile che l'immagine di fondo sia stata realizzata con la constatazione delle proprietà taumaturgiche della vena d'acqua e che ben presto ambedue siano state racchiuse in un piccolo ambiente. Nel 1572 la Sacra Visita dell'arcivescovo di Gaeta Pietro de Lunel, attuatore a Spoleto delle direttive tridentine, definisce la chiesetta "sacellum sanctae mariae del Puzzo apertum parvum et indecens / In quo aliquando fuit celebratum" ("sacello di Santa Maria del Pozzo, aperto, piccolo e indecoroso, in cui a volte si è celebrata messa"): l'aggettivo "apertum" ci fa capire che essa dava direttamente sulla strada; la mancanza di decoro ("indecens") dettò il provvedimento emanato dall'arcivescovo, il quale "Inhibuit deinceps celebrari in / eo" (proibì di officiarvi da allora in poi).
Evidentemente le acque del pozzo continuarono a produrre miracoli, il che equivale a dire che la devozione per la Madonna del Pozzo era particolarmente radicata nel popolo di Monterone, per cui dopo la visita di Pietro de Lunel si provvide a rendere il sacello decens, decorandone le pareti e chiudendolo con la realizzazione della facciata, in probabile concomitanza con la costruzione dell'edificio sovrastante (Roberto Quirino).
Bernardino Campilio da Spoleto è l’autore dell’affresco della Madonna del Pozzo datato 1493 (parete di fondo, restaurato nel 2000 da Mariella Farinelli): “La combinazione degli elementi stilistici, ornamentali e grafici consente di attribuire questo trittico murale (Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Pietro martire patrono di Spoleto) a Bernardino Campilio da Spoleto, artista estroso di cui si sa che oltre a dipingere si dilettava anche di poesia e di musica (suonava cetra e liuto). Era nativo di Lenano, nei pressi di Campello, località da cui prese il nome latinizzato “Campilius”, e lasciò opere in tutto lo Spoletino, nella Valnerina meridionale e nel Piceno. Fu in contatto con Pier Matteo d’Amelia all’epoca del polittico di Terni (1483). L’influenza del maestro amerino si palesa nel san Giovanni Battista del presente affresco e nel medesimo santo del trittico di Arrone oggi ridotto alla sola predella firmata e datata 1487 (oggetto di prossima pubblicazione). Può considerarsi l’ultimo pittore autoctono spoletino prima dell’avvento di Giovanni Spagna e di Jacopo Siculo, seguaci e divulgatori rispettivamente del Perugino e di Raffaello” (Romano Cordella).
Note Biografiche
Gianluca Murasecchi è nato nel 1965 a Spoleto (PG), nel 1987 ha concluso gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Roma. Dopo lunghi periodi di formazione vissuti a Bruxelles, Algeri, Ginevra e Tallinn attualmente vive e lavora a Roma e Spoleto. È docente in ruolo presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Tra le sue esposizioni personali si ricordano: Lumen, Criptoportico romano, a cura di Claudia Bottini e Alessia Vergari, Norcia, nell’ambito di Viaggiatori sulla Flaminia a cura di Franco Troiani ed Emanuele De Donno, 2016 ; Attraversamenti, Mulino dei marchesi Eroli, Narni, a cura di Francesco Santaniello e Franco Profili, 2015; Dall’acqua come aria sul fuoco, in terra. Atelier arte contemporanea, a cura di Ljuba Jovicevic e Ana Laznibat, 2014 | Contemplazioni/ Gianluca Murasecchi - Luca Padroni. Sala Santa Rita, a cura di Guglielmo Gigliotti, Roma, 2012-2013 | Ibidem/Kelly Driscoll-Gianluca Murasecchi, AB 23, a cura di Stefania Portinari, Vicenza, 2011 | La Pensée du Dehors, 2010, Torre normanna di Cisternino (Br), a cura di Luca Arnaudo e Roberto Lacarbonara | Materia Seconda, 2008 a cura di Luca Arnaudo, Giovanni Carandente, Alessio Verzenassi, spazi della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea presso l’ex Monte di Pietà, Spoleto | Segnario, 2008, Galleria Il Bulino artecontemporanea, Roma, a cura di Giuseppe Appella e Guido Strazza | Prova d’Autore, 2006, Galleria d’Arte Open Space, Catanzaro, a cura di Lara Caccia | Atto primo, 2004, Teatro Masciari, Catanzaro, a cura di Guglielmo Gigliotti | Gianluca Murasecchi, 2002, Galleria Massenzio Arte, Roma, a cura di Alessia Muroni | Vortex, 2000, Centro Luigi Di Sarro, Roma, a cura di Guglielmo Gigliotti | Gianluca Murasecchi, 1997, Palazzo delle Nazioni, con il patrocinio dell’O.N.U. Ginevra, Svizzera, a cura di Alessandro Vattani.
Tra le sue esposizioni collettive degli ultimi anni si ricordano: Spoleto Contemporanea, Palazzo Collicola Artivisive, Spoleto, a cura di G. Marziani e Davide Silvioli, 2016 | V biennale internazionale d’Arte contemporanea HMAB, Himeji, a cura di Davide Silvioli, Giappone, 2016 | Resilienza, cortile della memoria sede dell’ANRP, mostra permanente, a cura di Francesca Pietracci, Roma, 2015/16 | Festival de la Gravure, Diekirch, Lussemburgo, a cura di La Palette, 2015; Piano Effe, collezione permanente, Biblioteca Civica “Pietro Acclavio” di Taranto, a cura di Roberto Lacarbonara, 2015 | Festival de la Gravure, Diekirch, Lussemburgo, 2014 | Segni Puri, Galleria d’Arte Peccolo, a cura di Demetrio Paparoni e Roberto Lacarbonara, Livorno, 2014 | La xilografia italiana del ‘900, Kunstmuseum Bayreuth, a cura di M. Ratti e Giancarlo Torre, Bayreuth, Germania, 2014 | Passeggiata di Primavera, Galleria Edieuropa artecontemporanea a cura di Raffaella Bozzini, 2012, Roma | Quadratonomade, 2012, Palazzo delle Esposizioni, a cura di Donatella Pinocci, Roma 2012 | Liquid Flags, Palazzo della Pretura, a cura di Gabriele Simongini, Sassoferrato, 2011 | Lo stato dell’Arte – Umbria, 2011, Padiglione Italia della 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Spoleto, a cura di Vittorio Sgarbi, Gianluca Marziani | I Triennial of Ulus, Pavillion Cvijeta Zuzorick 2011, Belgrado, Serbia | Boille, Murasecchi, Napoleone, Strazza - Nel segno della differenza, 2009, Sala Orsini di Palazzo Chigi, Formello (Roma), a cura di Patrizia Ferri |
SPOLETO - PORTA MONTERONE / CHIESETTA DI S. MARIA del POZZO o dei MIRACOLI
Madonna col Bambino e i SS. Giovanni Battista e Pietro Martire (Madonna Del Pozzo) 1493
Iscrizione: imago s. johannis baptistae/anno gratiae mccccxciij mensis ottobris xi/imago s. petri martiris:".
S. Francesco, S. Antonio da Padova, S. Pietro, S. Paolo, Eterno (Affresco sec. XVI).
Nei pressi di Porta Monterone, o Porta San Pietro, si incontra il prospetto seicentesco della minuscola chiesa di S. Maria del Pozzo, così detta perché costruita su un pozzo alimentato da una vena d'acqua tradizionalmente considerata curativa "della rogna", secondo la testimonianza del fabbro attivo, ancora fino a qualche anno fa, nella sua bottega antistante alla chiesetta.
L'affresco della parete di fondo è riferibile alla tendenza espressionista-benozzesca del secondo Quattrocento spoletino: la Madonna, col Bambino stante e benedicente, ha forme ampie e monumentali, e così anche il S. Giovanni Battista, dal mantello capricciosamente agitato, e il S. Pietro Martire, nella iconografia tipica delle figurazioni che del compatrono spoletino ritroviamo in S. Domenico e nella cappella di S. Anna in Duomo, di tre quarti, col capo reclinato, con la palma del martirio e il libro. Sotto al dipinto corre l'iscrizione in caratteri corsivi.
Gli altri affreschi sono un prodotto tipico di una bottega spoletina cinquecentesca, fedele ai modi inaugurati ai primi del sec. XVI da Giovanni Spagna e poi canonizzati dall'allievo Jacopo Siculo. Sulle pareti laterali, entro edicole distinte da pilastri con decorazioni nastriformi, sono raffigurati a destra S. Francesco e S. Antonio da Padova, a sinistra S. Pietro e S. Paolo, probabili allusioni al fatto che da Porta Monterone, altrimenti detta Romana, entra in Spoleto il diverticolo della via Flaminia proveniente dall'Urbe, accanto al quale, fra l'altro, sorge la collegiata di S. Pietro; nella volta è l'Eterno; il fregio è costituito da metope con cherubini separate da triglifi; sopra la porta, il monogramma mariano, con la mezzaluna dell'Ascensione, è aggiunta ottocentesca.
Illeggibile è la tabella dipinta sulla faccia della mensa d'altare, che sembra fare riferimento a miracoli operati nel 1500 e nel 1535.
E' pensabile che l'immagine di fondo sia stata realizzata con la constatazione delle proprietà taumaturgiche della vena d'acqua e che ben presto ambedue siano state racchiuse in un piccolo ambiente. Nel 1572 la Sacra Visita dell'arcivescovo di Gaeta Pietro de Lunel, attuatore a Spoleto delle direttive tridentine, definisce la chiesetta "sacellum sanctae mariae del Puzzo apertum parvum et indecens / In quo aliquando fuit celebratum" ("sacello di Santa Maria del Pozzo, aperto, piccolo e indecoroso, in cui a volte si è celebrata messa"): l'aggettivo "apertum" ci fa capire che essa dava direttamente sulla strada; la mancanza di decoro ("indecens") dettò il provvedimento emanato dall'arcivescovo, il quale "Inhibuit deinceps celebrari in / eo" (proibì di officiarvi da allora in poi).
Evidentemente le acque del pozzo continuarono a produrre miracoli, il che equivale a dire che la devozione per la Madonna del Pozzo era particolarmente radicata nel popolo di Monterone, per cui dopo la visita di Pietro de Lunel si provvide a rendere il sacello decens, decorandone le pareti e chiudendolo con la realizzazione della facciata, in probabile concomitanza con la costruzione dell'edificio sovrastante (Roberto Quirino).
Bernardino Campilio da Spoleto è l’autore dell’affresco della Madonna del Pozzo datato 1493 (parete di fondo, restaurato nel 2000 da Mariella Farinelli): “La combinazione degli elementi stilistici, ornamentali e grafici consente di attribuire questo trittico murale (Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Pietro martire patrono di Spoleto) a Bernardino Campilio da Spoleto, artista estroso di cui si sa che oltre a dipingere si dilettava anche di poesia e di musica (suonava cetra e liuto). Era nativo di Lenano, nei pressi di Campello, località da cui prese il nome latinizzato “Campilius”, e lasciò opere in tutto lo Spoletino, nella Valnerina meridionale e nel Piceno. Fu in contatto con Pier Matteo d’Amelia all’epoca del polittico di Terni (1483). L’influenza del maestro amerino si palesa nel san Giovanni Battista del presente affresco e nel medesimo santo del trittico di Arrone oggi ridotto alla sola predella firmata e datata 1487 (oggetto di prossima pubblicazione). Può considerarsi l’ultimo pittore autoctono spoletino prima dell’avvento di Giovanni Spagna e di Jacopo Siculo, seguaci e divulgatori rispettivamente del Perugino e di Raffaello” (Romano Cordella).
18
dicembre 2016
Gianluca Murasecchi – De Profundis clamàvi ad te
Dal 18 dicembre 2016 al 31 gennaio 2017
arte contemporanea
Location
CHIESA MADONNA DEL POZZO
Spoleto, Porta Monterone, (Perugia)
Spoleto, Porta Monterone, (Perugia)
Orario di apertura
Installazione visibile ad orario continuato, giorno e notte
Vernissage
18 Dicembre 2016, ore 17
Autore