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Gianluigi Antonelli – Allons enfants de la Patrie
Mostra personale
Comunicato stampa
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Quando il mondo interiore, poetico, sensibile e invisibile entra in collisione con il mondo esteriore e contemporaneamente la storia e il nostro vissuto ci evidenziano che il progresso non è più rivolto all'uomo ma solo all'economia onnivora che nutre solo se stessa, che non esiste società in pace ed armonia senza giustizia, che ci arriva solo il macro a sfavore della lettura del particolare, che il tempo ci è stato sottratto dall'inutile a sfavore della ricerca, che la proiezione migliore dell'immaginario: l'utopia non è più apprezzata dal mondo talmente frammentato da perdere il filo rosso della continuità con ciò che sempre è stato nella mutazione costante, allora ci si sente soli a rimeditare ciò che costantemente va perduto per sempre per ri-pensare tutto, ritrovare ancora la via possibile con un po' d'aria e di cielo.
Qui, nella tragedia che va sempre a braccetto con la comicità, entra in gioco la mostra “Allons Enfants de la Patrie” di Gianluigi Antonelli, la sua acuta e ironica riflessione emerge dalla profondità e mettendosi coraggiosamente a nudo, con l'asciutto segno Gianluigi crea nuovi disegni prodotti attraverso un'analisi spietata e la memoria per chi memoria non ha più, disegni applicati rigorosamente su tela jeans che avvicinano e ispirano simpatia ma contemporaneamente allarmano e disturbano pur offrendoci molteplici possibilità di lettura, una mostra sedimentata a proposito di arte significativa, che guarda al futuro per gli “Enfants” di sempre.
Il rapporto di Gianluigi Antonelli con Dieci.due! è di vecchia data ormai, dagli anni '90, da quando ancora era studente nell'accademia di Urbino e ci fu segnalato, in quanto studente brillante, dal docente Roberto Roberti.
pmr
Evidenziamo alcune mostre precedenti proposte da 10.2!
1997 “Folgorazioni di fine millennio”a cura di Roberta Ridolfi,
1999 “Teste di argonauta dalle rosse labbra rinvenute sulle alture del Golan protette in caschi di lattice bianco” testo in catalogo di R.Ridolfi, mostra personale
2002 S. Sebastian a cura di R.Ridolfi mostra personale,
- acquisizione del Comune di Milano in Miart su segnalazione di Jean Hubert Martin (ex direttore del Beaubourg di Parigi), che ha motivato la sua scelta definendo il lavoro di Antonelli “radicale”, e dalla dott.ssa Alessandra Mottola Molfino per il futuro Museo del Presente di Milano, l'opera è stata consegnata al PAC. (vedi articolo di Armando Besio su Repubblica del 5/5/2002)
2003 S. Sebastian project progetto che indaga i “non luoghi” con emissione di quote azionarie, testi di L. Giudici, M. Mazzocchi, R. Ridolfi
www.gianluigiantonelli.it – www.diecipuntodue.it
...E’ il viraggio al nero che accomuna le icone messe in campo da Antonelli: i topi, i suoi teschi, le maschere di teste di toro, l’uroboro, i cani, le scimmie, i conigli, gli elefanti, i pesci, con il teschio del mondo spettrale della merce, con le ibridazioni di uomini e animali, con i pagliacci, con lo stemma dell’aquila, e sono le scritte, i titoli e le pubblicità di Chanel n.5, del rolex, eccetera, che si accampano accanto alle icone, che innescano un sorta di surreale straniamento, ribaltandone il senso e la familiarità e facendocele vedere da punti di vista inaspettati. Per cui ci appaiono come icone capaci di esprimere i nostri fantasmi più interni cosicché possiamo affrontarli e giocarli invece di venirne trasformati in cieche marionette, parlate e sognate dall’altro. E’ in questo porre la distanza che oggi vediamo l’ultimo resto della visione dell’arte come quella che lascia intravvedere il potenziale utopico represso dell’esistente.
Esso ci appare nell’emersione oggettuale, nel deserto del reale, della ghigliottina che, rappresa nel suo algido biancore, perde la sua consistenza cosale e la pesantezza. E nel drappo-bandiera anch’esso bianco che come una vela sta in attesa di un canto che forse non giungerà mai, ma per il quale siamo ancora forse pronti a morire.
Eleonora Fiorani
Filosofa, epistemologa, antropologa
========================================================================================
...Alla ricerca di un senso del sè in continuo interscambio con il senso (non senso) del tutto, Antonelli ha creato una serie di simboli molto caratterizzati che tradiscono comunque il suo linguaggio. Sono simboli contemporanei che però hanno radici nell'achetipo dell'esistenza del vecchio millennio. Somigliano a dardi lanciati senza un ordine preciso, che attengono all'emotività dell'artista, all'universo anarchico delle sue passioni, alle sue pulsioni. Non sembrano minacciare la nostra psiche tali simboli, tuttavia riescono a scalfire la labile sensibilità umana, come fossero i fastidiosi parassiti della nostra “perfetta facciata”. ... R. Ridolfi
Roberta Ridolfi
storica critica d'arte
Qui, nella tragedia che va sempre a braccetto con la comicità, entra in gioco la mostra “Allons Enfants de la Patrie” di Gianluigi Antonelli, la sua acuta e ironica riflessione emerge dalla profondità e mettendosi coraggiosamente a nudo, con l'asciutto segno Gianluigi crea nuovi disegni prodotti attraverso un'analisi spietata e la memoria per chi memoria non ha più, disegni applicati rigorosamente su tela jeans che avvicinano e ispirano simpatia ma contemporaneamente allarmano e disturbano pur offrendoci molteplici possibilità di lettura, una mostra sedimentata a proposito di arte significativa, che guarda al futuro per gli “Enfants” di sempre.
Il rapporto di Gianluigi Antonelli con Dieci.due! è di vecchia data ormai, dagli anni '90, da quando ancora era studente nell'accademia di Urbino e ci fu segnalato, in quanto studente brillante, dal docente Roberto Roberti.
pmr
Evidenziamo alcune mostre precedenti proposte da 10.2!
1997 “Folgorazioni di fine millennio”a cura di Roberta Ridolfi,
1999 “Teste di argonauta dalle rosse labbra rinvenute sulle alture del Golan protette in caschi di lattice bianco” testo in catalogo di R.Ridolfi, mostra personale
2002 S. Sebastian a cura di R.Ridolfi mostra personale,
- acquisizione del Comune di Milano in Miart su segnalazione di Jean Hubert Martin (ex direttore del Beaubourg di Parigi), che ha motivato la sua scelta definendo il lavoro di Antonelli “radicale”, e dalla dott.ssa Alessandra Mottola Molfino per il futuro Museo del Presente di Milano, l'opera è stata consegnata al PAC. (vedi articolo di Armando Besio su Repubblica del 5/5/2002)
2003 S. Sebastian project progetto che indaga i “non luoghi” con emissione di quote azionarie, testi di L. Giudici, M. Mazzocchi, R. Ridolfi
www.gianluigiantonelli.it – www.diecipuntodue.it
...E’ il viraggio al nero che accomuna le icone messe in campo da Antonelli: i topi, i suoi teschi, le maschere di teste di toro, l’uroboro, i cani, le scimmie, i conigli, gli elefanti, i pesci, con il teschio del mondo spettrale della merce, con le ibridazioni di uomini e animali, con i pagliacci, con lo stemma dell’aquila, e sono le scritte, i titoli e le pubblicità di Chanel n.5, del rolex, eccetera, che si accampano accanto alle icone, che innescano un sorta di surreale straniamento, ribaltandone il senso e la familiarità e facendocele vedere da punti di vista inaspettati. Per cui ci appaiono come icone capaci di esprimere i nostri fantasmi più interni cosicché possiamo affrontarli e giocarli invece di venirne trasformati in cieche marionette, parlate e sognate dall’altro. E’ in questo porre la distanza che oggi vediamo l’ultimo resto della visione dell’arte come quella che lascia intravvedere il potenziale utopico represso dell’esistente.
Esso ci appare nell’emersione oggettuale, nel deserto del reale, della ghigliottina che, rappresa nel suo algido biancore, perde la sua consistenza cosale e la pesantezza. E nel drappo-bandiera anch’esso bianco che come una vela sta in attesa di un canto che forse non giungerà mai, ma per il quale siamo ancora forse pronti a morire.
Eleonora Fiorani
Filosofa, epistemologa, antropologa
========================================================================================
...Alla ricerca di un senso del sè in continuo interscambio con il senso (non senso) del tutto, Antonelli ha creato una serie di simboli molto caratterizzati che tradiscono comunque il suo linguaggio. Sono simboli contemporanei che però hanno radici nell'achetipo dell'esistenza del vecchio millennio. Somigliano a dardi lanciati senza un ordine preciso, che attengono all'emotività dell'artista, all'universo anarchico delle sue passioni, alle sue pulsioni. Non sembrano minacciare la nostra psiche tali simboli, tuttavia riescono a scalfire la labile sensibilità umana, come fossero i fastidiosi parassiti della nostra “perfetta facciata”. ... R. Ridolfi
Roberta Ridolfi
storica critica d'arte
03
febbraio 2010
Gianluigi Antonelli – Allons enfants de la Patrie
Dal 03 febbraio al 26 marzo 2010
arte contemporanea
Location
DIECI.DUE!
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle 15,30 alle 19 e su appuntamento
Vernissage
3 Febbraio 2010, ore 18.30-21
Autore