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Gianni Berengo Gardin – Reportrait
A Palazzo Penotti Ubertini, un centinaio di fotografie ritraggono alcune delle più importanti personalità della cultura del Novecento, da Umberto Eco a Cesare Zavattini, da Dario Fo a Renzo Piano, da Andy Warhol a Pier Paolo Pasolini, ad altri ancora.
Comunicato stampa
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Dopo il successo della mostra sulla grafica di Chagall, le settecentesche sale di Palazzo Penotti Ubertini a Orta San Giulio (Novara) sono pronte a ospitare una nuova e interessante iniziativa.
Dal 23 maggio al 18 ottobre 2009, infatti, saranno protagoniste le immagini di uno dei più importanti fotografi italiani, Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930).
Lucie Award alla carriera nel 2008 - il premio Nobel della fotografia - Berengo Gardin presenterà una serie di cento scatti, molti dei quali inediti, che raffigurano alcune delle più rilevanti personalità della cultura del Novecento, da Umberto Eco a Cesare Zavattini, da Dario Fo a Renzo Piano, da Andy Warhol a Pier Paolo Pasolini, ad altri ancora, realizzate in oltre cinquant’anni di lavoro.
Organizzata dall'Associazione Culturale Overview da un progetto di Luca Caramella e Valeria Greppi, e curata da Flavio Arensi, la mostra ripercorrerà la storia di mezzo secolo di cultura, scritta sui volti dei suoi protagonisti, attraverso l’obiettivo di quello che Italo Zannier nella ‘Storia della fotografia italiana’ ha definito come “il fotografo più ragguardevole del dopoguerra”.
Nelle parole di Luca Caramella, presidente di Overview: “Dopo il successo dell’iniziativa dell’anno scorso dedicata a Chagall, quest’anno abbiamo voluto aprire le porte di Palazzo Penotti Ubertini alla grande fotografia e a uno dei suoi massimi interpreti, Gianni Berengo Gardin, convinti della necessità di far dialogare le bellezze di Orta San Giulio con mostre di assoluto fascino e qualità”.
Come scrive Flavio Arensi, “Questa mostra e il relativo libro, il duecentodecimo della lunga carriera di Gianni Berengo Gardin, rappresentano un unicum perché per la prima volta mostrano persone celebri del mondo della cultura, e non persone comuni. Questo lungo progetto è nato quasi per caso nel 2005, mentre con Gianni si era in viaggio verso lo studio di un giovane artista, e si è concretizzato dopo un’attenta selezione delle tante fotografie in archivio, molte delle quali inedite.
Il risultato è straordinario poiché da Warhol a Pasolini, fino allo studio di Morandi, ci troviamo dentro un lungo racconto degli ultimi cinquant'anni di storia i cui protagonisti sono i grandi personaggi dell'arte, del cinema, della letteratura e della musica incontrati e fotografati – quasi per caso – da uno dei più autorevoli reporter del mondo”.
Accompagna l’esposizione un catalogo Allemandi con oltre 200 immagini in bianco e nero (256 pagine).
Note biografiche
Ha lavorato in Italia e all'estero trascorrendo lunghi periodi a Roma, Parigi e in Svizzera. È autore di numerosi libri di fotografia.
Ha iniziato dal 1954 ad occuparsi di fotografia. Inizia la sua carriera di fotoreporter, nel 1965 quando lavora per Il Mondo di Mario Pannunzio. Negli anni a venire collabora con le maggiori testate nazionali e internazionali come Domus, Epoca, Le F**aro, L'Espresso, Time, Stern.
Il suo modo caratteristico di fotografare, il suo occhio attento al mondo e alle diverse realtà, dall'architettura al paesaggio, alla vita quotidiana, gli hanno decretato il successo internazionale e lo rendono un fotografo molto richiesto anche nel mercato della comunicazione d'immagine.
Molte delle più incisive fotografie pubblicitarie utilizzate negli ultimi cinquant'anni provengono dal suo archivio. Procter & Gamble e Olivetti più volte hanno usato le sue foto per promuovere la loro immagine. La sua amicizia con l'architetto Carlo Scarpa gli ha permesso di documentare alcune opere di quest'ultimo, come la tomba Brion vicino Treviso.
Berengo Gardin ha esposto le sue foto in centinaia di mostre che hanno celebrato il suo lavoro e la sua creatività in diverse parti del mondo: il MOMA di New York, la George Eastman House di Rochester, la Biblioteca Nazionale di Parigi, gli Incontri Internazionali di Arles, il Mois de la Photo di Parigi, le gallerie FNAC.
Nel 1991 una sua importante retrospettiva è stata ospitata dal Museo dell'Elysée a Losanna e nel 1994 le sue foto sono state incluse nella mostra dedicata all'Arte Italiana al Guggenheim Museum di New York. Ad Arles, durante gli Incontri Internazionali di Fotografia, ha ricevuto l'Oskar Barnack - Camera Group Award.
Gianni Berengo Gardin ha pubblicato oltre 150 libri di fotografia. Tra gli altri, Venise des Saisons, Morire di classe (con Carla Cerati), L'occhio come mestiere, Toscana, Francia, Gran Bretagna, Roma, Dentro le case, Dentro il lavoro, Scanno, Il Mondo, Un paese vent'anni dopo (con Cesare Zavattini), In treno attraverso l'Italia (con Ferdinando Scianna e Roberto Koch), fino al grande libro antologico dal titolo Gianni Berengo Gardin Fotografo (1990), Reportage in Sardegna 1968/2006 (Imago edizioni 2006).
Qualche anno fa ha dedicato il suo lavoro alle comunità di zingari in Italia e il libro Disperata Allegria - vivere da Zingari a Firenze ha vinto nel 1994 l'Oscar Barnack Award. Il suo ultimo libro è Italiani (Federico Motta Editore, 1999).
Le sue ultime mostre sono state a New York (1999 - Leica Gallery) e in Germania (2000). Nel 2005 la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche gli ha dedicato una monografia della collana "Grandi Autori". Nel novembre 2007, sempre la FIAF, ha editato la monografia "L'Abruzzo dei fotografi", che ospita (anche in copertina) dieci sue immagini dell'Aquila ed un'intervista.
Nel dicembre 2007, in occasione del Lucca Digital Photo Festival, ha esposto a Lucca il suo ultimo lavoro "Aiutiamo la Casa del Sole". Il 18 ottobre 2008 gli è stato assegnato il premio Lucie Award alla carriera, quale massimo riconoscimento per i suoi meriti fotografici
Gianni Berengo Gardin vive e lavora a Milano.
Palazzo Penotti Ubertini
Palazzo Penotti Ubertini sorge al centro dell’abitato di Orta San Giulio. L’edificio presenta un frontale imponente, con due balconi nel corpo centrale e un ampio portone attraverso al quale potevano transitare carrozze e cavalli. Splendido l’interno del primo piano con grandi saloni; qui s’incontra l’atrio, le cui pareti sono abbellite da armi antiche e da ritratti di personaggi storici legati alla storia dello stesso palazzo. Le sale sono ornate da stucchi, mentre i soffitti sono a cassettoni decorati, ancora conservati in buono stato.
I camini sono la caratteristica saliente di questo Palazzo: in particolare, quello in marmo bianco, sovrastato da un bel ritratto di un membro di Casa Savoia. Nella stanza verso nord ritroviamo un altro camino, questa volta cinquecentesco, in pietra serena, sovrastato a centro dallo stemma visconteo e di casa Penotti.
Circa l’erezione del Palazzo sappiamo che i Fortis o de Forte ebbero la casa da Francesco della Croce, erede di Francesca Gemelli: la casa dovette essere originariamente dei Gemelli e pare che il costruttore sia stato Paolo Gemelli, che la fece erigere nel primo decennio del secolo XVIII e fu terminata nel 1746: una riprova del possesso dei Gemelli è la presenza dallo stemma di casa Gemelli che si scorge in mezzo a un grazioso arco sulla Motta, contiguo al Palazzo Penotti. Dal costruttore Paolo Gemelli il Palazzo passò per eredità ai De Forte, che qui si rifugiarono durante la ventata napoleonica, provenienti da Venezia. In particolare a Marco Antonio De Forte, che fu Procuratore generale della Lombardia e per il suo talento e per i servigi resi ebbe il titolo di Barone e quello di Commendatore della Corona di Ferro.
Il Palazzo passò poi ai Penotti, famiglia di notai e giureconsulti della riviera d’Orta. Dal matrimonio del loro figlio Marco Antonio Penotti con l’ortese Maria Ubertini, l’edificio passò in eredità alla famiglia Ubertini, attuali proprietari che hanno da poco avviato una notevole opera di restauro conservativo, per riportare il Palazzo alla sua primitiva bellezza.
Orta San Giulio (NO), aprile 2009
Dal 23 maggio al 18 ottobre 2009, infatti, saranno protagoniste le immagini di uno dei più importanti fotografi italiani, Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930).
Lucie Award alla carriera nel 2008 - il premio Nobel della fotografia - Berengo Gardin presenterà una serie di cento scatti, molti dei quali inediti, che raffigurano alcune delle più rilevanti personalità della cultura del Novecento, da Umberto Eco a Cesare Zavattini, da Dario Fo a Renzo Piano, da Andy Warhol a Pier Paolo Pasolini, ad altri ancora, realizzate in oltre cinquant’anni di lavoro.
Organizzata dall'Associazione Culturale Overview da un progetto di Luca Caramella e Valeria Greppi, e curata da Flavio Arensi, la mostra ripercorrerà la storia di mezzo secolo di cultura, scritta sui volti dei suoi protagonisti, attraverso l’obiettivo di quello che Italo Zannier nella ‘Storia della fotografia italiana’ ha definito come “il fotografo più ragguardevole del dopoguerra”.
Nelle parole di Luca Caramella, presidente di Overview: “Dopo il successo dell’iniziativa dell’anno scorso dedicata a Chagall, quest’anno abbiamo voluto aprire le porte di Palazzo Penotti Ubertini alla grande fotografia e a uno dei suoi massimi interpreti, Gianni Berengo Gardin, convinti della necessità di far dialogare le bellezze di Orta San Giulio con mostre di assoluto fascino e qualità”.
Come scrive Flavio Arensi, “Questa mostra e il relativo libro, il duecentodecimo della lunga carriera di Gianni Berengo Gardin, rappresentano un unicum perché per la prima volta mostrano persone celebri del mondo della cultura, e non persone comuni. Questo lungo progetto è nato quasi per caso nel 2005, mentre con Gianni si era in viaggio verso lo studio di un giovane artista, e si è concretizzato dopo un’attenta selezione delle tante fotografie in archivio, molte delle quali inedite.
Il risultato è straordinario poiché da Warhol a Pasolini, fino allo studio di Morandi, ci troviamo dentro un lungo racconto degli ultimi cinquant'anni di storia i cui protagonisti sono i grandi personaggi dell'arte, del cinema, della letteratura e della musica incontrati e fotografati – quasi per caso – da uno dei più autorevoli reporter del mondo”.
Accompagna l’esposizione un catalogo Allemandi con oltre 200 immagini in bianco e nero (256 pagine).
Note biografiche
Ha lavorato in Italia e all'estero trascorrendo lunghi periodi a Roma, Parigi e in Svizzera. È autore di numerosi libri di fotografia.
Ha iniziato dal 1954 ad occuparsi di fotografia. Inizia la sua carriera di fotoreporter, nel 1965 quando lavora per Il Mondo di Mario Pannunzio. Negli anni a venire collabora con le maggiori testate nazionali e internazionali come Domus, Epoca, Le F**aro, L'Espresso, Time, Stern.
Il suo modo caratteristico di fotografare, il suo occhio attento al mondo e alle diverse realtà, dall'architettura al paesaggio, alla vita quotidiana, gli hanno decretato il successo internazionale e lo rendono un fotografo molto richiesto anche nel mercato della comunicazione d'immagine.
Molte delle più incisive fotografie pubblicitarie utilizzate negli ultimi cinquant'anni provengono dal suo archivio. Procter & Gamble e Olivetti più volte hanno usato le sue foto per promuovere la loro immagine. La sua amicizia con l'architetto Carlo Scarpa gli ha permesso di documentare alcune opere di quest'ultimo, come la tomba Brion vicino Treviso.
Berengo Gardin ha esposto le sue foto in centinaia di mostre che hanno celebrato il suo lavoro e la sua creatività in diverse parti del mondo: il MOMA di New York, la George Eastman House di Rochester, la Biblioteca Nazionale di Parigi, gli Incontri Internazionali di Arles, il Mois de la Photo di Parigi, le gallerie FNAC.
Nel 1991 una sua importante retrospettiva è stata ospitata dal Museo dell'Elysée a Losanna e nel 1994 le sue foto sono state incluse nella mostra dedicata all'Arte Italiana al Guggenheim Museum di New York. Ad Arles, durante gli Incontri Internazionali di Fotografia, ha ricevuto l'Oskar Barnack - Camera Group Award.
Gianni Berengo Gardin ha pubblicato oltre 150 libri di fotografia. Tra gli altri, Venise des Saisons, Morire di classe (con Carla Cerati), L'occhio come mestiere, Toscana, Francia, Gran Bretagna, Roma, Dentro le case, Dentro il lavoro, Scanno, Il Mondo, Un paese vent'anni dopo (con Cesare Zavattini), In treno attraverso l'Italia (con Ferdinando Scianna e Roberto Koch), fino al grande libro antologico dal titolo Gianni Berengo Gardin Fotografo (1990), Reportage in Sardegna 1968/2006 (Imago edizioni 2006).
Qualche anno fa ha dedicato il suo lavoro alle comunità di zingari in Italia e il libro Disperata Allegria - vivere da Zingari a Firenze ha vinto nel 1994 l'Oscar Barnack Award. Il suo ultimo libro è Italiani (Federico Motta Editore, 1999).
Le sue ultime mostre sono state a New York (1999 - Leica Gallery) e in Germania (2000). Nel 2005 la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche gli ha dedicato una monografia della collana "Grandi Autori". Nel novembre 2007, sempre la FIAF, ha editato la monografia "L'Abruzzo dei fotografi", che ospita (anche in copertina) dieci sue immagini dell'Aquila ed un'intervista.
Nel dicembre 2007, in occasione del Lucca Digital Photo Festival, ha esposto a Lucca il suo ultimo lavoro "Aiutiamo la Casa del Sole". Il 18 ottobre 2008 gli è stato assegnato il premio Lucie Award alla carriera, quale massimo riconoscimento per i suoi meriti fotografici
Gianni Berengo Gardin vive e lavora a Milano.
Palazzo Penotti Ubertini
Palazzo Penotti Ubertini sorge al centro dell’abitato di Orta San Giulio. L’edificio presenta un frontale imponente, con due balconi nel corpo centrale e un ampio portone attraverso al quale potevano transitare carrozze e cavalli. Splendido l’interno del primo piano con grandi saloni; qui s’incontra l’atrio, le cui pareti sono abbellite da armi antiche e da ritratti di personaggi storici legati alla storia dello stesso palazzo. Le sale sono ornate da stucchi, mentre i soffitti sono a cassettoni decorati, ancora conservati in buono stato.
I camini sono la caratteristica saliente di questo Palazzo: in particolare, quello in marmo bianco, sovrastato da un bel ritratto di un membro di Casa Savoia. Nella stanza verso nord ritroviamo un altro camino, questa volta cinquecentesco, in pietra serena, sovrastato a centro dallo stemma visconteo e di casa Penotti.
Circa l’erezione del Palazzo sappiamo che i Fortis o de Forte ebbero la casa da Francesco della Croce, erede di Francesca Gemelli: la casa dovette essere originariamente dei Gemelli e pare che il costruttore sia stato Paolo Gemelli, che la fece erigere nel primo decennio del secolo XVIII e fu terminata nel 1746: una riprova del possesso dei Gemelli è la presenza dallo stemma di casa Gemelli che si scorge in mezzo a un grazioso arco sulla Motta, contiguo al Palazzo Penotti. Dal costruttore Paolo Gemelli il Palazzo passò per eredità ai De Forte, che qui si rifugiarono durante la ventata napoleonica, provenienti da Venezia. In particolare a Marco Antonio De Forte, che fu Procuratore generale della Lombardia e per il suo talento e per i servigi resi ebbe il titolo di Barone e quello di Commendatore della Corona di Ferro.
Il Palazzo passò poi ai Penotti, famiglia di notai e giureconsulti della riviera d’Orta. Dal matrimonio del loro figlio Marco Antonio Penotti con l’ortese Maria Ubertini, l’edificio passò in eredità alla famiglia Ubertini, attuali proprietari che hanno da poco avviato una notevole opera di restauro conservativo, per riportare il Palazzo alla sua primitiva bellezza.
Orta San Giulio (NO), aprile 2009
23
maggio 2009
Gianni Berengo Gardin – Reportrait
Dal 23 maggio al 18 ottobre 2009
fotografia
Location
PALAZZO PENOTTI UBERTINI
Orta San Giulio, Via Corinna Caire Albertoletti, (Novara)
Orta San Giulio, Via Corinna Caire Albertoletti, (Novara)
Biglietti
intero € 7,00; ridotto € 5,00
Orario di apertura
da lunedì a giovedì 10.00 - 22.00; da venerdì a domenica 10.00 - 23.00; martedì chiuso. 15 settembre - 18 ottobre da lunedì a giovedì 10.00 - 19.00; da venerdì a domenica 10.00 - 23.00; martedì chiuso.
Vernissage
23 Maggio 2009, ore 18.30
Editore
ALLEMANDI
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore