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Gianni Callari – Iter, Itineris
In un percorso serrato e significativo emerge la figura di un artista autentico dalla fantasia fervida e capace di tramutare ogni sensazione esistenziale.
Comunicato stampa
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Un viaggio dal caos al cosmo
LE EMOZIONI VISIVE DI GIANNI CALLARI
di Anna Iozzino (storico e critico d'arte)
“Iter, itineris” è il tema suggestivo di quest' ultima personale di Gianni Callari, cineasta, soggettista, sceneggiatore, regista ed artista versatile e duttile con un’innata capacità di indagare umanamente su luoghi ed autori, su fatti ed eventi, su emozioni e sentimenti, su umori e colori riuscendo ad attraversare gli itinerari più vari con una costante carica empatica e con spunti creativi di grande originalità. In un percorso serrato e significativo emerge la figura di un artista autentico dalla fantasia fervida e capace di tramutare ogni sensazione esistenziale, ogni frammento di vita in immagini pregnanti con cadenze espressioniste nel senso che usa il colore come emozione, come stato d’animo e con un suo valore simbolico. Questo suo viaggio artistico inizia con l'opera Aetna del 1976, in bilico tra realtà ed astrazione, tra identità ed alterità, poiché “zumando” su un particolare, il cratere principale del grande vulcano attivo della Sicilia orientale, come spesso accade, la forma dinamica della lava incandescente va al di là del suo più immediato significato e sembra alludere all'espressione profonda delle passioni umane. Nel dipinto Grinta del 1977, Gianni Callari si affida alla compenetrazione dinamica dei piani e ai flussi suggestivi ed intricati che crea la materia in movimento, ritmata con sapienza nella gamma delle terre e delle ocre. E' un’immagine puramente mentale con legami indiretti a tutto ciò che ci circonda e che va alla ricerca di una propria dimensione esistenziale affrontando il viaggio evolutivo dal caos all’armonia cosmica. L'opera Estro, sempre del 1977, ha un suo slancio verticalistico che tende verso l'alto attraverso la vitalità del gesto e, poiché la mente umana è attraversata da un numero indefinibile di dimensioni, l'artista usa lo schermo della tela per rappresentare l'impronta dipinta dell'aspirazione dell'uomo alla conoscenza e ad elevarsi attraverso l'arte e la creatività. In Capelli di donna del 1979 è il potere evocativo e stimolante della macchia nelle sue molteplici letture che dà il via ad associazioni mentali imprevedibili ed ha il potere di colpire l’occhio di chi guarda, restituendo una visione che sembra scaturire da particolari giochi che sollecitano l'immaginazione sia del pittore che del fruitore. In Poire del 1983 ( busto di donna o pera? ) una forma ambigua, nel senso di una polivalenza di significati, pur nella sua essenzialità di linee, di cromie e di messaggio riesce a creare un'atmosfera concettuale e meditativa, una trasognata apparenza affabulatoria. In Ven del 1983, un'opera polimaterica con olio e creta su tela, il protagonista è il vento che nella scienza dei simboli non è soltanto un semplice movimento dell'aria, ma una manifestazione soprannaturale che rivela le intenzioni del destino. Al centro di un mulinello una maschera carica di miti e di reminiscenze ancestrali s'impone con una dilatazione di sentimenti ed una rivelazione di oscuri presagi. In Lucky Charm del 1984 le coordinate spaziali e sintetiche del soggetto costruiscono la sagoma di un gatto nero che, tra l'altro, in Inghilterra porta fortuna, e tendono a confondere e a rapire l’osservatore, conducendolo in un mondo ricco di suggestioni magiche. L'artista rielabora il suo soggetto in maniera che acquisti la sua evidenza plastica, oltre che nel ritmo delle zone più chiare e più scure, attraverso i suoi occhi obliqui e vuoti che lasciano intravedere un “oltre”. Nella pittura Les amants del 1984, gli elementi – linee, colori, rapporti di espressività - sono ridotti all'essenziale ed è proprio questa particolarità che stimola l’attenzione selettiva di chi fruisce di quest'opera, perché concede allo spettatore la rara possibilità creativa di poter cercare chiavi di percezione o di interpretazione molto personali. Nell'opera Le Trio del 1984 tre sagome maestose di gabbiani solcano il cielo in un gioco visivo, creativo e coloristico, non in maniera casuale, ma inseriti in una composizione generale capace di ampliare i confini e le possibilità dell'atto creativo. Minaccia o tentazione? L'intenso rimando poetico lascia nel dubbio. Nell'opera Avec les cheveux Roux del 1985, la figura di una donna dai capelli fulvi occupa la scena come fashion-diva per la sua diversità. E' costruita con una pittura che gode di una pennellata fluida e capace di creare evocative variazioni tonali. Il risultato formale ha valide connotazioni tecniche, spirituali ed introspettive, poiché nasce da un'esigenza interiore di comunicazione. La gamma di colori usata dall’artista appare come una tessitura cromatica pulsante di vita.. Tutte le creazioni pittoriche di Gianni Callari, dalla figurazione all'astrazione, rifuggono dalla pura riproduzione mimetica e riescono a fondere gli apporti culturali provenienti dalla tradizione con l'avanguardia sperimentale.
LE EMOZIONI VISIVE DI GIANNI CALLARI
di Anna Iozzino (storico e critico d'arte)
“Iter, itineris” è il tema suggestivo di quest' ultima personale di Gianni Callari, cineasta, soggettista, sceneggiatore, regista ed artista versatile e duttile con un’innata capacità di indagare umanamente su luoghi ed autori, su fatti ed eventi, su emozioni e sentimenti, su umori e colori riuscendo ad attraversare gli itinerari più vari con una costante carica empatica e con spunti creativi di grande originalità. In un percorso serrato e significativo emerge la figura di un artista autentico dalla fantasia fervida e capace di tramutare ogni sensazione esistenziale, ogni frammento di vita in immagini pregnanti con cadenze espressioniste nel senso che usa il colore come emozione, come stato d’animo e con un suo valore simbolico. Questo suo viaggio artistico inizia con l'opera Aetna del 1976, in bilico tra realtà ed astrazione, tra identità ed alterità, poiché “zumando” su un particolare, il cratere principale del grande vulcano attivo della Sicilia orientale, come spesso accade, la forma dinamica della lava incandescente va al di là del suo più immediato significato e sembra alludere all'espressione profonda delle passioni umane. Nel dipinto Grinta del 1977, Gianni Callari si affida alla compenetrazione dinamica dei piani e ai flussi suggestivi ed intricati che crea la materia in movimento, ritmata con sapienza nella gamma delle terre e delle ocre. E' un’immagine puramente mentale con legami indiretti a tutto ciò che ci circonda e che va alla ricerca di una propria dimensione esistenziale affrontando il viaggio evolutivo dal caos all’armonia cosmica. L'opera Estro, sempre del 1977, ha un suo slancio verticalistico che tende verso l'alto attraverso la vitalità del gesto e, poiché la mente umana è attraversata da un numero indefinibile di dimensioni, l'artista usa lo schermo della tela per rappresentare l'impronta dipinta dell'aspirazione dell'uomo alla conoscenza e ad elevarsi attraverso l'arte e la creatività. In Capelli di donna del 1979 è il potere evocativo e stimolante della macchia nelle sue molteplici letture che dà il via ad associazioni mentali imprevedibili ed ha il potere di colpire l’occhio di chi guarda, restituendo una visione che sembra scaturire da particolari giochi che sollecitano l'immaginazione sia del pittore che del fruitore. In Poire del 1983 ( busto di donna o pera? ) una forma ambigua, nel senso di una polivalenza di significati, pur nella sua essenzialità di linee, di cromie e di messaggio riesce a creare un'atmosfera concettuale e meditativa, una trasognata apparenza affabulatoria. In Ven del 1983, un'opera polimaterica con olio e creta su tela, il protagonista è il vento che nella scienza dei simboli non è soltanto un semplice movimento dell'aria, ma una manifestazione soprannaturale che rivela le intenzioni del destino. Al centro di un mulinello una maschera carica di miti e di reminiscenze ancestrali s'impone con una dilatazione di sentimenti ed una rivelazione di oscuri presagi. In Lucky Charm del 1984 le coordinate spaziali e sintetiche del soggetto costruiscono la sagoma di un gatto nero che, tra l'altro, in Inghilterra porta fortuna, e tendono a confondere e a rapire l’osservatore, conducendolo in un mondo ricco di suggestioni magiche. L'artista rielabora il suo soggetto in maniera che acquisti la sua evidenza plastica, oltre che nel ritmo delle zone più chiare e più scure, attraverso i suoi occhi obliqui e vuoti che lasciano intravedere un “oltre”. Nella pittura Les amants del 1984, gli elementi – linee, colori, rapporti di espressività - sono ridotti all'essenziale ed è proprio questa particolarità che stimola l’attenzione selettiva di chi fruisce di quest'opera, perché concede allo spettatore la rara possibilità creativa di poter cercare chiavi di percezione o di interpretazione molto personali. Nell'opera Le Trio del 1984 tre sagome maestose di gabbiani solcano il cielo in un gioco visivo, creativo e coloristico, non in maniera casuale, ma inseriti in una composizione generale capace di ampliare i confini e le possibilità dell'atto creativo. Minaccia o tentazione? L'intenso rimando poetico lascia nel dubbio. Nell'opera Avec les cheveux Roux del 1985, la figura di una donna dai capelli fulvi occupa la scena come fashion-diva per la sua diversità. E' costruita con una pittura che gode di una pennellata fluida e capace di creare evocative variazioni tonali. Il risultato formale ha valide connotazioni tecniche, spirituali ed introspettive, poiché nasce da un'esigenza interiore di comunicazione. La gamma di colori usata dall’artista appare come una tessitura cromatica pulsante di vita.. Tutte le creazioni pittoriche di Gianni Callari, dalla figurazione all'astrazione, rifuggono dalla pura riproduzione mimetica e riescono a fondere gli apporti culturali provenienti dalla tradizione con l'avanguardia sperimentale.
13
settembre 2010
Gianni Callari – Iter, Itineris
Dal 13 al 30 settembre 2010
arte contemporanea
Location
ART’S MOMENT
Roma, Via Della Greca, 5, (Roma)
Roma, Via Della Greca, 5, (Roma)
Orario di apertura
lunedì ore 8.00 - 14.00
martedì e giovedì ore 8.00 - 17.30
mercoledì e venerdì ore 8.00 - 18.30
Vernissage
13 Settembre 2010, su invito
Autore
Curatore