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Gianni Cortellessa – Memo
Venti fotografie in bianco e nero sulla necessità di non perdere la Memoria: personale, collettiva, e del classico
Comunicato stampa
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“Perdere la Memoria, è questo il punto. E mi fa paura, perché significa annullare il vissuto”.
Queste sono le parole con cui Gianni Cortellessa conclude un’intervista rilasciata nel 2006 a Francesca Vitale (www.nuovetendenze.org) su Memo, lavoro del 2003, ed è il concetto attorno al quale ruotano le 20 fotografie in bianco e nero che compongono la mostra.
Esse costituiscono un cammino all’interno della memoria personale del fotografo, che necessariamente diviene collettiva in quanto il rimembrare i propri avi, i ricordi di gioventù, ci riportano ad un mondo contadino, di fatica, di lavoro, comune a tutti: la fame, piantare il grano anche dove si sa che non crescerà, l’emigrazione, ma anche i gesti più quotidiani della nostra storia recente. Mentre il proprio amore per l’arte classica, esplicitato in più di un’immagine, e la constatazione di quanto il classico sia abbandonato nella cultura moderna, pone un problema collettivo di recupero delle proprie origini culturali. Non mancano neanche le allusioni alla storia civile del nostro paese, con i suoi ideali, le sue lotte, le sue sconfitte.
Da grande manipolatore e conoscitore delle potenzialità del mezzo fotografico qual è Gianni Cortellessa, ogni scatto, realizzato esclusivamente in analogico e in bianco e nero, è frutto di un lungo e paziente lavoro. Fotografie scattate in pieno giorno più nere della notte, sovrapposizioni di scatti freschi e di fotografie degli anni ’50, proiezioni di diapositive che vengono a loro volta fotografate, multiesposizioni in luoghi diversi nell’arco anche di 24 ore.
Il risultato è quanto di più simile ci possa essere a quella che noi immaginiamo sia la fisionomia della memoria: accesi contrasti chiaroscurali intervallati da tutte le gamme di grigio, chiarezza e confusione, oggetti che si sovrappongono, si perdono l’uno sull’altro, riemergono netti per un istante. E poi volti, strumenti, luoghi, simboli che si rincorrono, contrastano, fondono.
Venti fotografie in bianco e nero sulla necessità di non perdere la Memoria: personale, collettiva, e del classico. (Carlotta Monteverde)
Queste sono le parole con cui Gianni Cortellessa conclude un’intervista rilasciata nel 2006 a Francesca Vitale (www.nuovetendenze.org) su Memo, lavoro del 2003, ed è il concetto attorno al quale ruotano le 20 fotografie in bianco e nero che compongono la mostra.
Esse costituiscono un cammino all’interno della memoria personale del fotografo, che necessariamente diviene collettiva in quanto il rimembrare i propri avi, i ricordi di gioventù, ci riportano ad un mondo contadino, di fatica, di lavoro, comune a tutti: la fame, piantare il grano anche dove si sa che non crescerà, l’emigrazione, ma anche i gesti più quotidiani della nostra storia recente. Mentre il proprio amore per l’arte classica, esplicitato in più di un’immagine, e la constatazione di quanto il classico sia abbandonato nella cultura moderna, pone un problema collettivo di recupero delle proprie origini culturali. Non mancano neanche le allusioni alla storia civile del nostro paese, con i suoi ideali, le sue lotte, le sue sconfitte.
Da grande manipolatore e conoscitore delle potenzialità del mezzo fotografico qual è Gianni Cortellessa, ogni scatto, realizzato esclusivamente in analogico e in bianco e nero, è frutto di un lungo e paziente lavoro. Fotografie scattate in pieno giorno più nere della notte, sovrapposizioni di scatti freschi e di fotografie degli anni ’50, proiezioni di diapositive che vengono a loro volta fotografate, multiesposizioni in luoghi diversi nell’arco anche di 24 ore.
Il risultato è quanto di più simile ci possa essere a quella che noi immaginiamo sia la fisionomia della memoria: accesi contrasti chiaroscurali intervallati da tutte le gamme di grigio, chiarezza e confusione, oggetti che si sovrappongono, si perdono l’uno sull’altro, riemergono netti per un istante. E poi volti, strumenti, luoghi, simboli che si rincorrono, contrastano, fondono.
Venti fotografie in bianco e nero sulla necessità di non perdere la Memoria: personale, collettiva, e del classico. (Carlotta Monteverde)
22
febbraio 2008
Gianni Cortellessa – Memo
Dal 22 febbraio all'otto marzo 2008
fotografia
Location
PUNTO EINAUDI
Roma, Via Giulia, 81A, (Roma)
Roma, Via Giulia, 81A, (Roma)
Orario di apertura
lun 16.00 – 20.00; mart/sab 11.30 – 13.00 / 16.00 – 20.00
Vernissage
22 Febbraio 2008, ore 18.00
Autore