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Gianni Dessì – Riflessi
Riflessi, la prima personale di Gianni Dessì a Roma da quella del 1999 presso “Volume!” e la terza mostra della Galleria dell’Oca dalla riapertura della primavera 2003. Dopo Siskur dell’artista romano Nunzio e la mostra dedicata alle opere dei primi anni sessanta di Franco Angeli e Mario Schifano, la galleria espone un gruppo di lavori inediti di Dessì realizzati proprio per gli spazi dell’Oca. Sono dipinti di grande formato, installazioni e sculture che l’autore ha voluto riunire sotto il titolo Riflessi. La terza mostra della Galleria dell’Oca coincide anche con l’apertura di uno spazio in via Margutta, quasi un ingresso ideale che va ad aggiungersi agli spazi già noti di via della Mercede e la mostra di Dessì coinvolge entrambi i luoghi.
E’ una grande mano, infatti, che satura lo spazio di via Margutta - la prima stanza - una mano con l’indice alzato ad indicare un punto giallo sul soffitto, un’indicazione di percorso e nello stesso tempo un’affermazione di protagonismo del vedere ma anche un’apertura su un “oltre”, su una visione appunto. L’installazione si ricollega all’idea delle camere pictae che Dessì ha sviluppato in più occasioni come luoghi dove la pittura affacciandosi ridisegna lo spazio.
Nella seconda stanza, in via della Mercede, Dessì colloca una scultura in gesso dipinto di giallo - un volto, il proprio ritratto (?) - sopra il quale inserisce un’ulteriore dimensione: un rettangolo nero che contraddicendo la plasticità della scultura apre alla profondità virtuale della pittura. La vista, in quel punto dove sembra esserci un buco, inevitabilmente si fa più acuta a cercare un “dentro”, i segni di un possibile riconoscimento.
Nella terza, è il luogo stesso a mostrarsi: quattro pareti, due finestre di cui una aperta reca nella propria luce un dipinto su vetro montato sul serramento che divide il dentro dal fuori. In quel vetro dipinto si riflettono i segni esterni della facciata borrominiana. Intorno, sulle pareti, una serie di piccoli opere – Riflessi - dove la pittura investe gli stessi elementi: il vetro, il legno, la carta.
Nella quarta, una tela di grandi dimensioni Studio giallo occupa quasi per intero la parete. Un’interno, una profondità creata dal colore, due grandi “finestre” o “ tele” (?) bianche ai lati, un tavolo al centro della tela e sulla parete di fondo un “quadro” o una finestra (?): a differenza del vetro dipinto della stanza precedente in cui la pittura include e apre allo spazio reale, Studio Giallo immette nello spazio reale della stanza lo spazio mentale della pittura, lo studio dell’artista.
Nell’ultima stanza la mostra si chiude con due opere: Stella e Quadro Rosso. Qui l’idea della pittura di Dessì si ripropone in un repertorio di elementi specifici: la materia è ricca di stratificazioni eterogenee, il colore è steso con energia e sintesi gestuale, lo spazio è dilatato da tagli, complicato da inserti materici, ordinato, talvolta, da trame ottenute dalla stesura più composta del colore.
Gianni Dessì – Riflessi
Roma, Via Margutta, 54, (Roma)