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Gianni Galassi – Extralight
Fotografie 2002-2006
Comunicato stampa
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“Gianni Galassi: oltre i confini dei luoghi comuni.
(…) L’esperienza soggettiva dell’autore si unisce alle sollecitazioni che provengono dall’esterno e che si mescolano vicendevolmente man mano che il lavoro prosegue, alla ricerca di qualcosa di definitivo. Difficile stabilire un fermo immagine, quando ti accorgi che ciò che stai inquadrando è in continua evoluzione formale, tanto più se riferita ad una propria spazialità prospettica, che ne determina il movimento attraverso la luce. E’ questo elemento con i suoi riflessi sulle superfici metalliche o su quelle di cemento armato e molti altri materiali, a dare la tensione a queste costruzioni, mentre lo spazio, quando è altro e vive autonomo oltre l’immagine inquadrata, gioca con un influenza particolare sulle strutture che circonda. Nei paesaggi, il volontario collocarsi dell’opera in un determinato spazio, già prestabilito da Galassi sceglie è il risultato di un continuo indagare sulle funzioni del vuoto e della sua leggerezza, che superando la consistenza dei materiali, dà vita ad inaspettate gradazioni ritmiche, giocate sui toni dei chiari e degli scuri delle ombre.
I vuoti entrano a far parte di un’inquadratura come fossero i silenzi, le pause del suo respiro, in attesa che qualcosa muti sotto lo sguardo attento e avido di cambiamenti inaspettati. Con le sue fotografie Gianni Galassi riesce meravigliosamente a dare animo ad immagini da cui emergono molteplicità di ritmi sensibili: così come nella pittura seriale degli Anni Sessanta, quando il segno acquistava la strutturalità dinamica della forma, fino ad occupare secondo ritmi accelerati e sequenze scalari l’intera superficie del quadro, anche nelle immagini di Galassi si riscontra il ripetersi di moduli. Esso però non è il frutto di una ricerca personale volta alla rivalutazione di preconcetti storico culturali, ma piuttosto scaturisce da ciò che titolerei quale il Valore Aggiunto che rende le sue fotografie delle vere opere d’arte.
E’ evidente come Galassi manifesti una certa predilezione per le complicate articolazioni geometriche, fortemente personalizzate da quelle lunghe ma impagabili attese, affinché finalmente l’ombra, fenomeno naturale e astratto per eccellenza, giunga invece e solo in quel dato istante, tagliente e materica come mai, determinando l’impeccabilità di quello scatto. Diversamente, quando egli punta l’obiettivo sui paesaggi isolati, genera una nuova idea di purezza, quale risultato di quella semplicità d’espressione che caratterizza ogni sua opera, nuovamente liberata dall’idea iniziale.
La passione che l’autore dimostra continuamente per la ricerca non vuole certamente assimilarsi all’idea di uno sterile sperimentalismo o della superficiale esaltazione di luoghi e di forme.
Il vero non può fare alcuna concessione al superfluo: da qui la scelta di Gianni Galassi di rivelarci in questa mostra le sue nobili e ancor più preziose intuizioni, superando i confini dei luoghi comuni.
Miriam Castelnuovo”
Mostre Precedenti
LUCA FORMENTON+GIANNI GALASSI -ANNI LUCE- Galleria Arteutopia, Milano 2006;
FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA -L'ETA' DEL FERRO- slideshow, Roma 2006;
PLOT@RT 2005 -Dot Galerie Athens- Castello Colonna, Genazzano;
PERSONALE SOLO SHOW -LUOGHI CONTEMPORANEI- Orvieto 2005;
PERSONALE SOLO SHOW -LA MATEMATICA DEI VOLUMI- Galleria Arturarte, Nepi 2004;
STENDHAL 36 -Volume 1- Spazio Stendhal 36, Milano 2004;
PERSONALE SOLO SHOW -RIPARTE ROMA- Hotel Ripa, Roma 2004;
PERSONALE SOLO SHOW -IN-QUIETE- Galleria ArteUtopia, Musei di Porta Romana, Milano 2004;
PERSONALE SOLO SHOW -LINEE D'OMBRA- Orvieto 2004;
VITARTE, Viterbo 2004;
GIOVANE FOTOGRAFIA ANALITICA, Milano 1978
Biografia
Gianni Galassi nasce a Milano nel 1954. A cinque anni riceve dal padre, appassionato di fotografia, la prima fotocamera. A dodici apprende i primi rudimenti di camera oscura. Prende corpo in quel momento la predilezione per il bianco e nero. A sedici anni concilia gli studi con l'attività di assistente fotografo specializzato in riprese industriali. Nel contempo dà inizio a una ricerca personale nel campo della fotografia fine-art, che proseguirà anche dopo l'avvio dell'attività in proprio che lo vede specializzarsi nello still-life e nell'arredamento, con l'impiego di apparecchi a banco ottico. Gli anni successivi si riveleranno cruciali per la sua formazione estetica. Le fotografie di Hervé, di Robert Frank, di Mario Giacomelli e di Berndt e Hilla Becher sono i suoi riferimenti artistici.
A soli ventiquattro anni espone i suoi lavori alla Galleria "Il Diaframma" di Milano, diretta da Lanfranco Colombo. In seguito realizza per il regista Marco Tullio Giordana i sopralluoghi fotografici del film "Maledetti vi amerò". Ed è la produzione di un documentario sulla grande manifestazione dedicata dalla Biennale di Venezia proprio alla fotografia, ad allargare i suoi orizzonti creativi. Seguiranno altri documentari, insieme a numerosi spot per aziende italiane e straniere. Dopo varie esperienze come sceneggiatore e aiuto regista, si specializza nel campo della post-produzione, dando vita insieme a tre soci ad uno studio specializzato in montaggio video e in doppiaggio e sonorizzazione di film e telefilm. In seguito all'adozione del digitale Galassi inizia ad esprimersi anche col colore, che grazie alle nuove tecnologie è divenuto flessibile quanto il bianco e nero. Le sue opere trovano collezionisti in Italia e all’estero.
(…) L’esperienza soggettiva dell’autore si unisce alle sollecitazioni che provengono dall’esterno e che si mescolano vicendevolmente man mano che il lavoro prosegue, alla ricerca di qualcosa di definitivo. Difficile stabilire un fermo immagine, quando ti accorgi che ciò che stai inquadrando è in continua evoluzione formale, tanto più se riferita ad una propria spazialità prospettica, che ne determina il movimento attraverso la luce. E’ questo elemento con i suoi riflessi sulle superfici metalliche o su quelle di cemento armato e molti altri materiali, a dare la tensione a queste costruzioni, mentre lo spazio, quando è altro e vive autonomo oltre l’immagine inquadrata, gioca con un influenza particolare sulle strutture che circonda. Nei paesaggi, il volontario collocarsi dell’opera in un determinato spazio, già prestabilito da Galassi sceglie è il risultato di un continuo indagare sulle funzioni del vuoto e della sua leggerezza, che superando la consistenza dei materiali, dà vita ad inaspettate gradazioni ritmiche, giocate sui toni dei chiari e degli scuri delle ombre.
I vuoti entrano a far parte di un’inquadratura come fossero i silenzi, le pause del suo respiro, in attesa che qualcosa muti sotto lo sguardo attento e avido di cambiamenti inaspettati. Con le sue fotografie Gianni Galassi riesce meravigliosamente a dare animo ad immagini da cui emergono molteplicità di ritmi sensibili: così come nella pittura seriale degli Anni Sessanta, quando il segno acquistava la strutturalità dinamica della forma, fino ad occupare secondo ritmi accelerati e sequenze scalari l’intera superficie del quadro, anche nelle immagini di Galassi si riscontra il ripetersi di moduli. Esso però non è il frutto di una ricerca personale volta alla rivalutazione di preconcetti storico culturali, ma piuttosto scaturisce da ciò che titolerei quale il Valore Aggiunto che rende le sue fotografie delle vere opere d’arte.
E’ evidente come Galassi manifesti una certa predilezione per le complicate articolazioni geometriche, fortemente personalizzate da quelle lunghe ma impagabili attese, affinché finalmente l’ombra, fenomeno naturale e astratto per eccellenza, giunga invece e solo in quel dato istante, tagliente e materica come mai, determinando l’impeccabilità di quello scatto. Diversamente, quando egli punta l’obiettivo sui paesaggi isolati, genera una nuova idea di purezza, quale risultato di quella semplicità d’espressione che caratterizza ogni sua opera, nuovamente liberata dall’idea iniziale.
La passione che l’autore dimostra continuamente per la ricerca non vuole certamente assimilarsi all’idea di uno sterile sperimentalismo o della superficiale esaltazione di luoghi e di forme.
Il vero non può fare alcuna concessione al superfluo: da qui la scelta di Gianni Galassi di rivelarci in questa mostra le sue nobili e ancor più preziose intuizioni, superando i confini dei luoghi comuni.
Miriam Castelnuovo”
Mostre Precedenti
LUCA FORMENTON+GIANNI GALASSI -ANNI LUCE- Galleria Arteutopia, Milano 2006;
FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA -L'ETA' DEL FERRO- slideshow, Roma 2006;
PLOT@RT 2005 -Dot Galerie Athens- Castello Colonna, Genazzano;
PERSONALE SOLO SHOW -LUOGHI CONTEMPORANEI- Orvieto 2005;
PERSONALE SOLO SHOW -LA MATEMATICA DEI VOLUMI- Galleria Arturarte, Nepi 2004;
STENDHAL 36 -Volume 1- Spazio Stendhal 36, Milano 2004;
PERSONALE SOLO SHOW -RIPARTE ROMA- Hotel Ripa, Roma 2004;
PERSONALE SOLO SHOW -IN-QUIETE- Galleria ArteUtopia, Musei di Porta Romana, Milano 2004;
PERSONALE SOLO SHOW -LINEE D'OMBRA- Orvieto 2004;
VITARTE, Viterbo 2004;
GIOVANE FOTOGRAFIA ANALITICA, Milano 1978
Biografia
Gianni Galassi nasce a Milano nel 1954. A cinque anni riceve dal padre, appassionato di fotografia, la prima fotocamera. A dodici apprende i primi rudimenti di camera oscura. Prende corpo in quel momento la predilezione per il bianco e nero. A sedici anni concilia gli studi con l'attività di assistente fotografo specializzato in riprese industriali. Nel contempo dà inizio a una ricerca personale nel campo della fotografia fine-art, che proseguirà anche dopo l'avvio dell'attività in proprio che lo vede specializzarsi nello still-life e nell'arredamento, con l'impiego di apparecchi a banco ottico. Gli anni successivi si riveleranno cruciali per la sua formazione estetica. Le fotografie di Hervé, di Robert Frank, di Mario Giacomelli e di Berndt e Hilla Becher sono i suoi riferimenti artistici.
A soli ventiquattro anni espone i suoi lavori alla Galleria "Il Diaframma" di Milano, diretta da Lanfranco Colombo. In seguito realizza per il regista Marco Tullio Giordana i sopralluoghi fotografici del film "Maledetti vi amerò". Ed è la produzione di un documentario sulla grande manifestazione dedicata dalla Biennale di Venezia proprio alla fotografia, ad allargare i suoi orizzonti creativi. Seguiranno altri documentari, insieme a numerosi spot per aziende italiane e straniere. Dopo varie esperienze come sceneggiatore e aiuto regista, si specializza nel campo della post-produzione, dando vita insieme a tre soci ad uno studio specializzato in montaggio video e in doppiaggio e sonorizzazione di film e telefilm. In seguito all'adozione del digitale Galassi inizia ad esprimersi anche col colore, che grazie alle nuove tecnologie è divenuto flessibile quanto il bianco e nero. Le sue opere trovano collezionisti in Italia e all’estero.
31
gennaio 2007
Gianni Galassi – Extralight
Dal 31 gennaio al 25 febbraio 2007
fotografia
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
PALAZZO VENEZIA
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Orario di apertura
10-19; lunedì chiuso
Vernissage
31 Gennaio 2007, ore 18.30 presso l’Antico Refettorio Quattrocentesco di Palazzo Venezia
Autore
Curatore