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Gianni Iannitto – Man Made
Un ciclo pittorico in cui l’autore incontra -ritraducendoli con l’aggiunta di nuovi simboli- artisti a lui cari, come in una grande discarica culturale in cui egli si cala nella parte del raccoglitore di rifiuti. L’interesse è riflettere sul significato di produzione e sulla sua reale importanza.
Comunicato stampa
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“Il processo è semplice: le coltivazioni di prodotti alimentari vengono eliminate dal mercato mondiale e i contadini dei paesi cosiddetti sottosviluppati vengono magicamente trasformati in disoccupati nelle bidonville che vanno esapandendosi a dismisura in Africa o in America Latina” (Guy Debord, Il pianeta malato)
Iannitto, interessato recentemente al processo evolutivo umano, presenta un ciclo pittorico dall'emblematico titolo Man Made, interamente realizzato nel 2012. In questo ciclo l’autore incontra (ritraducendoli con l’aggiunta di nuovi simboli) artisti a lui cari, dal primitivismo di Matisse e Gaugin, passando per la pittura sociale di Millet – grande musa ispiratrice del Van Gogh più 'politicizzato’- il cinema di Fritz Lang e Charlie Chaplin, fino ad arrivare ai contemporanei (Wang Jiuliang, Vik Muniz, Pieter Hugo) che hanno sviluppato un loro discorso sui raccoglitori di rifiuti. Se tale processo potrebbe sembrare di tipo citazionistico, o al limite suggerire il detournament tanto caro ai situazionisti, all’autore piace riconoscerlo più che altro come il frutto di una grande discarica culturale, in cui egli si cala nella parte del raccoglitore di rifiuti... per cui diviene chiaro che con ‘Man Made’ l’interesse è riflettere sul significato di produzione e sulla sua reale importanza, anche lì dove si tratta di ripescare amori culturali che, triti e ritriti dai mass media e dai vari processi economici, perdono la loro dimensione originaria.
Gianni Iannitto, dopo un percorso artistico legato alla pittura, in seguito a collaborazioni con artisti del mondo della videoarte, inzia nel 2005 a lavorare come videoartista, affiancando tale attività al ruolo di videodocumentarista per i luoghi della cultura. Partito con una visione pop della videoarte, conseguenza della propria ricerca musicale, è andato pian piano ad interessarsi di temi a carattere sociale. Ricorrente è il tema della sua città: il problema rifiuti, la delinquenza, la salute, la libertà ed il futuro lavorativo dei cittadini. Ha così intensificato la propria ricerca nel campo della videoarte, rendendo il suono parte integrante di essa. Lavorando su due versanti, nel 2011 accantona temporaneamente il mondo dell’audiovisivo per ritornare in quello delle immagini statiche, da un lato col progetto grafico-illustrativo “Personaggi in cerca di lavoro”, dall’altro con la non-fotografia (assemblaggi di dati visivi di varia natura), entrambi miranti ad indagare la realtà dell'“evoluzione umana”.
Iannitto, interessato recentemente al processo evolutivo umano, presenta un ciclo pittorico dall'emblematico titolo Man Made, interamente realizzato nel 2012. In questo ciclo l’autore incontra (ritraducendoli con l’aggiunta di nuovi simboli) artisti a lui cari, dal primitivismo di Matisse e Gaugin, passando per la pittura sociale di Millet – grande musa ispiratrice del Van Gogh più 'politicizzato’- il cinema di Fritz Lang e Charlie Chaplin, fino ad arrivare ai contemporanei (Wang Jiuliang, Vik Muniz, Pieter Hugo) che hanno sviluppato un loro discorso sui raccoglitori di rifiuti. Se tale processo potrebbe sembrare di tipo citazionistico, o al limite suggerire il detournament tanto caro ai situazionisti, all’autore piace riconoscerlo più che altro come il frutto di una grande discarica culturale, in cui egli si cala nella parte del raccoglitore di rifiuti... per cui diviene chiaro che con ‘Man Made’ l’interesse è riflettere sul significato di produzione e sulla sua reale importanza, anche lì dove si tratta di ripescare amori culturali che, triti e ritriti dai mass media e dai vari processi economici, perdono la loro dimensione originaria.
Gianni Iannitto, dopo un percorso artistico legato alla pittura, in seguito a collaborazioni con artisti del mondo della videoarte, inzia nel 2005 a lavorare come videoartista, affiancando tale attività al ruolo di videodocumentarista per i luoghi della cultura. Partito con una visione pop della videoarte, conseguenza della propria ricerca musicale, è andato pian piano ad interessarsi di temi a carattere sociale. Ricorrente è il tema della sua città: il problema rifiuti, la delinquenza, la salute, la libertà ed il futuro lavorativo dei cittadini. Ha così intensificato la propria ricerca nel campo della videoarte, rendendo il suono parte integrante di essa. Lavorando su due versanti, nel 2011 accantona temporaneamente il mondo dell’audiovisivo per ritornare in quello delle immagini statiche, da un lato col progetto grafico-illustrativo “Personaggi in cerca di lavoro”, dall’altro con la non-fotografia (assemblaggi di dati visivi di varia natura), entrambi miranti ad indagare la realtà dell'“evoluzione umana”.
20
aprile 2012
Gianni Iannitto – Man Made
Dal 20 aprile al 03 maggio 2012
arte contemporanea
Location
SARAJEVO SUPERMARKET HOME STUDIO
Napoli, Via Matteo Ripa, 7, (Napoli)
Napoli, Via Matteo Ripa, 7, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17 alle 22 o su appuntamento
Vernissage
20 Aprile 2012, ore 18.00
Autore
Curatore