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Gianni Motti – Turn Over
uno strano monumento alla “vittoria” costringe gli spettatori al gesto simbolico della V
Comunicato stampa
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Con un doppio appuntamento, la Galleria Artra e l’Associazione Prometeo per l’arte contemporanea, inaugurano la prossima stagione espositiva con la prima ampia personale italiana di Gianni Motti.
Noto per le sue azioni di disturbo e in tempo reale, Gianni Motti presenterà per l’occasione due nuovi lavori raccolti sotto il titolo unico di Turn Over, a partire da mercoledì 15 e da sabato 18 ottobre 2003, rispettivamente presso la sede milanese della Galleria Artra e la chiesa lucchese di San Matteo, sede dell’Associazione Prometeo.
Campione di dirottamento e di incursione nei riti sociali e nelle manifestazioni collettive, nelle reti mediali e negli eventi naturali, Gianni Motti è autore di interventi a sorpresa, di situazioni puntuali entro contesti popolari precisi che lo vedono - di volta in volta - mutare ruolo e funzione, proponendo la figura dell’artista come psicanalista, tuttofare, calciatore, candidato alle elezioni, telepatico, terrorista. In sostanza, autore di una sorta di abusivismo permanente.
Se nel ’97 a Ginevra s’introduce all’ONU nel posto lasciato vuoto dal delegato indonesiano e parla in suo nome o nella città spagnola di Vigo dirotta una festa popolare nel proprio funerale, per “Manifesta 4” fa ricreare la cella di Ocalan dell’isola di Imrali in un luogo come Francoforte, dove la comunità kurda immigrata è più consistente. In questo senso, la pratica artistica di Gianni Motti è una sorta di performativismo assoluto, un’attività senza opera, un attivismo trasversale e onnipresente. Più simile all’agire politico, dunque, che a qualsiasi attitudine o strategia estetica.
Ma dopo le ultime prove a cui abbiamo assistito, dopo la manifestazione di protesta kurda ”Liberez Ocalan” presentata al Palais de Tokyo per la mostra “Hardcore” e dopo aver messo in scena un blitz con soldati Usa alla Biennale di Praga, che cosa farà in questa occasione italiana? Il titolo stesso Turn Over, tratto dal lessico sportivo, lascia ampi margini di indeterminazione e mentre allude alla disseminazione e alla moltiplicazione dei suoi interventi (davvero incalzanti negli ultimi tempi), non ci dice niente delle formazioni con cui, di seguito, scenderà in campo.
Sappiamo solo che a Milano, presso la Galleria Artra, farà costruire uno strano monumento alla “vittoria”, costringendo gli spettatori al gesto simbolico della V, mentre nel grande spazio lucchese di San Matteo, Gianni Motti si sottrarrà come artista per lasciar prendere posto alla realtà: un’altra minoranza, una popolazione sconfitta, una comunità immaginata?
Noto per le sue azioni di disturbo e in tempo reale, Gianni Motti presenterà per l’occasione due nuovi lavori raccolti sotto il titolo unico di Turn Over, a partire da mercoledì 15 e da sabato 18 ottobre 2003, rispettivamente presso la sede milanese della Galleria Artra e la chiesa lucchese di San Matteo, sede dell’Associazione Prometeo.
Campione di dirottamento e di incursione nei riti sociali e nelle manifestazioni collettive, nelle reti mediali e negli eventi naturali, Gianni Motti è autore di interventi a sorpresa, di situazioni puntuali entro contesti popolari precisi che lo vedono - di volta in volta - mutare ruolo e funzione, proponendo la figura dell’artista come psicanalista, tuttofare, calciatore, candidato alle elezioni, telepatico, terrorista. In sostanza, autore di una sorta di abusivismo permanente.
Se nel ’97 a Ginevra s’introduce all’ONU nel posto lasciato vuoto dal delegato indonesiano e parla in suo nome o nella città spagnola di Vigo dirotta una festa popolare nel proprio funerale, per “Manifesta 4” fa ricreare la cella di Ocalan dell’isola di Imrali in un luogo come Francoforte, dove la comunità kurda immigrata è più consistente. In questo senso, la pratica artistica di Gianni Motti è una sorta di performativismo assoluto, un’attività senza opera, un attivismo trasversale e onnipresente. Più simile all’agire politico, dunque, che a qualsiasi attitudine o strategia estetica.
Ma dopo le ultime prove a cui abbiamo assistito, dopo la manifestazione di protesta kurda ”Liberez Ocalan” presentata al Palais de Tokyo per la mostra “Hardcore” e dopo aver messo in scena un blitz con soldati Usa alla Biennale di Praga, che cosa farà in questa occasione italiana? Il titolo stesso Turn Over, tratto dal lessico sportivo, lascia ampi margini di indeterminazione e mentre allude alla disseminazione e alla moltiplicazione dei suoi interventi (davvero incalzanti negli ultimi tempi), non ci dice niente delle formazioni con cui, di seguito, scenderà in campo.
Sappiamo solo che a Milano, presso la Galleria Artra, farà costruire uno strano monumento alla “vittoria”, costringendo gli spettatori al gesto simbolico della V, mentre nel grande spazio lucchese di San Matteo, Gianni Motti si sottrarrà come artista per lasciar prendere posto alla realtà: un’altra minoranza, una popolazione sconfitta, una comunità immaginata?
18
ottobre 2003
Gianni Motti – Turn Over
Dal 18 ottobre al 15 novembre 2003
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTRA
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Milano, Via Francesco Burlamacchi, 1, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.30
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