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Gianni Piacentino 1965 – 2000
Per questa occasione sarà persentato l’intero percorso dell’artista, partendo dalle prime sculture “minimaliste”, passando per alcuni straordinari “veicoli” degli anni Settanta e Ottanta, giungendo alle opere più recenti. A Piacentino va riconosciuta la capacità di essersi creato un percorso autonomo rispetto alll’Arte Povera, con la quale ha iniziato.. La mostra è accompagnata da un catalogo prodotto in collaborazione con il Centre d’Art Contemporain di Ginevra. Si tratta della prima ampia monografia dedicata all’artista ed include alcuni saggi inediti di Laura Cherubini, Marc-Olivier Wahler, Christophe Khim, Dan Cameron, un’intervista di Hans Ulrich Obrist e una cronologia per immagini realizzata da Marianna Vecellio.
Comunicato stampa
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La Fondazione Giuliani è lieta di presentare Gianni Piacentino 1965 – 2000, la prima retrospettiva dedicata
all’artista torinese a Roma. A cura di Andrea Bellini, la mostra segue la grande retrospettiva presentata
nell’estate 2013 dal Centre d’Art Contemporain (CAC) di Ginevra, rappresentando un’occasione unica per
scoprire l’opera di questo straordinario artista, tra i protagonisti –appena ventenne- del movimento dell’Arte
Povera e soprattutto autore di una versione molto autonoma e tutta italiana del minimalismo americano.
Personalità complessa e difficilmente inquadrabile in un singolo gruppo, nel 1968 - all’età di ventitre anni -
Piacentino decide di abbandonare il gruppo dell’Arte Povera per dedicarsi alla realizzazione di tutta una vasta
gamma di curiosi veicoli a due e tre ruote. Sono mezzi di trasporto ideali, senza alcuna funzione, caratterizzati
da forme aereodinamiche e da colori e decorazioni raffinate. Gli stessi metalli impiegati hanno una valenza
pittorica e decorativa: basti guardare al modo nel quale sono associati in piccoli dettagli l’oro, l’argento, il
rame, il cromo e il nichel. I veicoli, nelle loro variazioni formali fanno riferimento a un’estetica che spazia
dalle prime auto da competizione del secolo scorso a quelle più moderne, dalle fusoliere dei primi aeroplani
ai monopattini, dai serbatoi delle moto degli anni Venti e Trenta fino a quelli più recenti. Nella forma e nella
struttura tendono a mantenere il carattere minimal delle sculture realizzate nei quattro anni precedenti. Come
le prime sculture minimali anche i veicoli tendono a porsi come traiettorie di colore nello spazio, arricchendosi
tuttavia di curve, linee ed elementi ornamentali che ricordano direttamente l’elegante apparato decorativo
Liberty e Art Deco. Questa cosmogonia meccanica a partire dagli anni Settanta comincia a portare un marchio
di fabbrica: compare sui suoi veicoli la ripetizione ossessiva ed onnipresente della sigla GP, le iniziali del suo
nome.
La Fondazione Giuliani presenta in questa occasione l’intero percorso dell’artista, dalle prime sculture
“minimaliste” ad alcuni straordinari “veicoli” degli anni Settanta e Ottanta, comprese diverse opere piu’ recenti.
La mostra è accompagnata da un catalogo prodotto in collaborazione con il Centre d’Art Contemporain di
Ginevra. Si tratta della prima ampia monografia dedicata all’artista ed include alcuni saggi inediti di Laura
Cherubini, Marc-Olivier Wahler, Christophe Khim, Dan Cameron, un’intervista di Hans Ulrich Obrist e una
cronologia per immagini realizzata da Marianna Vecellio.
Le opere di Gianni Piacentino sono state presentate in istituzioni pubbliche quali il Centre d’Art Contemporain
di Ginevra, il MoMA PS1 a New York, il Museum am Ostwall a Dortmund, Gesellschaft für Aktuelle Kunst
a Bremen, la National Galerie di Berlino, il Centro de Arte Reina Sofia, Madrid e il Palais des Beaux Arts,
Bruxelles. Nel 1977 l’artista è stato invitato a Documenta 6, Kassel e nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia.
all’artista torinese a Roma. A cura di Andrea Bellini, la mostra segue la grande retrospettiva presentata
nell’estate 2013 dal Centre d’Art Contemporain (CAC) di Ginevra, rappresentando un’occasione unica per
scoprire l’opera di questo straordinario artista, tra i protagonisti –appena ventenne- del movimento dell’Arte
Povera e soprattutto autore di una versione molto autonoma e tutta italiana del minimalismo americano.
Personalità complessa e difficilmente inquadrabile in un singolo gruppo, nel 1968 - all’età di ventitre anni -
Piacentino decide di abbandonare il gruppo dell’Arte Povera per dedicarsi alla realizzazione di tutta una vasta
gamma di curiosi veicoli a due e tre ruote. Sono mezzi di trasporto ideali, senza alcuna funzione, caratterizzati
da forme aereodinamiche e da colori e decorazioni raffinate. Gli stessi metalli impiegati hanno una valenza
pittorica e decorativa: basti guardare al modo nel quale sono associati in piccoli dettagli l’oro, l’argento, il
rame, il cromo e il nichel. I veicoli, nelle loro variazioni formali fanno riferimento a un’estetica che spazia
dalle prime auto da competizione del secolo scorso a quelle più moderne, dalle fusoliere dei primi aeroplani
ai monopattini, dai serbatoi delle moto degli anni Venti e Trenta fino a quelli più recenti. Nella forma e nella
struttura tendono a mantenere il carattere minimal delle sculture realizzate nei quattro anni precedenti. Come
le prime sculture minimali anche i veicoli tendono a porsi come traiettorie di colore nello spazio, arricchendosi
tuttavia di curve, linee ed elementi ornamentali che ricordano direttamente l’elegante apparato decorativo
Liberty e Art Deco. Questa cosmogonia meccanica a partire dagli anni Settanta comincia a portare un marchio
di fabbrica: compare sui suoi veicoli la ripetizione ossessiva ed onnipresente della sigla GP, le iniziali del suo
nome.
La Fondazione Giuliani presenta in questa occasione l’intero percorso dell’artista, dalle prime sculture
“minimaliste” ad alcuni straordinari “veicoli” degli anni Settanta e Ottanta, comprese diverse opere piu’ recenti.
La mostra è accompagnata da un catalogo prodotto in collaborazione con il Centre d’Art Contemporain di
Ginevra. Si tratta della prima ampia monografia dedicata all’artista ed include alcuni saggi inediti di Laura
Cherubini, Marc-Olivier Wahler, Christophe Khim, Dan Cameron, un’intervista di Hans Ulrich Obrist e una
cronologia per immagini realizzata da Marianna Vecellio.
Le opere di Gianni Piacentino sono state presentate in istituzioni pubbliche quali il Centre d’Art Contemporain
di Ginevra, il MoMA PS1 a New York, il Museum am Ostwall a Dortmund, Gesellschaft für Aktuelle Kunst
a Bremen, la National Galerie di Berlino, il Centro de Arte Reina Sofia, Madrid e il Palais des Beaux Arts,
Bruxelles. Nel 1977 l’artista è stato invitato a Documenta 6, Kassel e nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia.
07
febbraio 2014
Gianni Piacentino 1965 – 2000
Dal 07 febbraio al 05 aprile 2014
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE GIULIANI PER L’ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Gustavo Bianchi, 1, (Roma)
Roma, Via Gustavo Bianchi, 1, (Roma)
Vernissage
7 Febbraio 2014, h 18
Ufficio stampa
ELENA BARI - NEWRELEASE
Autore
Curatore