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Gianni Politi – I tool U
Grandi lavori a grafite su carta intelata e a fusaggine su carta da spolvero che riportano strumenti totemizzati. Per l’occasione l’artista presenta due installazioni site specific per CO2.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 3 aprile alle ore 20.00, presso la sede della galleria CO2 contemporary art, Giorgio Galotti ha il piacere di presentare la personale dell’artista GIANNI POLITI, a cura di Gianluca Marziani e Maria Letizia Bixio, dal titolo “I tool U”.
“Io ti uso”, questo l’ironico slogan con cui si presenta al pubblico il giovanissimo artista romano, rielaborando il più romantico degli slogan: “I love you”. Intrigante e provocatore, volutamente ambiguo e trasversale, Politi incentra (o forse centra) il suo lavoro nel vuoto spazio infinito della carta intelata, dove la violenza di un tratto gestuale a grafite cela e svela null’altro che puri strumenti da lavoro. Oggetti familiari che si trasformano senza trasformarsi, semplici congegni manuali che agiscono sui nostri meccanismi emotivi in modo complesso e detonante.
La ricerca muove dal desiderio di ritrarre, nobilitati in nuove sembianze totemiche, oggetti d’uso comune, banali strumenti da lavoro per l’appunto, una rappresentazione realistica che in virtù della dilatazione spaziale diviene creazione e allo stesso tempo distruzione, senso e controsenso in una sola forma evocativa. Dice Gianluca Marziani: “Le apparizioni iconiche si trasformano in oggetti alieni dalle fattezze plausibili. Richiamando il cortocircuito surrealista di Konrad Klapheck, Politi indaga la metafisica ribollente della forma statica, scovando il fuoco interiore degli archetipi da lavoro manuale. Lo sguardo sul suo armamentario ci impone un’azione privata sui meccanismi del giudizio e del pregiudizio, sui sistemi che regolano il nostro volume morale”.
Enormi grafiti su carta intelata e fusaggini su carta da spolvero, due tra le tecniche impiegate per sintetizzare la forza dei suoi segni verticali, via via quasi automatici: tagli geometrici e profondi indagano oltre la superficie, spaziano nella tridimensionalità, portando la durezza dell’azione ad essere mezzo per cogliere la piacevolezza della percezione visiva. Ciò che più colpisce è la capacità di trasformare la bidimensionalità del disegno su carta in una sorta di scultura tridimensionale: ove ciò che solitamente è sottile e leggero, come una linea di grafite, riappare solido, pesante, sporco. In ogni opera restano impresse le tracce di un forte contatto fisico. Lo spettatore vedrà un microcosmo di oggetti riconoscibili che mutano in qualcosa di macroscopico e imponente, così da rendere un’innocua forbice più crudele e spaventosa di una granata.
Nell’immaginario di Politi gli “strumenti da lavoro” prescindono dalla tipologia del loro uso primario, dunque anche la guerra offre ai suoi operai/soldati un degno “armamentario” di Tools. Per l’occasione l’autore ha realizzato due installazioni site specific: la prima è Child trap, il dolce e l’amaro di un feticcio bellico, un insolito binomio con la bomba/leccalecca, trappola letale per bambini curiosi/golosi; la seconda si intitola Chocolaterie Lourde, geniale citazione dell’Artillerie lourde di Reinhart, pezzo per chitarra degli anni ’40.
Il percorso della mostra, dipanandosi tra disegni ed installazioni, sintetizza un adeguato confronto con materiali e tecniche eterogenee, frutto di un linguaggio e di una narrazione dai toni inconfondibili.
Preview per la Stampa: Venerdì 3 aprile ore 12:00
Inaugurazione: Venerdì 3 aprile dalle ore 20:00 (fino alle 24:00)
in collaborazione con il Freaky Friday di “ROMA - The Road to contemporary art”
Fino al 30 aprile 2009
lun-ven 10.30-19.30 e sab. 14.30-19.30
CO2 contemporary art
Borgo Vittorio 9b – 00193 Roma
Biografia
Gianni Politi è nato a Roma nel 1986. Studiando filosofia ha scoperto il suo interesse estetico per la modernità, analizzata e sviscerata attraverso l’uso di molteplici media artistici. Nella serie “Tools” Politi inizia la sua ricerca sulle icone inorganiche del contemporaneo, sia dal punto di vista estetico che politico, attraverso la rappresentazione e la trasformazione degli attrezzi che sono utilizzati ogni giorno per difendere lo “status quo” dell’economia occidentale. Gli oggetti sono scelti tra le armi più letali usate dagli eserciti occidentali ma anche tra gli strumenti che Politi impiega nei suoi lavori. Questa contrapposizione esprime sia la fascinazione per i materiali che la metafora del lavoro come mezzo di sopravvivenza contro il potere distruttivo delle armi e della politica aggressiva. Le due tipologie di strumenti sono utilizzate per raggiungere lo stesso fine: il beneficio di chi li utilizza. Uno però di ordine morale ed innocuo, l’altro violento ed irrispettoso. Nella serie “Red Flags”, Politi gioca con il terrorismo di stampo comunista dei decenni passati, evidenziando le ambiguità che si nascondono dietro la certezza didascalica di alcune icone popolari. Oggi Gianni Politi vive e lavora tra Roma e Milano.
“Io ti uso”, questo l’ironico slogan con cui si presenta al pubblico il giovanissimo artista romano, rielaborando il più romantico degli slogan: “I love you”. Intrigante e provocatore, volutamente ambiguo e trasversale, Politi incentra (o forse centra) il suo lavoro nel vuoto spazio infinito della carta intelata, dove la violenza di un tratto gestuale a grafite cela e svela null’altro che puri strumenti da lavoro. Oggetti familiari che si trasformano senza trasformarsi, semplici congegni manuali che agiscono sui nostri meccanismi emotivi in modo complesso e detonante.
La ricerca muove dal desiderio di ritrarre, nobilitati in nuove sembianze totemiche, oggetti d’uso comune, banali strumenti da lavoro per l’appunto, una rappresentazione realistica che in virtù della dilatazione spaziale diviene creazione e allo stesso tempo distruzione, senso e controsenso in una sola forma evocativa. Dice Gianluca Marziani: “Le apparizioni iconiche si trasformano in oggetti alieni dalle fattezze plausibili. Richiamando il cortocircuito surrealista di Konrad Klapheck, Politi indaga la metafisica ribollente della forma statica, scovando il fuoco interiore degli archetipi da lavoro manuale. Lo sguardo sul suo armamentario ci impone un’azione privata sui meccanismi del giudizio e del pregiudizio, sui sistemi che regolano il nostro volume morale”.
Enormi grafiti su carta intelata e fusaggini su carta da spolvero, due tra le tecniche impiegate per sintetizzare la forza dei suoi segni verticali, via via quasi automatici: tagli geometrici e profondi indagano oltre la superficie, spaziano nella tridimensionalità, portando la durezza dell’azione ad essere mezzo per cogliere la piacevolezza della percezione visiva. Ciò che più colpisce è la capacità di trasformare la bidimensionalità del disegno su carta in una sorta di scultura tridimensionale: ove ciò che solitamente è sottile e leggero, come una linea di grafite, riappare solido, pesante, sporco. In ogni opera restano impresse le tracce di un forte contatto fisico. Lo spettatore vedrà un microcosmo di oggetti riconoscibili che mutano in qualcosa di macroscopico e imponente, così da rendere un’innocua forbice più crudele e spaventosa di una granata.
Nell’immaginario di Politi gli “strumenti da lavoro” prescindono dalla tipologia del loro uso primario, dunque anche la guerra offre ai suoi operai/soldati un degno “armamentario” di Tools. Per l’occasione l’autore ha realizzato due installazioni site specific: la prima è Child trap, il dolce e l’amaro di un feticcio bellico, un insolito binomio con la bomba/leccalecca, trappola letale per bambini curiosi/golosi; la seconda si intitola Chocolaterie Lourde, geniale citazione dell’Artillerie lourde di Reinhart, pezzo per chitarra degli anni ’40.
Il percorso della mostra, dipanandosi tra disegni ed installazioni, sintetizza un adeguato confronto con materiali e tecniche eterogenee, frutto di un linguaggio e di una narrazione dai toni inconfondibili.
Preview per la Stampa: Venerdì 3 aprile ore 12:00
Inaugurazione: Venerdì 3 aprile dalle ore 20:00 (fino alle 24:00)
in collaborazione con il Freaky Friday di “ROMA - The Road to contemporary art”
Fino al 30 aprile 2009
lun-ven 10.30-19.30 e sab. 14.30-19.30
CO2 contemporary art
Borgo Vittorio 9b – 00193 Roma
Biografia
Gianni Politi è nato a Roma nel 1986. Studiando filosofia ha scoperto il suo interesse estetico per la modernità, analizzata e sviscerata attraverso l’uso di molteplici media artistici. Nella serie “Tools” Politi inizia la sua ricerca sulle icone inorganiche del contemporaneo, sia dal punto di vista estetico che politico, attraverso la rappresentazione e la trasformazione degli attrezzi che sono utilizzati ogni giorno per difendere lo “status quo” dell’economia occidentale. Gli oggetti sono scelti tra le armi più letali usate dagli eserciti occidentali ma anche tra gli strumenti che Politi impiega nei suoi lavori. Questa contrapposizione esprime sia la fascinazione per i materiali che la metafora del lavoro come mezzo di sopravvivenza contro il potere distruttivo delle armi e della politica aggressiva. Le due tipologie di strumenti sono utilizzate per raggiungere lo stesso fine: il beneficio di chi li utilizza. Uno però di ordine morale ed innocuo, l’altro violento ed irrispettoso. Nella serie “Red Flags”, Politi gioca con il terrorismo di stampo comunista dei decenni passati, evidenziando le ambiguità che si nascondono dietro la certezza didascalica di alcune icone popolari. Oggi Gianni Politi vive e lavora tra Roma e Milano.
03
aprile 2009
Gianni Politi – I tool U
Dal 03 al 30 aprile 2009
arte contemporanea
serata - evento
giovane arte
disegno e grafica
serata - evento
giovane arte
disegno e grafica
Location
CO2
Roma, (Roma)
Roma, (Roma)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 10.30-19.30 e sab. 15.30-19.30
Vernissage
3 Aprile 2009, ore 20.00 (fino alle 24.00)
Autore
Curatore