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Giappone. Dai Samurai a Mazinga
dopo le quattro grandi mostre dedicate alla Cina, lo straordinario successo dell’esposizione dedicata al Tibet e la rassegna dedicata alle Magie dell’India, farà da cornice ai capolavori d’arte provenienti dal Giappone.
Comunicato stampa
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Dall’11 ottobre 2014 al 22 febbraio 2015, Casa dei Carraresi di Treviso, dopo le quattro grandi mostre dedicate alla Cina, lo straordinario successo dell’esposizione dedicata al Tibet e la rassegna dedicata alle Magie dell’India, farà da cornice ai capolavori d’arte provenienti dal Giappone.
1868. Questo il numero magico da cui prende il via il racconto del fascino, della cultura, dei misteri del Giappone, narrato da Casa dei Carraresi dal prossimo 11 ottobre. Nel 1868 infatti il Giappone destituiva l’ultimo shogun Tokugawa, restituiva il potere al giovane imperatore Meiji (1852-1912) e apriva le porte all’Occidente rivelando la sua cultura millenaria, frutto di una particolarissima evoluzione, del tutto inusuale per l’Occidente, proprio grazie alla chiusura che quest’arcipelago seppe custodire gelosamente per secoli.
Da quel 1868, il Giappone sviluppò una cultura del tutto originale, dovuta alle contaminazioni con l’esterno che seppero fondersi con lo spirito più misterioso di questo popolo, in un connubio di rara eleganza e straordinaria raffinatezza. In questo armonico contrasto – quasi un paradosso – risiede l’aspetto più interessante della cultura giapponese, creata da un popolo che diede i natali ai più feroci guerrieri - i Samurai -, e alle più delicate e raffinate figure femminili - le Geishe -, che seppe aspirare alla perfezione nel compiere ritualmente un unico gesto immutabile di secolo in secolo - la Cultura de Tè -, e perfezionare la propria tecnologia elevandosi ad esempio insuperato per tutto il mondo - i Robot -.
Giocata su questo contrasto, la ricchissima mostra proposta da Sigillum - curata da ADRIANO MÀDARO e FRANCESCO MORENA, allestita dagli architetti Marco Sala e Giovanna Colombo - espone oltre 500 reperti, tra oggetti d’arte databili tra il XVII e il XX secolo, prestiti da collezioni private e museali, armi, armature, ceramiche e porcellane, rotoli dipinti, paraventi, straordinarie lacche, stampe dell’Ukiyo-e (letteralmente “Immagini del Mondo Fluttuante”, opere dei grandi maestri Hokusai, Utamaro, Hiroshige), le Shunga (immagini erotiche), Netsuke, maschere, tessuti e preziosi Kimono, sculture in legno e in altri pregiati materiali. Nel percorso trovano ampio spazio anche strumenti didattici che illustrano l’arte antica e le più recenti tendenze della cultura e dell’arte, documentazione tratta da fumetti, fotografie, stralci di film del grande Akira Kurosawa.
Insomma tutto il Giappone dell’immaginario collettivo, che spazia appunto dai Samurai alle Geishe, alla Cerimonia del Té, alla paziente cultura del Bonsai, alla Festa dei Ciliegi in fiore, all’Ikebana, all’incanto ipnotico del teatro Kabuki, del teatro Nō, sino al fascino esercitato dalla pittura giapponese sui grandi movimenti pittorici europei, l’Impressionismo e l’Espressionismo, basti citare tra tutti Van Gogh e Monet. In mostra vi sono anche le due stampe di Hiroshige che furono modello per Van Gogh, il quale le copiò a testimonianza del suo apprezzamento per l’arte giapponese. Accanto a queste opere vi saranno anche le riproduzioni degli originali custoditi al Museo Van Gogh di Amsterdam.
A conclusione di questo racconto di viaggio, i curatori non potevano tralasciare il Giappone di oggi e la sua arte espressa nei famosissimi Manga. Disseminati lungo tutto il percorso espositivo, i Robot giunti in Italia negli anni Settanta grazie ai primi fumetti e video animati, come Mazinga Z, Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio, veglieranno sui visitatori, quasi come Samurai di un futuro che per molti oggi è nostalgico ed appassionato ricordo di gioventù.
1868. Questo il numero magico da cui prende il via il racconto del fascino, della cultura, dei misteri del Giappone, narrato da Casa dei Carraresi dal prossimo 11 ottobre. Nel 1868 infatti il Giappone destituiva l’ultimo shogun Tokugawa, restituiva il potere al giovane imperatore Meiji (1852-1912) e apriva le porte all’Occidente rivelando la sua cultura millenaria, frutto di una particolarissima evoluzione, del tutto inusuale per l’Occidente, proprio grazie alla chiusura che quest’arcipelago seppe custodire gelosamente per secoli.
Da quel 1868, il Giappone sviluppò una cultura del tutto originale, dovuta alle contaminazioni con l’esterno che seppero fondersi con lo spirito più misterioso di questo popolo, in un connubio di rara eleganza e straordinaria raffinatezza. In questo armonico contrasto – quasi un paradosso – risiede l’aspetto più interessante della cultura giapponese, creata da un popolo che diede i natali ai più feroci guerrieri - i Samurai -, e alle più delicate e raffinate figure femminili - le Geishe -, che seppe aspirare alla perfezione nel compiere ritualmente un unico gesto immutabile di secolo in secolo - la Cultura de Tè -, e perfezionare la propria tecnologia elevandosi ad esempio insuperato per tutto il mondo - i Robot -.
Giocata su questo contrasto, la ricchissima mostra proposta da Sigillum - curata da ADRIANO MÀDARO e FRANCESCO MORENA, allestita dagli architetti Marco Sala e Giovanna Colombo - espone oltre 500 reperti, tra oggetti d’arte databili tra il XVII e il XX secolo, prestiti da collezioni private e museali, armi, armature, ceramiche e porcellane, rotoli dipinti, paraventi, straordinarie lacche, stampe dell’Ukiyo-e (letteralmente “Immagini del Mondo Fluttuante”, opere dei grandi maestri Hokusai, Utamaro, Hiroshige), le Shunga (immagini erotiche), Netsuke, maschere, tessuti e preziosi Kimono, sculture in legno e in altri pregiati materiali. Nel percorso trovano ampio spazio anche strumenti didattici che illustrano l’arte antica e le più recenti tendenze della cultura e dell’arte, documentazione tratta da fumetti, fotografie, stralci di film del grande Akira Kurosawa.
Insomma tutto il Giappone dell’immaginario collettivo, che spazia appunto dai Samurai alle Geishe, alla Cerimonia del Té, alla paziente cultura del Bonsai, alla Festa dei Ciliegi in fiore, all’Ikebana, all’incanto ipnotico del teatro Kabuki, del teatro Nō, sino al fascino esercitato dalla pittura giapponese sui grandi movimenti pittorici europei, l’Impressionismo e l’Espressionismo, basti citare tra tutti Van Gogh e Monet. In mostra vi sono anche le due stampe di Hiroshige che furono modello per Van Gogh, il quale le copiò a testimonianza del suo apprezzamento per l’arte giapponese. Accanto a queste opere vi saranno anche le riproduzioni degli originali custoditi al Museo Van Gogh di Amsterdam.
A conclusione di questo racconto di viaggio, i curatori non potevano tralasciare il Giappone di oggi e la sua arte espressa nei famosissimi Manga. Disseminati lungo tutto il percorso espositivo, i Robot giunti in Italia negli anni Settanta grazie ai primi fumetti e video animati, come Mazinga Z, Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio, veglieranno sui visitatori, quasi come Samurai di un futuro che per molti oggi è nostalgico ed appassionato ricordo di gioventù.
10
ottobre 2014
Giappone. Dai Samurai a Mazinga
Dal 10 ottobre 2014 al 22 febbraio 2015
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte etnica
arte moderna e contemporanea
arte etnica
Location
CA’ DEI CARRARESI
Treviso, Via Palestro, 33, (Treviso)
Treviso, Via Palestro, 33, (Treviso)
Biglietti
Biglietto adulti € 12,00; Biglietto bambini € 9,00 (dai 6 ai 12 anni); Biglietto ridotto € 10,00 (ragazzi dai 13 ai 18 anni; studenti universitari fino a 26 anni esibendo tesserino universitario; disabili autosufficienti e accompagnatori di disabili non autosufficienti); Biglietto gratuito (bambini fino ai 5 anni e disabili non autosufficienti); Biglietto famiglia € 40,00 (2 adulti + 2 ragazzi fino ai 18 anni). Biglietto gruppi € 10,00 + € 1,00 (diritto di prevendita). Biglietto scuole € 5,00
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì 9.00-19.00; Sabato e domenica 9.00-20.00.
Apertura straordinaria: 1 Gennaio 2015, 14.00-20.00
Sito web
www.giapponedaisamuraiamazinga.com
Ufficio stampa
STUDIO PIERREPI
Curatore