Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giappone. L’Arte del mutamento – Stampe e dipinti. Capolavori dal Museo Chiossone
Centocinquanta opere tra stampe policrome, dipinti e rotoli orizzontali che raffigurano e celebrano le abitudini e lo stile di vita della nuova capitale Edo (Tokyo).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra, allestita al Piano Nobile, presenta centocinquanta opere tra stampe policrome, dipinti e rotoli orizzontali che raffigurano e celebrano le abitudini e lo stile di vita della nuova capitale Edo (Tokyo). E’ l’arte dell’ukiyoe: “immagini del mondo fluttuante”, sviluppatasi tra il Seicento e l’Ottocento.
Tipicamente secolare e urbana, l’arte Ukiyoe raffigura e celebra le abitudini e lo stile di vita del nuovo ceto urbano, economicamente importante ma politicamente emarginato.
I soggetti sono i quartieri dei divertimenti, dei ristoranti, dei teatri (kabuki), delle cortigiane e dei giovani attori, le località celebri della città e dintorni.
Il nuovo ceto, i chonin, capace di creare un’economia di tipo proto-capitalistico, seppe esprimere una propria civiltà esistenziale, letteraria, teatrale e figurativa durante i tre secoli del periodo Edo (1600-1868). Sarà proprio questo vasto ceto di borghesia mercantile e commerciale a rendere possibile in seguito la trasformazione dell’economia giapponese da meramente agricola e feudale a monetaria, creando le condizioni finanziarie che nel periodo Meiji (1868-1912) facilitarono la modernizzazione del Giappone.
Il termine ukiyo, apparso nel Medioevo in seno agli ambienti buddhisti, si riferiva originariamente all’impermanenza e caducità delle cose del mondo e all’illusorietà degli appetiti umani. Ma durante il secolo XVII ukiyo venne a significare, invece,
il mondo del godimento sensuale, ricco d’emozioni, desideri, capricci, passioni e disamori.
Già nel secondo quarto del secolo XVII l’arte Ukiyoe, col suo linguaggio realistico e anti-classico, aveva creato numerosi capolavori in grado di dare voce alla diffusa, vigorosa volontà dei chonin di sentirsi protagonisti della vita sociale e culturale. Da quando lo Shogunato aveva scelto Edo come propria capitale politica e amministrativa nel 1603, anche i modelli esistenziali e culturali dei chonin vi si erano stabiliti. Numerosi artisti di Kyoto e della regione del Kamigata si erano trasferiti a Edo, richiamati dalla sua crescita e dalle sue innumerevoli novità. Questi scambi comportarono una sostanziale omogeneità culturale tra Edo, Kyoto e Osaka, le cosiddette “tre capitali”, anche se gli stili locali conservarono sempre le loro spiccate caratteristiche. Il primato delle invenzioni e delle novità nella cultura d’immagine Ukiyoe fu sostanzialmente tenuto da Edo, l’odierna Tokyo, che nel 1730 era la più grande città del mondo, con un milione e mezzo d’abitanti.
L’Ukiyoe costituisce la piena, ricca e perdurante espressione della civiltà del popolo di città durante un periodo di circa due secoli. È una cultura d’immagine capace di affermare e manifestare, con grande energia figurativa e inventiva, con indomita vitalità e forza di propagazione, i nuovi significati di un modo di vivere che si trasforma rapidamente in letteratura, spettacolo e moda e che, contenendo in sé un precoce, potente senso della pubblicità, contribuisce a creare il fenomeno della popolarità e del divismo intorno alle figure delle cortigiane famose e dei grandi attori del teatro Kabuki.
La mostra suddivisa in cinque sezioni comprende 40 dipinti e 119 stampe policrome selezionate dalle magnifiche collezioni del Museo Chiossone, capolavori unici che riuniti ed esposti per la prima volta in Italia nella prestigiosa sede del Palazzo Ducale di Genova, rappresentano l’intero arco evolutivo e stilistico dell’Ukiyoe dal 1680 al 1860 circa.
Sono da ricordare per la prima sezione tre rare e preziose pitture a rotolo orizzontale (emakimono), che da sole abbracciano le principali tematiche Ukiyoe. La prima è un magnifico emakimono di Hishikawa Moronobu (attivo 1672-94) raffigurante Casa di piacere galleggiante sul fiume Sumida e scorcio della Via Mediana di Yoshiwara (1681-86). Gli altri due emakimono rappresentano Scene dentro e intorno a un teatro Kabuki (1716 circa) e Usi del Capodanno e costumi popolari visti per strada (1716-36) e sono dipinti autografi dovuti al vigoroso pennello di Miyagawa Chōshun (?1682-1752), fedele seguace di Moronobu. Una scelta di rarissime stampe colorate a mano presenta l’arte dei primi maestri della scuola Torii, specializzata in figure di attori, e di tre artisti della scuola Okumura.
La seconda sezione è dedicata allo sviluppo e alla prima fioritura della stampa policroma (nishikie) tra il 1750 e il 1780.
La terza sezione, che comprende 46 pezzi tra dipinti (11) e nishikie (35), illustra la maturità figurativa e tecnica della stampa policroma nel periodo 1775-1830 attraverso le opere di artisti celeberrimi.Tre trittici rarissimi e dai colori perfettamente preservati documentano l’impareggiabile equilibrio compositivo e la statuaria eleganza delle figure femminili di Torii Kiyonaga (1752-1815).
La quarta sezione, con 6 dipinti e 20 stampe, esamina nella continuità di circa un secolo, dal 1760 circa fino al 1860 circa, la nascita, l’affermazione e il successo della scuola Utagawa, i cui maestri seppero genialmente coniugare un dinamismo stilistico inconfondibile con una vasta scelta di temi popolari.
Nella quinta e ultima sezione 51 pezzi tra dipinti (14) e stampe (37) rappresentano i principali filoni tematici Ukiyoe dal 1790 al 1860. Alcune delle opere presenti, stampe rarissime (surimono) e sei splendidi dipinti -Cortigiane delle Tre Capitali paragonate a fiori -1798 circa, Il Poeta Kakinomoto Hitomaro
-1802 circa e Tigre tra i bambù sotto la luna piena -1817 circa, appartengono a Katsushika Hokusai (1760/1849). Numerose stampe e tre dipinti sono dell’altro grande maestro giapponese Utagawa Hiroshige (1797/1859), Veduta del fiume Sumida in primavera -1848/1858 e Veduta invernale del Monte Fuji -1849/51
e Geisha in piedi su una terrazza di fronte al santuario di Mimeguri -1854/58. Inoltre la scuola di Hokusai è rappresentata in mostra dalle pitture di almeno cinque tra i più validi allievi.
L’arte Ukiyoe restò viva e vitale durante i tre secoli del suo sviluppo, prefigurando aspetti, forme e modalità della cultura visiva del mondo contemporaneo. Capace di assimilare e integrare prontamente stimoli diversi, sviluppò una completezza tematica straordinaria. Conservò un approccio disinvolto, diretto, acutamente percettivo verso ogni genere di rappresentazione e, al contempo, espresse un mondo d’immagini multiformi, vibranti, potentemente attraversate dal senso dell’attualità, sempre colorate di emozioni, di concretezza, piene di spirito e di varia umanità.
Sono questi il mondo e l’arte giapponese che esercitarono grande influenza sugli impressionisti e le altre correnti d’avanguardia dalla metà dell’Ottocento in Occidente.
Tipicamente secolare e urbana, l’arte Ukiyoe raffigura e celebra le abitudini e lo stile di vita del nuovo ceto urbano, economicamente importante ma politicamente emarginato.
I soggetti sono i quartieri dei divertimenti, dei ristoranti, dei teatri (kabuki), delle cortigiane e dei giovani attori, le località celebri della città e dintorni.
Il nuovo ceto, i chonin, capace di creare un’economia di tipo proto-capitalistico, seppe esprimere una propria civiltà esistenziale, letteraria, teatrale e figurativa durante i tre secoli del periodo Edo (1600-1868). Sarà proprio questo vasto ceto di borghesia mercantile e commerciale a rendere possibile in seguito la trasformazione dell’economia giapponese da meramente agricola e feudale a monetaria, creando le condizioni finanziarie che nel periodo Meiji (1868-1912) facilitarono la modernizzazione del Giappone.
Il termine ukiyo, apparso nel Medioevo in seno agli ambienti buddhisti, si riferiva originariamente all’impermanenza e caducità delle cose del mondo e all’illusorietà degli appetiti umani. Ma durante il secolo XVII ukiyo venne a significare, invece,
il mondo del godimento sensuale, ricco d’emozioni, desideri, capricci, passioni e disamori.
Già nel secondo quarto del secolo XVII l’arte Ukiyoe, col suo linguaggio realistico e anti-classico, aveva creato numerosi capolavori in grado di dare voce alla diffusa, vigorosa volontà dei chonin di sentirsi protagonisti della vita sociale e culturale. Da quando lo Shogunato aveva scelto Edo come propria capitale politica e amministrativa nel 1603, anche i modelli esistenziali e culturali dei chonin vi si erano stabiliti. Numerosi artisti di Kyoto e della regione del Kamigata si erano trasferiti a Edo, richiamati dalla sua crescita e dalle sue innumerevoli novità. Questi scambi comportarono una sostanziale omogeneità culturale tra Edo, Kyoto e Osaka, le cosiddette “tre capitali”, anche se gli stili locali conservarono sempre le loro spiccate caratteristiche. Il primato delle invenzioni e delle novità nella cultura d’immagine Ukiyoe fu sostanzialmente tenuto da Edo, l’odierna Tokyo, che nel 1730 era la più grande città del mondo, con un milione e mezzo d’abitanti.
L’Ukiyoe costituisce la piena, ricca e perdurante espressione della civiltà del popolo di città durante un periodo di circa due secoli. È una cultura d’immagine capace di affermare e manifestare, con grande energia figurativa e inventiva, con indomita vitalità e forza di propagazione, i nuovi significati di un modo di vivere che si trasforma rapidamente in letteratura, spettacolo e moda e che, contenendo in sé un precoce, potente senso della pubblicità, contribuisce a creare il fenomeno della popolarità e del divismo intorno alle figure delle cortigiane famose e dei grandi attori del teatro Kabuki.
La mostra suddivisa in cinque sezioni comprende 40 dipinti e 119 stampe policrome selezionate dalle magnifiche collezioni del Museo Chiossone, capolavori unici che riuniti ed esposti per la prima volta in Italia nella prestigiosa sede del Palazzo Ducale di Genova, rappresentano l’intero arco evolutivo e stilistico dell’Ukiyoe dal 1680 al 1860 circa.
Sono da ricordare per la prima sezione tre rare e preziose pitture a rotolo orizzontale (emakimono), che da sole abbracciano le principali tematiche Ukiyoe. La prima è un magnifico emakimono di Hishikawa Moronobu (attivo 1672-94) raffigurante Casa di piacere galleggiante sul fiume Sumida e scorcio della Via Mediana di Yoshiwara (1681-86). Gli altri due emakimono rappresentano Scene dentro e intorno a un teatro Kabuki (1716 circa) e Usi del Capodanno e costumi popolari visti per strada (1716-36) e sono dipinti autografi dovuti al vigoroso pennello di Miyagawa Chōshun (?1682-1752), fedele seguace di Moronobu. Una scelta di rarissime stampe colorate a mano presenta l’arte dei primi maestri della scuola Torii, specializzata in figure di attori, e di tre artisti della scuola Okumura.
La seconda sezione è dedicata allo sviluppo e alla prima fioritura della stampa policroma (nishikie) tra il 1750 e il 1780.
La terza sezione, che comprende 46 pezzi tra dipinti (11) e nishikie (35), illustra la maturità figurativa e tecnica della stampa policroma nel periodo 1775-1830 attraverso le opere di artisti celeberrimi.Tre trittici rarissimi e dai colori perfettamente preservati documentano l’impareggiabile equilibrio compositivo e la statuaria eleganza delle figure femminili di Torii Kiyonaga (1752-1815).
La quarta sezione, con 6 dipinti e 20 stampe, esamina nella continuità di circa un secolo, dal 1760 circa fino al 1860 circa, la nascita, l’affermazione e il successo della scuola Utagawa, i cui maestri seppero genialmente coniugare un dinamismo stilistico inconfondibile con una vasta scelta di temi popolari.
Nella quinta e ultima sezione 51 pezzi tra dipinti (14) e stampe (37) rappresentano i principali filoni tematici Ukiyoe dal 1790 al 1860. Alcune delle opere presenti, stampe rarissime (surimono) e sei splendidi dipinti -Cortigiane delle Tre Capitali paragonate a fiori -1798 circa, Il Poeta Kakinomoto Hitomaro
-1802 circa e Tigre tra i bambù sotto la luna piena -1817 circa, appartengono a Katsushika Hokusai (1760/1849). Numerose stampe e tre dipinti sono dell’altro grande maestro giapponese Utagawa Hiroshige (1797/1859), Veduta del fiume Sumida in primavera -1848/1858 e Veduta invernale del Monte Fuji -1849/51
e Geisha in piedi su una terrazza di fronte al santuario di Mimeguri -1854/58. Inoltre la scuola di Hokusai è rappresentata in mostra dalle pitture di almeno cinque tra i più validi allievi.
L’arte Ukiyoe restò viva e vitale durante i tre secoli del suo sviluppo, prefigurando aspetti, forme e modalità della cultura visiva del mondo contemporaneo. Capace di assimilare e integrare prontamente stimoli diversi, sviluppò una completezza tematica straordinaria. Conservò un approccio disinvolto, diretto, acutamente percettivo verso ogni genere di rappresentazione e, al contempo, espresse un mondo d’immagini multiformi, vibranti, potentemente attraversate dal senso dell’attualità, sempre colorate di emozioni, di concretezza, piene di spirito e di varia umanità.
Sono questi il mondo e l’arte giapponese che esercitarono grande influenza sugli impressionisti e le altre correnti d’avanguardia dalla metà dell’Ottocento in Occidente.
16
aprile 2005
Giappone. L’Arte del mutamento – Stampe e dipinti. Capolavori dal Museo Chiossone
Dal 16 aprile al 21 agosto 2005
arte antica
Location
PALAZZO DUCALE
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Biglietti
intero € 6,00, ridotto € 5,00, scuole € 2,50
Orario di apertura
tutti i giorni 9-21 (ultimo ingresso alle 20), chiuso il lunedì
Curatore