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Gigi Guadagnucci / Francisco Sobrino – il marmo e il nero, il bianco e l’ombra
doppia personale di scultura e arte cinetica
Comunicato stampa
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Gigi Guadagnucci
considerato dalla critica internazionale (Pierre Courhion, Jean Clair, Claude Riviére) l’ultimo dei grandi scultori moderni. Nella sua lunghissima carriera artistica (l’artista toscano è del 1915) è stato legato da profonda stima ed amicizia ad alcuni tra i maggiori artisti del secolo scorso, come Giacometti, Zadkine, Klein, Tinguely, Marini, Moore, Adam, Lipchitz, Noguchi, Gilioli. Le sculture in marmo di Guadagnucci indagano le energie della natura, mettendo a nudo le forze interne delle montagne da cui provengono, si modulano in ritmiche strutture lamellari, disegnate dal contrappunto di luce ed ombra.
e…
Francisco (Paco) Sobrino
tra i maggiori rappresentanti dell’arte cinetica europea. Con Julio Le Parc, Horacio Garcia Rossi e Hugo Demarco diede vita al Grav (Groupe de Recherche d’Art Visuel) di Parigi nel 1960. Le sue opere, sia pittoriche che plastiche, sono fondate, da sempre, sulla variabilità percettiva di strutture modulari, spesso giocate con il bianco e nero. Sobrino è uno sperimentatore di materiali plastici e metallici, con i quali ha approfondito le interrelazioni tra opera e pubblico. La modularità è per l’artista spagnolo (nato a Guadalajara nel 1932) il cardine di una ricerca, che dallo studio concettuale sulla costruzione strutturale giunge sino alla naturalità della percezione umana.
È proprio una certa idea di modularità che lascia accostare due artisti così diversi e lontani tra loro. Si potrebbe quasi parlare, con memoria letteraria, di “eterogenesi dei fini”: un ponte tra il massimo della plasticità naturale di Guadagnucci, realizzata con il materiale scultoreo tradizionalmente più nobile (“la marma” come ama chiamarlo l’artista), e il massimo dell’astrazione percettiva.
considerato dalla critica internazionale (Pierre Courhion, Jean Clair, Claude Riviére) l’ultimo dei grandi scultori moderni. Nella sua lunghissima carriera artistica (l’artista toscano è del 1915) è stato legato da profonda stima ed amicizia ad alcuni tra i maggiori artisti del secolo scorso, come Giacometti, Zadkine, Klein, Tinguely, Marini, Moore, Adam, Lipchitz, Noguchi, Gilioli. Le sculture in marmo di Guadagnucci indagano le energie della natura, mettendo a nudo le forze interne delle montagne da cui provengono, si modulano in ritmiche strutture lamellari, disegnate dal contrappunto di luce ed ombra.
e…
Francisco (Paco) Sobrino
tra i maggiori rappresentanti dell’arte cinetica europea. Con Julio Le Parc, Horacio Garcia Rossi e Hugo Demarco diede vita al Grav (Groupe de Recherche d’Art Visuel) di Parigi nel 1960. Le sue opere, sia pittoriche che plastiche, sono fondate, da sempre, sulla variabilità percettiva di strutture modulari, spesso giocate con il bianco e nero. Sobrino è uno sperimentatore di materiali plastici e metallici, con i quali ha approfondito le interrelazioni tra opera e pubblico. La modularità è per l’artista spagnolo (nato a Guadalajara nel 1932) il cardine di una ricerca, che dallo studio concettuale sulla costruzione strutturale giunge sino alla naturalità della percezione umana.
È proprio una certa idea di modularità che lascia accostare due artisti così diversi e lontani tra loro. Si potrebbe quasi parlare, con memoria letteraria, di “eterogenesi dei fini”: un ponte tra il massimo della plasticità naturale di Guadagnucci, realizzata con il materiale scultoreo tradizionalmente più nobile (“la marma” come ama chiamarlo l’artista), e il massimo dell’astrazione percettiva.
24
febbraio 2007
Gigi Guadagnucci / Francisco Sobrino – il marmo e il nero, il bianco e l’ombra
Dal 24 febbraio al 07 aprile 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA POLIART
Milano, Viale Gran Sasso, 35, (Milano)
Milano, Viale Gran Sasso, 35, (Milano)
Orario di apertura
mer-ven 16-20 sab 10,30-13 e 16-19,30
Vernissage
24 Febbraio 2007, ore 17
Autore