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Gigi Montali – Work in’ Mali
La fotografia di Gigi Montali è testimonianza di una delle molteplici realtà che appartengono allo stato attuale del mondo, del nostro mondo: il Mali, una ferita d’ Africa inghiottita dal deserto e riposta con cura nel sottoscala della ragione occidentale, una terra dimenticata e lo stoico procedere delle popolazioni autoctone
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La fotografia di Gigi Montali è testimonianza di
una delle molteplici realtà che appartengono allo stato attuale del mondo, del nostro mondo: il Mali, una ferita d' Africa inghiottita dal deserto e riposta con cura nel sottoscala della ragione occidentale, una terra dimenticata e lo stoico procedere delle popolazioni autoctone. Lo sappiamo, il valore documentale delle immagini appartiene alla genetica della fotografia, sin dalle origini: come registratore della realtà, per
costruire un archivio, specchio per il presente e enciclopedia per il futuro, il documento fotografico avrà
sempre ragione di esistere. Era il 1932 quando Lewis W. Hine pubblicò “Men at work”, una serie di immagini
di lavoratori d'America, compresi gli operai dediti alla costruzione dell'Empire State Building. Come allora, la
serie “Work in Mali” oggi è lontana dalla ricerca dell'effetto drammatico, sensazionale, del giudizio urlato.
L'Autore carpisce documenti diretti ed immediati di una condizione oggettivamente problematica, con la
volontà di comunicare nella visione d'insieme un dato di fatto. C'è desiderio di comprensione in queste
immagini, eppure è raro l'indugio sui dettagli d'effetto; a dominare è la discrezione di chi osserva da lontano,
con occhio straniero, il rispettoso tentativo di catturare il tutto come contenitore di ogni piega di presente
utile alla memoria, perché la cognizione ha bisogno di ricordo, sospensione del giudizio, confronto di verità,
a partire dalle manifestazioni concrete che le attestano.
una delle molteplici realtà che appartengono allo stato attuale del mondo, del nostro mondo: il Mali, una ferita d' Africa inghiottita dal deserto e riposta con cura nel sottoscala della ragione occidentale, una terra dimenticata e lo stoico procedere delle popolazioni autoctone. Lo sappiamo, il valore documentale delle immagini appartiene alla genetica della fotografia, sin dalle origini: come registratore della realtà, per
costruire un archivio, specchio per il presente e enciclopedia per il futuro, il documento fotografico avrà
sempre ragione di esistere. Era il 1932 quando Lewis W. Hine pubblicò “Men at work”, una serie di immagini
di lavoratori d'America, compresi gli operai dediti alla costruzione dell'Empire State Building. Come allora, la
serie “Work in Mali” oggi è lontana dalla ricerca dell'effetto drammatico, sensazionale, del giudizio urlato.
L'Autore carpisce documenti diretti ed immediati di una condizione oggettivamente problematica, con la
volontà di comunicare nella visione d'insieme un dato di fatto. C'è desiderio di comprensione in queste
immagini, eppure è raro l'indugio sui dettagli d'effetto; a dominare è la discrezione di chi osserva da lontano,
con occhio straniero, il rispettoso tentativo di catturare il tutto come contenitore di ogni piega di presente
utile alla memoria, perché la cognizione ha bisogno di ricordo, sospensione del giudizio, confronto di verità,
a partire dalle manifestazioni concrete che le attestano.
04
giugno 2011
Gigi Montali – Work in’ Mali
Dal 04 al 25 giugno 2011
fotografia
Location
FONDERIA DELLE ARTI
Roma, Via Assisi, 31, (Roma)
Roma, Via Assisi, 31, (Roma)
Biglietti
tessera associativa euro 2
Orario di apertura
da lun a ven 09,00 –20,00 / sabato 10,00 – 16,00
Vernissage
4 Giugno 2011, ore 19.30
Sito web
www.gigimontali.it
Autore
Curatore