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Gino Baglieri
Dopo l’interessante mostra tenuta nel 2013 alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, ritorna l’artista Gino Baglieri con un nuovo ciclo di opere.
Comunicato stampa
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Dopo l’interessante mostra tenuta nel 2013 alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, ritorna l’artista Gino Baglieri con un nuovo ciclo di opere.
Sabato 14 gennaio alle ore 17,00, alla presenza dell’artista, nella Galleria di Via Ippolito Nievo 10, si inaugurerà la personale dei dipinti di Gino Baglieri.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al prossimo 2 febbraio 2017.
L’impegno civile e umano della pittura di Gino Baglieri
Qualche decennio fa Gino Baglieri sarebbe stato ritenuto un pittore sociale o, perlomeno, si sarebbe sottoli-neata in lui la tendenza a diventare tale. In realtà, oggi si è indotti a considerare la pittura come un fatto au-tonomo, che prescinde da specifici impegni di ordine socio-politico. Invece, nel pittore siciliano, un impe-gno di codesto genere sicuramente sussiste. Più che un colore partitico, però, il suo è un fatto ideologico, non contaminato dagli inevitabili compromessi che l’esercizio del potere, o l’ispirazione ad esercitarlo, com-portano. La sua da un lato è una denuncia senza riserve, dall’ altro è una dichiarazione di una nostalgia per quelli che, un tempo, erano considerati i sentimenti più nobili e legittimi. Solo che il più delle volte egli li esprime con rabbia, quasi volesse celare la dolcezza ch’essi potrebbero provocare in lui qualora si fosse an-cora in grado di resuscitarli a quella vita, serena quanto circoscritta, che si identifica in un traguardo d’arrivo, per chi non nutrisse ambizioni smodate.
Queste opinioni, per certo verso contrastanti, ci derivano dall’osservazione non superficiale dell’opera sua che, a sua volta, stupisce per certe apparenti contraddizioni.
Sapere ch’egli è autodidatta, sconcerta chi ne esamina i disegni, così sicuri proprio per quel che concerne le difficoltà d’ordine accademico superate con una disinvoltura che gli permette, poi, d’imprimere ai suoi per-sonaggi quel tanto di deformazione che li caratterizza, li interpreta più a fondo, ne scopre l’animo al di là dell’involucro formale.
Nella pittura, invece, bisognerebbe non sapere affatto ch’egli non ha frequentato regolari scuole d’arte: infat-ti, conoscendo il suo percorso, si sarebbe indotti a credere che certe abbreviature, talune stesure del colore approssimative e trasandate (almeno all’apparenza), derivino proprio da carenze tecniche. invece è esatta-mente l’opposto: così forte è il suo istinto, così attenta è la sua naturale capacità di cogliere i valori pittorici nella loro reale essenza, ch’egli si può permettere di violare quelle regole che non ha mai studiato ma di cui ha intuito il peso, per giungere a risultati di sorprendente efficacia espressiva.
Che poi in lui vi sia costante un senso di ribellione, anche là dove il soggetto potrebbe invece far pensare a un senso nostalgico suscitato dagli affetti familiari, appare evidente dalla concitazione del suo pennello, dalla decisione dei contrasti, dal persin aspro rifrangersi delle luci. Tutte cose che solo un pittore nel pieno pos-sesso degli strumenti tecnici e linguistici di quell’ arte può possedere con altrettanta sicurezza.
Non a caso Comiso, la sua città natale, ha prodotto artisti e letterati di assai alta estrazione (da Fiume a Ge-sualdo Bufalino, per andare in ordine di tempo) e non a caso egli vive in quella Vittoria - siamo sempre in provincia di Ragusa - dove l’arte vien tenuta in gran conto (Giovanni Conservo, lo scultore figlio d’arte, è la riprova, come pure lo scultore Di Modica che eseguì il Toro posto davanti a Wall Street a New York). Ma poiché Baglieri pensa con la sua testa, fa di testa sua anche la propria pittura: e in essa pone il suo modo d’essere che è ricco di sentimento e, magari, di nostalgia, ma che non cessa mai di essere aggressivo. Aggres-sivo non per insultare gli altri, ma per convincerli a diventare più umani, più comprensivi, alla fin fine più buoni. Non è facile e lui lo sa. Per questo lo prende, a tratti, il bisogno di gridare più forte e di denunciare a gran voce le storture di una società e di un’epoca. Poi, però, si placa guardando la campagna, il cielo e non importa se è nuvoloso perché la luce, sulla sua terra, è sempre intensa e gli permette di convertire in pennel-late secche e spezzate quel tanto di tumultuoso che si agita in lui.
Il pittore sociale, che con qualche ingenuità scopriva le sue intenzioni qualche anno fa, si è raffinato, si è fat-to meno polemico e più essenziale, il narratore ha acquisito maggiore scioltezza e abilità.
Sono affiorati, dai fondi lividi e ossessivi, anche quegli atleti che nel parossismo della velocità (umana, non delle macchine soltanto) esprimono un’esigenza insita nella vita d’oggi, sono comparse le visioni di un cre-puscolo non decadentistico che rinvigoriscono le sue esigenze d’affetto: di darlo, oltre che di riceverlo.
Un artista, dunque, Gino Baglieri, da tener d’occhio per quello che è oggi e per quello che potrà essere do-mani. Ma da considerare con molta serietà, poiché il suo impegno non ha nulla di provvisorio e le sue capa-cità si temprano quotidianamente in quella sacra fucina che è il lavoro.
Mario Monteverdi
Gino Baglieri vive e lavora nella città di Vittoria (Rg) dove ha lo studio.
Appena quattordicenne, vince il terzo premio nel concorso di ceramica, l’opera è esposta nel Museo della ceramica di Faenza.
Comincia ad esporre nel 1981, partecipando in seguito a varie esposizioni in diverse città italiane, riscuoten-do innumerevoli riconoscimenti e consensi, e incontrando i favori di collezionisti e critici, uomini di cultura e artisti, come Greco, Frai, Sassu, Bertini, Annigoni, Brindisi, S. Fiume e Carmelo Cappello che hanno sem-pre sottolineato, d’accordo, l’intensità del rapporto, nell’opera fra l’artista e la libertà, senza compromettersi con la politica; N. Piras, E. Fabiani, C. Strano, G. Martucci, F. Passoni, F. Ereddia, L. Poncet, P. La Roche, G, Segato, D. Trombadori, P. Levi, V. Sgarbi, oltre alle Monografie pubblicate dalla Mazzotta, Massacesi, Mondadori, Lalli Editore, ed altri.
Dal 2007 ad oggi espone con successo le sue opere a Parigi presso Le Gallerie Art Et Miss-Le Monde-Joseph.
Sue opere sono presenti presso il Museo di Faenza (Ra) e il Museo di Arte Contemporanea di Senhur Do Bonfim Bahia (Argentina).
Dal 1993 ad oggi le sue opere vengono battute nelle migliori case d’aste. Moltissime testate dei giornali del settore e non, hanno scritto di lui, oltre a Tv e radio.
È stato ideatore, promotore e organizzatore di ben quattro edizioni della Biennale d’Arte Siciliana e cinque edizioni di Vittoriane.
Ha vinto premi prestigiosi in tutte le manifestazioni ove è stato invitato.
Mostre collettive recenti:
2000 - La luce del sacro, Vittoria. Galleria l’Iride, Nuoro. Artisti a Villa Farsetti, Venezia. M. Cart Montecar-lo. 2001 - Artisti Iblei per Vittoria. La luce del sacro, Vittoria. 2002 - La luce del sacro, Vittoria. Artisti Iblei per Vittoria. Vino e Arte, Vittoria. I Maestri “A Francavilla Fontana, Xante Battaglia, B. Ceccobelli, José Van Roy, Dalì, E. Pignatelli, L. Pignatelli, D. Romano, E.G. Solferino, A. Buidrini, M. Rosati, Gino Baglie-ri”, Galleria Scribaarte, Vittoria. 2003 - La luce del sacro, Vittoria. La scuola incontra la città, Vittoria, Fon-dazione madralisca Cefalù artisti siciliani. Fiera di Forlì. Fiera di Reggio Emilia. Emaia Vittoria “arte e soli-darietà”. Comune di Gela “Confaloni x la pace”. Vittoria, “Artisti Iblei”. 2004 - Fiera di Forli. Fiera di Reg-gio Emilia. La luce del Sacro, Vittoria. Galleria Scribaarte, Vittoria “S. Barone, Gino Baglieri, S. Caruso, Giovanni La Cognata”. “Artisti ad Agrigento”. Maggio Catanese. 2012 - Artisti in Galleria. Odoné in fiera. 2015 - “Il mare”, Galleria Scribaarte, Vittoria. 2016 - di Fiore in Fiore, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (Mn).
Mostre personali:
1982 - Teatro Comunale, Vittoria. Galleria Modigliani, Milano. 1983 - Patrocinio Endas, Ragusa. Albergo Belvedere Mezzenile, Torino. 1984 - Galleria Il Cavalletto, Vittoria. 1985 - Patrocinio Ente Turismo e Spet-tacolo, Gela. 1986 - Galleria Arte Spazio, Sassari. Ridotto del Teatro Comunale, Vittoria. 1987 - Palazzo De Leva, Modica. Herovet, Parigi. 1988 - Invitato al Festival del Cinema di Cannes. Arte e Cultura, Milano. Pa-trocinio Regionale, Ragusa. 1989 - Galleria Arte Spazio, Sassari. Galleria l’Iride, Nuoro. 1989 - Centro Cul-turale, Comiso. Art’89, Basilea. 1990 - Siac, Firenze. 1991 - Saletta Arte Cultura, Milano. Galleria Art Center, Milano. Galleria Solenghi, Como. Galleria Centro Storico, Firenze. Siac, Firenze. 1993 - Centro d’Arte La Tavolozza, Sanremo. Europiuricom Presenze, Milano. Centro Storico, Firenze. Galleria Il Prato dei Miraco-li, Pisa. Galleria l’Iride, Nuoro. 1994 - Galleria arte incontro, Ragusa. 2008 - Galleria Arte cultura, Milano. 2009 - Galleria art’et miss, Parigi. 2010 - Galleria art’et miss, Parigi. 2012 - Scribaarte, Vittoria. 2013 - Galle-ria Arianna Sartori, Mantova. 2014 - Sala Cultura Giubbe Rosse, Firenze.
Sabato 14 gennaio alle ore 17,00, alla presenza dell’artista, nella Galleria di Via Ippolito Nievo 10, si inaugurerà la personale dei dipinti di Gino Baglieri.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al prossimo 2 febbraio 2017.
L’impegno civile e umano della pittura di Gino Baglieri
Qualche decennio fa Gino Baglieri sarebbe stato ritenuto un pittore sociale o, perlomeno, si sarebbe sottoli-neata in lui la tendenza a diventare tale. In realtà, oggi si è indotti a considerare la pittura come un fatto au-tonomo, che prescinde da specifici impegni di ordine socio-politico. Invece, nel pittore siciliano, un impe-gno di codesto genere sicuramente sussiste. Più che un colore partitico, però, il suo è un fatto ideologico, non contaminato dagli inevitabili compromessi che l’esercizio del potere, o l’ispirazione ad esercitarlo, com-portano. La sua da un lato è una denuncia senza riserve, dall’ altro è una dichiarazione di una nostalgia per quelli che, un tempo, erano considerati i sentimenti più nobili e legittimi. Solo che il più delle volte egli li esprime con rabbia, quasi volesse celare la dolcezza ch’essi potrebbero provocare in lui qualora si fosse an-cora in grado di resuscitarli a quella vita, serena quanto circoscritta, che si identifica in un traguardo d’arrivo, per chi non nutrisse ambizioni smodate.
Queste opinioni, per certo verso contrastanti, ci derivano dall’osservazione non superficiale dell’opera sua che, a sua volta, stupisce per certe apparenti contraddizioni.
Sapere ch’egli è autodidatta, sconcerta chi ne esamina i disegni, così sicuri proprio per quel che concerne le difficoltà d’ordine accademico superate con una disinvoltura che gli permette, poi, d’imprimere ai suoi per-sonaggi quel tanto di deformazione che li caratterizza, li interpreta più a fondo, ne scopre l’animo al di là dell’involucro formale.
Nella pittura, invece, bisognerebbe non sapere affatto ch’egli non ha frequentato regolari scuole d’arte: infat-ti, conoscendo il suo percorso, si sarebbe indotti a credere che certe abbreviature, talune stesure del colore approssimative e trasandate (almeno all’apparenza), derivino proprio da carenze tecniche. invece è esatta-mente l’opposto: così forte è il suo istinto, così attenta è la sua naturale capacità di cogliere i valori pittorici nella loro reale essenza, ch’egli si può permettere di violare quelle regole che non ha mai studiato ma di cui ha intuito il peso, per giungere a risultati di sorprendente efficacia espressiva.
Che poi in lui vi sia costante un senso di ribellione, anche là dove il soggetto potrebbe invece far pensare a un senso nostalgico suscitato dagli affetti familiari, appare evidente dalla concitazione del suo pennello, dalla decisione dei contrasti, dal persin aspro rifrangersi delle luci. Tutte cose che solo un pittore nel pieno pos-sesso degli strumenti tecnici e linguistici di quell’ arte può possedere con altrettanta sicurezza.
Non a caso Comiso, la sua città natale, ha prodotto artisti e letterati di assai alta estrazione (da Fiume a Ge-sualdo Bufalino, per andare in ordine di tempo) e non a caso egli vive in quella Vittoria - siamo sempre in provincia di Ragusa - dove l’arte vien tenuta in gran conto (Giovanni Conservo, lo scultore figlio d’arte, è la riprova, come pure lo scultore Di Modica che eseguì il Toro posto davanti a Wall Street a New York). Ma poiché Baglieri pensa con la sua testa, fa di testa sua anche la propria pittura: e in essa pone il suo modo d’essere che è ricco di sentimento e, magari, di nostalgia, ma che non cessa mai di essere aggressivo. Aggres-sivo non per insultare gli altri, ma per convincerli a diventare più umani, più comprensivi, alla fin fine più buoni. Non è facile e lui lo sa. Per questo lo prende, a tratti, il bisogno di gridare più forte e di denunciare a gran voce le storture di una società e di un’epoca. Poi, però, si placa guardando la campagna, il cielo e non importa se è nuvoloso perché la luce, sulla sua terra, è sempre intensa e gli permette di convertire in pennel-late secche e spezzate quel tanto di tumultuoso che si agita in lui.
Il pittore sociale, che con qualche ingenuità scopriva le sue intenzioni qualche anno fa, si è raffinato, si è fat-to meno polemico e più essenziale, il narratore ha acquisito maggiore scioltezza e abilità.
Sono affiorati, dai fondi lividi e ossessivi, anche quegli atleti che nel parossismo della velocità (umana, non delle macchine soltanto) esprimono un’esigenza insita nella vita d’oggi, sono comparse le visioni di un cre-puscolo non decadentistico che rinvigoriscono le sue esigenze d’affetto: di darlo, oltre che di riceverlo.
Un artista, dunque, Gino Baglieri, da tener d’occhio per quello che è oggi e per quello che potrà essere do-mani. Ma da considerare con molta serietà, poiché il suo impegno non ha nulla di provvisorio e le sue capa-cità si temprano quotidianamente in quella sacra fucina che è il lavoro.
Mario Monteverdi
Gino Baglieri vive e lavora nella città di Vittoria (Rg) dove ha lo studio.
Appena quattordicenne, vince il terzo premio nel concorso di ceramica, l’opera è esposta nel Museo della ceramica di Faenza.
Comincia ad esporre nel 1981, partecipando in seguito a varie esposizioni in diverse città italiane, riscuoten-do innumerevoli riconoscimenti e consensi, e incontrando i favori di collezionisti e critici, uomini di cultura e artisti, come Greco, Frai, Sassu, Bertini, Annigoni, Brindisi, S. Fiume e Carmelo Cappello che hanno sem-pre sottolineato, d’accordo, l’intensità del rapporto, nell’opera fra l’artista e la libertà, senza compromettersi con la politica; N. Piras, E. Fabiani, C. Strano, G. Martucci, F. Passoni, F. Ereddia, L. Poncet, P. La Roche, G, Segato, D. Trombadori, P. Levi, V. Sgarbi, oltre alle Monografie pubblicate dalla Mazzotta, Massacesi, Mondadori, Lalli Editore, ed altri.
Dal 2007 ad oggi espone con successo le sue opere a Parigi presso Le Gallerie Art Et Miss-Le Monde-Joseph.
Sue opere sono presenti presso il Museo di Faenza (Ra) e il Museo di Arte Contemporanea di Senhur Do Bonfim Bahia (Argentina).
Dal 1993 ad oggi le sue opere vengono battute nelle migliori case d’aste. Moltissime testate dei giornali del settore e non, hanno scritto di lui, oltre a Tv e radio.
È stato ideatore, promotore e organizzatore di ben quattro edizioni della Biennale d’Arte Siciliana e cinque edizioni di Vittoriane.
Ha vinto premi prestigiosi in tutte le manifestazioni ove è stato invitato.
Mostre collettive recenti:
2000 - La luce del sacro, Vittoria. Galleria l’Iride, Nuoro. Artisti a Villa Farsetti, Venezia. M. Cart Montecar-lo. 2001 - Artisti Iblei per Vittoria. La luce del sacro, Vittoria. 2002 - La luce del sacro, Vittoria. Artisti Iblei per Vittoria. Vino e Arte, Vittoria. I Maestri “A Francavilla Fontana, Xante Battaglia, B. Ceccobelli, José Van Roy, Dalì, E. Pignatelli, L. Pignatelli, D. Romano, E.G. Solferino, A. Buidrini, M. Rosati, Gino Baglie-ri”, Galleria Scribaarte, Vittoria. 2003 - La luce del sacro, Vittoria. La scuola incontra la città, Vittoria, Fon-dazione madralisca Cefalù artisti siciliani. Fiera di Forlì. Fiera di Reggio Emilia. Emaia Vittoria “arte e soli-darietà”. Comune di Gela “Confaloni x la pace”. Vittoria, “Artisti Iblei”. 2004 - Fiera di Forli. Fiera di Reg-gio Emilia. La luce del Sacro, Vittoria. Galleria Scribaarte, Vittoria “S. Barone, Gino Baglieri, S. Caruso, Giovanni La Cognata”. “Artisti ad Agrigento”. Maggio Catanese. 2012 - Artisti in Galleria. Odoné in fiera. 2015 - “Il mare”, Galleria Scribaarte, Vittoria. 2016 - di Fiore in Fiore, Casa Museo Sartori, Castel d’Ario (Mn).
Mostre personali:
1982 - Teatro Comunale, Vittoria. Galleria Modigliani, Milano. 1983 - Patrocinio Endas, Ragusa. Albergo Belvedere Mezzenile, Torino. 1984 - Galleria Il Cavalletto, Vittoria. 1985 - Patrocinio Ente Turismo e Spet-tacolo, Gela. 1986 - Galleria Arte Spazio, Sassari. Ridotto del Teatro Comunale, Vittoria. 1987 - Palazzo De Leva, Modica. Herovet, Parigi. 1988 - Invitato al Festival del Cinema di Cannes. Arte e Cultura, Milano. Pa-trocinio Regionale, Ragusa. 1989 - Galleria Arte Spazio, Sassari. Galleria l’Iride, Nuoro. 1989 - Centro Cul-turale, Comiso. Art’89, Basilea. 1990 - Siac, Firenze. 1991 - Saletta Arte Cultura, Milano. Galleria Art Center, Milano. Galleria Solenghi, Como. Galleria Centro Storico, Firenze. Siac, Firenze. 1993 - Centro d’Arte La Tavolozza, Sanremo. Europiuricom Presenze, Milano. Centro Storico, Firenze. Galleria Il Prato dei Miraco-li, Pisa. Galleria l’Iride, Nuoro. 1994 - Galleria arte incontro, Ragusa. 2008 - Galleria Arte cultura, Milano. 2009 - Galleria art’et miss, Parigi. 2010 - Galleria art’et miss, Parigi. 2012 - Scribaarte, Vittoria. 2013 - Galle-ria Arianna Sartori, Mantova. 2014 - Sala Cultura Giubbe Rosse, Firenze.
14
gennaio 2017
Gino Baglieri
Dal 14 gennaio al 02 febbraio 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso festivi
Vernissage
14 Gennaio 2017, ore 17.00
Autore
Curatore