Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Gino Balzola, il pittore che scalava le montagne
UNA MOSTRA ANTOLOGICA E UN LIBRO PER RICORDARE GINO BALZOLA A 30 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gino Balzola (Torino 10 marzo 1927 – 9 gennaio 1983) partecipa ancora giovanissimo alla
Liberazione partigiana di Torino nella 45° Brigata Garibaldi, è militante politico e sindacale
dall’immediato dopoguerra. Tra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’60 è tra gli alpinisti
piemontesi di punta: dal 1951 istruttore e poi vicedirettore della Scuola di Alpinismo “Giusto
Gervasutti”, dal 1957 Accademico del CAI e membro del Soccorso Alpino. Valente fotografo, inizia
il suo percorso pittorico alla fine degli anni ’50, prendendo lezioni da TeonestoDeabate e poi da
Filippo Scroppo. Disegna e dipinge le montagne che frequenta e il loro ambiente naturale, alberi e
fiori, ma il suo interesse si concentra soprattutto sulle “architetture tradizionali alpine”, studiando in
modo molto approfondito e ritraendo dal vero lo straordinario patrimonio architettonico delle case
di montagna, in pietra e legno, delle valli valdostane, piemontesi, lombarde e trentine. In città la
sua attenzione si sofferma sulle case in demolizione del dopoguerra, sui muri stratificati di tracce
umane, sui paesaggi periferici e poi, dal 1964 al 1976, sui “giochi di bimbi” in città, dove i bambini –
unica presenza umana in tutta l’opera di Balzola - sfidano con la fantasia e il gioco il disagio
dell’ambiente totalmente artificiale e cementificato delle periferie e degli agglomerati metropolitani.
Su questo tema Balzola organizza anche numerose iniziative nelle scuole e sul territorio, ed è
invitato a realizzare alcune importanti mostre personali in Musei d’arte moderna del sud America.
Amico di molti intellettuali e artisti che animano la scena culturale italiana (Mila, Fo, Cavallo…),
Gino Balzola concepisce l’arte non solo come strumento di espressione creativa, ma anche come
strumento di impegno civile e di interesse antropologico. La sua attività artistica, interrotta nel
1983 da una malattia incurabile, si conclude con l’esplorazione e la rappresentazione degli “orti
urbani” (tra 1979 e 1982) che occupano spesso abusivamente gli hinterland metropolitani, luoghi
dove si esercita l’arte della sopravvivenza e dove bizzarre baracche costruite con i materiali di
scarto della società dei consumi rivelano ancora una volta le risorse creative e umane dei più umili.
Liberazione partigiana di Torino nella 45° Brigata Garibaldi, è militante politico e sindacale
dall’immediato dopoguerra. Tra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’60 è tra gli alpinisti
piemontesi di punta: dal 1951 istruttore e poi vicedirettore della Scuola di Alpinismo “Giusto
Gervasutti”, dal 1957 Accademico del CAI e membro del Soccorso Alpino. Valente fotografo, inizia
il suo percorso pittorico alla fine degli anni ’50, prendendo lezioni da TeonestoDeabate e poi da
Filippo Scroppo. Disegna e dipinge le montagne che frequenta e il loro ambiente naturale, alberi e
fiori, ma il suo interesse si concentra soprattutto sulle “architetture tradizionali alpine”, studiando in
modo molto approfondito e ritraendo dal vero lo straordinario patrimonio architettonico delle case
di montagna, in pietra e legno, delle valli valdostane, piemontesi, lombarde e trentine. In città la
sua attenzione si sofferma sulle case in demolizione del dopoguerra, sui muri stratificati di tracce
umane, sui paesaggi periferici e poi, dal 1964 al 1976, sui “giochi di bimbi” in città, dove i bambini –
unica presenza umana in tutta l’opera di Balzola - sfidano con la fantasia e il gioco il disagio
dell’ambiente totalmente artificiale e cementificato delle periferie e degli agglomerati metropolitani.
Su questo tema Balzola organizza anche numerose iniziative nelle scuole e sul territorio, ed è
invitato a realizzare alcune importanti mostre personali in Musei d’arte moderna del sud America.
Amico di molti intellettuali e artisti che animano la scena culturale italiana (Mila, Fo, Cavallo…),
Gino Balzola concepisce l’arte non solo come strumento di espressione creativa, ma anche come
strumento di impegno civile e di interesse antropologico. La sua attività artistica, interrotta nel
1983 da una malattia incurabile, si conclude con l’esplorazione e la rappresentazione degli “orti
urbani” (tra 1979 e 1982) che occupano spesso abusivamente gli hinterland metropolitani, luoghi
dove si esercita l’arte della sopravvivenza e dove bizzarre baracche costruite con i materiali di
scarto della società dei consumi rivelano ancora una volta le risorse creative e umane dei più umili.
11
gennaio 2014
Gino Balzola, il pittore che scalava le montagne
Dall'undici gennaio al 28 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
GALLERIA CIVICA FILIPPO SCROPPO
Torre Pellice, Via R. D'azeglio, 10, (Torino)
Torre Pellice, Via R. D'azeglio, 10, (Torino)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, giovedì: 15.30-18.30 venerdì, sabato: 10.30-12.30
Vernissage
11 Gennaio 2014, ore 16
Autore
Curatore