Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Gino Bosa – Front line edition
Gino Bosa opera, come spesso fa, in un luogo altro, un luogo che generalmente ha una diversa funzione nella sua quotidianità; in questo caso l’artista espone in uno showroom di mobili, con abitazione ad esso adiacente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“So che si sdegna amore per naturale istinto, m’addestrerò col finto a sostenere il ver”
(Jacopo Andrea Vittorelli, Anacreontiche XIV, 1784)
Gino Bosa opera, come spesso fa, in un luogo altro, un luogo che generalmente ha una diversa funzione nella sua quotidianità; in questo caso l’artista espone in uno showroom di mobili, con abitazione ad esso adiacente.
I suoi interventi sono spesso site specific ed i suoi lavori sono un’ associazione libera, alla freudiana, di oggetti. I suoi assemblaggi creano quindi significati inaspettati, piccole epifanie che annichiliscono la realtà così come la conosciamo, per poi ribaltare e ricostituire la concezione che avevamo di un dato spazio, fisico (tridimensionale, e non) e mentale.
In occasione della mostra fiorentina Gino Bosa ha creato quattro nuovi lavori. Gli oggetti utilizzati sono generalmente objet trouvé, che hanno ormai perso la loro funzione nel mondo, ma che riacquistano un’identità attraverso nuovi accostamenti ed il contesto in cui l’artista li pone. Gli oggetti, spesso modificati o su cui l’artista interviene in qualche modo, sono spesso frammenti, mobili rivisitati, ritagli di giornale, fotografie, stampe ecc. Le relazioni nate dagli oggetti emanano messaggi che colpiscono lo spettatore. L’intento dell’artista è quello di creare una suggestione linguistica visiva ed offrire un punto di partenza, uno spunto per una riflessione. L’apparente semplicità dell’assemblaggio, che intenzionalmente ignora qualsiasi surplus tecnico e teorico, è lo scheletro profondo del significato. La semplicità diventa mezzo di trasmissione diretta ed immediata. Il passo tra significante e significato è quindi molto breve.
Di fronte all’opera di Gino Bosa vi è una reazione di sorpresa, come di fronte a qualcosa di visto per la prima volta. L’idea del mondo cambia. La nostra relazione con esso è rimessa in discussione.
(Jacopo Andrea Vittorelli, Anacreontiche XIV, 1784)
Gino Bosa opera, come spesso fa, in un luogo altro, un luogo che generalmente ha una diversa funzione nella sua quotidianità; in questo caso l’artista espone in uno showroom di mobili, con abitazione ad esso adiacente.
I suoi interventi sono spesso site specific ed i suoi lavori sono un’ associazione libera, alla freudiana, di oggetti. I suoi assemblaggi creano quindi significati inaspettati, piccole epifanie che annichiliscono la realtà così come la conosciamo, per poi ribaltare e ricostituire la concezione che avevamo di un dato spazio, fisico (tridimensionale, e non) e mentale.
In occasione della mostra fiorentina Gino Bosa ha creato quattro nuovi lavori. Gli oggetti utilizzati sono generalmente objet trouvé, che hanno ormai perso la loro funzione nel mondo, ma che riacquistano un’identità attraverso nuovi accostamenti ed il contesto in cui l’artista li pone. Gli oggetti, spesso modificati o su cui l’artista interviene in qualche modo, sono spesso frammenti, mobili rivisitati, ritagli di giornale, fotografie, stampe ecc. Le relazioni nate dagli oggetti emanano messaggi che colpiscono lo spettatore. L’intento dell’artista è quello di creare una suggestione linguistica visiva ed offrire un punto di partenza, uno spunto per una riflessione. L’apparente semplicità dell’assemblaggio, che intenzionalmente ignora qualsiasi surplus tecnico e teorico, è lo scheletro profondo del significato. La semplicità diventa mezzo di trasmissione diretta ed immediata. Il passo tra significante e significato è quindi molto breve.
Di fronte all’opera di Gino Bosa vi è una reazione di sorpresa, come di fronte a qualcosa di visto per la prima volta. L’idea del mondo cambia. La nostra relazione con esso è rimessa in discussione.
16
dicembre 2010
Gino Bosa – Front line edition
Dal 16 dicembre 2010 al 16 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
SUPERGIAC PROJECT SPECIFIC ROOM
Firenze, Via Pisana, 214, (Firenze)
Firenze, Via Pisana, 214, (Firenze)
Vernissage
16 Dicembre 2010, ore 18.30
Autore