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GINO CORTELAZZO / MARIO SIRONI – La struttura e l’Anima. Opere scelte dalle collezioni Rimoldi, Allaria e Cortelazzo
Il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi continua l’approfondimento sull’opera artistica di Mario Sironi attraverso il confronto fra quindici opere dell’artista sassarese, parte provenienti dalle collezioni Rimoldi e Allaria, con il lavoro scultoreo di Gino Cortelazzo, artista prematuramente scomparso.
Comunicato stampa
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Dopo il successo di critica e di pubblico ottenuto dalla mostra Mario Sironi. Anni ’40 e ’50, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi prosegue l’approfondimento sull’opera di Sironi dedicando la mostra della stagione invernale all’incontro e al confronto tra due artisti che non si sono mai conosciuti, ma il cui lavoro presenta dei forti tratti comuni: Mario Sironi e Gino Cortelazzo.
Si tratta del primo omaggio che il Museo delle Regole dedica all’artista padovano di cui possiede una pregevole scultura in alabastro.
Gino Cortelazzo fu una delle voci più originali della scultura italiana del dopoguerra. Alla sua scomparsa, nel 1985, ha lasciato più di cinquecento sculture oltre ad opere plastiche di vario tipo, disegni e grafica. Opere di Cortelazzo si trovano in varie città e musei come la Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro, il MART e il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi appunto.
Artista di ricerca, Cortelazzo, così come anche Mario Sironi, sperimentò ogni materiale: non smise di indagare le possibilità del bronzo, ma lavorò anche la pietra, l’alabastro, l’onice, perfino la cartapesta e la resina. Amò molto il ferro e il legno, ai quali spesso tornava. Sviluppò una personalissima idea di figurazione indiretta, basata sul suggerire stimoli visivi sui quali ogni spettatore potesse costruire una sua propria immagine, frutto del dialogo con la sua fantasia e la sua cultura.
La mostra, curata da Luciano Gemin, architetto, collaboratore di Carlo Scarpa e grande amico di Cortelazzo, propone sedici sculture messe a confronto con sedici dipinti di Mario Sironi, tra cui il bellissimo Ritratto di Boccioni in trincea, dipinto quando Sironi e Boccioni condivisero i duri momenti della trincea durante la prima guerra mondiale e Il mio funerale piccola e struggente opera in cui Sironi immaginava il suo funerale con il carro funebre seguito da uno sparuto gruppo di persone: in effetti la sua previsione si avverò, morì a Milano in agosto e al suo funerale assistettero pochi intimi amici.
Il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi custodisce nelle sue sale oltre novanta opere del pittore sassarese, quasi tutte appartenenti agli anni ’40 e ’50. Sono anni particolarmente difficili per Sironi, deluso dalla deriva totalitaria e dal successivo crollo dell’ideologia fascista, straziato dalla morte della figlia, le opere che dipinse in questi anni, ispirate dal paesaggio montano di Cortina, sono intense e dure, di grande forza espressiva.
Pur non essendosi mai incontrati di persona, molte sono le analogie che è possibile ravvisare nel lavoro di Sironi e Cortelazzo. Entrambi approfondirono con interesse ed attenzione l’arte contemporanea a loro, parteciparono, pur con il carattere schivo che li contraddistingueva, ai fermenti artistici e alle ricerche dei propri anni. Il loro animo sensibile li portò ad affrontare, nei propri lavori, tematiche esistenziali, pur con esiti stilistici differenti.
L’opera di Sironi poi, pur utilizzando la pittura come mezzo espressivo, è estremamente scultorea, soprattutto negli anni di cui sono testimonianza le opere in mostra. Le montagne di Cortina, così forti e massicce, ispirarono molto il pittore e gli suggerirono un tratto altrettanto forte e dai volumi definiti per dare forma alle proprie sensazioni. Anche per Cortelazzo intensa fu l’esigenza di trovare, come scrisse il critico Mazzariol, nella materia la propria possibilità di essere messa in forma.
Si tratta del primo omaggio che il Museo delle Regole dedica all’artista padovano di cui possiede una pregevole scultura in alabastro.
Gino Cortelazzo fu una delle voci più originali della scultura italiana del dopoguerra. Alla sua scomparsa, nel 1985, ha lasciato più di cinquecento sculture oltre ad opere plastiche di vario tipo, disegni e grafica. Opere di Cortelazzo si trovano in varie città e musei come la Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro, il MART e il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi appunto.
Artista di ricerca, Cortelazzo, così come anche Mario Sironi, sperimentò ogni materiale: non smise di indagare le possibilità del bronzo, ma lavorò anche la pietra, l’alabastro, l’onice, perfino la cartapesta e la resina. Amò molto il ferro e il legno, ai quali spesso tornava. Sviluppò una personalissima idea di figurazione indiretta, basata sul suggerire stimoli visivi sui quali ogni spettatore potesse costruire una sua propria immagine, frutto del dialogo con la sua fantasia e la sua cultura.
La mostra, curata da Luciano Gemin, architetto, collaboratore di Carlo Scarpa e grande amico di Cortelazzo, propone sedici sculture messe a confronto con sedici dipinti di Mario Sironi, tra cui il bellissimo Ritratto di Boccioni in trincea, dipinto quando Sironi e Boccioni condivisero i duri momenti della trincea durante la prima guerra mondiale e Il mio funerale piccola e struggente opera in cui Sironi immaginava il suo funerale con il carro funebre seguito da uno sparuto gruppo di persone: in effetti la sua previsione si avverò, morì a Milano in agosto e al suo funerale assistettero pochi intimi amici.
Il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi custodisce nelle sue sale oltre novanta opere del pittore sassarese, quasi tutte appartenenti agli anni ’40 e ’50. Sono anni particolarmente difficili per Sironi, deluso dalla deriva totalitaria e dal successivo crollo dell’ideologia fascista, straziato dalla morte della figlia, le opere che dipinse in questi anni, ispirate dal paesaggio montano di Cortina, sono intense e dure, di grande forza espressiva.
Pur non essendosi mai incontrati di persona, molte sono le analogie che è possibile ravvisare nel lavoro di Sironi e Cortelazzo. Entrambi approfondirono con interesse ed attenzione l’arte contemporanea a loro, parteciparono, pur con il carattere schivo che li contraddistingueva, ai fermenti artistici e alle ricerche dei propri anni. Il loro animo sensibile li portò ad affrontare, nei propri lavori, tematiche esistenziali, pur con esiti stilistici differenti.
L’opera di Sironi poi, pur utilizzando la pittura come mezzo espressivo, è estremamente scultorea, soprattutto negli anni di cui sono testimonianza le opere in mostra. Le montagne di Cortina, così forti e massicce, ispirarono molto il pittore e gli suggerirono un tratto altrettanto forte e dai volumi definiti per dare forma alle proprie sensazioni. Anche per Cortelazzo intensa fu l’esigenza di trovare, come scrisse il critico Mazzariol, nella materia la propria possibilità di essere messa in forma.
28
dicembre 2013
GINO CORTELAZZO / MARIO SIRONI – La struttura e l’Anima. Opere scelte dalle collezioni Rimoldi, Allaria e Cortelazzo
Dal 28 dicembre 2013 al 21 aprile 2014
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE MODERNA MARIO RIMOLDI
Cortina D'ampezzo, Corso Italia, 69, (Belluno)
Cortina D'ampezzo, Corso Italia, 69, (Belluno)
Biglietti
intero cumulativo per i tre musei delle Regole d'Ampezzo €8; ridotto cumulativo per i tre musei delle Regole d'Ampezzo €5; famiglia cumulativo per i tre musei delle Regole d'Ampezzo €15
Orario di apertura
Dal 6 dicembre 2013 al 21 aprile 2014
Orario: martedì-domenica 10/12.30 e 15.30-19.30 Lunedì chiuso tranne 9 e 30 dicembre, 6 gennaio, 3 marzo e 21 aprile
(possono variare, verificare sempre via telefono)
Vernissage
28 Dicembre 2013, h 18
Autore
Curatore