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Gino Martori – Astrazioni Naturalistiche
Mostra personale
Comunicato stampa
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Gino Martori, indissolubilmente pittore, personaggio e uomo di rara sensibilità spicca tra le figure artistiche che
hanno arricchito il profilo del nostro territorio e di quello circonvicino.
Perciò il MAM lo omaggia con una bella personale proposta da Renzo Margonari, lo storico e inossidabile
direttore che ha dedicato più di trent’anni della sua vita a questo Museo, non solo arricchendolo, animandolo,
trasformandolo, ma anche rendendolo laboratorio del pensiero, luogo d’incontro di gente di cultura, prezioso
spazio di opere dell’ingegno locale, nazionale e internazionale.
Villa Ippoliti (sede del Museo e spazio architettonico di pregio) si offre dunque come il contenitore più adatto
per dare risalto alle ricerche di un talento ineccepibile mentre il MAM continua a ri-accreditarsi per l’indiscussa
qualità dei suoi appuntamenti artistici.
In catalogo il nuovo direttore del Mam parla della profondità poetica e degli orizzonti essenzializzati e riassunti
con un colore smunto e tonale di Gino Martori, di uno spazio pittorico che si è oramai radicalmente evoluto, che
si è definitivamente trasformato nel teatro della pura creatività. È la luce – afferma Gianfranco Ferlisi - ad
affermarsi ora come protagonista nei sui lirici paesaggi gardesani. ≪E la sua ricerca pare coniugare gli esiti
migliori del luminismo di Albero Gianquinto e una libertà di segno e di cromie che sembra accrescersi
della lezione di Mario Raciti. Lontana oramai è l’antica esperienza delle luci e dei colori del lago, dei pittoricismi
descrittivi, delle leggerezze della rappresentazione, delle memorie di quel Chiarismo con cui faceva i conti in
gioventù, quando dialogava con Oreste Marini.≫
Renzo Margonari si inoltra, parallelamente, in una approfondita lettura critica per parlare di trascrizione pittorica
del sentimento, della capacità di rivelare la profondità delle proprie emozioni. Per Margonari ≪Martori ha
composto la struttura dei suoi modi pittorici, aggiornandosi all’estremità più avanzata della paesaggistica
contemporanea, mettendosi all’ombra della tradizione figurativa lombardo-veneta che nel suo caso non è solo un
luogo culturale, ma anche esistenziale e filosofico. Ciò conferisce una forte distinzione antropologica alla
sensualità segnica e cromatica dei suoi dipinti, pienamente percepibile, rafforzandone la verità. Gino Martori è un
pittore gestuale, tonale, espressionista. In altre parole un artista che ha cooptato alcune modalità figurative per
ricavarne un linguaggio composito capace di restituire un’emozionalità con dati contrastanti, ma concorrenti,
dalla dolcezza alla forza, dall’intima riflessione del sussurro alla spontaneità del grido.≫
Trova così conferma uno scenario complesso e stratificato in cui tradizione ed innovazione, temi attuali e tenaci,
convivono senza entrare in contraddizione, in uno scenario di grande raffinatezza in cui il vecchio paesaggio
trascolora in una astrazione sempre più sapiente.
Alla fine - come spiega il Sindaco Nicola Leoni - ≪la rassegna che si apre in questa ennesima e speciale
circostanza è perfettamente coerente con l’esperienza di uno spazio museale pensato per chiunque, appartenente
o meno al territorio, apprezzi il bello, voglia conservare, tutelare e valorizzare le più aggiornate espressioni
dell'arte moderna e contemporanea. E un museo moderno, riconosciuto e apprezzato non poteva non accogliere
un pittore che lo ha a lungo frequentato. Martori è infatti un artista di lunga esperienza e di grande sapienza che
trova qui conferma di un percorso di assoluto interesse. Ma Gino non conclude al Mam la sua vicenda estetica.
Più semplicemente mostra i suoi approdi recenti. Si prospetta così, per il pubblico, uno spaccato completo delle
sue capacità che oltre ad illustrare la particolarità della sua pittura, esprimono tutta la complessità culturale e artistica del suo estro≫.
E Gino Martori, nato a Peschiera del Garda nel 1951, allievo del professor Franco Patuzzi all’Accademia di Belle Arti ‘G.B. Cignaroli’ di Verona, amico di Oreste Marini e di Franz Grau regala a pieni mani una pittura in cui il
segno e lo spazio, la materia e i colori sono i soli elementi di riferimento, oltre alla componente di una sensibilità sempre più raffinata, lontana da quell’utilitarismo su cui si arena l’onda della libertà espressiva della maggior parte degli uomini.
hanno arricchito il profilo del nostro territorio e di quello circonvicino.
Perciò il MAM lo omaggia con una bella personale proposta da Renzo Margonari, lo storico e inossidabile
direttore che ha dedicato più di trent’anni della sua vita a questo Museo, non solo arricchendolo, animandolo,
trasformandolo, ma anche rendendolo laboratorio del pensiero, luogo d’incontro di gente di cultura, prezioso
spazio di opere dell’ingegno locale, nazionale e internazionale.
Villa Ippoliti (sede del Museo e spazio architettonico di pregio) si offre dunque come il contenitore più adatto
per dare risalto alle ricerche di un talento ineccepibile mentre il MAM continua a ri-accreditarsi per l’indiscussa
qualità dei suoi appuntamenti artistici.
In catalogo il nuovo direttore del Mam parla della profondità poetica e degli orizzonti essenzializzati e riassunti
con un colore smunto e tonale di Gino Martori, di uno spazio pittorico che si è oramai radicalmente evoluto, che
si è definitivamente trasformato nel teatro della pura creatività. È la luce – afferma Gianfranco Ferlisi - ad
affermarsi ora come protagonista nei sui lirici paesaggi gardesani. ≪E la sua ricerca pare coniugare gli esiti
migliori del luminismo di Albero Gianquinto e una libertà di segno e di cromie che sembra accrescersi
della lezione di Mario Raciti. Lontana oramai è l’antica esperienza delle luci e dei colori del lago, dei pittoricismi
descrittivi, delle leggerezze della rappresentazione, delle memorie di quel Chiarismo con cui faceva i conti in
gioventù, quando dialogava con Oreste Marini.≫
Renzo Margonari si inoltra, parallelamente, in una approfondita lettura critica per parlare di trascrizione pittorica
del sentimento, della capacità di rivelare la profondità delle proprie emozioni. Per Margonari ≪Martori ha
composto la struttura dei suoi modi pittorici, aggiornandosi all’estremità più avanzata della paesaggistica
contemporanea, mettendosi all’ombra della tradizione figurativa lombardo-veneta che nel suo caso non è solo un
luogo culturale, ma anche esistenziale e filosofico. Ciò conferisce una forte distinzione antropologica alla
sensualità segnica e cromatica dei suoi dipinti, pienamente percepibile, rafforzandone la verità. Gino Martori è un
pittore gestuale, tonale, espressionista. In altre parole un artista che ha cooptato alcune modalità figurative per
ricavarne un linguaggio composito capace di restituire un’emozionalità con dati contrastanti, ma concorrenti,
dalla dolcezza alla forza, dall’intima riflessione del sussurro alla spontaneità del grido.≫
Trova così conferma uno scenario complesso e stratificato in cui tradizione ed innovazione, temi attuali e tenaci,
convivono senza entrare in contraddizione, in uno scenario di grande raffinatezza in cui il vecchio paesaggio
trascolora in una astrazione sempre più sapiente.
Alla fine - come spiega il Sindaco Nicola Leoni - ≪la rassegna che si apre in questa ennesima e speciale
circostanza è perfettamente coerente con l’esperienza di uno spazio museale pensato per chiunque, appartenente
o meno al territorio, apprezzi il bello, voglia conservare, tutelare e valorizzare le più aggiornate espressioni
dell'arte moderna e contemporanea. E un museo moderno, riconosciuto e apprezzato non poteva non accogliere
un pittore che lo ha a lungo frequentato. Martori è infatti un artista di lunga esperienza e di grande sapienza che
trova qui conferma di un percorso di assoluto interesse. Ma Gino non conclude al Mam la sua vicenda estetica.
Più semplicemente mostra i suoi approdi recenti. Si prospetta così, per il pubblico, uno spaccato completo delle
sue capacità che oltre ad illustrare la particolarità della sua pittura, esprimono tutta la complessità culturale e artistica del suo estro≫.
E Gino Martori, nato a Peschiera del Garda nel 1951, allievo del professor Franco Patuzzi all’Accademia di Belle Arti ‘G.B. Cignaroli’ di Verona, amico di Oreste Marini e di Franz Grau regala a pieni mani una pittura in cui il
segno e lo spazio, la materia e i colori sono i soli elementi di riferimento, oltre alla componente di una sensibilità sempre più raffinata, lontana da quell’utilitarismo su cui si arena l’onda della libertà espressiva della maggior parte degli uomini.
19
febbraio 2017
Gino Martori – Astrazioni Naturalistiche
Dal 19 febbraio al 05 marzo 2017
arte contemporanea
Location
MAM – MUSEO D’ARTE MODERNA DELL’ALTO MANTOVANO
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Orario di apertura
mattino: dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00
sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:00
pomeriggio: sabato e domenica, dalle ore 15:00 alle ore 18:00
Vernissage
19 Febbraio 2017, h 17.30
Autore
Curatore