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Gintaras Didžiapetris – Optical events
Gintaras Didziapetris presenta per unosolo, la project room di unosunove, un film realizzato in 16 mm. La pellicola mostra una sequenza di immagini eterogene, delle tracce che lo spettatore è invitato a seguire per costruire, a partire dai loro accostamenti, una possibile storia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione della prima mostra personale in Italia del giovane artista lituano Gintaras Didžiapetris (1985, Vilnius), unosolo, la project room di 1/9unosunove, si trasforma in una sala di proiezione dal sapore un po’ antico per accogliere la première del film in 16 mm intitolato Optical Events.
"Beware of anonymous letters—you may have written them, in a wordless implosion of sleep"
John Ashbery
“Pensate a questa mostra come ad un diario scritto per essere ritrovato da uno sconosciuto. Senza un particolare ordine di apparizione - le scene sono ordinate come gli oggetti in una stanza, anche se e’ più evidente che si tratta del momento in cui ci troviamo lì dentro in piedi e ci stiamo guardando intorno, nel corpo di una donna che sta per tramutarsi in un segno o in un’idea. Ella si trasforma per diventare introduzione, ma questa stessa azione e’ lenta, e la somiglianza di molti altri pensieri diventa parte della stessa stanza” egli scrisse sul film che non aveva ancora visto.
“Come le taches di colore sono affiancate - impressioni differenti appaiono come parte di una stessa realtà. Il film è un mezzo impressionistico. Nell’Europa deI XIX secolo i modi in cui i pigmenti di colore si avvicinano per poi completare la loro combinazione solo negli occhi dell’osservatore si ottengono mescolando colori complementari direttamente sulla tela. La riproduzione meccanica va di pari passo con la fotografia pittorica” prosegue il testo.
“Penso al testo di T. J. Clark We Field-Women su Camille Pissaro: l’espressione ‘optical events’, descrittiva della superficie della tela di Pissarro, sembra racchiudere una versione condensata dei conflitti che hanno attraversato la storia dell’arte moderna. Questa unica combinazione di parole diventa una sorta di specchio attraverso il quale mi sono imbattuto in panorama ben più vasto. Un testo non nasce dal nulla. Questo, per esempio, ha probabilmente le sue origini nelle pagine di un romanzo vittoriano che sta per essere strappato per diventare parte di un collage cubista come pezzo mancante. Che succederebbe se si trattasse di una definizione o descrizione a cui non si dovrebbe mai prestare fiducia? Pensate all’atto di fare supposizioni e, per un attimo, di non avere ragione, dal momento che questa mostra sarà sempre una bugia. Qualcosa di molto più grande – una promessa - giace oltre lo schermo. Quando il film diventa mostra, non c’è schermo. La promessa, allora, si trova al di là della visibilità. Oppure il film è una reliquia che pensa, anche quando l’osservatore è addormentato.”
Gintaras Didžiapetris vive e lavora a Vilnius.
"Beware of anonymous letters—you may have written them, in a wordless implosion of sleep"
John Ashbery
“Pensate a questa mostra come ad un diario scritto per essere ritrovato da uno sconosciuto. Senza un particolare ordine di apparizione - le scene sono ordinate come gli oggetti in una stanza, anche se e’ più evidente che si tratta del momento in cui ci troviamo lì dentro in piedi e ci stiamo guardando intorno, nel corpo di una donna che sta per tramutarsi in un segno o in un’idea. Ella si trasforma per diventare introduzione, ma questa stessa azione e’ lenta, e la somiglianza di molti altri pensieri diventa parte della stessa stanza” egli scrisse sul film che non aveva ancora visto.
“Come le taches di colore sono affiancate - impressioni differenti appaiono come parte di una stessa realtà. Il film è un mezzo impressionistico. Nell’Europa deI XIX secolo i modi in cui i pigmenti di colore si avvicinano per poi completare la loro combinazione solo negli occhi dell’osservatore si ottengono mescolando colori complementari direttamente sulla tela. La riproduzione meccanica va di pari passo con la fotografia pittorica” prosegue il testo.
“Penso al testo di T. J. Clark We Field-Women su Camille Pissaro: l’espressione ‘optical events’, descrittiva della superficie della tela di Pissarro, sembra racchiudere una versione condensata dei conflitti che hanno attraversato la storia dell’arte moderna. Questa unica combinazione di parole diventa una sorta di specchio attraverso il quale mi sono imbattuto in panorama ben più vasto. Un testo non nasce dal nulla. Questo, per esempio, ha probabilmente le sue origini nelle pagine di un romanzo vittoriano che sta per essere strappato per diventare parte di un collage cubista come pezzo mancante. Che succederebbe se si trattasse di una definizione o descrizione a cui non si dovrebbe mai prestare fiducia? Pensate all’atto di fare supposizioni e, per un attimo, di non avere ragione, dal momento che questa mostra sarà sempre una bugia. Qualcosa di molto più grande – una promessa - giace oltre lo schermo. Quando il film diventa mostra, non c’è schermo. La promessa, allora, si trova al di là della visibilità. Oppure il film è una reliquia che pensa, anche quando l’osservatore è addormentato.”
Gintaras Didžiapetris vive e lavora a Vilnius.
24
febbraio 2010
Gintaras Didžiapetris – Optical events
Dal 24 al 27 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
UNOSOLO PROJECT ROOM
Milano, Via Broletto, 26, (Milano)
Milano, Via Broletto, 26, (Milano)
Orario di apertura
da martedi a sabato
ore 11-19
Vernissage
24 Febbraio 2010, ore 19
Autore