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Giò Pomodoro – Sculture e acquerelli
In mostra, accanto alle 10 sculture prodotte tra la fine degli anni ’50 e gli anni ‘90, rappresentativi di una carriera artistica vissuta alla continua ricerca di forme e soluzioni plastiche sempre nuove, saranno esposti 26 acquerelli, anch’essi del periodo sopra citato, studi e progetti che evocano i più famosi lavori monumentali
Comunicato stampa
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Giò Pomodoro (Orciano, 1930 – Milano, 2002), è protagonista della mostra retrospettiva allestita presso le sale espositive della galleria Berman di Torino.
L’artista estroso e versatile, che a soli 26 anni partecipava alla Biennale di Venezia (1956), è ritenuto uno dei più importanti scultori del Novecento, non solo in Italia, ma anche all’estero, dove le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, dall’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, alla collezione Nelson Rockfeller di New York, al Museo d'Arte Moderna di Mexico City, al Kunst und Museumverein di Wuppertal, allo Yorkshire Sculpture Park di Wakefield in Inghilterra, alle Gallerie d’Arte Moderna di Torino e di Roma e al Civico Museo d'Arte Contemporanea di Milano, per citare alcuni nomi.
Di quattro anni più giovane del fratello, Arnaldo Pomodoro, dopo aver condiviso con lui la sua prima stagione artistica, Giò iniziò la collaborazione con la rivista “Il Gesto” e con il gruppo Continuità nel panorama della vivace scena artistica milanese.
Negli anni ’60 produsse le sculture in bronzo dalle superfici increspate e ondulate, le famosissime e originali Superfici in tensione che gli procurano il primo premio alla Biennale per Giovani Artisti di Parigi, per poi dedicarsi alle monumentali sculture in marmo e in pietra, gli Archi, i Contatti, i Soli, quest’ultimi parecchio raffigurati dall’artista nelle sue diverse forme e riferimenti.
La scultura di Giò Pomodoro tendendo sempre più alle masse e quindi alle superfici, attraverso un gesto assai vitale, è presenza fatta di profili e piani continui che si muove, con le sue cavità e le sue ombre: è sempre in fieri.
Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti dal maestro durante la sua lunga carriera, dall’essere stato protagonista di un’intera sala alla Biennale di Venezia nel 1984, all’aver avuto innumerevoli antologiche e personali curate da critici del calibro di Carandente, Trini e Ballo, alle commissioni per spazi aperti da Francoforte a Malpensa, da Monza a Roma.
Giò Pomodoro inoltre è stato il primo scultore italiano a ricevere il premio alla carriera dall’International Sculture Center nel 2002 pochi mesi prima della sua scomparsa, avvenuta il 21 dicembre dello stesso anno nel suo studio di Milano.
In mostra, accanto alle 10 sculture prodotte tra la fine degli anni ’50 e gli anni ‘90, rappresentativi di una carriera artistica vissuta alla continua ricerca di forme e soluzioni plastiche sempre nuove, saranno esposti 26 acquerelli, anch’essi del periodo sopra citato, studi e progetti che evocano i più famosi lavori monumentali.
L’artista estroso e versatile, che a soli 26 anni partecipava alla Biennale di Venezia (1956), è ritenuto uno dei più importanti scultori del Novecento, non solo in Italia, ma anche all’estero, dove le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, dall’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, alla collezione Nelson Rockfeller di New York, al Museo d'Arte Moderna di Mexico City, al Kunst und Museumverein di Wuppertal, allo Yorkshire Sculpture Park di Wakefield in Inghilterra, alle Gallerie d’Arte Moderna di Torino e di Roma e al Civico Museo d'Arte Contemporanea di Milano, per citare alcuni nomi.
Di quattro anni più giovane del fratello, Arnaldo Pomodoro, dopo aver condiviso con lui la sua prima stagione artistica, Giò iniziò la collaborazione con la rivista “Il Gesto” e con il gruppo Continuità nel panorama della vivace scena artistica milanese.
Negli anni ’60 produsse le sculture in bronzo dalle superfici increspate e ondulate, le famosissime e originali Superfici in tensione che gli procurano il primo premio alla Biennale per Giovani Artisti di Parigi, per poi dedicarsi alle monumentali sculture in marmo e in pietra, gli Archi, i Contatti, i Soli, quest’ultimi parecchio raffigurati dall’artista nelle sue diverse forme e riferimenti.
La scultura di Giò Pomodoro tendendo sempre più alle masse e quindi alle superfici, attraverso un gesto assai vitale, è presenza fatta di profili e piani continui che si muove, con le sue cavità e le sue ombre: è sempre in fieri.
Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti dal maestro durante la sua lunga carriera, dall’essere stato protagonista di un’intera sala alla Biennale di Venezia nel 1984, all’aver avuto innumerevoli antologiche e personali curate da critici del calibro di Carandente, Trini e Ballo, alle commissioni per spazi aperti da Francoforte a Malpensa, da Monza a Roma.
Giò Pomodoro inoltre è stato il primo scultore italiano a ricevere il premio alla carriera dall’International Sculture Center nel 2002 pochi mesi prima della sua scomparsa, avvenuta il 21 dicembre dello stesso anno nel suo studio di Milano.
In mostra, accanto alle 10 sculture prodotte tra la fine degli anni ’50 e gli anni ‘90, rappresentativi di una carriera artistica vissuta alla continua ricerca di forme e soluzioni plastiche sempre nuove, saranno esposti 26 acquerelli, anch’essi del periodo sopra citato, studi e progetti che evocano i più famosi lavori monumentali.
13
gennaio 2007
Giò Pomodoro – Sculture e acquerelli
Dal 13 gennaio al 13 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA BERMAN
Torino, Via Dell'arcivescovado, 9, (Torino)
Torino, Via Dell'arcivescovado, 9, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00
Vernissage
13 Gennaio 2007, ore 16.30
Autore
Curatore