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Gio Schiano – Andamento
Erno- Edicola Romana Non Ordinaria, in Piazza Americo Capponi, Roma, ospita la mostra Andamento di Gio Schiano, a cura di Maria Chiara Spiezia. Un corpus d’immagini inedite, raccontano la nuova ricerca artistica di Gio Schiano. Fotografie di ritratti e mezzi busti, dissolti, disgregati e fluidi.
Comunicato stampa
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ERNO - Edicola Romana Non Ordinaria, Piazza Americo Capponi, 00193, Roma
GIO SCHIANO| ANDAMENTO
14-15-16 Luglio 2023
Fammi sentire come ti batte il cuore con la punta della lingua
(Philip Roth, L’animale morente)
Dal 14 – ore 18.00- al 16 Luglio 2023 Erno- Edicola Romana Non Ordinaria, in Piazza Americo Capponi, Roma, ospita la mostra Andamento di Gio Schiano, a cura di Maria Chiara Spiezia. Un corpus d’immagini inedite, realizzate nell’arco di cinque anni, raccontano la nuova ricerca artistica di Gio Schiano. Ritratti e mezzi busti, dissolti, disgregati e fluidi, come chiffon in seta, si muovono su traiettorie non circoscritte. Dinanzi tali opere si ha la sensazione che i soggetti ripresi scivolino tra le mani, fluidifichino. Schiano senza l’ausilio della post-produzione e quasi in attesa di cogliere la proiezione dell’essenza interiore e impalpabile del soggetto, scatta. Un flusso continuo e inarrestabile: “e come se uscissi dal mio parallelo e incontro qualcos’altro, provando a non fermare il tempo, m’insinuo in alfabeti visivi diversi” dice. In una visione rannuvolata, in pose non statiche, le foto risultano, dinamiche, distorte e trasposte. Come quando ad una visita oculista il dottore t’istilla negli occhi del Tropicamide- collirio utile per esaminare il fondo oculare e rilassare il muscolo ciliare- la pupilla si dilata e la vista si appanna, si offusca. Similmente, l’artista attraverso l’otturatore della macchina fotografica, protrae il tempo d’esposizione ed elimina la nitidezza del soggetto insinuandosi tra i movimenti replicati dei soggetti. Le figure non sono colte meticolosamente, non vi è traccia di rughe sotto il mento né di peluria sulle braccia, né di discromie sulle guance, ma solo la presenza di pulviscoli atmosferici, le figure si fondono e dissolvono con i fondali, in uno scambio intimo, lirico. Nelle foto di Schiano, l’estensione dell’attimo, del piacere e del dolore è esplicito, subissati da immagini ad alta velocità, l’atto di sostare prolungando l’intervallo dei sensi, è un gesto di pura vittoria. Nelle opere in mostra, tutto scorre e resta, le figure sono contorte in spasmi replicati, l’artista attratto dal movimento e dalla deformazione delle figure riprodotte, rifiuta la verosimiglianza in un viaggio tutto proiettato nell’interiorità dell’individuo.
Il medesimo spazio ospitante è un luogo di passaggio e di sosta, un vero e proprio chiosco che non divulga meramente notizie, ma si sofferma sull’arte, sulla letteratura, sul design sulla moda, sull’artigianato. Un luogo tutto da scoprire, muovendosi su una traiettoria a 360 gradi si ha la possibilità di addentrarsi in ricerche ed esposizioni atipiche. Grazie alla lungimiranza di Andrea Mercuri Co-Founder & Art director di Erno, lo spazio ha acquisito nel tempo un approccio con l’arte del tutto innovativo. Riviste di nicchia, artigiani, brand emergenti: riuniti. Grazie alla innata capacità della fondatrice di creare profonde connessioni, oggi Erno è un crocevia di sguardi, soste e nuove idee. Eppure una foto, un dipinto fissa il passaggio del tempo? Henri Cartier Bresson, fotografo francese, legato al mito del momento decisivo, cattura l’istante, atrofizza uno dei molteplici stati della figura, una frazione di secondo della realtà ed il soggetto in movimento viene immortalato in un definito istante. L’immagine è fissata, congelata come la sigaretta che l’artista polacco Balthus muoveva nella sua routine quotidiana ai bordi delle labbra, mischiandola alla saliva, ma che nella fotografia di Iriving Penn (1948) diventa una protesi del suo corpo, più lunga del suo naso, paralizzata. E’ invece possibile Immortalare quell’ esile fumo di sigaretta? Il suo passaggio? Catturare istanti e riprendere il loro prolungamento come bava di lumaca? Rendere concreto, tangibile il tempo e le sue gradazioni, il movimento e il suo fluire?
Senza dubbio, in letteratura, lo scrittore statunitense Truman Capote è riuscito a immortalare e nel contempo far fluire una serie di gesti di movenze dei suoi personaggi all’interno dei suoi tersi racconti, come quello ricorrente di passare la lingua sulle labbra, in segno di ansia o tensione quando la salivazione diminuisce o di rievocazione di sensazioni piacevoli, in un impuro tempo allungato. Lasciando allo spettatore la sensazione di scorrevolezza delle immagini con le proprie impercettibili sequenze. L’stante non viene di certo ingabbiato dalla scrittura di Capote, prosegue il suo tragitto, si trasforma, non è tangibile. Tuttavia è alla fine dell’Ottocento che il britannico Eadweard Muybridge studia il movimento in fotografia, dimostrando scientificamente la corsa di un cavallo, attraverso una serie di fotografie viste in sequenza. Mediante l’utilizzo di una batteria di ventiquattro apparecchi fotografici, munita di un interruttore comandato da un orologio, realizza uno strumento sulla quale viene riprodotta la serie di foto ritratte che permette di visualizzarle in movimento continuo. L’ antesignano più noto delle future proiezioni cinematografiche. Eppure Il primo che prova a fermare l’intermittenza del movimento in un unico scatto è il romano Antonio Giulio Bragaglia regista teatrale, scenografo e direttore della fotografia. Nel suo saggio “Fotodinamismo futurista” del 1911 applica la poetica futurista alla fotografia. Il suo interesse si concentra sulla traiettoria del movimento fino ad arrivare alla sua dissoluzione e smaterializzazione. Nell’osservare il dipinto di Diego Velasquez le Filatrici del 1657 al Museo del Prado, dice: “Dovendo rendere l’agile e rapido il lavorio delle dita di una mano che, agitandosi effettivamente si moltiplicava, non ha esitato a moltiplicarle le dita, così che ora essi si vedono il numero di nove, almeno”. A Bragaglia ciò che lo affascinava è il sentimento propulsivo, vitale del tragitto del movimento in perfetta sintonia con l’universo e le sue continue oscillazioni. Ed è proprio in queste continue oscillazioni e ricerca di mondi paralleli che l’occhio di Schiano prospera in un Andamento lento.
ERNO- (Edicola Romana Non Ordinaria)- Temporary POP UP/ Exhibition Space
Piazza Americo Capponi, Roma
Martedì – Domenica, 11-00 13:30 – 16.00 -20.30
Co-Founder & Art director: Andrea Mercuri
edicolaerno@gmail.com
Instagram: edicolaerno
Biografia Gio Schiano
Gio Schiano è un artista italiano contemporaneo nato a Napoli nel 1976. È un noto fotografo di alta moda, nonché pittore, scultore e designer. Dopo gli studi tecnici, Schiano studia grafica e fotografia, non tralasciando mai la sua passione per l'arte. Conosciuto per il design fantasioso, colorato e vivace, le sue sculture, incorporano colori vigorosi, linee e forme geometriche che confondono e a loro volta deliziano l'occhio. In alcune opere è evidente la contaminazione della filosofia del gruppo Memphis, fondato da Ettore Sottsass negli anni’80 e del movimento della Op Art.
I dipinti di Schiano prendono, invece, ispirazione dall'immaginario religioso tradizionale italiano, con un tocco modernità e avanguardia. Molti sono i materiali che egli utilizza: legno, plexiglass, ceramica e collage su tela. Il polimorfo lavoro di Schiano, ha ottenuto il riconoscimento internazionale con esposizioni in: Francia, Italia, Stati Uniti, Giappone, Australia, Emirati Arabi e Regno Unito. Con un mix di abilità artistiche e tecniche, l’artista è interamente immerso nel mondo dell'arte in continue ricerche multiformi.
GIO SCHIANO| ANDAMENTO
14-15-16 Luglio 2023
Fammi sentire come ti batte il cuore con la punta della lingua
(Philip Roth, L’animale morente)
Dal 14 – ore 18.00- al 16 Luglio 2023 Erno- Edicola Romana Non Ordinaria, in Piazza Americo Capponi, Roma, ospita la mostra Andamento di Gio Schiano, a cura di Maria Chiara Spiezia. Un corpus d’immagini inedite, realizzate nell’arco di cinque anni, raccontano la nuova ricerca artistica di Gio Schiano. Ritratti e mezzi busti, dissolti, disgregati e fluidi, come chiffon in seta, si muovono su traiettorie non circoscritte. Dinanzi tali opere si ha la sensazione che i soggetti ripresi scivolino tra le mani, fluidifichino. Schiano senza l’ausilio della post-produzione e quasi in attesa di cogliere la proiezione dell’essenza interiore e impalpabile del soggetto, scatta. Un flusso continuo e inarrestabile: “e come se uscissi dal mio parallelo e incontro qualcos’altro, provando a non fermare il tempo, m’insinuo in alfabeti visivi diversi” dice. In una visione rannuvolata, in pose non statiche, le foto risultano, dinamiche, distorte e trasposte. Come quando ad una visita oculista il dottore t’istilla negli occhi del Tropicamide- collirio utile per esaminare il fondo oculare e rilassare il muscolo ciliare- la pupilla si dilata e la vista si appanna, si offusca. Similmente, l’artista attraverso l’otturatore della macchina fotografica, protrae il tempo d’esposizione ed elimina la nitidezza del soggetto insinuandosi tra i movimenti replicati dei soggetti. Le figure non sono colte meticolosamente, non vi è traccia di rughe sotto il mento né di peluria sulle braccia, né di discromie sulle guance, ma solo la presenza di pulviscoli atmosferici, le figure si fondono e dissolvono con i fondali, in uno scambio intimo, lirico. Nelle foto di Schiano, l’estensione dell’attimo, del piacere e del dolore è esplicito, subissati da immagini ad alta velocità, l’atto di sostare prolungando l’intervallo dei sensi, è un gesto di pura vittoria. Nelle opere in mostra, tutto scorre e resta, le figure sono contorte in spasmi replicati, l’artista attratto dal movimento e dalla deformazione delle figure riprodotte, rifiuta la verosimiglianza in un viaggio tutto proiettato nell’interiorità dell’individuo.
Il medesimo spazio ospitante è un luogo di passaggio e di sosta, un vero e proprio chiosco che non divulga meramente notizie, ma si sofferma sull’arte, sulla letteratura, sul design sulla moda, sull’artigianato. Un luogo tutto da scoprire, muovendosi su una traiettoria a 360 gradi si ha la possibilità di addentrarsi in ricerche ed esposizioni atipiche. Grazie alla lungimiranza di Andrea Mercuri Co-Founder & Art director di Erno, lo spazio ha acquisito nel tempo un approccio con l’arte del tutto innovativo. Riviste di nicchia, artigiani, brand emergenti: riuniti. Grazie alla innata capacità della fondatrice di creare profonde connessioni, oggi Erno è un crocevia di sguardi, soste e nuove idee. Eppure una foto, un dipinto fissa il passaggio del tempo? Henri Cartier Bresson, fotografo francese, legato al mito del momento decisivo, cattura l’istante, atrofizza uno dei molteplici stati della figura, una frazione di secondo della realtà ed il soggetto in movimento viene immortalato in un definito istante. L’immagine è fissata, congelata come la sigaretta che l’artista polacco Balthus muoveva nella sua routine quotidiana ai bordi delle labbra, mischiandola alla saliva, ma che nella fotografia di Iriving Penn (1948) diventa una protesi del suo corpo, più lunga del suo naso, paralizzata. E’ invece possibile Immortalare quell’ esile fumo di sigaretta? Il suo passaggio? Catturare istanti e riprendere il loro prolungamento come bava di lumaca? Rendere concreto, tangibile il tempo e le sue gradazioni, il movimento e il suo fluire?
Senza dubbio, in letteratura, lo scrittore statunitense Truman Capote è riuscito a immortalare e nel contempo far fluire una serie di gesti di movenze dei suoi personaggi all’interno dei suoi tersi racconti, come quello ricorrente di passare la lingua sulle labbra, in segno di ansia o tensione quando la salivazione diminuisce o di rievocazione di sensazioni piacevoli, in un impuro tempo allungato. Lasciando allo spettatore la sensazione di scorrevolezza delle immagini con le proprie impercettibili sequenze. L’stante non viene di certo ingabbiato dalla scrittura di Capote, prosegue il suo tragitto, si trasforma, non è tangibile. Tuttavia è alla fine dell’Ottocento che il britannico Eadweard Muybridge studia il movimento in fotografia, dimostrando scientificamente la corsa di un cavallo, attraverso una serie di fotografie viste in sequenza. Mediante l’utilizzo di una batteria di ventiquattro apparecchi fotografici, munita di un interruttore comandato da un orologio, realizza uno strumento sulla quale viene riprodotta la serie di foto ritratte che permette di visualizzarle in movimento continuo. L’ antesignano più noto delle future proiezioni cinematografiche. Eppure Il primo che prova a fermare l’intermittenza del movimento in un unico scatto è il romano Antonio Giulio Bragaglia regista teatrale, scenografo e direttore della fotografia. Nel suo saggio “Fotodinamismo futurista” del 1911 applica la poetica futurista alla fotografia. Il suo interesse si concentra sulla traiettoria del movimento fino ad arrivare alla sua dissoluzione e smaterializzazione. Nell’osservare il dipinto di Diego Velasquez le Filatrici del 1657 al Museo del Prado, dice: “Dovendo rendere l’agile e rapido il lavorio delle dita di una mano che, agitandosi effettivamente si moltiplicava, non ha esitato a moltiplicarle le dita, così che ora essi si vedono il numero di nove, almeno”. A Bragaglia ciò che lo affascinava è il sentimento propulsivo, vitale del tragitto del movimento in perfetta sintonia con l’universo e le sue continue oscillazioni. Ed è proprio in queste continue oscillazioni e ricerca di mondi paralleli che l’occhio di Schiano prospera in un Andamento lento.
ERNO- (Edicola Romana Non Ordinaria)- Temporary POP UP/ Exhibition Space
Piazza Americo Capponi, Roma
Martedì – Domenica, 11-00 13:30 – 16.00 -20.30
Co-Founder & Art director: Andrea Mercuri
edicolaerno@gmail.com
Instagram: edicolaerno
Biografia Gio Schiano
Gio Schiano è un artista italiano contemporaneo nato a Napoli nel 1976. È un noto fotografo di alta moda, nonché pittore, scultore e designer. Dopo gli studi tecnici, Schiano studia grafica e fotografia, non tralasciando mai la sua passione per l'arte. Conosciuto per il design fantasioso, colorato e vivace, le sue sculture, incorporano colori vigorosi, linee e forme geometriche che confondono e a loro volta deliziano l'occhio. In alcune opere è evidente la contaminazione della filosofia del gruppo Memphis, fondato da Ettore Sottsass negli anni’80 e del movimento della Op Art.
I dipinti di Schiano prendono, invece, ispirazione dall'immaginario religioso tradizionale italiano, con un tocco modernità e avanguardia. Molti sono i materiali che egli utilizza: legno, plexiglass, ceramica e collage su tela. Il polimorfo lavoro di Schiano, ha ottenuto il riconoscimento internazionale con esposizioni in: Francia, Italia, Stati Uniti, Giappone, Australia, Emirati Arabi e Regno Unito. Con un mix di abilità artistiche e tecniche, l’artista è interamente immerso nel mondo dell'arte in continue ricerche multiformi.
14
luglio 2023
Gio Schiano – Andamento
Dal 14 al 16 luglio 2023
fotografia
Location
Erno-Edicola Romana Non Ordinaria
Roma, Piazza Americo Capponi, (RM)
Roma, Piazza Americo Capponi, (RM)
Orario di apertura
da Venerdì a Domenica 11-00 13:30 – 16.00 -20.30
Vernissage
14 Luglio 2023, ore 18.00
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Curatore
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Produzione organizzazione