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Gioiello italiano contemporaneo. Tecniche e materiali tra arte e design
Una mostra che evidenzia le eccellenze del gioiello italiano, quello cioè caratterizzato da tecniche e materiali propri del made in italy: dal corallo alla filigrana, dal micromosaico alla pietra lavica, testimoni di una cultura dell’eccellenza orafa poco frequentata nella contemporaneità.
Comunicato stampa
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Dopo essere stata ospitata al palazzo Valmarana di Vicenza, al Castello Sforzesco di Milano e al Kunstgewerbemuseum di Berlino, mercoledì 29 ottobre 2008, si inaugura alla FONDAZIONE PIETRO ACCORSI — MUSEO DI ARTI DECORATIVE di Torino la mostra GIOIELLO ITALIANO CONTEMPORANEO: tecniche e materiali tra arte e design.
Curata da Alba Cappellieri, la mostra figura tra gli eventi di Torino World Design Capital per la capacità di raccontare lo straordinario patrimonio orafo italiano in termini di progetto. La mostra intende infatti presentare la varietà del gioiello italiano per la prima volta considerato sia nei suoi aspetti di manufatto artistico che di prodotto industriale. Non soltanto oggetto di lusso ma anche ornamento per il corpo dove il valore di materiali e gemme si unisce a quello del progetto.
Una mostra che evidenzia le eccellenze del gioiello italiano, quello cioè caratterizzato da tecniche e materiali propri del made in italy: dal corallo alla filigrana, dal micromosaico alla pietra lavica, testimoni di una cultura dell’eccellenza orafa poco frequentata nella contemporaneità. La sfida è stata quella di fare interpretare le diverse tecniche e materiali da artisti, designer, progettisti orafi e aziende, con l’obiettivo di dimostrare che gli antichi saperi possono avere un’estetica contemporanea e per questo rivolgersi a un pubblico più ampio. In un confronto ideale tra passato, presente e futuro emerge la vocazione orafa e la tradizione artistica dei diversi distretti orafi italiani laddove la qualità e la distinzione si configurano come elementi strategici per competere sui mercati internazionali.
Sono stati invitati oltre 150 tra progettisti e aziende che rappresentano l’eccellenza del “modo
italiano” senza preclusioni di età, materiali, geografie o di temi di ricerca per un totale di 282 lavori presentati in mostra.
Il catalogo è curato da Alba Cappellieri e pubblicato da Skira con saggi di Marina Bigi-Ilaria Danieli, Andrea Branzi, Maurizio Castro, Philippe Daverio, Paola de Luca, Graziella Folchini Grassetto, Francoise Izaude, Valerio Terraroli.
Appendici documentarie a cura di Donatella Ferrari e Vanni Scolozzi.
La mostra sarà ospitata presso la Fondazione Pietro Accorsi Museo di Arti Decorative di Torino dal 30 ottobre 2008 all’11 gennaio 2009; dopo Torino proseguirà per Tel Aviv, Amburgo, Napoli, Ankara.
In parallelo sarà possibile visitare il Museo Accorsi e confrontare i preziosi tesori della collezione permanente con quelli dei designer in mostra.
Del secolo XIX è per esempio il ricchissimo collier, proveniente dalle collezioni della famiglia Murat, composto da perle montate a grappoli d’uva e smeraldi a forma di pampini; esso è arricchito inoltre da zaffiri con taglio “a cabochon” e “ a tavola”. La montatura in oro è “a notte” e ogni perla presenta un chiodo d’oro. I vari elementi della collana sono staccabili l’uno dall’altro e utilizzabili separatamente.
Il gioiello italiano contemporaneo
Alba Cappellieri, professore di Design del Gioiello al Politecnico di Milano
La cultura dell’ornamento orafo italiano rappresenta un universo particolarmente esteso di tradizioni, conoscenze e relazioni, un bene culturale che appartiene alla cultura del “saper fare” che caratterizza il made in Italy.
Considerando il settore orafo in Italia, questo si caratterizza storicamente per essere strutturato in relazione al territorio: oltre ai distretti orafi di Vicenza, Valenza, Arezzo e Marcianise dove esistono, nell’ambito della gioielleria, specifiche tradizioni legate ai materiali e alla loro lavorazione. Così, ad esempio, la lavorazione del corallo di Torre del Greco e di Sciacca, la tecnica della granulazione in Toscana, il micromosaico veneziano e fiorentino, la filigrana in Sardegna e in Liguria rappresentano alcune delle eccellenze orafe del made in Italy, un campo fertile nel quale innestare, attraverso il design, processi di innovazione mirati a riconoscere, valorizzare, e comunicare l’eccellenza della tradizione italiana.
Il gioiello italiano può dunque essere considerato come gioiello “etnico” descrivendo con tale aggettivo l’estrema varietà di tradizioni locali presenti in Italia. Le tecniche e i materiali si configurano come uno strumento trasversale di lettura per l’identità del territorio ma anche come uno scenario di riferimento per il progettista.
La mostra GIOIELLO ITALIANO CONTEMPORANEO:TECNICHE E MATERIALI TRA ARTE E DESIGN intende dunque presentare tecniche e materiali della tradizione orafa italiana come beni culturali da diffondere, valorizzare e comunicare. Nondimeno ambisce a promuovere l’incontro tra la cultura d’impresa e la cultura del progetto e a fornire nuovi paesaggi di riferimento alle imprese orafe, secondo un’offerta di innovazione design-oriented.
In mostra sono presenti i maestri del gioiello di oggi — da Giampaolo Babetto, Giancarlo Montebello, Giorgio Vigna, Maria Rosa Franzin, Alba Lisca Polenghi, Karl-Heinz Reister, Graziano Visintin, Alberto Zorzi — e di domani — Stefano Marchetti, Annamaria Zanella, Rossella Tornquist, Jacqueline Ryan, Roberta Bernabei, Fabio Renato Cammarata, Patrizia Bonati, Ute Kolar — i maestri del design — Ettore Sottsass jr, Gaetano Pesce, Riccardo Dalisi, Angelo Mangiarotti, Alessandro Mendini, Paolo Portoghesi, Andrea Branzi, Massimiliano e Doriana Fuksas — e progettisti che hanno il merito di aver liberato il gioiello dalla “nobiltà” dei materiali rendendoli preziosi attraverso il progetto — Rita Marcangelo, Barbara Uderzo, Carla Riccoboni, Maria Pia Munzi, Maurizio Stagni, Sandra Di Giacinto, Nathalie Jean, Alessia Semeraro, Stefania Lucchetta, Elena Spanò, Margherita Marchioni, Elisabetta Duprè. Intensa anche la partecipazione delle aziende dell’eccellenza: dalle grandi maison della gioielleria internazionale — Buccellati, Bulgari, Damiani, Pomellato, Vhernier — alle imprese che qualificano il prodotto italiano — Sanlorenzo e Mattioli, Mattia Cielo, Vendorafa, Nanis, Marco Bicego, Pontevecchio, Mimì, Chimento, Fausto Maria Franchi — e aziende che non appartengono alla gioielleria tradizionale, ma che hanno contribuito a definire nuovi significati del gioiello nella contemporaneità — Breil, Donatella Pellini, Sharra Pagano, Maria Calderara.
Aziende e progettisti sono presentati all’interno di una produzione riccamente eterogenea, dove le valenze territoriali si mescolano alle specificità dei materiali. Il fil rouge che sinuoso lega gli uni agli altri è la volontà, tenacemente perseguita, di rivisitare la tradizione secondo le forme dell’innovazione, dei materiali, delle tecniche realizzative o di produzione. Gioielli il cui valore è nel progetto, qui sinonimo di qualità, perché come sosteneva Enzo Mari “la qualità di un progetto dipende dal grado, sia pur minimo, di cambiamento culturale che innesca”.
Curata da Alba Cappellieri, la mostra figura tra gli eventi di Torino World Design Capital per la capacità di raccontare lo straordinario patrimonio orafo italiano in termini di progetto. La mostra intende infatti presentare la varietà del gioiello italiano per la prima volta considerato sia nei suoi aspetti di manufatto artistico che di prodotto industriale. Non soltanto oggetto di lusso ma anche ornamento per il corpo dove il valore di materiali e gemme si unisce a quello del progetto.
Una mostra che evidenzia le eccellenze del gioiello italiano, quello cioè caratterizzato da tecniche e materiali propri del made in italy: dal corallo alla filigrana, dal micromosaico alla pietra lavica, testimoni di una cultura dell’eccellenza orafa poco frequentata nella contemporaneità. La sfida è stata quella di fare interpretare le diverse tecniche e materiali da artisti, designer, progettisti orafi e aziende, con l’obiettivo di dimostrare che gli antichi saperi possono avere un’estetica contemporanea e per questo rivolgersi a un pubblico più ampio. In un confronto ideale tra passato, presente e futuro emerge la vocazione orafa e la tradizione artistica dei diversi distretti orafi italiani laddove la qualità e la distinzione si configurano come elementi strategici per competere sui mercati internazionali.
Sono stati invitati oltre 150 tra progettisti e aziende che rappresentano l’eccellenza del “modo
italiano” senza preclusioni di età, materiali, geografie o di temi di ricerca per un totale di 282 lavori presentati in mostra.
Il catalogo è curato da Alba Cappellieri e pubblicato da Skira con saggi di Marina Bigi-Ilaria Danieli, Andrea Branzi, Maurizio Castro, Philippe Daverio, Paola de Luca, Graziella Folchini Grassetto, Francoise Izaude, Valerio Terraroli.
Appendici documentarie a cura di Donatella Ferrari e Vanni Scolozzi.
La mostra sarà ospitata presso la Fondazione Pietro Accorsi Museo di Arti Decorative di Torino dal 30 ottobre 2008 all’11 gennaio 2009; dopo Torino proseguirà per Tel Aviv, Amburgo, Napoli, Ankara.
In parallelo sarà possibile visitare il Museo Accorsi e confrontare i preziosi tesori della collezione permanente con quelli dei designer in mostra.
Del secolo XIX è per esempio il ricchissimo collier, proveniente dalle collezioni della famiglia Murat, composto da perle montate a grappoli d’uva e smeraldi a forma di pampini; esso è arricchito inoltre da zaffiri con taglio “a cabochon” e “ a tavola”. La montatura in oro è “a notte” e ogni perla presenta un chiodo d’oro. I vari elementi della collana sono staccabili l’uno dall’altro e utilizzabili separatamente.
Il gioiello italiano contemporaneo
Alba Cappellieri, professore di Design del Gioiello al Politecnico di Milano
La cultura dell’ornamento orafo italiano rappresenta un universo particolarmente esteso di tradizioni, conoscenze e relazioni, un bene culturale che appartiene alla cultura del “saper fare” che caratterizza il made in Italy.
Considerando il settore orafo in Italia, questo si caratterizza storicamente per essere strutturato in relazione al territorio: oltre ai distretti orafi di Vicenza, Valenza, Arezzo e Marcianise dove esistono, nell’ambito della gioielleria, specifiche tradizioni legate ai materiali e alla loro lavorazione. Così, ad esempio, la lavorazione del corallo di Torre del Greco e di Sciacca, la tecnica della granulazione in Toscana, il micromosaico veneziano e fiorentino, la filigrana in Sardegna e in Liguria rappresentano alcune delle eccellenze orafe del made in Italy, un campo fertile nel quale innestare, attraverso il design, processi di innovazione mirati a riconoscere, valorizzare, e comunicare l’eccellenza della tradizione italiana.
Il gioiello italiano può dunque essere considerato come gioiello “etnico” descrivendo con tale aggettivo l’estrema varietà di tradizioni locali presenti in Italia. Le tecniche e i materiali si configurano come uno strumento trasversale di lettura per l’identità del territorio ma anche come uno scenario di riferimento per il progettista.
La mostra GIOIELLO ITALIANO CONTEMPORANEO:TECNICHE E MATERIALI TRA ARTE E DESIGN intende dunque presentare tecniche e materiali della tradizione orafa italiana come beni culturali da diffondere, valorizzare e comunicare. Nondimeno ambisce a promuovere l’incontro tra la cultura d’impresa e la cultura del progetto e a fornire nuovi paesaggi di riferimento alle imprese orafe, secondo un’offerta di innovazione design-oriented.
In mostra sono presenti i maestri del gioiello di oggi — da Giampaolo Babetto, Giancarlo Montebello, Giorgio Vigna, Maria Rosa Franzin, Alba Lisca Polenghi, Karl-Heinz Reister, Graziano Visintin, Alberto Zorzi — e di domani — Stefano Marchetti, Annamaria Zanella, Rossella Tornquist, Jacqueline Ryan, Roberta Bernabei, Fabio Renato Cammarata, Patrizia Bonati, Ute Kolar — i maestri del design — Ettore Sottsass jr, Gaetano Pesce, Riccardo Dalisi, Angelo Mangiarotti, Alessandro Mendini, Paolo Portoghesi, Andrea Branzi, Massimiliano e Doriana Fuksas — e progettisti che hanno il merito di aver liberato il gioiello dalla “nobiltà” dei materiali rendendoli preziosi attraverso il progetto — Rita Marcangelo, Barbara Uderzo, Carla Riccoboni, Maria Pia Munzi, Maurizio Stagni, Sandra Di Giacinto, Nathalie Jean, Alessia Semeraro, Stefania Lucchetta, Elena Spanò, Margherita Marchioni, Elisabetta Duprè. Intensa anche la partecipazione delle aziende dell’eccellenza: dalle grandi maison della gioielleria internazionale — Buccellati, Bulgari, Damiani, Pomellato, Vhernier — alle imprese che qualificano il prodotto italiano — Sanlorenzo e Mattioli, Mattia Cielo, Vendorafa, Nanis, Marco Bicego, Pontevecchio, Mimì, Chimento, Fausto Maria Franchi — e aziende che non appartengono alla gioielleria tradizionale, ma che hanno contribuito a definire nuovi significati del gioiello nella contemporaneità — Breil, Donatella Pellini, Sharra Pagano, Maria Calderara.
Aziende e progettisti sono presentati all’interno di una produzione riccamente eterogenea, dove le valenze territoriali si mescolano alle specificità dei materiali. Il fil rouge che sinuoso lega gli uni agli altri è la volontà, tenacemente perseguita, di rivisitare la tradizione secondo le forme dell’innovazione, dei materiali, delle tecniche realizzative o di produzione. Gioielli il cui valore è nel progetto, qui sinonimo di qualità, perché come sosteneva Enzo Mari “la qualità di un progetto dipende dal grado, sia pur minimo, di cambiamento culturale che innesca”.
29
ottobre 2008
Gioiello italiano contemporaneo. Tecniche e materiali tra arte e design
Dal 29 ottobre 2008 all'undici gennaio 2009
design
Location
FONDAZIONE ACCORSI – OMETTO MUSEO DI ARTI DECORATIVE
Torino, Via Po, 55, (Torino)
Torino, Via Po, 55, (Torino)
Biglietti
Museo + Mostra: € 8,00 - ridotto € 6,00 gratuito Abbonamento Musei Mostra: € 3,00 - ridotto € 2,00, gratuito Abbonamento Musei
Orario di apertura
da martedì a domenica, dalle ore 10.00-13.00 visite guidate museo + mostra, dalle ore 14.00-18.30 visite guidate museo e accesso libero alla mostra, la biglietteria chiude alle ore 18.00 lunedì chiuso
Vernissage
29 Ottobre 2008, ore 18
Editore
SKIRA
Autore
Curatore