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Gioiello | Ruata | Sanmartino – Stefanus e Valatruda. Il legame della differenza
Una mostra che mette in relazione tre artisti emergenti con gli ambienti e le opere di Palazzo Madama
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Torino, 16 aprile 2009 – L’arte come confronto, corpo a corpo, negoziato: l’opposto di isolamento dorato. Questa la suggestione di Gemine Muse 2009, la manifestazione in programma dal 18 aprile al 30 giugno 2009 che, nell’anno europeo della creatività e dell’innovazione, vede protagonisti 150 giovani artisti e 30 curatori in 22 città italiane con un serie di mostre, performance e spettacoli. Giunta alla sesta edizione, Gemine Muse 2009 rientra nel Progetto ITALIA CREATIVA, a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù in collaborazione con l’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani e il GAI - Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani.
La manifestazione che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico italiano e il dialogo culturale, porterà i giovani talenti anche fuori dai musei, a contatto con le realtà cittadine, con percorsi e temi diversi, con iniziative che coinvolgeranno tutte le discipline artistiche (dalle arti visive, alla musica, al design, al teatro e alla danza).
Nell’ambito del progetto nazionale, Torino e il Piemonte propongono un percorso che mette in relazione 3 artisti emergenti con gli ambienti e le opere di Palazzo Madama. Gli spazi del Museo Civico d’Arte Antica di Torino si aprono alla ricerca dei linguaggi contemporanei di ALESSANDRO GIOIELLO – SILVIA RUATA – FAUSTO SANMARTINO in una mostra dal titolo Stefanus e Valatruda – il legame della differenza a cura di Maria Teresa Roberto.
L’iniziativa torinese è promossa da Città di Torino - Divisione Cultura Comunicazione e Promozione della Città, Settore Arti Visive, Ufficio Creatività e Innovazione in collaborazione con Regione Piemonte - Direzione Cultura, Turismo e Sport e con Fondazione Torino Musei e Palazzo Madama.
L’Assessore Fiorenzo Alfieri, Presidente GAI e CIDAC, dichiara che oggi, edizione dopo edizione, possiamo a buon diritto considerare Gemine Muse un progetto vincente, consolidato nella sua notorietà e nel suo grande impatto, con le centinaia di artisti e luoghi coinvolti nei vari anni; si tratta di un’esperienza di confronto continuo fra tradizione e innovazione che costituisce un punto imprescindibile delle politiche per la cultura dei nostri territori.
Quest’anno la manifestazione avrà un punto di vista d’eccezione, Angela Vettese, critica d’arte e docente universitaria di storia dell’arte, che ha curato l’introduzione del catalogo 2009 e che sottolinea come sia profondamente importante che ai giovani artisti venga data la possibilità di intervenire in luoghi non consacrati dalla “nuova musa”, di fronte a un pubblico “non necessariamente consenziente”, con l’obiettivo di pensare ancora all’arte contemporanea come “una punta di spillo sul corpo dell’arte antica o su qualsiasi contesto culturale e sociale dato”.
Per l’edizione 2009 il Cidac – Associazione delle Città d’Arte e Cultura rinnova la sua partnership all’evento. Gemine Muse è inoltre sostenuta da SEAT Pagine Gialle e da UniCredit Private Banking, in qualità di Main Sponsor, e da Electa Mondadori come sponsor tecnico. Tutte le informazioni su www.giovaniartisti.it
CITTÀ COINVOLTE: ANCONA, BARI, BIELLA, BOLOGNA, CAGLIARI, CAMPOBASSO, CATANIA, CREMONA, FERRARA, FORLÌ, GENOVA, MESSINA, MILANO, MODENA, NOVARA, PADOVA, PAVIA, PRATO, ROMA, TERAMO, TORINO, TRENTO.
“...Perché piazze e strade
si vuotano ed ognuno torna a casa?
- È che fa buio e i Barbari non vengono,
e chi arriva di là dalla frontiera
dice che non ce n’è più neppur l’ombra.
- E ora che faremo senza i Barbari?”
Costantino Kavafis, I Barbari, 1904
Il timore per la fine della storia, per lo svuotarsi del futuro attraversa questi versi di Kavafis, spogli e tesi come ce li ha consegnati la traduzione di Eugenio Montale.
Ma come sappiamo i Barbari sono infine arrivati, la storia non si è fermata, e l’anello nuziale del V secolo che reca incisi i nomi dei due sposi Stefanus e Valatruda è lì a ricordarcelo.
L’anello nuziale testimonia il matrimonio di un uomo forse di origine latina con una donna di stirpe germanica e sancisce l’incontro definitivo e la capacità di fusione di due civiltà, metafora e punto di partenza per nuove occasioni di dialogo tra antico e moderno.
Gli artisti invitati a realizzare i loro interventi negli spazi di Palazzo Madama hanno interagito con una straordinaria molteplicità di stratificazioni – di cicli costruttivi, di destinazioni d’uso, di vocazioni collezionistiche – ma anche con una struttura aperta, che costruisce i suoi percorsi interrogando e valorizzando la varietà delle forme architettoniche e la specificità di ogni tipologia di opere e manufatti.
SILVIA RUATA si è fermata nel Lapidario Medievale, proseguendo una sua indagine sulle qualità sonore delle pietre e dei marmi, e sulle possibili estensioni della scultura. Ha collocato tra colonne e capitelli una struttura che, attivata dal pubblico, mette in vibrazione una serie di elementi irregolari di marmo e quarzite, tutti provenienti da cave piemontesi. Questo inedito strumento a percussione origina un vasto spettro di suoni e frequenze: “pietre che cantano”, come recita il titolo del saggio di Marius Schneider dedicato ai chiostri romanici dei Pirenei catalani.
ALESSANDRO GIOIELLO si è rivolto al “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, nella Torre dei Tesori. Dopo aver tradotto quadri di Oudry, Fragonard, Constable in arazzi di lana polverizzata su velcro, ha esteso l’intervento di citazione dall’icona pittorica al contesto espositivo, scegliendo di duplicare una delle fotografi e che documentano la collocazione a parete del capolavoro rinascimentale in vista della riapertura del museo.
Le tracce cromatiche a bassa definizione, destinate a svanire col tempo, che caratterizzano i suoi arazzi si mescolano a polvere e lanugine prelevate dagli aspirapolvere professionali utilizzati nelle sale del museo.
FAUSTO SANMARTINO ha scelto la veranda sud del corpo juvarriano del palazzo. Le sue installazioni sono letture di spazi dati, tese a rendere visibili corrispondenze nascoste o proiezioni prospettiche. Qui il lavoro di tracciatura si è misurato con la decorazione della volta, raddoppiandone la sagoma sulle tarsie del pavimento. I profili mistilinei che in alto delimitano le campiture luminose dell’affresco settecentesco, a terra racchiudono, come in uno specchio nero, un tappeto di carbonella e oggetti di recupero, materializzando il riaffiorare dal passato di tracce e residui non classificabili della vita materiale.
Maria Teresa Roberto
Stefanus e Valatruda - il legame della differenza
OPERE IN MOSTRA
ALESSANDRO GIOIELLO
Savigliano (CN) (1982) – vive e lavora a torino e milano
• Chiedi alla polvere (1939)
lana e polvere su velcro, 2009
Il titolo di un romanzo ambientato nella California della Grande Depressione, che narra la tormentata storia d’amore fra uno scrittore italo-americano in cerca di fortuna e una cameriera messicana, incontra lo sguardo di un gentiluomo ritratto da Antonello da Messina. L’immagine dipinta dall’artista che introdusse in Italia la tecnica della pittura a olio è replicata in bianco e nero fissando sul velcro polveri e lanugini raccolte negli ambienti del museo.
• Auguste Marie Louis Nicholas et Louis Jean Lumière
matita e grafite su carta, 2009
I fratelli inventori del proiettore cinematografico nonché primi cineasti della storia, che ebbero l'idea di proiettare la successione delle immagini su pellicola e che consentirono a una moltitudine di spettatori la visione dello spettacolo della vita quotidiana nel suo svolgersi, sottraendola così alla morte e salvandola nel tempo, sono qui rappresentati come una coppia di candelabri senza candela e senza funzionalità.
• Beauty is the Beast
stampe fotografiche/collage, 2009
L'animalità della condizione umana, la conquista del piacere e della sessualità, così come il valore della carità e la critica dei matrimoni di convenienza sono alcune delle possibili interpretazioni della [storia de] favola “La Bella e la Bestia”, in cui si narra della devozione di una donna che libera da un incantesimo un principe mutato in [bestia] animale feroce. Essa appare in Europa e successivamente in altri Paesi, a partire dal 1740, in numerosi adattamenti e trasposizioni, e qui si reincarna in un ibrido d’eccezione: Jeanne-Antoinette Poisson, conosciuta come Madame de Pompadour, la potentissima amante del re di Francia Luigi XV, incontra “The King”, alla nascita Elvis Aaron Presley, il re indiscutibile del rock’n’roll.
• All safe gentlemen, all safe!
stampa adesiva, 2009
La frase gridata dal padre dell’ascensore moderno, Elisha Graves Otis, al Crystal Palace di New York al termine di una sua dimostrazione per l’Esposizione Industriale del 1853. In piedi su un montacarichi davanti a una folla stupita tagliò l’unica fune di sostegno del meccanismo. Anziché schiantarsi al suolo come temuto dagli spettatori, la cabina si fermò. Otis aveva inventato il sistema di sicurezza a paracadute e di fatto inaugurato il primo mezzo di trasporto verticale per le persone.
Quella frase è qui trascritta in giallo e nero – i colori imposti da una normativa CEE per indicare le situazioni di pericolo – nonostante il contenuto descriva invece una condizione di sicurezza.
• murmansk 3022 km, ushuaia 13195 km
globo gonfiabile, legno di balsa, impregnanti, 2009
Un globo svuotato in attesa di ridefinizione, un oggetto muto, un contenitore senza più forma... La visualizzazione delle distanze che separano Palazzo Madama dalle due città più vicine ai poli terrestri innesca un viaggio mentale attraverso cui dilatare il nostro senso del limite.
SILVIA RUATA
Carmagnola (TO) (1974) - vive e lavora a Vezza d’Alba (CN) e Torino
• Stonedrum
Installazione sonora - quarzite di Barge, marmo cristallino di Prali, cavalletti e aste di acciaio, pedale da batteria, corde da contrabbasso e amplificazione sonora, 2009
Una passeggiata mentale attraverso un suono ipnotico e ancestrale, un impulso esterno che contrae e distende in modo casuale l’onda sonora delle componenti armoniche della pietra.
• Morsi:
Oggi vorrei avere vita abbastanza da poter mordere la pietra
Morso Cristallino di Prali
Marmo Cristallino di Prali, 2009
Morsi d’Onice
Onice Piemontese, 2009
Morso Blue Royal
Sodalite Blue Royal Sapo di Bolivia, 2009
Morsi Nero di Frabosa
Marmo Nero di Frabosa, 2009
Morso Verde Alpi
Marmo Verde Alpi, 2009
• Rumore di segno
Marmo verde di Acceglio, marmo nero di Ormea, pietra serena di Mondovì, marmo cristallino di Prali, 2009
Un progetto che mette in evidenza una struttura mutevole, incisa su un materiale che è energia persistente ed eterna.
• Augusto
Fotografie, pc, ruote, guinzaglio, 2009
dalla serie Animali da passeggio
"I soggetti che uso sono solitamente vecchie ceramiche,
gli intoccabili soprammobili della zia, questa volta sostituiti dalle opere preziose di una collezione museale. Disegno un gioco prospettico e geometrico con le loro fotografie e li
riporto al nostro stile di vita, trasformandoli in una ironica scultura da passeggio."
FAUSTO SANMARTINO
Pinerolo (TO) (1982) - vive e lavora tra Pinerolo (TO) e Torino
• Souvenirs
installazione - materiali vari, 2009
• Progetto per "Souvenirs”
Tecnica mista su carta, 2009
• Studio per "La Camera degli Specchi"
Tecnica mista su carta, 2009
• Souvenirs
Vetro e materiali vari, 2009
Un contrasto tra materie, colori e preziosità si configura sotto forma di un tappeto che assorbe luce e oggetti, restituendo una visione plastica parallela a quella del soffitto affrescato.
La manifestazione che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico italiano e il dialogo culturale, porterà i giovani talenti anche fuori dai musei, a contatto con le realtà cittadine, con percorsi e temi diversi, con iniziative che coinvolgeranno tutte le discipline artistiche (dalle arti visive, alla musica, al design, al teatro e alla danza).
Nell’ambito del progetto nazionale, Torino e il Piemonte propongono un percorso che mette in relazione 3 artisti emergenti con gli ambienti e le opere di Palazzo Madama. Gli spazi del Museo Civico d’Arte Antica di Torino si aprono alla ricerca dei linguaggi contemporanei di ALESSANDRO GIOIELLO – SILVIA RUATA – FAUSTO SANMARTINO in una mostra dal titolo Stefanus e Valatruda – il legame della differenza a cura di Maria Teresa Roberto.
L’iniziativa torinese è promossa da Città di Torino - Divisione Cultura Comunicazione e Promozione della Città, Settore Arti Visive, Ufficio Creatività e Innovazione in collaborazione con Regione Piemonte - Direzione Cultura, Turismo e Sport e con Fondazione Torino Musei e Palazzo Madama.
L’Assessore Fiorenzo Alfieri, Presidente GAI e CIDAC, dichiara che oggi, edizione dopo edizione, possiamo a buon diritto considerare Gemine Muse un progetto vincente, consolidato nella sua notorietà e nel suo grande impatto, con le centinaia di artisti e luoghi coinvolti nei vari anni; si tratta di un’esperienza di confronto continuo fra tradizione e innovazione che costituisce un punto imprescindibile delle politiche per la cultura dei nostri territori.
Quest’anno la manifestazione avrà un punto di vista d’eccezione, Angela Vettese, critica d’arte e docente universitaria di storia dell’arte, che ha curato l’introduzione del catalogo 2009 e che sottolinea come sia profondamente importante che ai giovani artisti venga data la possibilità di intervenire in luoghi non consacrati dalla “nuova musa”, di fronte a un pubblico “non necessariamente consenziente”, con l’obiettivo di pensare ancora all’arte contemporanea come “una punta di spillo sul corpo dell’arte antica o su qualsiasi contesto culturale e sociale dato”.
Per l’edizione 2009 il Cidac – Associazione delle Città d’Arte e Cultura rinnova la sua partnership all’evento. Gemine Muse è inoltre sostenuta da SEAT Pagine Gialle e da UniCredit Private Banking, in qualità di Main Sponsor, e da Electa Mondadori come sponsor tecnico. Tutte le informazioni su www.giovaniartisti.it
CITTÀ COINVOLTE: ANCONA, BARI, BIELLA, BOLOGNA, CAGLIARI, CAMPOBASSO, CATANIA, CREMONA, FERRARA, FORLÌ, GENOVA, MESSINA, MILANO, MODENA, NOVARA, PADOVA, PAVIA, PRATO, ROMA, TERAMO, TORINO, TRENTO.
“...Perché piazze e strade
si vuotano ed ognuno torna a casa?
- È che fa buio e i Barbari non vengono,
e chi arriva di là dalla frontiera
dice che non ce n’è più neppur l’ombra.
- E ora che faremo senza i Barbari?”
Costantino Kavafis, I Barbari, 1904
Il timore per la fine della storia, per lo svuotarsi del futuro attraversa questi versi di Kavafis, spogli e tesi come ce li ha consegnati la traduzione di Eugenio Montale.
Ma come sappiamo i Barbari sono infine arrivati, la storia non si è fermata, e l’anello nuziale del V secolo che reca incisi i nomi dei due sposi Stefanus e Valatruda è lì a ricordarcelo.
L’anello nuziale testimonia il matrimonio di un uomo forse di origine latina con una donna di stirpe germanica e sancisce l’incontro definitivo e la capacità di fusione di due civiltà, metafora e punto di partenza per nuove occasioni di dialogo tra antico e moderno.
Gli artisti invitati a realizzare i loro interventi negli spazi di Palazzo Madama hanno interagito con una straordinaria molteplicità di stratificazioni – di cicli costruttivi, di destinazioni d’uso, di vocazioni collezionistiche – ma anche con una struttura aperta, che costruisce i suoi percorsi interrogando e valorizzando la varietà delle forme architettoniche e la specificità di ogni tipologia di opere e manufatti.
SILVIA RUATA si è fermata nel Lapidario Medievale, proseguendo una sua indagine sulle qualità sonore delle pietre e dei marmi, e sulle possibili estensioni della scultura. Ha collocato tra colonne e capitelli una struttura che, attivata dal pubblico, mette in vibrazione una serie di elementi irregolari di marmo e quarzite, tutti provenienti da cave piemontesi. Questo inedito strumento a percussione origina un vasto spettro di suoni e frequenze: “pietre che cantano”, come recita il titolo del saggio di Marius Schneider dedicato ai chiostri romanici dei Pirenei catalani.
ALESSANDRO GIOIELLO si è rivolto al “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, nella Torre dei Tesori. Dopo aver tradotto quadri di Oudry, Fragonard, Constable in arazzi di lana polverizzata su velcro, ha esteso l’intervento di citazione dall’icona pittorica al contesto espositivo, scegliendo di duplicare una delle fotografi e che documentano la collocazione a parete del capolavoro rinascimentale in vista della riapertura del museo.
Le tracce cromatiche a bassa definizione, destinate a svanire col tempo, che caratterizzano i suoi arazzi si mescolano a polvere e lanugine prelevate dagli aspirapolvere professionali utilizzati nelle sale del museo.
FAUSTO SANMARTINO ha scelto la veranda sud del corpo juvarriano del palazzo. Le sue installazioni sono letture di spazi dati, tese a rendere visibili corrispondenze nascoste o proiezioni prospettiche. Qui il lavoro di tracciatura si è misurato con la decorazione della volta, raddoppiandone la sagoma sulle tarsie del pavimento. I profili mistilinei che in alto delimitano le campiture luminose dell’affresco settecentesco, a terra racchiudono, come in uno specchio nero, un tappeto di carbonella e oggetti di recupero, materializzando il riaffiorare dal passato di tracce e residui non classificabili della vita materiale.
Maria Teresa Roberto
Stefanus e Valatruda - il legame della differenza
OPERE IN MOSTRA
ALESSANDRO GIOIELLO
Savigliano (CN) (1982) – vive e lavora a torino e milano
• Chiedi alla polvere (1939)
lana e polvere su velcro, 2009
Il titolo di un romanzo ambientato nella California della Grande Depressione, che narra la tormentata storia d’amore fra uno scrittore italo-americano in cerca di fortuna e una cameriera messicana, incontra lo sguardo di un gentiluomo ritratto da Antonello da Messina. L’immagine dipinta dall’artista che introdusse in Italia la tecnica della pittura a olio è replicata in bianco e nero fissando sul velcro polveri e lanugini raccolte negli ambienti del museo.
• Auguste Marie Louis Nicholas et Louis Jean Lumière
matita e grafite su carta, 2009
I fratelli inventori del proiettore cinematografico nonché primi cineasti della storia, che ebbero l'idea di proiettare la successione delle immagini su pellicola e che consentirono a una moltitudine di spettatori la visione dello spettacolo della vita quotidiana nel suo svolgersi, sottraendola così alla morte e salvandola nel tempo, sono qui rappresentati come una coppia di candelabri senza candela e senza funzionalità.
• Beauty is the Beast
stampe fotografiche/collage, 2009
L'animalità della condizione umana, la conquista del piacere e della sessualità, così come il valore della carità e la critica dei matrimoni di convenienza sono alcune delle possibili interpretazioni della [storia de] favola “La Bella e la Bestia”, in cui si narra della devozione di una donna che libera da un incantesimo un principe mutato in [bestia] animale feroce. Essa appare in Europa e successivamente in altri Paesi, a partire dal 1740, in numerosi adattamenti e trasposizioni, e qui si reincarna in un ibrido d’eccezione: Jeanne-Antoinette Poisson, conosciuta come Madame de Pompadour, la potentissima amante del re di Francia Luigi XV, incontra “The King”, alla nascita Elvis Aaron Presley, il re indiscutibile del rock’n’roll.
• All safe gentlemen, all safe!
stampa adesiva, 2009
La frase gridata dal padre dell’ascensore moderno, Elisha Graves Otis, al Crystal Palace di New York al termine di una sua dimostrazione per l’Esposizione Industriale del 1853. In piedi su un montacarichi davanti a una folla stupita tagliò l’unica fune di sostegno del meccanismo. Anziché schiantarsi al suolo come temuto dagli spettatori, la cabina si fermò. Otis aveva inventato il sistema di sicurezza a paracadute e di fatto inaugurato il primo mezzo di trasporto verticale per le persone.
Quella frase è qui trascritta in giallo e nero – i colori imposti da una normativa CEE per indicare le situazioni di pericolo – nonostante il contenuto descriva invece una condizione di sicurezza.
• murmansk 3022 km, ushuaia 13195 km
globo gonfiabile, legno di balsa, impregnanti, 2009
Un globo svuotato in attesa di ridefinizione, un oggetto muto, un contenitore senza più forma... La visualizzazione delle distanze che separano Palazzo Madama dalle due città più vicine ai poli terrestri innesca un viaggio mentale attraverso cui dilatare il nostro senso del limite.
SILVIA RUATA
Carmagnola (TO) (1974) - vive e lavora a Vezza d’Alba (CN) e Torino
• Stonedrum
Installazione sonora - quarzite di Barge, marmo cristallino di Prali, cavalletti e aste di acciaio, pedale da batteria, corde da contrabbasso e amplificazione sonora, 2009
Una passeggiata mentale attraverso un suono ipnotico e ancestrale, un impulso esterno che contrae e distende in modo casuale l’onda sonora delle componenti armoniche della pietra.
• Morsi:
Oggi vorrei avere vita abbastanza da poter mordere la pietra
Morso Cristallino di Prali
Marmo Cristallino di Prali, 2009
Morsi d’Onice
Onice Piemontese, 2009
Morso Blue Royal
Sodalite Blue Royal Sapo di Bolivia, 2009
Morsi Nero di Frabosa
Marmo Nero di Frabosa, 2009
Morso Verde Alpi
Marmo Verde Alpi, 2009
• Rumore di segno
Marmo verde di Acceglio, marmo nero di Ormea, pietra serena di Mondovì, marmo cristallino di Prali, 2009
Un progetto che mette in evidenza una struttura mutevole, incisa su un materiale che è energia persistente ed eterna.
• Augusto
Fotografie, pc, ruote, guinzaglio, 2009
dalla serie Animali da passeggio
"I soggetti che uso sono solitamente vecchie ceramiche,
gli intoccabili soprammobili della zia, questa volta sostituiti dalle opere preziose di una collezione museale. Disegno un gioco prospettico e geometrico con le loro fotografie e li
riporto al nostro stile di vita, trasformandoli in una ironica scultura da passeggio."
FAUSTO SANMARTINO
Pinerolo (TO) (1982) - vive e lavora tra Pinerolo (TO) e Torino
• Souvenirs
installazione - materiali vari, 2009
• Progetto per "Souvenirs”
Tecnica mista su carta, 2009
• Studio per "La Camera degli Specchi"
Tecnica mista su carta, 2009
• Souvenirs
Vetro e materiali vari, 2009
Un contrasto tra materie, colori e preziosità si configura sotto forma di un tappeto che assorbe luce e oggetti, restituendo una visione plastica parallela a quella del soffitto affrescato.
18
aprile 2009
Gioiello | Ruata | Sanmartino – Stefanus e Valatruda. Il legame della differenza
Dal 18 aprile al 30 giugno 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO CIVICO D’ARTE ANTICA – PALAZZO MADAMA
Torino, Piazza Castello, (Torino)
Torino, Piazza Castello, (Torino)
Vernissage
18 Aprile 2009, ore 17
Sito web
www.comune.torino.it/gioart
Autore
Curatore