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Giordano Caruso – Kaaba
Comunicato stampa
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Allo Studiottantuno Contemporary Art Projects Giordano Caruso ha lavorato in residenza artistica avendo come punto di riferimento il Museo Archeologico Nazionale di Mantova, secondo il progetto “Metafotografare il Museo”.
Nell’affrontare l’argomento del patrimonio archeologico, l’interesse si è focalizzato sulla città e le sue più antiche origini ed in particolare sugli scavi dell’abitato etrusco in località̀ Forcello presso San Biagio, frazione di Bagnolo San Vito di Mantova. Qui il lavoro degli archeologi, tutt’oggi in corso, ha portato alla luce la presenza di un ampio abitato etrusco in cui si possono identificare le antiche origini della città di Mantova.
Riguardo il portato immaginativo dell’archeologia stessa credo che quest’ultima, in questa veste, si sia presentata agli occhi dell’artista anche come pratica che recupera i fattori dell’immergersi nel tempo storico, ma per rappresentarne una sorta di vera e propria deriva nel tempo che ne supera le caratterizzazioni scientifiche per assumerne e sottolinearne quelle psico-emotive: la sorpresa, la curiosità, l’immaginazione, fondate su di una percezione del tempo che ognuno vive secondo proprie doti di carattere cognitivo e mnestico, fino a trasformarsi anche in un recupero di una memoria personale profonda.
Caruso attua un salto concettuale radicale, preceduto da una narrazione piena di suggestioni e di stimoli tra realtà e finzione oltre che di riflessione. Adottando strumenti tecnologici come video, tablet e scritture digitali accostati a un materiale primordiale come la pietra, ricostruisce l’ambiente di un sito archeologico immaginato nel futuro del terzo millennio, con un particolare ritrovamento, quello dei nostri dati digitali racchiusi in un dispositivo del XXI secolo.
Pochi dati, frammentari, forse nemmeno più decifrabili. Ciò che resta di una fantascientifica catastrofe del nostro mondo comunicativo e della sua immensità̀ di informazioni. Uno scenario fosco, oscuro, in cui ci invita ad entrare, a farci suggestionare da un’atmosfera poco rassicurante e ricca di suoni contemporanei divenuti “spazzatura digitale”. Con il pretesto di interrogarsi su ciò che potrebbe virtualmente appartenere ad un futuro immaginato in realtà̀ l’artista pone un interrogativo di fondo sul nostro presente.
A cura di Manuela Zanelli
Nell’affrontare l’argomento del patrimonio archeologico, l’interesse si è focalizzato sulla città e le sue più antiche origini ed in particolare sugli scavi dell’abitato etrusco in località̀ Forcello presso San Biagio, frazione di Bagnolo San Vito di Mantova. Qui il lavoro degli archeologi, tutt’oggi in corso, ha portato alla luce la presenza di un ampio abitato etrusco in cui si possono identificare le antiche origini della città di Mantova.
Riguardo il portato immaginativo dell’archeologia stessa credo che quest’ultima, in questa veste, si sia presentata agli occhi dell’artista anche come pratica che recupera i fattori dell’immergersi nel tempo storico, ma per rappresentarne una sorta di vera e propria deriva nel tempo che ne supera le caratterizzazioni scientifiche per assumerne e sottolinearne quelle psico-emotive: la sorpresa, la curiosità, l’immaginazione, fondate su di una percezione del tempo che ognuno vive secondo proprie doti di carattere cognitivo e mnestico, fino a trasformarsi anche in un recupero di una memoria personale profonda.
Caruso attua un salto concettuale radicale, preceduto da una narrazione piena di suggestioni e di stimoli tra realtà e finzione oltre che di riflessione. Adottando strumenti tecnologici come video, tablet e scritture digitali accostati a un materiale primordiale come la pietra, ricostruisce l’ambiente di un sito archeologico immaginato nel futuro del terzo millennio, con un particolare ritrovamento, quello dei nostri dati digitali racchiusi in un dispositivo del XXI secolo.
Pochi dati, frammentari, forse nemmeno più decifrabili. Ciò che resta di una fantascientifica catastrofe del nostro mondo comunicativo e della sua immensità̀ di informazioni. Uno scenario fosco, oscuro, in cui ci invita ad entrare, a farci suggestionare da un’atmosfera poco rassicurante e ricca di suoni contemporanei divenuti “spazzatura digitale”. Con il pretesto di interrogarsi su ciò che potrebbe virtualmente appartenere ad un futuro immaginato in realtà̀ l’artista pone un interrogativo di fondo sul nostro presente.
A cura di Manuela Zanelli
18
marzo 2023
Giordano Caruso – Kaaba
Dal 18 marzo al 16 aprile 2023
arte contemporanea
Location
GATE 26A
Modena, Via Carteria, 26A, (Modena)
Modena, Via Carteria, 26A, (Modena)
Orario di apertura
sabato e domenica ore 16.30-20
Durante la settimana la mostra sarà visitabile dalla vetrina.
Vernissage
18 Marzo 2023, 18:00
Sito web
Autore
Autore testo critico
Patrocini