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Giorgio Bassi
Personale di Giorgio Bassi
Comunicato stampa
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Basfi è un artista autodidatta e la sua pittura è un processo
continuo di sperimentazioni sia tecniche che tematiche.
Uno dei temi più cari all’artista è l’analisi dell’ambiente come
insieme di soggetti e forze. Il suo discorso è capace di farsi
piccolo e intimo per cogliere ogni più piccola entità ma ha anche
l’audacia di proiettarsi tra le forze cosmiche dell’universo. Ogni
elemento fa parte di un gioco di forze più grande, un’unità che
raccoglie tutto al di sopra delle differenze. Ormai il mondo sembra
costituito da individualità separate, ognuno si rinchiude nella
propria casa. Il cemento assicura la nostra voglia di solitudine in
contrapposizione all’affascinante mistero della natura. Però Basfi ci
dà ancora qualche speranza: le nostre case possono convivere
pacificamente con madre natura, insinuarsi nel suo grembo come figli
legittimi; oppure potremmo sempre lasciare volontariamente una
finestra aperta e lasciare che un’altra anima entri in contatto con noi.
Tutto questo viene espresso in maniera lucida e precisa attraverso
forme geometriche fatte di materia e colore. Queste forme
rappresentano il tentativo di schematizzare e sintetizzare
riflessioni, idee, sentimenti e avvenimenti.
Nelle opere di carattere personale, quelle legate ai ricordi e
avvenimenti del passato, i soggetti sono sempre collocati nello
spazio e partecipi di una forza universale. Basfi vuole bloccare
sulla superficie determinate situazioni, quasi per voler capire
meglio ciò che succede e ciò che prova. La sua sensibilità scompone
gli avvenimenti in maniera razionale e la sua mano li proietta sulla
tavola così come sono pensati. Nell’universo di Basfi le persone e
gli oggetti diventano forme, colori, volumi, superfici cioè elementi
che all’occhio umano paiono astrazione pura. Invece rappresentano
appieno l’idea di una determinata persona o oggetto. Ogni colore è
carico di significato, le forme si modellano secondo la loro
funzione, le superfici trasmettono differenti emozioni.
Le opere di Basfi si fanno materia e ricercano una vocazione
tridimensionale: la superficie è accidentata, accoglie sporgenze e
materiali vari, si declina con differenti effetti. Ogni parte della
tavola è un’esplosione di materia, consapevole del proprio ruolo e
significato. Nulla è lasciato al caso, ogni effetto delle superfici è
un gioco-scontro con la materia per comunicare al meglio. Le opere
sono il frutto di un processo riflessivo: gli strati di materiale si
sovrappongo come fossero i vari passaggi di un ragionamento. Queste
caratteristiche rendono i quadri di Basfi un’esperienza che non si
riduce alla sola vista: il loro valore tattile è imprescindibile. Le
superfici lisce e ruvide, le sensazioni date dai diversi materiali
intervengono prepotentemente nella qualità della percezione estetica.
Le tavole, come in un gioco metapittorico, non vivono di vita propria
ma si inseriscono appieno nella realtà che li circonda. Le
riflessioni dell’artista sull’ambiente non solo sono espresse nel
microcosmo dell’opera ma comprendono la tela stessa nel suo essere
collocata nello spazio. La materia muta in stretto rapporto con
l’ambiente e la luce, trasmettendoci sensazioni differenti. E noi,
attori inconsapevoli, relazionandoci alle tele, entriamo a far parte
del gioco di forze e corpi che regolano l’universo.
Francesca Antognazza
continuo di sperimentazioni sia tecniche che tematiche.
Uno dei temi più cari all’artista è l’analisi dell’ambiente come
insieme di soggetti e forze. Il suo discorso è capace di farsi
piccolo e intimo per cogliere ogni più piccola entità ma ha anche
l’audacia di proiettarsi tra le forze cosmiche dell’universo. Ogni
elemento fa parte di un gioco di forze più grande, un’unità che
raccoglie tutto al di sopra delle differenze. Ormai il mondo sembra
costituito da individualità separate, ognuno si rinchiude nella
propria casa. Il cemento assicura la nostra voglia di solitudine in
contrapposizione all’affascinante mistero della natura. Però Basfi ci
dà ancora qualche speranza: le nostre case possono convivere
pacificamente con madre natura, insinuarsi nel suo grembo come figli
legittimi; oppure potremmo sempre lasciare volontariamente una
finestra aperta e lasciare che un’altra anima entri in contatto con noi.
Tutto questo viene espresso in maniera lucida e precisa attraverso
forme geometriche fatte di materia e colore. Queste forme
rappresentano il tentativo di schematizzare e sintetizzare
riflessioni, idee, sentimenti e avvenimenti.
Nelle opere di carattere personale, quelle legate ai ricordi e
avvenimenti del passato, i soggetti sono sempre collocati nello
spazio e partecipi di una forza universale. Basfi vuole bloccare
sulla superficie determinate situazioni, quasi per voler capire
meglio ciò che succede e ciò che prova. La sua sensibilità scompone
gli avvenimenti in maniera razionale e la sua mano li proietta sulla
tavola così come sono pensati. Nell’universo di Basfi le persone e
gli oggetti diventano forme, colori, volumi, superfici cioè elementi
che all’occhio umano paiono astrazione pura. Invece rappresentano
appieno l’idea di una determinata persona o oggetto. Ogni colore è
carico di significato, le forme si modellano secondo la loro
funzione, le superfici trasmettono differenti emozioni.
Le opere di Basfi si fanno materia e ricercano una vocazione
tridimensionale: la superficie è accidentata, accoglie sporgenze e
materiali vari, si declina con differenti effetti. Ogni parte della
tavola è un’esplosione di materia, consapevole del proprio ruolo e
significato. Nulla è lasciato al caso, ogni effetto delle superfici è
un gioco-scontro con la materia per comunicare al meglio. Le opere
sono il frutto di un processo riflessivo: gli strati di materiale si
sovrappongo come fossero i vari passaggi di un ragionamento. Queste
caratteristiche rendono i quadri di Basfi un’esperienza che non si
riduce alla sola vista: il loro valore tattile è imprescindibile. Le
superfici lisce e ruvide, le sensazioni date dai diversi materiali
intervengono prepotentemente nella qualità della percezione estetica.
Le tavole, come in un gioco metapittorico, non vivono di vita propria
ma si inseriscono appieno nella realtà che li circonda. Le
riflessioni dell’artista sull’ambiente non solo sono espresse nel
microcosmo dell’opera ma comprendono la tela stessa nel suo essere
collocata nello spazio. La materia muta in stretto rapporto con
l’ambiente e la luce, trasmettendoci sensazioni differenti. E noi,
attori inconsapevoli, relazionandoci alle tele, entriamo a far parte
del gioco di forze e corpi che regolano l’universo.
Francesca Antognazza
26
ottobre 2007
Giorgio Bassi
Dal 26 ottobre all'undici novembre 2007
arte contemporanea
Location
VILLA TRUFFINI
Tradate, Corso Ingegner Paolo Bernacchi, (Varese)
Tradate, Corso Ingegner Paolo Bernacchi, (Varese)
Vernissage
26 Ottobre 2007, ore 19.30
Sito web
web.mac.com/basfi/Mostra_Villa_Truffini/Basfi_.html
Autore
Curatore