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Giorgio Bergesio / Beppe Morino – Riflessi ed emozioni
retrospettiva di 2 noti pittori saviglianesi
Comunicato stampa
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GIORGIO BERGESIO ( 1919 - 1975)
E’ nato a Marene il 21 novembre del 1919, ma ha vissuto in pratica tutta la vita a Savigliano, uomo semplice, sereno e felice, intorno agli anni del ’45, ha prestato servizio militare nella marina sul Canale di Sicilia a difesa della patria. Da quest’infelice esperienza di guerra riporta non solo danni fisici, ma questi trasformano e spengono la sua solarità facendolo diventare solitario, cupo, malinconico e scontroso. Incomincia da qui la sua attività artistica da autodidatta, ribellandosi sempre più ad un ambiente sociale ed uno stile di vita che non gli si confacevano più, trasgredendo quelle regole imposte dalla cultura e chiusura mentale di allora per voler diventare pittore e poter lasciare “il posto con la paga sicura”. Lavorava presso la Società Nazionale delle Officine di Savigliano, e per i primi cinque anni d’attività artistica, cosciente della molta strada ancora da percorrere e artisticamente criticandosi molto, non presenta al pubblico le sue opere senza prima aver raggiunto una maturità tecnica almeno apprezzabile.
Uomo legato profondamente a Savigliano e alla terra cuneese, Piero Fraire in occasione di una mostra scrisse di lui: “Sulla tradizione dei grandi paesisti piemontesi dell’800 da Fontanesi a Delleani, che amarono e penetrarono il paesaggio piemontese, Bergesio spesso ferma la sua attenzione sulla campagna delle nostre terre, dalla pianura, ma soprattutto della collina cuneese, ricca di inesauribili risorse coloristiche; egli tratta poco il genere cerebrale della composizione e dello studio, mentre ama porre e confondere la figura umana nella naturale coreografia del paesaggio e di certi caratteristici scorci delle cittadine della nostra provincia”. Attraverso la sua pittura si percepisce il mezzo di rifugio usato per alleggerire il tormento e il caos interiori, pittura la sua, che prima di raggiungere importanti livelli, seppur in breve tempo, vide anche i preziosi insegnamenti dei suoi amici-colleghi Piacenza, Sismonda, Tribaudino, Solavaggione ed altri (generazione che ha fatto e fa parlare di sé). Nelle sue opere sopravvivono la sfida e la vittoria e il gran coraggio dell’aver voluto seguire quella vocazione che si è venuta progressivamente affinando, arrivando ad una perfezione tecnica e coloristica facendo divenire le sue opere, oggi, una rarità per chi le ricerca e, per chi le possiede, un vanto quasi da divenirne un segreto.
Nadia Monasterolo
GIUSEPPE (BEPPE) MORINO (1926-1986)
…….Morino è candido.
E’ l’amoroso - con un’affiorante punta di malinconia (o di rimpianto?) - che, in un mondo vertiginosamente lontano dalle favole di Esopo, conserva ancora la fede e la visione, e ce la presta quotidianamente nelle tele, di un universo pulito e giocondo, poetico e delicato, commovente e patetico nelle minuziose molecolari viventi sfumature.
Cieli tersi che non ospiteranno mai il Dio delle Tempeste, suonatori pronti ad allietare brigate, squarci di aria con l’ozono, porte, raccordate ad insegne e ringhiere, cui non c’è bisogno di bussare. Sono, come si vorrebbero, intimamente aperte, spalancate.
Morino è letizia, gioia di vivere, in calli luminose, crocchi, orti, angeli, marine, lune, madonne o fisarmoniche, angoli, scorci, trote o meloni, sempre areati, limpidi, direi respirabili, infinitamente lontani dalla cappa che pesa sul nostro povero mondo, pieno di cloro e deodoranti, di feticci e tabù teletrasmessi.
……..Artista cui nessuna variante è preclusa (disegno, affresco, olio, tempera, ceramica, manifesto, design) destinato ad elevatissimi traguardi a dispetto della solitaria ritrosia……….
G. Delzanno ( “Morino “- Studio 1965)
Avvolti da un fascino particolare, il colore è l’artefice dell’immediato impatto visivo e come per il periodo rosa o blu di Picasso, queste rare opere di Morino, possiamo dire eseguite in periodi coloristici differenti, lasciano spazio ad una serie di lavori da museo, tutti di grandi dimensioni, dove la pittura non è solo fine a se stessa, ma, attraverso i segni usati, misurati ed equilibrati anche nel preparato accostamento monocromatico, riesce a ricomporre e trasmettere, attraverso immagini surreali ed astratte, cori e nature morte forti e profonde emozioni.
Nadia Monasterolo
E’ nato a Marene il 21 novembre del 1919, ma ha vissuto in pratica tutta la vita a Savigliano, uomo semplice, sereno e felice, intorno agli anni del ’45, ha prestato servizio militare nella marina sul Canale di Sicilia a difesa della patria. Da quest’infelice esperienza di guerra riporta non solo danni fisici, ma questi trasformano e spengono la sua solarità facendolo diventare solitario, cupo, malinconico e scontroso. Incomincia da qui la sua attività artistica da autodidatta, ribellandosi sempre più ad un ambiente sociale ed uno stile di vita che non gli si confacevano più, trasgredendo quelle regole imposte dalla cultura e chiusura mentale di allora per voler diventare pittore e poter lasciare “il posto con la paga sicura”. Lavorava presso la Società Nazionale delle Officine di Savigliano, e per i primi cinque anni d’attività artistica, cosciente della molta strada ancora da percorrere e artisticamente criticandosi molto, non presenta al pubblico le sue opere senza prima aver raggiunto una maturità tecnica almeno apprezzabile.
Uomo legato profondamente a Savigliano e alla terra cuneese, Piero Fraire in occasione di una mostra scrisse di lui: “Sulla tradizione dei grandi paesisti piemontesi dell’800 da Fontanesi a Delleani, che amarono e penetrarono il paesaggio piemontese, Bergesio spesso ferma la sua attenzione sulla campagna delle nostre terre, dalla pianura, ma soprattutto della collina cuneese, ricca di inesauribili risorse coloristiche; egli tratta poco il genere cerebrale della composizione e dello studio, mentre ama porre e confondere la figura umana nella naturale coreografia del paesaggio e di certi caratteristici scorci delle cittadine della nostra provincia”. Attraverso la sua pittura si percepisce il mezzo di rifugio usato per alleggerire il tormento e il caos interiori, pittura la sua, che prima di raggiungere importanti livelli, seppur in breve tempo, vide anche i preziosi insegnamenti dei suoi amici-colleghi Piacenza, Sismonda, Tribaudino, Solavaggione ed altri (generazione che ha fatto e fa parlare di sé). Nelle sue opere sopravvivono la sfida e la vittoria e il gran coraggio dell’aver voluto seguire quella vocazione che si è venuta progressivamente affinando, arrivando ad una perfezione tecnica e coloristica facendo divenire le sue opere, oggi, una rarità per chi le ricerca e, per chi le possiede, un vanto quasi da divenirne un segreto.
Nadia Monasterolo
GIUSEPPE (BEPPE) MORINO (1926-1986)
…….Morino è candido.
E’ l’amoroso - con un’affiorante punta di malinconia (o di rimpianto?) - che, in un mondo vertiginosamente lontano dalle favole di Esopo, conserva ancora la fede e la visione, e ce la presta quotidianamente nelle tele, di un universo pulito e giocondo, poetico e delicato, commovente e patetico nelle minuziose molecolari viventi sfumature.
Cieli tersi che non ospiteranno mai il Dio delle Tempeste, suonatori pronti ad allietare brigate, squarci di aria con l’ozono, porte, raccordate ad insegne e ringhiere, cui non c’è bisogno di bussare. Sono, come si vorrebbero, intimamente aperte, spalancate.
Morino è letizia, gioia di vivere, in calli luminose, crocchi, orti, angeli, marine, lune, madonne o fisarmoniche, angoli, scorci, trote o meloni, sempre areati, limpidi, direi respirabili, infinitamente lontani dalla cappa che pesa sul nostro povero mondo, pieno di cloro e deodoranti, di feticci e tabù teletrasmessi.
……..Artista cui nessuna variante è preclusa (disegno, affresco, olio, tempera, ceramica, manifesto, design) destinato ad elevatissimi traguardi a dispetto della solitaria ritrosia……….
G. Delzanno ( “Morino “- Studio 1965)
Avvolti da un fascino particolare, il colore è l’artefice dell’immediato impatto visivo e come per il periodo rosa o blu di Picasso, queste rare opere di Morino, possiamo dire eseguite in periodi coloristici differenti, lasciano spazio ad una serie di lavori da museo, tutti di grandi dimensioni, dove la pittura non è solo fine a se stessa, ma, attraverso i segni usati, misurati ed equilibrati anche nel preparato accostamento monocromatico, riesce a ricomporre e trasmettere, attraverso immagini surreali ed astratte, cori e nature morte forti e profonde emozioni.
Nadia Monasterolo
24
settembre 2005
Giorgio Bergesio / Beppe Morino – Riflessi ed emozioni
Dal 24 settembre al 23 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE 7 MUSE
Racconigi, Via Beata Caterina, 14, (Cuneo)
Racconigi, Via Beata Caterina, 14, (Cuneo)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15,30-19; sabato, domenica, festivi e prefestivi 10-13 e 16-19
Vernissage
24 Settembre 2005, ore 17
Autore