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Giorgio Bernardinelli – Un cantastorie del nostro tempo
Nei lavori di Giorgio Bernardinelli si sente la nostalgia degli antichi cantori, dei novellatori nelle notti d’inverno quando la vita e la favola si confondevano come le fiamme del fuoco e ogni racconto portava le tracce del sorriso di Dio.
Comunicato stampa
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"La vitalità del colore e la forte luminosità appaiono come una prepotente volontà di reagire al destino di anonimato cui le necessità della vita condannano i dolori e le storie"
Chi volesse riassumere in una parola la principale caratteristica della produzione pittorica del pittore italo/ungherese Giorgio Bernardinelli, la troverebbe perfettamente nella parola "visione".
Sono spazi dell'anima e accadimenti del nostro tempo, universi di uomini, di cose, di animali, espressi in un simbolismo personalissimo, dove l'acceso cromatismo diventa un ponte di luce tra la realtà e il sogno, in un intreccio di gialli, di verdi, di azzurri, di rossi, come lampade accese ad esorcizzare la morte.
Se questo atteggiamento nasce dalla personalissima linfa dell'artista, non sono da trascurare i suoi ascendenti ungheresi, quel bisogno di stordire la malinconia nella forza accesa del folklore, quella tensione verso l'assoluto che fa dire al poeta magiaro Ady Endre "il modo migliore di contentare noi ungheresi è di non contentarci affatto".
Nei lavori di Giorgio Bernardinelli si sente la nostalgia degli antichi cantori, dei novellatori nelle notti d'inverno quando la vita e la favola si confondevano come le fiamme del fuoco e ogni racconto portava le tracce del sorriso di Dio.
Chi volesse riassumere in una parola la principale caratteristica della produzione pittorica del pittore italo/ungherese Giorgio Bernardinelli, la troverebbe perfettamente nella parola "visione".
Sono spazi dell'anima e accadimenti del nostro tempo, universi di uomini, di cose, di animali, espressi in un simbolismo personalissimo, dove l'acceso cromatismo diventa un ponte di luce tra la realtà e il sogno, in un intreccio di gialli, di verdi, di azzurri, di rossi, come lampade accese ad esorcizzare la morte.
Se questo atteggiamento nasce dalla personalissima linfa dell'artista, non sono da trascurare i suoi ascendenti ungheresi, quel bisogno di stordire la malinconia nella forza accesa del folklore, quella tensione verso l'assoluto che fa dire al poeta magiaro Ady Endre "il modo migliore di contentare noi ungheresi è di non contentarci affatto".
Nei lavori di Giorgio Bernardinelli si sente la nostalgia degli antichi cantori, dei novellatori nelle notti d'inverno quando la vita e la favola si confondevano come le fiamme del fuoco e ogni racconto portava le tracce del sorriso di Dio.
08
marzo 2005
Giorgio Bernardinelli – Un cantastorie del nostro tempo
Dall'otto al 20 marzo 2005
arte contemporanea
Location
NOY CENTER
Milano, Via Giovanni Battista Soresina, 4, (Milano)
Milano, Via Giovanni Battista Soresina, 4, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 8-02; sabato 10-02; domenica 10-24
Vernissage
8 Marzo 2005, ore 18
Autore
Curatore