Dopo la personale fiorentina da Daniele Ugolini Contemporary, Giorgio Brogi si presenta a Milano con una serie di nuovi lavori, che proseguono la sua indagine sul “silenzio”. Provocatoriamente Brogi si appella al silenzio per sottolineare il nostro convivere in una situazione di overdose comunicativa e cognitiva, dove tutto è omologato o omologante.
Brogi si sofferma sugli aspetti della pittura di base; il colore, lo spazio, la materia. La sua trasformazione di superfici specchianti in pittura materica e opalescente crea un distacco, una disconnessione dalla parola, dall’immagine per riappropriarsi delle sensazioni primarie, per connettersi di nuovo con se stessi e riproporsi al mondo reale come se la sua pittura divenisse un filtro del nostro sentire.
Non a caso presenta i suoi lavori nello spazio CeG Maxicom; non una galleria ma uno spazio dedicato alla comunicazione, dove si formano messaggi, informazioni, dove si creano connessioni; un ufficio stampa che si pone di presentare periodicamente lavori e artisti a dealers, collezionisti e critica in un modo asettico, pulito, dichiarato.