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Giorgio Carluccio / Lucio Pedotti – La realtà del sogno
Attraverso le suggestioni plastiche dello scultore pugliese Carluccio e visionarie del pittore milanese Pedotti si galleggia in un mondo immaginario, concreto tangibile ben delineato credibile eppure sospeso rarefatto ineffabile riemerso da un’aura onirica e irreale: una realta’ fatta di sogno.
Comunicato stampa
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LA REALTA’ DEL SOGNO.
TRA SINTESI SURREALISTA E ASTRAZIONE METAFISICA
Questa mostra nasce, un po’ per caso, un po’ per necessita’ di approfondimento, da una costola di una precedente mostra svoltasi alcuni mesi orsono alla Galleria Zamenhof e intitolata ‘Oltre la realta’’.
Allora si tentava di portare qualche timido spunto di riflessione su di una delle piu’ antiche e vessate questioni della storia dell’arte: vale a dire il rapporto tra Arte e Realta’, passando in rassegna sette artisti ciascuno dei quali aveva affrontato e risolto (o lasciato aperta) a suo modo la questione. Due dei sette erano appunto il pittore milanese Lucio Pedotti e lo scultore pugliese Giorgio Carluccio. Durante l’allestimento l’accostamento dell’opera dei due artisti risulto’ subito suggestiva e foriera di ulteriori possibili risvolti. Innanzitutto balzava agli occhi, prepotentemente, un approccio nei confronti della rappresentazione della realta’, da parte di entrambi, che potremmo definire spiccatamente “iconico” dal punto di vista della sintesi formale e decisamente “noumenico” dal punto di vista della rielaborazione intellettuale: ossia, per intenderci, entrambi ci presentavano una realta’ raffigurata attraverso una netta stilizzazione delle linee e delle forme e intesa come essenza, come pensiero, “sub specie aeternitatis”. E certo le due cose si tengono e paiono anzi l’una la logica e diretta conseguenza dell’altra.
Poi, a voler ulteriormente indagare, potremo notare che il tipo di “pensiero” che soggiace all’opera di entrambi e’ del tutto particolare: un pensiero, per cosi’ dire, “magico”, onirico, stralunato, sottilmente deformante. Un pensiero in cui ragione e delirio si confondono, si fondono. Come nei sogni dove, sospeso il principio di non contraddizione, la logica con le sue regole convive con le piu’ assurde e irreali visioni.
Accanto alle somiglianze e’ opportuno pero’ sottolineare anche come i due artisti si distinguano per alcune non irrilevanti sfumature. E soprattutto per i relativi orizzonti di riferimento culturali e artistici.
Lucio Pedotti infatti pratica una pittura che si potrebbe definire “Astratta Metafisica”: egli inventa paesaggi iperuranici popolati da forme e figure geometriche. Le tinte sono lievi, soffuse. L’atmosfera incantata. In Carluccio invece le forme molto vagamente antropomorfe o le figure evocate sono realizzate in materiali naturali come ferro e terracotta, con una stilizzazione “selvaggia” e vagamente archetipica che puo’ far pensare all’arte primitiva ed affonda le sue radici nel Surrealismo.
In entrambi i casi tuttavia si galleggia in un mondo immaginario, concreto tangibile ben delineato credibile eppure sospeso rarefatto ineffabile riemerso da un’aura onirica e irreale: una realta’ fatta di sogno. C.v.d.
Virgilio Patarini
TRA SINTESI SURREALISTA E ASTRAZIONE METAFISICA
Questa mostra nasce, un po’ per caso, un po’ per necessita’ di approfondimento, da una costola di una precedente mostra svoltasi alcuni mesi orsono alla Galleria Zamenhof e intitolata ‘Oltre la realta’’.
Allora si tentava di portare qualche timido spunto di riflessione su di una delle piu’ antiche e vessate questioni della storia dell’arte: vale a dire il rapporto tra Arte e Realta’, passando in rassegna sette artisti ciascuno dei quali aveva affrontato e risolto (o lasciato aperta) a suo modo la questione. Due dei sette erano appunto il pittore milanese Lucio Pedotti e lo scultore pugliese Giorgio Carluccio. Durante l’allestimento l’accostamento dell’opera dei due artisti risulto’ subito suggestiva e foriera di ulteriori possibili risvolti. Innanzitutto balzava agli occhi, prepotentemente, un approccio nei confronti della rappresentazione della realta’, da parte di entrambi, che potremmo definire spiccatamente “iconico” dal punto di vista della sintesi formale e decisamente “noumenico” dal punto di vista della rielaborazione intellettuale: ossia, per intenderci, entrambi ci presentavano una realta’ raffigurata attraverso una netta stilizzazione delle linee e delle forme e intesa come essenza, come pensiero, “sub specie aeternitatis”. E certo le due cose si tengono e paiono anzi l’una la logica e diretta conseguenza dell’altra.
Poi, a voler ulteriormente indagare, potremo notare che il tipo di “pensiero” che soggiace all’opera di entrambi e’ del tutto particolare: un pensiero, per cosi’ dire, “magico”, onirico, stralunato, sottilmente deformante. Un pensiero in cui ragione e delirio si confondono, si fondono. Come nei sogni dove, sospeso il principio di non contraddizione, la logica con le sue regole convive con le piu’ assurde e irreali visioni.
Accanto alle somiglianze e’ opportuno pero’ sottolineare anche come i due artisti si distinguano per alcune non irrilevanti sfumature. E soprattutto per i relativi orizzonti di riferimento culturali e artistici.
Lucio Pedotti infatti pratica una pittura che si potrebbe definire “Astratta Metafisica”: egli inventa paesaggi iperuranici popolati da forme e figure geometriche. Le tinte sono lievi, soffuse. L’atmosfera incantata. In Carluccio invece le forme molto vagamente antropomorfe o le figure evocate sono realizzate in materiali naturali come ferro e terracotta, con una stilizzazione “selvaggia” e vagamente archetipica che puo’ far pensare all’arte primitiva ed affonda le sue radici nel Surrealismo.
In entrambi i casi tuttavia si galleggia in un mondo immaginario, concreto tangibile ben delineato credibile eppure sospeso rarefatto ineffabile riemerso da un’aura onirica e irreale: una realta’ fatta di sogno. C.v.d.
Virgilio Patarini
06
giugno 2009
Giorgio Carluccio / Lucio Pedotti – La realtà del sogno
Dal 06 al 26 giugno 2009
arte contemporanea
Location
ATELIER CHAGALL
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 15-19 domenica ore 11-19
Vernissage
6 Giugno 2009, ore 16.00
Autore
Curatore