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Giorgio de Chirico – Opere grafiche
10 opere grafiche realizzate tra il 1969 e il 1977. De Chirico ha realizzato in totale 385 tavole, tra incisioni e litografie. Di queste 208 costituiscono il corpus dell’opera Giorgio de Chirico – Catalogo dell’opera grafica 1969 – 1977, da cui sono stati tratti i lavori in esposizione.
Comunicato stampa
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L’arte non ha nulla da raccontare, da imitare, da dichiarare.
Soltanto spazzando continuamente le nostre aspettative e le nostre certezze,
essa vuole insinuare un dubbio, il più grande dei dubbi: se la vita fosse solo un’immensa menzogna, l’ombra di un sogno fuggente.
Per mio conto mi fregio di tre parole che voglio siano il suggello d' ogni mia opera: Pictor classicus sum.
Giorgio de Chirico
La Lorusso Arte- Design presenta dal 9 maggio al 4 giugno 2011 nella sua sede di Andria in via Napoli 71, una mostra di opere grafiche di Giorgio de Chirico a cura di Anna Maria Sergio.
Si tratta di 10 opere grafiche realizzate dal 1969 al 1977 dal grande artista capostipite della pittura Metafisica
De Chirico in cinquantasei anni di attività ha realizzato solo 385 tavole, tra incisioni e litografie.
Di queste 208 costituiscono il corpus dell’opera Giorgio de Chirico – Catalogo dell’opera grafica 1969 – 1977, delle Edizioni Bora di Bologna, da cui sono stati tratti i lavori in esposizione.
Già nel Maggio 1991 la Lorusso Arte - Design in collaborazione con le Edizioni Bora espone 25 lavori fra quelli catalogati, promuovendo la diffusione e le informazioni sulla produzione grafica del grande maestro.
Dai primissimi anni ’70 si riscontra, infatti, un sensibile incremento di tale produzione dovuto alla frequentazione quasi quotidiana di de Chirico con lo stampatore Alberto Caprini, tale frequentazione consentì all’artista di seguire personalmente le varie fasi di realizzazione delle opere. Inoltre proprio in quegli anni cresce l’interesse di critica, pubblico e mercato nei confronti della grafica.
Giorgio de Chirico nacque a Volos nel 1888 da famiglia agiata. Purtroppo suo padre lasciò orfani in tenera età Giorgio e suo fratello Andrea. Questi si sarebbe affermato in campo musicale, letterario e pittorico con il nome di Alberto Savinio.
Nelle opere di de Chirico ricorreranno spesso immagini che riportano alla sfera familiare, come un treno che parte, riferito alla figura del padre, ingegnere ferroviario, scomparso troppo presto. Anche l’immagine della statua dell’Arianna abbandonata presente nei celebri dipinti denominati Piazze d’Italia del 1913, potrebbero ricordare la figura della madre rimasta sola.
Il riferimento al suo paese d’origine, la Grecia, e alla classicità ricorre continuamente anche nei titoli delle opere in mostra: Riposo presso l’Egeo, I cavalli di Achille, Castore e il suo cavallo. I cavalli costituiscono un tema privilegiato di de Chirico, sembrano essere ripresi dai vasi attici a figure nere della fine del VI secolo a.C. e rivisitati in chiave moderna.
In altre opere come Interno Metafisico si ritrovano i particolari tipici di questa serie che de Chirico ideò quando, nel 1915 all’entrata in guerra dell’Italia, tornò dalla Francia e, insieme al fratello, decise di arruolarsi nell’esercito presso la caserma di Ferrara.
La scena è composta come se si trattasse di un palcoscenico dove il quadro è posto al centro davanti ad una serie di strumenti di misurazione geometrica, di lato si apre sempre una finestra su un esterno.
L’artista amava anche ritrarsi in costume. Nell’Autoritratto in mostra de Chirico appare come un hidalgo con la spada, il cappello piumato e la giubba ricamata. Tanta ricchezza nell’abbigliamento sta a sottolineare la differenza fra apparenza, rappresentata dal ricco costume, e l’essenza della persona che emerge dallo sguardo pensoso.
L’idea di rappresentare la figura umana come un manichino venne all’artista dall’Uomo senza volto, personaggio del dramma Chants de la mi mort del fratello Alberto Savinio.
Nell’incisione intitolata Il Trovatore, appare un manichino con la clamide che è un topos ricorrente nelle opere di de Chirico fin dai primi tempi. Egli lo utilizzò per la prima volta nell’Enigma dell’Oracolo del 1910 ispirandosi palesemente all’opera di
Arnold Böcklin del 1883, Odisseo e Calipso.
Giorgio de Chirico nacque a Volos in Grecia nel 1888. Si formò in seno al Romanticismo tedesco. Visse a Parigi e fin dal 1910 fu in contatto con Apollinaire, al quale dedicò la celebre opera del 1914 Ritratto di Apollinaire .In seguito diventerà un forte punto d’appoggio per Breton nella teorizzazione del Surrealismo nel 1925. Non condivise mai le idee futuriste che dal 1909 si imposero in Italia e fu completamente estraneo al Cubismo quando si trovava in Francia.
L’Arte per de Chirico doveva essere un’attività intellettuale capace di descrivere i meccanismi della mente, caratterizzata da un’assoluta extratemporalità la cui classicità sostanziale si collocava in un al di là metafisico.
Muore a Roma nel 1978.
Dir. Artistica Anna Maria Sergio
Soltanto spazzando continuamente le nostre aspettative e le nostre certezze,
essa vuole insinuare un dubbio, il più grande dei dubbi: se la vita fosse solo un’immensa menzogna, l’ombra di un sogno fuggente.
Per mio conto mi fregio di tre parole che voglio siano il suggello d' ogni mia opera: Pictor classicus sum.
Giorgio de Chirico
La Lorusso Arte- Design presenta dal 9 maggio al 4 giugno 2011 nella sua sede di Andria in via Napoli 71, una mostra di opere grafiche di Giorgio de Chirico a cura di Anna Maria Sergio.
Si tratta di 10 opere grafiche realizzate dal 1969 al 1977 dal grande artista capostipite della pittura Metafisica
De Chirico in cinquantasei anni di attività ha realizzato solo 385 tavole, tra incisioni e litografie.
Di queste 208 costituiscono il corpus dell’opera Giorgio de Chirico – Catalogo dell’opera grafica 1969 – 1977, delle Edizioni Bora di Bologna, da cui sono stati tratti i lavori in esposizione.
Già nel Maggio 1991 la Lorusso Arte - Design in collaborazione con le Edizioni Bora espone 25 lavori fra quelli catalogati, promuovendo la diffusione e le informazioni sulla produzione grafica del grande maestro.
Dai primissimi anni ’70 si riscontra, infatti, un sensibile incremento di tale produzione dovuto alla frequentazione quasi quotidiana di de Chirico con lo stampatore Alberto Caprini, tale frequentazione consentì all’artista di seguire personalmente le varie fasi di realizzazione delle opere. Inoltre proprio in quegli anni cresce l’interesse di critica, pubblico e mercato nei confronti della grafica.
Giorgio de Chirico nacque a Volos nel 1888 da famiglia agiata. Purtroppo suo padre lasciò orfani in tenera età Giorgio e suo fratello Andrea. Questi si sarebbe affermato in campo musicale, letterario e pittorico con il nome di Alberto Savinio.
Nelle opere di de Chirico ricorreranno spesso immagini che riportano alla sfera familiare, come un treno che parte, riferito alla figura del padre, ingegnere ferroviario, scomparso troppo presto. Anche l’immagine della statua dell’Arianna abbandonata presente nei celebri dipinti denominati Piazze d’Italia del 1913, potrebbero ricordare la figura della madre rimasta sola.
Il riferimento al suo paese d’origine, la Grecia, e alla classicità ricorre continuamente anche nei titoli delle opere in mostra: Riposo presso l’Egeo, I cavalli di Achille, Castore e il suo cavallo. I cavalli costituiscono un tema privilegiato di de Chirico, sembrano essere ripresi dai vasi attici a figure nere della fine del VI secolo a.C. e rivisitati in chiave moderna.
In altre opere come Interno Metafisico si ritrovano i particolari tipici di questa serie che de Chirico ideò quando, nel 1915 all’entrata in guerra dell’Italia, tornò dalla Francia e, insieme al fratello, decise di arruolarsi nell’esercito presso la caserma di Ferrara.
La scena è composta come se si trattasse di un palcoscenico dove il quadro è posto al centro davanti ad una serie di strumenti di misurazione geometrica, di lato si apre sempre una finestra su un esterno.
L’artista amava anche ritrarsi in costume. Nell’Autoritratto in mostra de Chirico appare come un hidalgo con la spada, il cappello piumato e la giubba ricamata. Tanta ricchezza nell’abbigliamento sta a sottolineare la differenza fra apparenza, rappresentata dal ricco costume, e l’essenza della persona che emerge dallo sguardo pensoso.
L’idea di rappresentare la figura umana come un manichino venne all’artista dall’Uomo senza volto, personaggio del dramma Chants de la mi mort del fratello Alberto Savinio.
Nell’incisione intitolata Il Trovatore, appare un manichino con la clamide che è un topos ricorrente nelle opere di de Chirico fin dai primi tempi. Egli lo utilizzò per la prima volta nell’Enigma dell’Oracolo del 1910 ispirandosi palesemente all’opera di
Arnold Böcklin del 1883, Odisseo e Calipso.
Giorgio de Chirico nacque a Volos in Grecia nel 1888. Si formò in seno al Romanticismo tedesco. Visse a Parigi e fin dal 1910 fu in contatto con Apollinaire, al quale dedicò la celebre opera del 1914 Ritratto di Apollinaire .In seguito diventerà un forte punto d’appoggio per Breton nella teorizzazione del Surrealismo nel 1925. Non condivise mai le idee futuriste che dal 1909 si imposero in Italia e fu completamente estraneo al Cubismo quando si trovava in Francia.
L’Arte per de Chirico doveva essere un’attività intellettuale capace di descrivere i meccanismi della mente, caratterizzata da un’assoluta extratemporalità la cui classicità sostanziale si collocava in un al di là metafisico.
Muore a Roma nel 1978.
Dir. Artistica Anna Maria Sergio
09
maggio 2011
Giorgio de Chirico – Opere grafiche
Dal 09 maggio al 04 giugno 2011
arte contemporanea
Location
LORUSSO ARTE DESIGN
Andria, Via Napoli, 71, (Bari)
Andria, Via Napoli, 71, (Bari)
Orario di apertura
dalle 17.00 alle 21.00 di tutti i giorni feriali
Autore
Curatore