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Giorgio Geraci – Spazi Metamorfici
Ventiquattro mattonelle 25x25cm, piccoli supporti di tela che accolgono un nuovo pensiero pittorico, una straordinaria voglia di vita che a tutti i costi tende a venire fuori. Il taglio è nuovo, è pittura che va alla ricerca di nuovi elementi semantici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Presso l’Assessorato Ambiente del Comune di Palermo ex Chiesa dello Spirito Santo, sarà inaugurata
Venerdì 08 Luglio 2011 alle ore 17.00 la mostra :“SPAZI METAMORFICI” di GIORGIO GERACI.
La mostra resterà aperta fino al 22 luglio 2011.
Orari di apertura: 10/12 – 16/18
-La Mostra
“Spazi Metamorfici” nasce in un momento di profonda irrequietezza esistenziale dell’autore.
Giunto all’ottava esperienza personale della breve ma corposa carriera pittorica, oggi prova a cimentarsi con
una “dimensione” nuova. Ventiquattro mattonelle 25x25cm, piccoli supporti di tela che accolgono un nuovo
pensiero pittorico, una straordinaria voglia di vita che a tutti i costi tende a venire fuori.
Il taglio è nuovo, è pittura che va alla ricerca di nuovi elementi semantici.
Forme nuove, tentativi di uso del gesso, degli inchiostri, dei “rifiuti” e delle loro possibili trasformazioni.
Metamorfico è il pensiero che sottende alla costruzione di questa nuova mostra, alla ricerca di un
cambiamento forse esasperato, esagerato, sicuramente atteso. Plastiche fuori uso, solette di scarpe
da ginnastica dismesse, tronchi d’albero secchi, tutto materiale che assume una dimensione artistica
senza presunzione. Le “mattonelle” hanno un accompagnatore misterioso, un elemento bianco, eretto,
monolitico, “un divertimento” che l’autore ormai persegue regolarmente con le scatole di champagne.
Un “monolito” bianco che fa da apripista a questa flotta di mattonelle poggiate sul mare dell’arte. Che
possano arrivare dove le porta il cuore! (Giorgio Geraci)
Spazi minimi, ambiti circoscritti, nuclei dominati da stratificazioni, rivelano un’armoniosa disputa che oscilla
tra ragione e ossessione. E’ questa la sintesi di senso della nuova pittura di Giorgio Geraci. Campi complessi
denunciano carichi di memorie e legami con frammenti arcaici, che tornano reclamando asilo all’istante
melanconico come alla gioia. Dilavamenti, coaguli di colore ed incrostazioni materiche rappresentano
casuali istanze, conseguenza di nuova e sofferta consapevolezza, mentre l’argine all’assillo, baluardo dato dal
pensiero cosciente, si dissolve davanti a nuovi appelli emotivi che increspano la pittura fino ad ingrossarla in
grumi e solchi. In questa ampia e fortunata irrequietezza, Giorgio Geraci trova la via per un nuovo idioma
collocando la sua esperienza nel mondo, intanto che sprofonda dentro visioni difformi o discende negli
alveoli della materia, curandosi poco di ogni possibile vertigine o smarrimento, pronto ad assecondare
l’ambizione di mettersi in rapporto con se stesso, con la sua stessa carne, grazie ad una nuova esplorazione
cromatica, gestuale e materia, sospesa la tra definizione della forma e il desiderio di liberarsene. Una pittura
sospesa tra ragione ed ossessione. (Dino Serra – Quadreria del Lotto)
Assegnare un valore spirituale a ciò che è fenomenico, riconoscerne il continuo mutamento e celebrarne la
potenza abbandonandosi alla corrente: queste le intuizioni che ricevo osservando le ultime opere di Giorgio
Geraci. Sono immagini che come quelle dell’I Ching, l’antico Libro dei Mutamenti, non rappresentano le
cose, ma il loro continuo tendere alla trasformazione, il loro trapassare l’una nell’altra, senza posa, in un
ciclico rinnovamento. Sono vibrazioni di luce che si fa materia del quotidiano e ci parla di noi stessi – perché
non possiamo vedere se non ciò che siamo, ma non possiamo essere se prima non ci riconosciamo. Così ogni
istante si trasforma in rinascita e ovunque si manifesta un senso: un ramo secco, un sacchetto, un pezzo di
plastica da buttar via sono tesori nascosti perché rappresentano un modo diverso di guardare il passato, “il
cielo dentro il monte”, dice l’IChing. E una “mostra” può illuminare l’aspetto terrifico del “mostro” e
rivelarne un carattere diverso e inusitato, quello di guida, psicopompo, traghettatore instancabile da una
riva all’altra. Così la luce è prima di tutto luce negli occhi di chi guarda e là rischiara le tenebre. Già, perché
la parola luce ha la stessa radice di luna, da leuk, bianco. La luce illumina la notte esaltandone l’ombra, così
come il bianco non è assenza ma presenza simultanea dei colori, non è freddo ma caldo e bruciante, perché
si raggiunge attraverso un processo che porta all’in-candescenza, al biancheggiare rilucente di un ferro
infuocato. E’ proprio l’incandescenza viva di questa luce matta a sprigionarsi dalle mattonelle di Giorgio:
venticinque lavori, venticinque come il giorno in cui Giorgio è nato, e con un lato di venticinque centimetri,
quasi a voler suggerire l’area di una nuova nascita che non prescinde certo dalla prima, ma in qualche modo
ne libera la quintessenza. E’ questa l’opus. (Daniela Thomas)
L’autore
Giorgio Geraci (Palermo, 1953), medico psichiatra e psicoterapeuta gruppoanalista, giornalista pubblicista,
nato e vissuto a Palermo, si trasferisce per lavoro a Trapani dove vive dal 1985.
Da sempre appassionato delle arti, nel duemila istituisce un laboratorio grafico pittorico con i pazienti
del centro diurno psichiatrico di Trapani. Le sue prime esperienze coloristiche su tela risalgono al 2002.
Sostenuto dal gallerista ed amico Dino Serra, si lancia in una prima esperienza personale nell’aprile 2008,
dopo avere partecipato a tante collettive. L’età, le tante esperienze professionali e di vita lo hanno fatto
arrivare a questa nuova meta con un bagaglio emotivo e percettivo che può riversare pienamente sulle
tele senza timore di “sbagliare” essendo certo che l’arte può solo aiutare a stare meglio. Ama scrivere, fare
fotografie ed è oggi consapevole di avere assunto, tra i propri tanti piaceri, anche quello della pittura
Le mostre personali:
C’est la vie
La luce degli occhi miei
Ritorno a casa
Al monte, lassù … tra le nuvole
“ … Compatibilità …”
On my mind – Nella mia mente
Dalla Madonna alla Befana
(Aprile 2008) Galleria Quadreria del Lotto (Trapani)
(Dicembre 2008) Galleria La Vicaria (Trapani )
(Maggio 2009 )Centro Studi Medicina Integrata (Palermo )
(Agosto 2009) Polo Umanistico (Erice )
(Dicembre 2009) Sala Cavarretta Convento del Carmine (Marsala)
(Gennaio /Marzo 2010) Foyer Seminario Vescovile (Erice )
(6 dicembre 2010 / 6 gennaio 2011) Casa Vogue (Trapani )
Venerdì 08 Luglio 2011 alle ore 17.00 la mostra :“SPAZI METAMORFICI” di GIORGIO GERACI.
La mostra resterà aperta fino al 22 luglio 2011.
Orari di apertura: 10/12 – 16/18
-La Mostra
“Spazi Metamorfici” nasce in un momento di profonda irrequietezza esistenziale dell’autore.
Giunto all’ottava esperienza personale della breve ma corposa carriera pittorica, oggi prova a cimentarsi con
una “dimensione” nuova. Ventiquattro mattonelle 25x25cm, piccoli supporti di tela che accolgono un nuovo
pensiero pittorico, una straordinaria voglia di vita che a tutti i costi tende a venire fuori.
Il taglio è nuovo, è pittura che va alla ricerca di nuovi elementi semantici.
Forme nuove, tentativi di uso del gesso, degli inchiostri, dei “rifiuti” e delle loro possibili trasformazioni.
Metamorfico è il pensiero che sottende alla costruzione di questa nuova mostra, alla ricerca di un
cambiamento forse esasperato, esagerato, sicuramente atteso. Plastiche fuori uso, solette di scarpe
da ginnastica dismesse, tronchi d’albero secchi, tutto materiale che assume una dimensione artistica
senza presunzione. Le “mattonelle” hanno un accompagnatore misterioso, un elemento bianco, eretto,
monolitico, “un divertimento” che l’autore ormai persegue regolarmente con le scatole di champagne.
Un “monolito” bianco che fa da apripista a questa flotta di mattonelle poggiate sul mare dell’arte. Che
possano arrivare dove le porta il cuore! (Giorgio Geraci)
Spazi minimi, ambiti circoscritti, nuclei dominati da stratificazioni, rivelano un’armoniosa disputa che oscilla
tra ragione e ossessione. E’ questa la sintesi di senso della nuova pittura di Giorgio Geraci. Campi complessi
denunciano carichi di memorie e legami con frammenti arcaici, che tornano reclamando asilo all’istante
melanconico come alla gioia. Dilavamenti, coaguli di colore ed incrostazioni materiche rappresentano
casuali istanze, conseguenza di nuova e sofferta consapevolezza, mentre l’argine all’assillo, baluardo dato dal
pensiero cosciente, si dissolve davanti a nuovi appelli emotivi che increspano la pittura fino ad ingrossarla in
grumi e solchi. In questa ampia e fortunata irrequietezza, Giorgio Geraci trova la via per un nuovo idioma
collocando la sua esperienza nel mondo, intanto che sprofonda dentro visioni difformi o discende negli
alveoli della materia, curandosi poco di ogni possibile vertigine o smarrimento, pronto ad assecondare
l’ambizione di mettersi in rapporto con se stesso, con la sua stessa carne, grazie ad una nuova esplorazione
cromatica, gestuale e materia, sospesa la tra definizione della forma e il desiderio di liberarsene. Una pittura
sospesa tra ragione ed ossessione. (Dino Serra – Quadreria del Lotto)
Assegnare un valore spirituale a ciò che è fenomenico, riconoscerne il continuo mutamento e celebrarne la
potenza abbandonandosi alla corrente: queste le intuizioni che ricevo osservando le ultime opere di Giorgio
Geraci. Sono immagini che come quelle dell’I Ching, l’antico Libro dei Mutamenti, non rappresentano le
cose, ma il loro continuo tendere alla trasformazione, il loro trapassare l’una nell’altra, senza posa, in un
ciclico rinnovamento. Sono vibrazioni di luce che si fa materia del quotidiano e ci parla di noi stessi – perché
non possiamo vedere se non ciò che siamo, ma non possiamo essere se prima non ci riconosciamo. Così ogni
istante si trasforma in rinascita e ovunque si manifesta un senso: un ramo secco, un sacchetto, un pezzo di
plastica da buttar via sono tesori nascosti perché rappresentano un modo diverso di guardare il passato, “il
cielo dentro il monte”, dice l’IChing. E una “mostra” può illuminare l’aspetto terrifico del “mostro” e
rivelarne un carattere diverso e inusitato, quello di guida, psicopompo, traghettatore instancabile da una
riva all’altra. Così la luce è prima di tutto luce negli occhi di chi guarda e là rischiara le tenebre. Già, perché
la parola luce ha la stessa radice di luna, da leuk, bianco. La luce illumina la notte esaltandone l’ombra, così
come il bianco non è assenza ma presenza simultanea dei colori, non è freddo ma caldo e bruciante, perché
si raggiunge attraverso un processo che porta all’in-candescenza, al biancheggiare rilucente di un ferro
infuocato. E’ proprio l’incandescenza viva di questa luce matta a sprigionarsi dalle mattonelle di Giorgio:
venticinque lavori, venticinque come il giorno in cui Giorgio è nato, e con un lato di venticinque centimetri,
quasi a voler suggerire l’area di una nuova nascita che non prescinde certo dalla prima, ma in qualche modo
ne libera la quintessenza. E’ questa l’opus. (Daniela Thomas)
L’autore
Giorgio Geraci (Palermo, 1953), medico psichiatra e psicoterapeuta gruppoanalista, giornalista pubblicista,
nato e vissuto a Palermo, si trasferisce per lavoro a Trapani dove vive dal 1985.
Da sempre appassionato delle arti, nel duemila istituisce un laboratorio grafico pittorico con i pazienti
del centro diurno psichiatrico di Trapani. Le sue prime esperienze coloristiche su tela risalgono al 2002.
Sostenuto dal gallerista ed amico Dino Serra, si lancia in una prima esperienza personale nell’aprile 2008,
dopo avere partecipato a tante collettive. L’età, le tante esperienze professionali e di vita lo hanno fatto
arrivare a questa nuova meta con un bagaglio emotivo e percettivo che può riversare pienamente sulle
tele senza timore di “sbagliare” essendo certo che l’arte può solo aiutare a stare meglio. Ama scrivere, fare
fotografie ed è oggi consapevole di avere assunto, tra i propri tanti piaceri, anche quello della pittura
Le mostre personali:
C’est la vie
La luce degli occhi miei
Ritorno a casa
Al monte, lassù … tra le nuvole
“ … Compatibilità …”
On my mind – Nella mia mente
Dalla Madonna alla Befana
(Aprile 2008) Galleria Quadreria del Lotto (Trapani)
(Dicembre 2008) Galleria La Vicaria (Trapani )
(Maggio 2009 )Centro Studi Medicina Integrata (Palermo )
(Agosto 2009) Polo Umanistico (Erice )
(Dicembre 2009) Sala Cavarretta Convento del Carmine (Marsala)
(Gennaio /Marzo 2010) Foyer Seminario Vescovile (Erice )
(6 dicembre 2010 / 6 gennaio 2011) Casa Vogue (Trapani )
08
luglio 2011
Giorgio Geraci – Spazi Metamorfici
Dall'otto al 22 luglio 2011
arte contemporanea
Location
ASSESSORATO ALL’AMBIENTE – EX CHIESA DELLO SPIRITO SANTO
Palermo, Via Dello Spirito Santo, 37, (Palermo)
Palermo, Via Dello Spirito Santo, 37, (Palermo)
Orario di apertura
10/12 – 16/18
Vernissage
8 Luglio 2011, ore 17
Autore